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Cos’è l’autosvezzamento in 2 parole

Riporto un breve brano tratto dalla presentazione che Lucio Piermarini ha scritto per “Autosvezzamento per tutti” in quanto credo risponda bene e in modo succinto a molte domande comuni.
Per chiarezza ho inserito anche qualche piccolo commento mio per dare al tutto un po’ di contesto.

Cos'è l'autosvezzamento in 2 parole – autosvezzamento

Quello che prima si faceva solo per esperienza e tradizione, ora possiamo farlo con la sicurezza che ci deriva dalle nostre conoscenze, e dal riconoscimento dei nostri passati errori. Raggiunti i sei mesi di vita – settimana più settimana meno – come limite minimo, quando il bambino comincerà a mandare i suoi segnali di interesse per ciò che state mangiando, perché solo quello vuole, non dovrete far altro che accontentarlo.

Potete farlo in occasione di qualsiasi pasto.

Dando per scontato che la vostra dieta sia corretta da un punto di vista, qualitativo e quantitativo (e se non lo è, sarà l’unica cosa che dovrete farvi insegnare dal vostro pediatra),

Ancora più semplice è cominciare lasciandosi ispirare dalla piramide alimentare. In generale una dieta normale andrà bene, non c’è certo bisogno di chissà cosa.

dovrete tener conto soltanto del fatto che il vostro bambino non ha i denti, e magari frantumare i bocconi, così come facciamo noi adulti masticando.

Il “se” e il “quanto” triturare, spezzettare, sfilacciare è sempre un argomento dibattuto. Come dico sempre, nel dubbio chiedere al bambino cosa preferisce.

Se servono, basteranno pezzettini per la pasta e il pane, mentre sarà opportuna una triturazione più fine per la carne (va bene anche un piccolo trita-prezzemolo) e ancora di più per le verdure e le fibre quali le bucce, data la loro non digeribilità per i non erbivori, come noi siamo. Un cibo che non fa male a voi, non farà male neanche a lui. Gli alimenti cosiddetti “speciali per bambini” sono fatti con le stesse materie prime dei vostri, solo preparati dall’industria.

A chi dice che i cibi per la prima infanzia sono più controllati ricordo che per legge tutto il cibo deve essere sicuro per tutti per tutte le categorie della popolazione comprese le più vulnerabili. Di questo ne ho parlato a lungo specialmente ne La questione cibo.

Ricordate sempre che furono inventati per svezzare lattantini meno competenti di due-tre mesi; il vostro vecchione di sei-sette mesi non ne ha più bisogno. Questa età – anche questo aspetto è stato attentamente studiato – mette inoltre al riparo dai tanto temuti rischi allergici, rendendo inutile ritardare l’introduzione degli alimenti ritenuti più in causa nelle allergie, quali uovo, pesce, frutta secca, ecc. Anzi, è ormai dimostrato che l’introduzione nella dieta di “tutto e subito” diminuisce il rischio di allergie per tutti, ma soprattutto per i bambini più a rischio. Altrettanto inutile, si è visto, è eliminare il sale; nessuno ha infatti potuto dimostrare la pericolosità di un uso “moderato” del sale, così come si raccomanda anche agli adulti. Senza contare che, pur prescrivendo esplicitamente di escluderlo, lo abbiamo sempre aggiunto, ahi che figura!, mimetizzato nel formaggio parmigiano da aggiungere al brodo.
Spizzicando ai vostri pasti, la sua richiesta di latte diminuirà proporzionalmente. Ogni giorno il numero degli assaggi aumenterà, tanto da trasformarsi, in settimane o mesi, in un vero pasto, con il mirabile risultato che un bel giorno scoprirete che il vostro bambino mangia normalmente con voi, ai vostri orari, le vostre stesse pietanze, sempre con appetito (il suo), e senza lasciare nulla perché è lui che chiede e voi che concedete, e non il contrario.

Non mettetegli fretta! Le carenze del latte materno e quindi l’opportunità di integrarlo, che è l’obiettivo del bambino, insorgono gradualmente, e non tutte insieme; quindi non ha senso pensare di dover sostituire le poppate secondo scadenze prestabilite. Il vostro bambino potrebbe arrivare a fare un pasto complementare completo, magari spezzettato in tanti piccoli assaggi dispersi lungo la giornata, anche a 9-10 mesi, senza alcun danno. Più forzerete la mano, più rischierete di andare incontro a rifiuti, conflitti, ansie, fallimenti. A voler cambiare a forza ciò che è naturale, si rischia solo di rovinarlo.

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