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Con cosa posso cominciare lo svezzamento?

Con cosa iniziare l'autosvezzamento
Il video (in alto a sinistra vedete la celeberrima impepata di cozze)

Con cosa posso iniziare lo svezzamento?
Qual è il primo cibo da dare a un bambino?

Da sempre uno dei tipi di domande più gettonato sui social riguarda quale sia il primo cibo ideale per iniziare lo svezzamento.
Se si fa svezzamento tradizionale è facile dire che si comincia con il brodo, la farina di mais e tapioca e magari un omogeneizzato per rendere il tutto più “appetibile”. Ma se si fa autosvezzamento?

In questo articolo voglio analizzare la domanda “con cosa posso iniziare lo svezzamento” e farvi vedere che, temo, sia una domanda senza senso (ma farò del mio meglio per dare quella che credo sia la risposta migliore).

Se, dopo questo spoiler, siete ancora qui, allora vi dico che quello che state leggendo è la trascrizione del video (che trovate qui) uscito l’altro giorno sul canale YouTube.
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La domanda che chiede quale cibo sia il più indicato per iniziare lo svezzamento è comprensibilissima, ma temo, senza senso in quanto figlia dello svezzamento tabellare, genitoriale dove l’adulto decide quando e con cosa si inizia il percorso dell’alimentazione complementare. Se invece parliamo di uno svezzamento a guida del bambino, come facciamo a dire con cosa iniziare se non sappiamo veramente QUANDO il nostro bambino vorrà provare qualcosa di diverso dal latte. Se poi il bimbo è a tavola con noi, quello che con tutta probabilità accadrà è che LUI a un certo punto allungherà le mani verso qualcosa, o ci farò capire che è interessato a vedere da vicino un qualcosa che è sulla tavola. Capite benissimo che semplicemente NON sappiamo quando tutto ciò accadrà, per cui prevedere quale sarà il “primo cibo” che il bimbo metterà in bocca è pressoché impossibile, e SICURAMENTE inutile. Considerate anche che all’inizio mica si mangeranno un piatto intero, ma semplicemente si limiteranno ad assaggiare qualcosa, magari a mordicchiarla o a leccarla. Magari per sbaglio qualcosa verrà inghiottito, ma di certo non è che dall’oggi al domani si mangeranno piattoni di chissà cosa, quindi cosa vuol dire “iniziare”?

Vi racconto una storia vera, di come le mie due figlie hanno iniziato. Con figlia 1 abbiamo iniziato (NOI) quando aveva 6 mesi in quanto era Natale e ci faceva simpatia. Insomma, NOI avevamo fretta, mentre LEI avrebbe tranquillamente aspettato. Per fortuna la bimba è stata sempre accondiscendente in questo senso (o quanto meno lo era…) e non ha mai fatto storie. Per cui nel suo caso abbiamo (NOI) iniziato con delle carote e broccoli lessi e da lì ha gradualmente aumentato le dosi di cibo solido che mangiava. Invece nel caso della mia piccola, LEI ha iniziato il giorno del compimento dei 5 mesi. Eravamo in aereo e stavamo tornando in Italia, e ci stavamo preparando per fare merenda, quando lei si ci ha preso dalle mani uno spicchio di mela e ha cominciato a ciucciarselo avidamente. La cosa è continuata per un po’ e alla fine ce lo ha restituito bello condito… I giorni successivi noi che abbiamo fatto? Niente di particolare. Abbiamo continuato a metterla a tavola con noi e quando le girava assaggiava qualcosa dalla tavola – e delle particelle di cibo andavano giù perché la prova del pannolino non mente mai. La cosa è andata avanti così fino a verso i sei mesi e mezzo, quando in poco tempo ha cominciato a mangiare piatti di cibo, anzi, ha iniziato a mangiare come una camionista.

