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Cosa (NON) è necessario per fare autosvezzamento

Atteggiamento rilassato verso l'autosvezzamento
Autore: Tinou Bao

Spesso mi capita di leggere di genitori che pensano che non potranno fare autosvezzamento per i motivi più svariati. Per cercare di fare un po’ di chiarezza su cosa davvero serva, ho messo insieme un elenco che non ha alcuna pretesa di completezza, ma che spero faccia chiarezza su quali sono le doti che davvero serviranno a tutti i genitori mentre accompagnano il loro figlioletto nel passaggio dal latte ai solidi.

Per fare autosvezzamento non serve in alcun modo (la lista è incompleta e in ordine sparso)

  • usare la fascia o il mei tai
  • credere nelle meraviglie del passeggino
  • andare dall’omeopata
  • andare dall’osteopata
  • comprare i fiori di Bach
  • essere sacerdotesse della Hogg o discepoli di Estivill
  • partorire in casa
  • credere nella Lotus birth
  • aver chiesto un cesareo elettivo
  • usare i pannolini lavabili
  • fare EC
  • essere vegetariani
  • (non) far vaccinare i propri figli
  • fare co-sleeping
  • fare bed-sharing
  • credere che l’autonomia ai figli si insegna
  • allattare fino a 3 anni
  • allattare a richiesta
  • allattare a orario
  • dare il ciuccio con il miele
  • fare il ciuccio umano

Invece serve (la lista è incompleta e in ordine sparso)

  • un po’ di buonsenso
  • mangiare in modo vario
  • lasciarsi guidare dal bambino senza forzarlo
  • lasciare da parte bilance, tabelle e compagnia bella
  • saper cucinare almeno un po’
  • avere maggior fiducia in noi stessi e i nostri figli

Insomma, l’autosvezzamento è per tutti, a prescindere da quali siano le vostre scelte in altri ambiti.
E non servono delle qualità sovrumane… anzi ne servono molte di meno di quelle che potrebbero essere necessarie per affrontare lo svezzamento “tradizionale all’italiana”.

Basta un po’ di fiducia in noi stessi (se siamo delle frane in cucina, tranquilli, possiamo solo migliorare) e nei nostri figli; dopo tutto se svezzare un bambino fosse davvero così difficile, ci saremmo estinti ben prima dell’arrivo dei vasetti dall’etichetta rossa o blu 🙂

 

 

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31 risposte

  1. Ah, OK… È che non mi sembrava attinente al post, così mi era sorto il dubbio 🙂 /A.

  2. Io sinceramente ho iniziato a sei mesi lo svezzamento classico, poi vuoi perché ho dovuto mettere la mia piccola al nido a 9 mesi ora che ha appena fatto un anno mangia praticamente tutto quello che mangiamo noi, ho abbandonato omogenizzati, ecc., mangia tutto da sola con le mani ma assolutamente non vuole più essere imboccata e devo dire anche grazie al nido dove ho trovato tate meravigliose, per me è una soddisfazione enorme vederla mangiare ciò che vuole da sola!!!! Dimenticavo che ancora prende la tetta giorno e notte ed ha sempre schifato il latte artificiale!!!!

  3. Secondo me uno dei presupposti importanti, che in parte sottintendi nel secondo elenco (quando parli di lasciarsi guidare dal bambino) è il ritenere il bambino perfettamente capace di riconoscere i propri bisogni (di cibo ad esempio). Ora questa è anche la “conditio” di alcune delle pratiche che citi nel primo elenco. Poi chiaramente non è che funziona il sillogismo 🙂 , pero’ probabilmente troverai un alto numero di persone che utilizzano certe pratiche tra gli utenti del forum. Ed è per questo che io sono convinta che l’auto svezzamento NON sia per tutti: devi infatti essere disposto a mollare il controllo! E non sempre è facile.
    Il “problema” della conciliazione degli orari familiari è in realtà, più che un problema di conciliazione bambino-genitori uno di conciliazione nido-famiglia. Se il pranzo è alle 11:30 è abbastanza normale che la cena sia “richiesta” alle 18:30. Solo che gli orari del lavoro questo è difficile che lo prevedano. Nella problematica mi sto intortando anche io: l’unione poi fame-stanchezza crea una bomba pronta ad esplodere….

  4. Io ho concesso in modo naturale a mia figlia di essere allattata con il biberon a richiesta . La cosa non ha mai influito nello svolgimento del suo approccio al cibo. Aveva sempre fame anche lei alle 18.30: le davo il biberon e non forzavo la sua merenda alle 16 circa. Poi a tavola con noi e tutto si è aggiustato da solo.
    Per l’argomento del post, perfettamente concorde. Solo l’approccio affrontato malvolentieri perchè obbligato o altro può influire sul percorso. Come per ogni cosa.

