03-06-2012, 11:45 23
andrò contro tendenza
leggendo gonzales ho capito quanto il termine svezzamento sia fuorviante
etimologicamente significa togliere un vezzo, un vizio
addirittura il latte (re apposta non specifico se l.m. o l.a) viene visto come qualcosa da togliere
ho quindi ribaltato la prospettiva
un bambino necessita di latte per un lungo periodo dopo la nascita in quanto alimento più completo di tutti i principi nutritivi
quindi per me il termine svezzamento non esiste più
è privo di senso e può essere che mio figlio domani o dopodomani o fra qualche mese o più avanti decida di non prendere più il mio (o io decida di non dargliene più) e dopo passi ad un altro tipo di latte perchè magari ne sente ancora la necessità o gli piace il gusto
oppure potrebbe non volerne più come feci io quando mi svezzarono che finalmente non presi più latte e tuttora non mi piace e faccio colazione col thè
e di conseguenza per me non ha senso nemmeno il termine autosvezzamento
detto questo l'alimentazione complementare a richiesta noi l'abbiamo considerata conclusa attorno agli 8 mesi di riki, cioè quando lui ha cominciato ad aspettarsi qualcosa ad ogni pasto, qualcosa di diverso dal latte, cioè quando ha cominciato ad apprezzare di tutto e a tutti i pasti e da allora direi che non ricordo momenti di crisi con il cibo
chiaro che poi sono aumentate le quantità, le capacità con gli strumenti (posate e stoviglie) e si è evoluto il modo di rapportarsi al cibo
chiaro che l'educazione al gusto e alla convivialità sono solo alle fondamenta e ci sarà ancora molto percorso da svolgere...
ma forse noi abbiamo considerato che il dado fosse tratto quando ormai era chiaro che il processo era irreversibile e non avremmo più potuto proporre una titata in cambio di un pasto a riki senza essere vittime di ritorsioni acustiche ad altissimo volume (leggi pianti di protesta)
leggendo gonzales ho capito quanto il termine svezzamento sia fuorviante
etimologicamente significa togliere un vezzo, un vizio
addirittura il latte (re apposta non specifico se l.m. o l.a) viene visto come qualcosa da togliere
ho quindi ribaltato la prospettiva
un bambino necessita di latte per un lungo periodo dopo la nascita in quanto alimento più completo di tutti i principi nutritivi
quindi per me il termine svezzamento non esiste più
è privo di senso e può essere che mio figlio domani o dopodomani o fra qualche mese o più avanti decida di non prendere più il mio (o io decida di non dargliene più) e dopo passi ad un altro tipo di latte perchè magari ne sente ancora la necessità o gli piace il gusto
oppure potrebbe non volerne più come feci io quando mi svezzarono che finalmente non presi più latte e tuttora non mi piace e faccio colazione col thè
e di conseguenza per me non ha senso nemmeno il termine autosvezzamento
detto questo l'alimentazione complementare a richiesta noi l'abbiamo considerata conclusa attorno agli 8 mesi di riki, cioè quando lui ha cominciato ad aspettarsi qualcosa ad ogni pasto, qualcosa di diverso dal latte, cioè quando ha cominciato ad apprezzare di tutto e a tutti i pasti e da allora direi che non ricordo momenti di crisi con il cibo
chiaro che poi sono aumentate le quantità, le capacità con gli strumenti (posate e stoviglie) e si è evoluto il modo di rapportarsi al cibo
chiaro che l'educazione al gusto e alla convivialità sono solo alle fondamenta e ci sarà ancora molto percorso da svolgere...
ma forse noi abbiamo considerato che il dado fosse tratto quando ormai era chiaro che il processo era irreversibile e non avremmo più potuto proporre una titata in cambio di un pasto a riki senza essere vittime di ritorsioni acustiche ad altissimo volume (leggi pianti di protesta)