Come vedete, due figlie, stessi genitori, stesso tutto e due comportamenti molto diversi. Quindi chiedere quale sia il “primo cibo ideale” è una domanda mal posta, se non altro perché il concetto di “primo” e di “inizio” non sono chiari; mica facciamo svezzamento “tradizionale”… Una volta ho chiesto sulla pagina Facebook cosa avessero fatto i membri della community, e non ci si può sorprendere se ho ricevuto una serie infinita di risposte tutte diverse.

La domanda che bisognerebbe porsi invece è non come si inizia, ma, una volta iniziato, come si continua. Qui ecco che le cose si fanno più interessanti perché si può parlare di forme, consistenze, sicurezza, ecc.
Devo confessare però che ho qualche difficoltà a rispondere ANCHE a questa domanda in quanto si rischia sempre di diventare prescrittivi parlando di “primi alimenti”, “alimenti di proseguimento” e così via; quello che nel nostro caso si è rivelato un alimento adatto per continuare, per qualcun altro non lo sarà. Per questo motivo voglio rimanere su linee molto generali.

La cosa importante da ricordare è che la gradualità nell’autosvezzamento è incentrata sul progressivo aumento degli “assaggini” (che spaziano da una ciucciatina di qualcosa a un pasto completo) e non necessariamente nel passaggio da piatti pieni di cose frullate a piatti pieni di quelle più dense fino ad arrivare a piatti pieni di cibo solido. Inoltre sappiamo che la tabella di introduzione degli alimenti non ha particolarmente senso, quindi il cibo in sé non ha molta importanza, specialmente all’inizio, anche se si parla di impepata di cozze, che è l’esempio che molti portano come cibo assurdo da far mangiare a un bambino, neanche fosse cosparso di veleno per topi.

Quello su cui bisogna concentrare la propria attenzione sono consistenze e dimensioni.
Su questo vi rimando all’articolo su come diminuire i rischi di soffocamento.
In breve, la consistenza deve essere tale da non sbriciolarsi, e da schiacciarsi sul palato. Un bambino intorno ai 6-7 mesi non avrà ancora sviluppato né la presa a pinza, né una capacità motoria tale da dosare la forza della propria mano a seconda della consistenza di quello che contiene. Per questo motivo i cibi devono essere sì morbidi, ma non troppo, altrimenti si rischia che si sfaldino completamente diventando del tutto ingestibili. Inoltre devono essere sufficientemente lunghi da poter essere afferrati con il pugnetto e di avere un’estremità che può finire in bocca (se tutto finisce nel pugno, poi non riuscirà a mangiare niente). Su dei libri anglosassoni si parla, e non vi prendo in giro, del “banana test”, ovvero un bambino è pronto a mangiare il cibo solido quando è in grado di prendere una banana in mano, morderla, staccarne un pezzo, masticarla e mandarla giù; il tutto senza stritolarla, farla cadere, ecc.

Tenendo a mente tutto ciò potrei consigliare durante i primi mesi:

  • Fusilli (meglio se belli lunghi; interi vanno benissimo)
  • Carote a bastoncino o fiori di broccoli lessati o al vapore
  • Fette di pesca, albicocca, pera, melone, fragole, kiwi, caco ecc. a seconda dalla stagione e di quello che trovate.
  • Fagiolini privati del filetto.
  • Pezzetti di carne sfilacciata, quali ad esempio coscia di pollo, filetto, spezzatino, ecc.

Quello che invece eviterei i primi mesi (ma solo per problemi di carattere pratico)

Formati di pasta quali rigatoni, penne, che possono fare l’effetto “cannuccia” o pasta lunga, forma difficile da gestire, anche se tagliata

  • Mele (La mela è la No. 1 per difficoltà di consistenza da gestire)
  • Riso/cuscus/cereali in chicco (a meno che al bambino non dispiaccia essere imboccato in quanto difficili da prendere con le mani)
  • Frutta troppo matura (si sfalda troppo facilmente)
  • Uva, frutta a guscio, olive ecc. (per pericolo che vadano di traverso se interi, però tagliandole a pezzetti si risolve il problema, ma poi diventano difficili da prendere.)

