18-07-2016, 04:58 16
ciao a tutte!
Buon lunedì ... io sono reduce da un weekend impegnativo, ieri ho dovuto pure lavorare per recuperare un po' di tempo perso in settimana quando Leonardo reclamava le mie attenzioni (il bello di lavorare da casa è almeno questo!)
dunque rispondo un po' a tutte...
x celeste: riguardo al "tuo" italiano, io lo capisco benissimo! è vero che quando si legge mancano una serie di informazioni su tono di voce e prossemica e in generale si tende a estremizzare le opinioni, ma credo che noi tutte/i abbiamo capito il senso delle tue parole. Ognuno ha il suo punto di vista e il suo modo di vivere gravidanza e maternità. è bello proprio perché si possono condividere le diversità.
Semmai quella che ha usato un termine improprio sono io. Sono io che ho creato confusione parlando di "socializzare". A parte che ovviamente il bambino può farlo non solo all'asilo ma in ogni ambiente sociale ed è vero che il bambino non è "sociale", cioè non interagisce con gli altri bambini fino ai 2 anni o più perché prima è concentrato solo sull'esperienza di sé e sulla scoperta del mondo.
Di questo abbiamo tutti esperienza ai giardini come diceva miriam. è buffo perché ormai ai giardini tutti conoscono Leonardo e i bambini più grandi lo chiamano per nome per giocarci ma lui li ignora tranquillamente. Poi magari gli prende i giocattoli...ma va bene così...
Quello che volevo dire è che grazie all'inserimento in un ambiente sociale stimolante con moduli pedagogici studiati ad hoc, il bambino apprende prima e sviluppa velocemente nuove competenze. Questo non significa che lo debba fare per forza al nido o che ciò avvenga solo al nido.
Credo anche che un bambino è dipendente dalla sua mamma per definizione e non diventa più dipendente o meno dipendente se non quando cresce...anche se va al nido, dove non diventa indipendente ma semmai può diventare più autonomo in qualche attività.
Credo che ci sia un abisso tra il non essere genitori e l'esserlo, tra il prima e il dopo. Ci si trasforma completamente e si provano cose che non si può immaginare di provare. Io, ad esempio, ho sempre lavorato molto, ho fatto le due di notte anche in gravidanza (mio malgrado e per fortuna un episodio sporadico). Non sono mai stata un tipo per cui la maternità era l'unico scopo della vita, per intenderci. Ciò nonostante, quando è nato Leonardo tutto si è ribaltato. Del lavoro non me n'è importato relativamente più nulla e l'unico desiderio è diventato quello di stare con lui e semplicemente amarlo.
Probabilmente se non avessi fatto Leonardo così tardi a quest'ora avrei altri dieci figli...questo per dire che siamo programmati noi essere umani per essere così. Per essere totalmente devoti e dediti ai nostri bambini, con le dovute eccezioni che tristemente conosciamo.
Però sono una libera professionista a partita iva, ho costruito con tanti anni di gavetta e pendolarismo la mia professione e non posso così facilmente "sparire" dal mercato. E devo continuare a versare i contributi se voglio avere un'eventuale seconda gravidanza retribuita. Ho comunque il mio piano B (sono anche insegnante yoga).
I primi tre anni di vita sono molto importanti anche per l'apprendimento della gestione delle emozioni....tanto per citare qualche altro fattore per cui la presenza della mamma è importante. detto questo io non credo che il nido sia così deleterio. Sono circondata da famiglie con bambini che vanno al nido e mi sembrano tutti piuttosto sereni e contenti.
Come disse la responsabile pedagogica alla riunione dell'altra sera: "il nido non è un posto dove si lasciano i bambini solo perché si deve lavorare, è un posto dove i bambini stanno bene e si divertono". Ovvio che il passaggio sarà e deve essere graduale. L'ho visto con le baby sitter. Ci sono voluti due mesi per poter arrivare a fidarsi di loro e a starci serenamente senza di me (sì parecchie volte eravamo in tre ma ho ritenuto oppurtuno "sprecare" qualche ora affinché Leonardo gestisse il passaggio il più serenamente possibile). Però ora quando vengono gli sorride ed è contento. Certo ci sta al massimo due ore e mezzo insieme, se stesse h24 ore con loro non sarebbe così contento. Ma non è questo il caso.
Vedo tanti genitori che lasciano i bambini ai nonni. Io non ho questa opportunità ma credo che non sia tanto diverso che mandare il bimbo al nido.
Insomma, la scelta deve avvenire serenamente e con coscienza. Io sono sicura che sarò quella che sentirà maggiormente il distacco...
