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Una strada lunga una vita

Una strada lunga una vita – Una strada lunga una vita

Che cosa è sano e cosa non lo è? È la domanda che, da “genitori autosvezzanti”, ci facciamo tutti, tutti i giorni. Noi, in questo blog, possiamo condividere con voi quello che scopriamo,  provare ad approfondire alcuni argomenti che ci saltano agli occhi e che ci sembra di poter trattare… Ma no, non saremo noi a farvi l’elenco di cosa fa bene e cosa fa male.

Però… però vi posso raccontare che se l’autosvezzamento non fosse entrato a far parte della mia vita, se per i primi passi nel mondo del cibo delle mie figlie mi fossi affidata alle pappe, ai prodotti industriali “perché tanto sono più controllati”, non avrei mai scoperto un intero universo di cose.

Sarei rimasta me stessa, con le mie abitudini, le mie convinzioni; sarei ancora convinta del fatto che la carne è indispensabile, che un pasto senza proteine (leggi: carne o pesce o uovo) non è un pasto completo, che il latte di mucca ti fa bene e basta, che i legumi sono… cosa sono i legumi?? Avrei letto le etichette di quello che compro al supermercato molto più alla svelta di quanto non faccia ora, non avrei nemmeno immaginato di potermi mangiare il pane fatto in casa, o che le zucchine in inverno non hanno molto senso, o che c’ è un intero mondo di cibi da scoprire là fuori. Avrei nascosto la testa dentro un barattolo di omogeneizzato e mi sarei limitata a dire NO! all’ovetto Kinder, alle merendine a alla cioccolata; avrei cercato di insegnare a mia figlia buone abitudini che io non ho; avrei provato a farla diventare quella che non sono attraverso una sfilza di regole dettate solo dalle mie paure e che la salvassero da tutti quei problemi che le persone possono avere con il cibo, e che sua madre è tanto brava a collezionare.

Invece sono incappata nell’autosvezzamento ed è iniziato un processo.

Siamo ancora ben lungi dall’arrivare a un termine (le terapie, si sa, durano anni) ma sento di stare lavorando per il benessere della mia famiglia e, non ultimo, per il mio. Questo percorso mi ha portato dove mai avrei immaginato di arrivare, perché, semplicemente, che questo “posto” esistesse io non ne avevo nemmeno idea.

Allora l’autosvezzamento è a me che ha fatto bene.
Indovinate un po’ chi (si spera) ne gioverà di riflesso?

 

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13 risposte

  1. Certamente, ma un passetto alla volta si può fare molto e senza rendercene conto arriviamo lontano 🙂 /A.

  2. l’autosvezzamento ci ha indotte ad informarci e perfino a studiare. A confrontarci….. e c’è ancora tanto da scoprire, imparare e condividere. Imparare cosa voglia dire non solo scegliere cosa mangiare per la nostra salute e quella dei nostri figli, ma per il mondo che ci circonda.

  3. sante parole Gloria! io non ho mai avuto disturbi alimentari veri e propri ma una forte riluttanza per moltissimi cibi sì. devo dire che con mio figlio mi sono autosvezzata anche io, ho fatto passi da giganti: direi che un bambino lasciato libero di esprimere il suo potenziale anche nell’alimentazione può solo piacevolmente stupirci e insegnarci qualcosa. L’AS è stata un’ottima occasione per miglirare ciò che portiamo in tavola, per scoprire nuovi sapori..il miglio? quando mai l’avrei cucinato se non avessi autosvezzato mio figlio con tutto ciò che questo comporta! In particolar modo l’amore, l’interesse, lo studio per quello che ogni giorno cuciniamo per i nostri figli e per noi che è ben diverso dal prendere un vasetto di omo e sperare che nostro figlio lo mangi con gusto!

  4. Disturbata alimentare presente, da una vita.
    Ho enormi speranze nell’AS per mia figlia, spero sia lei a insegnarmi qualcosa, spero non debba mai passare quello che ho passato io. Il disturbo alimentare non ti molla mai, la fiducia, quasi la FEDE che ho in mia figlia, beh sento che questo potrà essere il salto di qualità nella nostra vita.
    Anch’io sto iniziando ora a osservare e stare attenta ai cibi, e la sensazione di fare qualcosa di responsabile per lei, ma anche per la mia famiglia, mi riempie l’anima, mi gratifica e mi dà forza.
    Che bello avervi incontrati 🙂

    1. Cecilia… :-)) qua la mano, sorella.
      Che dire, io sono certa che siamo in tante ad avere visto nell’AS lo stesso spiraglio di luce e questo discorso lo voglio approfondire, perché è doveroso. Sono in cerca di suggerimenti, confronti, idee.. persone… 😉

  5. Ciao Sara, cioe’ portavi le cose ad assaggiare alla tua pediatra? 😀
    Ahahaha!
    Be’, devo dire che anche io ho scoperto un sacco di cose che A D O R O ma che davvero non sapevo nemmeno che esistessero! Per esempio mi drogo di hummus… peggio della nutella!!