Badate bene, questo NON è un elenco minimamente esaustivo, né va inteso come un qualcosa di prescrittivo, ma semplicemente come suggerimenti.

È ugualmente importante evitare di dare sempre lo stesso piatto perché “già sperimentato”, o perché “gli piace” o perché “altrimenti rischio che non MI mangi”. Bisogna imparare a variare la dieta il più possibile sin dall’inizio, per cui se a un pasto il bambino ha mangiato, diciamo, tanta frutta, al successivo faremo la pasta, la carne, la verdura o quello che più vi piace.
Anche cominciare solo ed esclusivamente con cose tritare/frullate più o meno dense non è minimamente indispensabile, in quanto in queste fasi iniziali non è importante quanto mangi il bambino, ma il consentirgli di provare, toccare, sperimentare sapori, consistenze e forme diverse.

Inoltre bisogna ricordare che sì, alcuni bambini ODIANO farsi imboccare, per cui tutte quelle belle vellutate che sognavamo possiamo anche dimenticarcele; altri invece apprezzeranno l’aiuto; altri ancora lo chiederanno. In altre parole il genitore deve essere pronto ad aggiustare la rotta a seconda dei desideri del bambino Dopo tutto che senso ha imboccare per forza, quando il bambino sarebbe felicissimo di mangiare da solo? Non diamo per scontato che un bambino voglia necessariamente essere imboccato; in molti casi se la cava benissimo facendo da sé e in alcuni non vorrà proprio essere aiutato. Tuttavia se vuole essere aiutato, non ha senso insistere a tutti i costi affinché faccia esclusivamente da solo.
Sappiamo che si possono dare gli alimenti che preferiamo, per cui sfruttiamo questa conoscenza al meglio per adattare il menu alle necessità del bambino.

C’è anche da dire che tutto ciò funziona in teoria, perché, come talvolta accade, se invece vostro figlio si avventa verso quello che avete nel piatto dovrete improvvisare, magari tagliandolo più piccolo o cucinandolo in modo tale che sia facilmente afferrabile. Insomma, una volta iniziato vi renderete conto come avere un bambino che si svezza da solo, una volta che abbiamo preso le misure, non sia tutto questo dramma e che il resto verrà da sé.

Quindi le fasi importanti sono due: la prima vede il bambino che entra a contatto per le prime volte con il cibo. Qui non si parla di nutrirsi, ma semplicemente di sperimentazione – così come quando cominciano a camminare di certo non si metterà a fare il giro del palazzo dall’oggi al domani. Successivamente E GRADUALMENTE questi primi tentativi si tramuteranno in un voler mangiare qualcosa in modo più sistematico e continuativo (ma con gli inevitabili alti e bassi). Siccome molto probabilmente non sarà ancora troppo abile da un punto di vista motorio decideremo NOI cosa mettere a disposizione del bambino, modificando il nostro menu di conseguenza. Poi mano mano che il bambino cresce le cose continueranno a cambiare e aggiusteremo il tiro di volta in volta.

In conclusione, con cosa comincio lo svezzamento? Chiedilo al bambino… LUI SA!

Qual è stata la TUA esperienza? Condividi con noi e con chi visiterà questa pagina come hai affrontato l’inizio dell’autosvezzamento e come hai fatto a superare le paure che sono comuni a molti (Si strozza? Mangia abbastanza? Quando la smetterà con il latte? ecc.).
Le esperienze di chi ci è già passato sono fondamentali per far sentire meno “strano” chi è agli inizi di questo percorso, quindi COMMENTA!

Ciao e alla prossima!

