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Svezzamento: una questione culturale

Tutti noi facciamo l’errore di pensare che quello che vediamo giornalmente intorno a noi costituisca l’unico modo possibile di fare le cose. Facciamo alcuni esempi banalissimi:

  • Le interruzioni pubblicitarie nei programmi televisivi, anche nelle televisioni statali, da molti sono accettate come una cosa normale in quanto ci sono sempre state e non pensano che esistano delle alternative (per dire, la BBC, in quanto televisione statale e pagata dal canone, non FA ALCUNA pubblicità e nonostante ciò produce programmi di ottimo livello).
  • In alcuni paesi del nord Europa uscire a divertirsi equivale a ubriacarsi o quanto meno a bere tanto. Uscire per fare qualcosa che non coinvolga grandi quantità di alcool viene considerato strano.
  • In Inghilterra è normale cominciale la scuola a 4 anni, mentre in Finlandia a 7 e né gli uni né gli altri riescono a concepire come altrove si possa iniziare così tanto prima/dopo.

La lista potrebbe continuare all’infinito, ma credo che ci siamo capiti.

La domanda che vorrei porvi adesso è se il baby food, o se vogliamo il modo “standard” di intendere lo svezzamento, possa essere considerato come una verità assoluta o qualcosa di legato a condizioni geografiche e culturali.

Giorni fa su Facebook è stata pubblicata l’immagine di un omogeneizzato tedesco, questo:

Spaghetti bolognese

I commenti variavano generalmente tra il sorpreso e l’esterrefatto e la discussione verteva principalmente sul fatto che a 4 mesi non si dovrebbe dar da mangiare una cosa del genere a un bambino –  in alcuni casi lasciando intendere che altre cose sarebbero OK. Per me però così si perde di vista il punto più importante. Vero, anche a me l’idea di mangiare un omogeneizzato di pasta al sugo fa abbastanza ribrezzo, ma è davvero peggiore di un omogeneizzato, che so, al pollo? O di quello al pesce e patate? Non è forse che ci facciamo influenzare dal nostro retaggio culturale che ci fa vedere in modo ingiustamente critico quello che succede altrove?

Leggevo su un sito web l’articolo di una mamma all’estero dove parlava del baby food del paese dove viveva:

OK, non sono un esperta di bambini, ma vi posso dire che qui i bambini hanno una dieta che è completamente diversa rispetto alla nostra. La maggior parte del baby food viene preparato in casa, ma quello che si trova nei negozi mi sembra assolutamente folle!

Non mi credete?
[Segue una galleria fotografica che ometto]

La cosa interessante però è che l’autrice del post NON è italiana, ma un’americana che vive in Italia e che quello di cui parla – e che trova strano – è il modo di svezzare “all’italiana”.

In un altro forum (non metto il link perché c’è un sacco di pubblicità di baby food e compagnia) una mamma inglese alle prese con un pediatra italiano si trova a disquisire sull’abitudine di fare il “brodo vegetale” e si chiede se qualcuno effettivamente si sia mai preso la briga di prepararlo. In una risposta un’altra mamma dice che ci ha provato una volta, ma avendo bruciato tutto è tornata a svezzare il proprio figlio in modo “normale” (nel senso di “normale” per lei e per la sua cultura). Per non parlare poi della mamma il cui pediatra ha consigliato di iniziare lo svezzamento con il… biscottino 😀

Vediamo allora cosa si trova nei supermercati britannici nel reparto baby food e cosa le mamme UK ritengono sia “normale – le foto sono quelle che sono, ma considerate che le ho fatto io al supermercato con il telefonino.

Se preferite invece la versione video, eccola qui. Ve ne consiglio caldamente la visione.

Tradizionalmente all’inizio si utilizza il “baby riso”. Questo prodotto si trova anche in Italia in quanto ho visto che la marca arancione lo produce.

baby riso UK

Tuttavia allo stesso tempo, o subito dopo, si passa al porridge, che è una specie di pappone composto di avena cotta nell’acqua o nel latte, con frutta o altro aggiunto. Notate che il porridge è un cibo “normale”, nel senso che si trova anche nella versione adulta e che in tantissimi lo acquistano per la colazione (noi compresi).

porridge svezzamento UK

Notate subito che nonostante il prodotto sia consigliato dai 4 mesi, è presente anche la temutissima fragola (“ma come!!!!“), per non parlare dei frutti tropicali – per fortuna quello è dai 7 mesi… A dire il vedo credo che la differenza tra i due prodotti sia semplicemente la consistenza e non gli ingredienti.

Se invece cerchiamo qualcosa per il pranzo o la cena, qui vanno molto di moda le “pouch” ovvero delle specie di sacchetti dalle quali si può succhiare il contenuto senza neanche dover sporcare un piatto – ovvero il massimo della praticità…

Svezzamento UK

Da notare il primo: l'”arrosto di maiale con salsa di mele”. Non so come un’etichettatura del genere possa essere legale considerando che il primo ingrediente (con oltre il 20%) sono le mele, mentre di maiale ce n’è solo il 10%.