  6. He si’ Lacha, e’ proprio a quel diventare piu’ critici che mi riferisco… per i figli, ma anche per se stessi. Che poi questo diventare piu’ ciritic non si esplica solo nell’alimentazione, ovviamente, che e’ solo uno dei tanti contesti in cui si possono prendere decisioni invece che pigramente o paurosamente lasciarsi andare alla corrente. Sono certamente pigra e paurosa su altri aspetti della vita di genitore, ma ho voluto prendermi in pieno la responsabilita’ dell’alimentazione.

  7. io devo dire che già con lo svezzamento tradizionale mi sono informata molto e ho iniziato a mangiare cose per prima impensabili, come i ceci (mai mangiati in vita mia), la panna di soia (per una figlia intollerante), il miglio (l’ho svezzata a suon di pappa di miglio perchè pappa di riso no perchè era stitica e la mais e tapioca la sputava!), la quinoa, il grano saraceno…. ora magari non inseriamo queste “stranezze” tutti i giorni, ma comunque ne consumiamo! Ho scoperto che questo tipo di alimentazione, impossbile da praticare in giro, in realtà mi piace molto di più e mi fa stare meglio. In casa quindi evito carne/pesce (che tanto mi tocca mangiare a pranzo) e cereali raffinati (idem come sopra) a favore di uova, legumi e verdure di stagione.
    Ora ho problemi di peso, in eccesso, che spero si risolveranno, ma i miei bambini stanno benone e un po’ forse è anche merito mio!
    NB andavo dalla mia prima pediatra al controllo mensile (cresceva a 6 mesi 50 gr al mese! Ci stava tutto il controllo mensile) con i miei “ritrovati” per farla mangiare: “scusi, ma il grano saraceno lo posso inserire?” Risposta: “non lo so”. “Sa, ho trovato una ricetta su un sito che vorrei provare, ma non so se posso” “va beh, provi poco e poi vediamo”. E così per ogni cosa, perchè ero terrorizzata dal farle male, ma non volevo nemmeno arrendermi al “pappone” classico! L’ho tirata matta, ora me ne rendo conto! Probabilmente avrà pensato che ero pazza, e forse tutti i torti non ce li aveva. La cosa divertente? Alla fine le mie “stranezze” che tanto piacevano a mia figlia… le ha assaggiate pure lei!

  8. Per noi l’autosvezzamento è stato un passo automatico! Dopo una gravidanza senza problemi ma con un ginecologo che mi trattava da malata con mille esami ed ecografie e un patro cesario non voluto e un travaglio molto medicalizzato ho cominciato a diffidare molto dei medici e dentro di me cresceva sempre più l’idea che se lasciamo fare a madre natura il suo compito senza mettere lo zampino dove non necessario tutto riesce meglio.. Peggio ancora se tutto quello a cui siamo abituati è spinto non da un reale bisogno salutistico ma da interessi economici!! Quindi dopo sei mesi di allattamentoo esclusivo al seno l’autosvezzamento è venuto da se quando la nostra piccola ha iniziato a volere quello che mangiavamo! All’inizio ero preocupata che si strozzasse che fosse complicato che fosse allergica… Ma appena la vedevo mangiare capivo che era la strada giusta e in più ci ha guadagnato tutta la famiglia si mangia tutti più sano riscoprendo alimenti semi perduti, sono diventata una consumatrice molto più critica e attenta di quanto non lo fossi prima e ho scoperto che mia figlia preferisce il tofu al pollo!!!

  9. Sono certa che le nostre figlie raccoglieranno dei risultati molto diversi di quelli che sono stati riservati a noi, ma penso anche che la scelta dell’autosvezzamento sia stata per l’unica via valida per evitare a lei i problemi che ho e ho avuto io.

    Spero di spiegarmi: siamo la generazione dei disturbi alimentari, delle problematiche legate al cibo e l’ausosvezzamento è stato forse l’unico modo che ho trovato (perchè io l’ho proprio cercata l’alternativa alle pappine!) per evitare che lei avesse delle difficoltà legate al cibo come me.

    Le mie difficoltà non si sono risolte dopo che abbiamo intrapreso questa strada, ma sono sicura che la sua sarà meno in salita e questo mi basta.
    Certo, anche noi mangiamo più sano e abbiamo quasi eliminato la carne e scoperto un modo diverso di nutrirci, ma la mia di strada, è e rimane in salita.

    L’autosvezzamento è stato “il ripiego gusto al momento giusto” per placare le mie paure di madre “disturbata” e devo dire che ha funzionato.

    1. Amica, che gioia leggere il tuo commento :))
      Per altro mi apri la strada per approfondire questo discorso, e’ proprio doveroso che lo faccia… Grazie dell’assit 😀

      Sottoscrivo la tua ultima frase, e aggiungo che aver fatto questa scelta – se non ha risolto i miei problemi – mi ha dato modo di avere piu’ tempo per elaborare la questione e osservare le cose in maniera piu’ oggettiva di quanto non avrei fatto altrimenti.
      Ma, per l’appunto, la strada e’ in salita.

      1. era proprio un assist, brava la mia amica perspicace… rileggo e vedo che mancano delle parole ma sono in bilico con la connessione… pardon ^_^

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