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205 risposte

  1. Ciao a tutti, il mio bimbozilla ha iniziato poco prima dei 5 mesi ad afferrare il cibo. Ha cominciato con una zucchina dal mio piatto, saltata in padella col peperoncino (le aveva preparate il papà io ero ignara di questo dettaglio “piccante”). Questo e altri piccoli assaggi si svolgevano sempre nello stesso modo: afferrava le cose in modo che sporgessero dalla mano e le succhiava nè più nè meno che come avrebbe fatto per bere. Alcune cose che non poteva prendere da solo (per esempio l’anguria, perchè tagliata “a carota” si spezza) le tenevo in mano io e lui teneva la mia mano. Dopo qualche tentativo ha iniziato a succhiare più forte, mandando giù tutto quello che era polpa e sputacchiando, per esempio, la buccia rotonda della zucchina. Poi a 5 mesi e qualcosa improvvisamente ha iniziato a mangiare sistematicamente la polpa – ad esempio di mezza albicococca mi restiuisce la buccia tutto felice 🙂 se per errore la buccia si stacca se riesce la sputa, altrimenti se resta appiccicata al palato lo devo aiutare – in ogni caso l’ispezione della bocca è d’obbligo prima di tornare a terra a giocare. Adesso che mancano due settimane ai “big 6” ha differenziato notrevolmente l’approccio ai solidi, ad esempio stamattina ha preso un biscotto per bambini (della consistenza dei plasmon ma piccolo e senza zucchero), dopo averlo ciucciato un po’ l’ha messo in bocca e l’ha masticato spezzandolo in 4 o 5 pezzi che ha sputato e poi mangiato uno per uno aiutandosi addirittura con la bavaglia per farli tornare in bocca. Per ora non ritengo di proporgli dei pasti o delle quantità a scelta perchè ancora non è ben saldo in posizione seduta, ma non ho nessuna fretta (va per i 9 kg quindi non temo sia denutrito o abbia qualche terribile carenza dall’alimentazione con il latte… :-/ )

    La mia opinione, di mamma e in base ai miei studi, è che esista un “periodo finestra” in cui i bambini sono portati istintivamente ad apprendere certi comportamenti e che in tali periodi non abbiano bisogno di insegnamenti o di stimoli quanto di avere a disposizione i materiali giusti per esercitare questo loro istinto. Vedo che i bambini di un anno che devono imparare a portare il cibo alla bocca e coordinare occhio, mano, bocca etc impiegano maggiore concentrazione e tempo e spesso hanno bisogno di un po’ di “training”, mentre per un bambino di 5 – 7 mesi il portare alla bocca è del tutto naturale – e infatti lo fanno con tutto.
    E’ un discorso simile alla differenza tra imparare una seconda lingua a 3 anni piuttosto che a 30 – tesi avvalorata dai più recenti studi di neuroscienze ma che fu formulata già da Maria Montessori sulla base dell’osservazione sperimentale.

    Un aspetto che dovrebbe essere affrontato in questo articolo, anche se secondario, è quello di dove finisce tutto il cibo sputazzato, sbausciato e appiccicaticcio. Ho trovato delle fantastiche mantelline all’ikea, fatte come quelle del parrucchiere ma con le maniche e con una tasca sul fondo davanti, di modo che alla fine dell’avventura non devo fare altro che sciaquarle sotto l’acqua e farle asciugare. 🙂

  2. Noi abbiamo iniziato a cinque mesi e mezzo con pera banana carota bollita, pian piano assaggi di tutto, pane pizza prosciutto cotto pesce…ma il suo piatto preferito restano gli gnocchi! Sono grandezza e consistenza perfetta per le sue manine e la sua bocca. Allora ho imparato a farglieli di zucca, con zucchine, con carote e variando le farine, integrale, di farro, di kamut..Anche i ravioli è un piatto che ama perché indipendente nel mangiarli e per me è sempre un piacere vederlo mangiare!

    1. Grazie a per le risposte.
      Non vogliatemene se non vi ringrazio individualmente perché altrimenti intaso tutto. Comunque quello che sta venendo fuori è un ritratto variegato e davvero interessante che sono sicuro chi è agli inizi apprezzerà tantissimo.

      Spargete la voce e continuiamo a raccogliere testimonianze.