Il pollo messicano invece è brodo vegetale (52%), pollo (10%) e, in proporzioni via vi decrescenti, carote, mango, riso, cipolle, peperoni rossi, pomodori, fagiolini, formaggio, amido, aglio, ecc.

Se invece alle taschine da ciucciare preferite i vasetti, eccone alcuni:

vasetti UK svezzamento

OK, abbiamo già visto la fragola a 4 mesi, ma la cioccolata? E il pomodoro?? “Ma siamo matti???” Non parliamo poi della pasta pomodoro e formaggio che contiene… pezzi di pasta intera, o gli spaghetti con pomodoro e mozzarella con al loro interno pezzi di spaghetti. Ci sono quelli anche con i piatti pronti, come nelle pouch, ma non li ho messi perché simili a quanto visto sopra.

Cosa concludere quindi dopo questa brevissima carrellata di baby food? Che nel Regno Unito sono tutti ignoranti e incoscienti, mentre in Italia siamo più attenti? No… direi molto più semplicemente che nel Regno Unito hanno abitudini diverse da quelle italiane. Tutto qui. Non dimenticate poi che le aziende che producono baby food sono sempre le medesime. La Hipp è la Hipp; la Cow and Gate è la versione inglese della Mellin – notate il simbolo del cuore, sono tutte della Danone; la Heinz invece controlla anche la Plasmon. Quindi come mai le stesse ditte fanno passare il messaggio che fare una certa cosa sia meglio di un’altra, ma a seconda di dove ti trovi? Molto probabilmente perché è indifferente se il bambino mangia un omogeneizzato di manzo o uno con pollo carota, mango, fagiolini e pomodoro. Quella che cambia è solo ed esclusivamente la nostra percezione, che a sua volta è influenzata dalle nostre abitudini e consuetudini. In Italia si fa in un certo modo e ci sembra che quello sia l’unico modo giusto; peccato però che la stessa identica cosa valga anche per le altre parti del mondo, dove le consuetudini nostrane risultano più strane dell’alieno di turno di un episodio di Star Trek. Il produttore quindi mette a disposizione non il prodotto, almeno in teoria, migliore, ma quello che viene più incontro al gusto del cliente, quindi è solo ed esclusivamente una scelta dettata dalla cultura locale. In altre parole, nell’ambito dello svezzamento la maggior parte delle cose che ci sembrano così importanti e che pensiamo ci garantiscono che stiamo facendo le cose per bene, sono invece totalmente irrilevanti.

Notate come delle cose considerate obbligatorie in Italia, come il mais e tapioca, il brodo vegetale e il liofilizzato, non esistano minimamente nel Regno Unito (con grande felicità dei siti web che importano le cose dall’Italia e che così possono fare buoni affari), così come da noi non esistono cose base come il porridge o gli omogeneizzati di patata dolce. In Italia se non inizi con la mela grattugiata tutti a dirti che vuoi fare il fricchettone, mentre nel Regno Unito si inizia con il baby riso, il porridge o altro cereale fatto a pappone; l’obbligo della frutta grattugiata non esiste (però se non usi i suddetti cereali sei sempre un fricchettone…)

Insomma, paese che vai, usanza che trovi.

Se poi consideriamo che le ditte di baby food di sicuro non hanno alcun interesse a far star male la loro clientela, non si può che concludere che, per quanto ci sembri strano, l’omogeneizzato di pasta alla bolognese indicato per bambini di 4 mesi non è necessariamente peggiore del tanto decantato – in Italia – liofilizzato di manzo.

Quindi, a chi fornisce regole sullo svezzamento – CHIUNQUE esso sia – ricordate sempre che dietro a quelle regole, nonostante sembrino così sensate, non c’è mai scienza, ma al massimo abitudini.

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4 risposte

  1. Andre buondi
    A parte le risate oh my God mi spiace ma a me fa ridere un sacco e non inorridire…
    Le risate derivano dal buon senso che ognuno dovrebbe poter usare nella vita d ttt i giorni…

    Ma (almeno da queste parti) sono tutti impegnati a far vedere che nel loro carrello hanno gli omo o i pannolini più costosi…e in quantità industriale….
    E magari (senza e ..e senza magari)
    Non sanno neanche cosa comprano….

    Perché sono ancora meno le persone che leggono le etichette!!!!

    Questo che hai scritto tu cmq io lo riporto nella vita d ttt i giorni….

    Vedi per noi è un po una limitazione dialogare con la gente…
    Che ci tiene a distanza come alieni e ci domanda “come?????? Non usate il freezer???? E come congelate le cose???”

    Piuttosto che altro….

    8/9 a Roma il pranzo era a buffet e visto che noi non mangiavamo quasi niente (ovviamente!) Erano tutti lì a domandarci da dove tirassimo fuori il cibo noi salutisti….

    Perché….so che questo è un post di bimbi ma lasciamelo scrivere….
    Oramai nei super vedi solo piatti pronti….
    Che siano 4 salti in padella piuttosto che burgher di pesce tutto è già altamente precotto da altri…

    Perché si sa…
    Le mamme hanno fretta!!!!

    Hanno lottato per avere uguali diritti…
    Lavorare e mettere i pantaloni…

    Ma hanno perso la capacità di essere DONNE!

    scappo….ciao 🙂

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