Buon lunedì ... io sono reduce da un weekend impegnativo, ieri ho dovuto pure lavorare per recuperare un po' di tempo perso in settimana quando Leonardo reclamava le mie attenzioni (il bello di lavorare da casa è almeno questo!)
dunque rispondo un po' a tutte...
x celeste: riguardo al "tuo" italiano, io lo capisco benissimo! è vero che quando si legge mancano una serie di informazioni su tono di voce e prossemica e in generale si tende a estremizzare le opinioni, ma credo che noi tutte/i abbiamo capito il senso delle tue parole. Ognuno ha il suo punto di vista e il suo modo di vivere gravidanza e maternità. è bello proprio perché si possono condividere le diversità.
Semmai quella che ha usato un termine improprio sono io. Sono io che ho creato confusione parlando di "socializzare". A parte che ovviamente il bambino può farlo non solo all'asilo ma in ogni ambiente sociale ed è vero che il bambino non è "sociale", cioè non interagisce con gli altri bambini fino ai 2 anni o più perché prima è concentrato solo sull'esperienza di sé e sulla scoperta del mondo.
Di questo abbiamo tutti esperienza ai giardini come diceva miriam. è buffo perché ormai ai giardini tutti conoscono Leonardo e i bambini più grandi lo chiamano per nome per giocarci ma lui li ignora tranquillamente. Poi magari gli prende i giocattoli...ma va bene così...
Quello che volevo dire è che grazie all'inserimento in un ambiente sociale stimolante con moduli pedagogici studiati ad hoc, il bambino apprende prima e sviluppa velocemente nuove competenze. Questo non significa che lo debba fare per forza al nido o che ciò avvenga solo al nido.
Credo anche che un bambino è dipendente dalla sua mamma per definizione e non diventa più dipendente o meno dipendente se non quando cresce...anche se va al nido, dove non diventa indipendente ma semmai può diventare più autonomo in qualche attività.
Credo che ci sia un abisso tra il non essere genitori e l'esserlo, tra il prima e il dopo. Ci si trasforma completamente e si provano cose che non si può immaginare di provare. Io, ad esempio, ho sempre lavorato molto, ho fatto le due di notte anche in gravidanza (mio malgrado e per fortuna un episodio sporadico). Non sono mai stata un tipo per cui la maternità era l'unico scopo della vita, per intenderci. Ciò nonostante, quando è nato Leonardo tutto si è ribaltato. Del lavoro non me n'è importato relativamente più nulla e l'unico desiderio è diventato quello di stare con lui e semplicemente amarlo.
Probabilmente se non avessi fatto Leonardo così tardi a quest'ora avrei altri dieci figli...questo per dire che siamo programmati noi essere umani per essere così. Per essere totalmente devoti e dediti ai nostri bambini, con le dovute eccezioni che tristemente conosciamo.
Però sono una libera professionista a partita iva, ho costruito con tanti anni di gavetta e pendolarismo la mia professione e non posso così facilmente "sparire" dal mercato. E devo continuare a versare i contributi se voglio avere un'eventuale seconda gravidanza retribuita. Ho comunque il mio piano B (sono anche insegnante yoga).
I primi tre anni di vita sono molto importanti anche per l'apprendimento della gestione delle emozioni....tanto per citare qualche altro fattore per cui la presenza della mamma è importante. detto questo io non credo che il nido sia così deleterio. Sono circondata da famiglie con bambini che vanno al nido e mi sembrano tutti piuttosto sereni e contenti.
Come disse la responsabile pedagogica alla riunione dell'altra sera: "il nido non è un posto dove si lasciano i bambini solo perché si deve lavorare, è un posto dove i bambini stanno bene e si divertono". Ovvio che il passaggio sarà e deve essere graduale. L'ho visto con le baby sitter. Ci sono voluti due mesi per poter arrivare a fidarsi di loro e a starci serenamente senza di me (sì parecchie volte eravamo in tre ma ho ritenuto oppurtuno "sprecare" qualche ora affinché Leonardo gestisse il passaggio il più serenamente possibile). Però ora quando vengono gli sorride ed è contento. Certo ci sta al massimo due ore e mezzo insieme, se stesse h24 ore con loro non sarebbe così contento. Ma non è questo il caso.
Vedo tanti genitori che lasciano i bambini ai nonni. Io non ho questa opportunità ma credo che non sia tanto diverso che mandare il bimbo al nido.
Insomma, la scelta deve avvenire serenamente e con coscienza. Io sono sicura che sarò quella che sentirà maggiormente il distacco...