  3. Matilda fa 6 mesi tra pochi giorni. da qualche settimana abbiamo iniziato ad assecondare i suoi tentativi di affondare le mani nei nostri piatti. il più delle volte si limita a giocare, far volare un po’ di spaghetti in giro e leccarsi le dita. altre volte, ad es. con la frutta, ci mette un po’ più di entusiasmo. più che portare il cibo alla bocca ci porta le mani sporche di cibo, e non sono ancora ben sicura se ingoi veramente.

    ammetto di non essere proprio un’autosvezzatrice nata, ho ancora troppa paura del soffocamento. le do principalmente pane o croste abbastanza duri da non spezzarsi, verdure molto morbide, pasta (che non sembra mangiare) scotta o spezzettata… e i mitici cornetti al mais! sono tipo i fonzies ma senza sale, formaggio ecc, solo mais, sono belli lunghi e facili da afferrare, si sciolgono in bocca, di quelli ne mangia anche 3 alla volta! però mi sembra poco. dovrò iniziare a fare verdure al vapore che possa tenere in mano.

    ieri, siccome non riusciva a tenere in mano il broccolo romano che si sfandava, ho ceduto e l’ho spiaccicato con la forchetta e messo nel suo piattino. il cucchiaino lo vuole tenere lei, e mi sembra che così mangi.

    ho qualche perplessità perché non sta ancora seduta da sola, e ancora molta paura del soffocamento, mi chiedo spesso se stia facendo la cosa giusta. qualche pappetta gliela darò di certo, se non altro perché piacciono molto anche a me… mi dico anche che lei non è proprio il tipo da stare seduta sul seggiolone a farsi imboccare. io però non resisto e quando mangia la frutta la tengo con la mia mano per paura che se ne stacchi un pezzetto.

    insomma il bilancio delle prime settimane di autosvezzamento è… incerto.

  4. Con mia figlia (10mesi) ho iniziato lo svezzamento a 5 mesi circa, su indicazione della pediatra motivata da un sospetto di malassorbimento di vitamina B12. La dottoressa però non mi ha dato lo schema di svezzamento tradizionale, ma mi ha detto di prepararle il pasto cercando la consistenza più adatta per mia figlia e mi ha suggerito la “pappa” frullando le verdure di stagione (a febbraio avevo cavoli, cavolfiori, broccoli, carote, finocchi…), la carne e aggiungendo un po’ di farina di mais e tapioca per dare la “giusta” consistenza. Ha impiegato 3 pasti per capire come mangiare dal cucchiaino; per quelli successivi dovevo essere veloce altrimenti “mi sgridava”!! Poi ho cominciato a mettere alla sua portata pezzi di verdura che avevo lessato per la preparazione della pappa (così nel frattempo tra un cucchiaino e l’altro mangiavo anch’io). Dalla pappa siamo passati alla minestrina, via via frullando sempre meno sia carne che verdure. Nel frattempo le facevo anche assaggiare quello che mangiavamo noi. Il tutto è durato circa 1 mese e mezzo. Una sera stavo mangiando la pizza e lei mi fissava e allungava le manine. Le ho dato un pezzetto vicino alla crosta perchè potesse tenerlo in mano. In pochi minuti l’ha disintegrato con la sola forza delle gengive!! Da quel momento non ho frullato più nulla perchè le bastava che alcuni cibi, come la carne fossero sminuzzati con la forchetta e coltello. In pratica mangia le stesse cose che mangiamo noi da quando aveva circa 7 mesi.
    Cosa non mangia: l’insalata, perchè non vedo come possa masticarla (non ci riescono i miei suoceri se si tolgono la dentiera!!), dolci (tranne dei piccoli assaggi), molluschi (non mi piacciono e quindi non li cucino), tutto ciò che è duro e necessita di essere sminuzzato con i denti (ha solo un abbozzo di incisivi).
    Mia figlia ha sempre preferito farsi imboccare, tranne da un mese e mezzo circa che “chiede” di fare da sola, prendendosi il cibo che le propongo dal cucchiaino. Il problema sta nel convincere il resto della famiglia a lasciarla fare: temono che poi si metta a giocare e non mangi. Non basta neanche la rassicurazione “tanto poi dopo le preparo un biberon!”.
    Confermo i fusilli “santi subito”: è un formato di pasta che io adoro e da quando ho scoperto che piace anche a mia figlia perchè se li può gestire come vuole…grandi abbuffate!!
    Tempi: si mangia tutti insieme, tranne in circostanze particolari per cui noi tardiamo e quindi lei inizia prima. Per queste occasioni non ho alternative, se non la faccio mangiare diventa “giustamente” una belva. Si genera però un problema: quando noi iniziamo a mangiare lei chiede ancora cibo!

  5. Il mio piccolo ha 5 mesi e mezzo. Ho iniziato la settimana scorsa a dargli la pappa, principalmente carota e zucchina a vapore e poi frullate per farne una crema. Ne mangia circa metà della quantità che gli propongo e poi vuole a tutti i costi il seno. Io non lo nego perchè penso che passare al cibo sia una cosa graduale e lenta.
    Non ho mai pensato all’autosvezzamento, a dire il vero ero poco informata perchè anche la pediatra mi ha dato il classico foglietto per fare le prime pappe.
    Leggendo l’articolo e i vari post penso che proverò diversamente, per esempio dopo per merenda potrei provare a proporgli della banana o della pesca a fette.
    Il mio unico problema è che a settembre devo tornare a lavoro e vorrei che riuscisse a mangiare tranquillamente il pranzo perchè io non potrò più seguirlo ma lo farà la nonna.
    Forse mi sto facendo troppi problemi..magari le cose sono più semplici seguendo questa strada…..

  6. L’autosvezzamento del mio duenne è iniziato quando lui aveva 7 mesi e mezzo. Fino ad allora ero andata avanti con creme e brodini ma poi lui di punto in bianco non ne ha più voluto sapere niente, forse a causa anche del nostro trasferimento all’estero e del conseguente cambio di prodotti, marche e quindi sapori. Ricordo come fosse ieri i suoi occhi e le sue manine che si allungano sui nostri cibi e ricordo anche esattamente il primo piatto con cui mi sono arresa e che ha segnato l’inizio del nostro autosvezzamento: hamburger e patate!!!! Non il cibo più salutare del mondo, devo ammettere, peró è stato un successone!!! E da allora ha mangiato tutto con noi!!!

  7. HO LETTO VARI POST DA VOI PUBBLICATI E PENSO CHE PRIMA DI INIZIARE CERTI PERCORSI BISOGNEREBBE AVERE UN QUADRO COMPLETO DELLE INFORMAZIONI. PERCIO’ LEGGO E RIPORTO DAL SITO DELLA CROCE ROSSA “Ogni anno in Italia ci sono 50 famiglie distrutte da una tragedia senza confini: 50 bambini perdono la vita per soffocamento da corpo estraneo ( il 27 % dei decessi accidentali -dati 2007 SIP Societa’ Italiana di Pediatria) non solo per il “corpo estraneo” che hanno ingerito accidentalmente ( palline di gomme, prosciutto crudo, insalata,caramelle gommose, noccioline, giochi etc etc …), ma soprattutto perche’ chi li assiste nei primi drammatici momenti di solito NON è ” formato ” a queste manovre e genera disastrose conseguenze”
    DA GENITORI DI 2 BAMBINI ( 5 ANNI E 10 MESI) ABBIAMO ANCHE FREQUENTATO UN CORSO C.R.I. PER LE MANOVRE DI DISOSTRUZIONE PEDIATRICHE, E PERSONALMENTE MI HA ANGOSCIATO ABBASTANZA. NON SO SE NEL CASO AVREI IL SANGUE FREDDO DI AGIRE SUI MIEI FIGLI. MIO MARITO FORSE SI MA LUI PER LAVORO SPESSO NON E’ A CASA A PRANZO.
    I PERICOLI IN CASA SONO GIA’ TANTI (SOPRATTUTTO CON GIOCHI DA SORELLA GRANDE SEMPRE DA TENERE IN ORDINE)…. DEVO RISCHIARE ANCHE COL CIBO? SIAMO SICURI CHE IL GIOCO VALGA LA CANDELA???? CERTO, UNO PENSA “MA DEVE CAPITARE PROPRIO A ME?” MA SULLE COSE CHE POSSO SCEGLIERE SCUSATE MA IO NON RISCHIO!
    IO PER IL MOMENTO CONTINUO CON LO SVEZZAMENTO TRADIZIONALE, PUR FACENDO ASSAGGIARE AL MIO PICCOLO PROGRESSIVAMENTE CIBI NUOVI, ANCHE SEPARATI E NON PER FORZA MESCOLATI ALLA PAPPA…. SPESSO ANCHE DA SOLO…. NON PENSATE CHE IO VOGLIA TENERLO SOTTO UNA CAMPANA DI VETRO, PERCHE’ VI ASSICURO CHE COSI’ NON E’…. MA CI SONO TANTI MODI PER RENDERE AUTONOMO UN FIGLIO…. BUONA SCELTA A TUTTI

    1. Ciao Simo, grazie del tuo commento, e’ interessante ogni tanto sentire una voce fuori dal coro.
      E’ necessario rischiare anche col cibo? La mia risposta e’ molto semplice: non si sta rischiando, al contrario. Avrai letto senz’altro anche questo articolo http://www.autosvezzamento.it/e-se-si-strozza-riflesso-faringeo-e-soffocamento/ dove si affronta approfonditamente l’argomento e quest’altro http://www.autosvezzamento.it/soffocamento-cosa-non-fare-cosa-non-dar/in cui si parla di precauzioni; evitare di dare da mangiare pezzi ai bambini non li ripara dal rischio, tant’e’ che si puo’ soffocare anche con i liquidi e semiliquidi, perche’ hanno tutte le competenze per mangiare solido e non cibo in crema (come dimostra il loro sviluppo motorio, manine che si allungano per afferrare e movimento masticatorio), ma e’ invece possibile ipotizzare che li esponga ad un rischio superiore perche’ gli viene loro inibita la possibilita’ di imparare lentamente, di fare pratica secondo tempi propri solo di loro stessi e non di chi decide dall’esterno.

      Guardiamo il pezzo che riporti tu “Ogni anno in Italia […] 50 bambini perdono la vita per soffocamento da corpo estraneo […] non solo per il “corpo estraneo” che hanno ingerito accidentalmente ( palline di gomme, prosciutto crudo, insalata,caramelle gommose, noccioline, giochi etc etc …)”

      tutte cose a cui sappiamo benissimo che bisogna prestare extra attenzione (vedi secondo articolo citato sopra)

      “ma soprattutto perche’ chi li assiste nei primi drammatici momenti di solito NON è ” formato ” a queste manovre e genera disastrose conseguenze”

      Questo e’ il punto chiave. Gli incidenti AVVENGONO, a 6 mesi, a 2 anni e anche a 4, non c’e’ da coprirsi gli occhi e negarlo, la cosa che conta piu’ di tutte e’ essere sempre vigili e sapere cosa fare quando questo dovesse accedere.

      Non credo si tratti di rendere o meno un figlio autonomo, quanto lasciare che applichi le sue normali capacita’. A mia figlia non impedirei di fare i primi passi da sola perche’ c’e’ il pericolo che cadendo male muoia, le daro’ la mano se me la chiedera’ o la guardero’ fare da sola e migliorare le sue competenze piano piano.

      1. Ciao Gloria, certo che ho letto i vostri articoli prima di scrivere! E penso che alcune cose che dite farebbero rabbrividire molti operatori sanitari (pediatri, ostetriche, puericultrici, ecc…) Fammi capire…. il fatto che lo sviluppo motorio nel mangiare cibi solidi nel bimbo sia già pronto a 5-6 mesi è provato da tesi medico/scientifiche o si tratta di esperimenti di genitori a favore di altri genitori come del resto il vostro sito? A quanto mi risulta (da persone competenti) l’esofago in formazione di un neonato è molto differente da quello di un adulto e SOPRATTUTTO il movimento masticatorio laterale non compare PRIMA dei 8-9 mesi! Comunque ho avuto anch’io modo di osservare in mio figlio il riflesso faringeo, ma siamo sicuri che questo sia sempre sufficiente, con ogni forma o tipo di cibo solido? e soprattutto è certo che si sviluppi in tutti i bimbi allo stesso grado di maturazione nel momento di iniziare lo svezzamento? Resta il fatto che con cibi liquidi (anche il latte a questo punto) il soffocamento avviene solo in caso di rigurgito.
        Ora come avrai capito io non inibisco a mio figlio la possibilità di mangiare cibi solidi anche a pezzetti, ma sempre procedendo per gradi!
        Infine, ritengo che il tuo ultimo esempio sia piuttosto fuori luogo: non ho mai impedito ai miei figli, e mai lo farò, di sperimentare né sul cibo, né nel camminare, né nel giocare, perché ciò vorrebbe dire non farli CRESCERE, ma credo che la figura del genitore sia fatta anche per proteggere i propri figli…. o se tua figlia non ti chiede la mano per camminare tu la stai a guardare mentre cade in un pozzo?
        Ripeto, lasciando a ognuno la possibilità di scegliere liberamente, chiedo a tutti i genitori che dovessero decidere di intraprendere questa nuova strada di prepararsi prima adeguatamente, frequentando un corso sulle “Manovre di disostruzione pediatriche” organizzato dalla Croce Rossa Italiana. Altrimenti meglio lasciare stare…..

        1. Simo,
          ho fatto anche io il corso e sinceramente la paura che hai la capisco ma non la condividi. Nessuno ti obbliga a seguire questa o quella tecnica devi sentirti te.
          Io comunque ho parlato molto di cosa avevo intenzione di fare io al corso e l’unica cosa che loro spingevano era che il bambino va sempre conteollato a vista. E mai distratto o mangia o gioca mai distralo o ingannarlo! Tipo guarda l’areoplanino o via dicendo corrergli col piatto dietro.
          Quindi penso che l’auto svezzamento se fatto con buon senso nonda problemi.

  8. ciao, noi abbiamo cominciato da un mese e mezzo circa. michele infatti già prima dei 5 mesi sbracciava e faceva versi quando ci vedeva mangiare. all’inizio sono state solo “leccatine” di mela, poi sono arrivate le albicocche ed è scoccato l’amore! e adesso ha assaggiato praticamente tutto, ciuccia da solo cose di presa facile (tipo bastoncini di carota al vapore o crosta della pizza… ma preferisce di gran lunga la parte “condita”) mentre per le cose più scivolose tipo pasta o frutta preferisce che io gli faccia da supporto mentre le mordicchia. un po’ scomodo per me ma funziona, speriamo aumenti un po’ la manualità… poi adora il cucchiaino e spalanca la bocca appena lo vede arrivare pieno di yogurt, di riso, di cus cus o vellutate. credo di non aver ancora trovato qualcosa che non gli piaccia. in genere al primo assaggio fa sempre una faccia strana, ma poi ne chiede sempre ancora…
    anch’io ho abbastanza paura che si soffochi, ma mi ha dimostrato più volte di saper ingoiare pezzi che a me sembravano enormi… e se proprio non ce la fa fa due conati e sputa il tutto, è bravissimo! la buccia delle albicocche lo frega un po’, gli si appiccica sul palato e diventa matto, ma non desiste!

  9. A proposito di ciliege: la mia Cucciola vorrebbe mangiarsele intere (le prende e le mette intere in bocca), ma non so se sia capace di separare il nocciolo e sputarlo, quindi le taglio in 2 e tolgo il nocciolo, e le mangia abbastanza volentieri, ma si vede che preferirebbe fare senza di me. Più o meno, quando acquisisce un bimbo questa capacità?

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