  5. Condivido la situazione del dover far da mangiare al volo alla belva affamata!
    Sull’aspetto ideologico, concordo con Andrea e Cosmic nel dire che non c’è in materia di maternità e paternità una “Verità Sola”, ma preferenze dettate anche dalle singole personalità e dall’istinto che conduce a rispondere al meglio al proprio bambino. Uno dei tanti autori di libri sui bambini ha intitolato il suo “le mamme hanno sempre ragione”, perché quello che è veramente importante non è il come (come si allatta, come si svezza, come si dorme, come si porta in giro il proprio cucciolo), ma l’amore che sottostà alle scelte fatte, in buona fede e nell’ascolto del proprio cuore come delle richieste del bimbo, che per non essere verbali non sono meno intelligibili.

  6. Al di là dei primi 3-4 mesi gli orari dei pasti sono definiti (e possono essere definiti) dall’abitudine. Il vantaggio dell’ACR è proprio che i bambini, allattati al seno o alla bottiglia, di loro iniziativa si abituano a mangiare alle stesse ore dei genitori, quali che esse siano, e nel modo che i genitori decidono sia più conveniente e pratico per tutti, e senza che il bambino viva questo come una forzatura

    1. Amen! Grazie dottore!
      Ognuno può decidere quello che vuole, naturalmente, ma che una strada più ‘lineare’ (per quanto possa esserlo l’ACR) ci sia e passi per certi percorsi privilegiati quali l’allattamento a richiesta e la partecipazione ai pasti dei genitori, è giusto dirlo.
      Quanto discostarsi e in quali sovrastrutture mentali (le nostre, non dei bambini) impelagarci poi lo decide ciascuno di noi.

      In ogni caso l’allattamento a richiesta può benissimo, secondo me, arrivare pure in un secondo momento e ne gioveranno tutti.
      Non è indispensabile, ma agevola!

    2. si, è giustissimo. il punto è che non sono solo i bambini a doversi abituare a mangiare alle stesse ore dei genitori, ma i genitori ad abituarsi a mangiare ad ore adatte ai loro bambini… e non sempre ci si riesce! in realtà è tutta la famiglia a ristabilire gli orari in funzione delle esigenze di tutti. ma sono solo io ad avere i bambini che hanno così tanta fame la sera? 😀 no perchè io vi assicuro che soprattutto ora che è primavera e si tende a stare fuori il pomeriggio quando torno a casa ho i minuti contati per far da mangiare alle mie belve affamate! a nessuno è mai capitato di cucinare con un bambino che piange a sirena e un altro che ti dice “mamma ho fame!” a ripetizione quando sono solo le 18,20 e la merenda è finita neanche un’ora prima?

      1. Se si ritiene che i bambini abbiano veramente fame dopo solo un’ora dalla merenda e solo un’ora prima della cena, o, prima, si dà una merenda un po’ più abbondante o, dopo, si offre uno spuntino poco saziante, tipo un frutto, una carota o altro, sempre comunque cercando di evitare che scompaia l’appetito necessario al pasto successivo, e quanto esso sia i genitori lo sanno. Se i bambini hanno veramente fame accetteranno qualsiasi offerta e aspetteranno più tranquillamente l’ora di cena. Non esistono orari idonei per i bambini in assoluto ma solo dettati da necessità fisiche contingenti e da ritmi familiari, modificabili anche più volte se necessario. Le abitudini come si prendono si cambiano anche, basta avere delle buone ragioni che sostengano la decisione presa e permettano di resistere responsabilmente alle legittime proteste dei bambini.

  7. solo una domanda: avevo capito che la base di tutto era l’allattamento a richiesta, cioè se il bambino prende latte a sufficienza non sarà necessario imboccarlo e predisporre un pasto completo (da un punto di vista nutrizionale). cioè se io non ho intenzione di allattare a richiesta, ma voglio limitare le mie poppate a 2-3 volte al giorno, dovrò per forza di cose aiutarlo a mangiare. almeno la mia esperienza, con entrambi i figli molto affamati, è che se alle 18,30 (dopo ben 2 merende pomeridiane) non è tutto pronto e non lo aiuto a mangiare è la fine: pianto a sirena e nervosismo. allora sono arrivata a questa conclusione: alle 18,30 minestrina pronta per entrambi i bimbi (perchè quello di 3 e mezzo ora vuole la stessa minestrina del fratello :-D) con verdure e pastina, e poi secondo tutti insieme quando torna a casa il papà (mediamente per le 7). senz’altro incoraggio che mangi da solo con le mani mettendogli a disposizione pezzi di pane, verdure bollite, pezzi di formaggio e quant’altro, ma è più quello che cade che quello che mangia e quindi meglio fare un po’ per uno finchè non fa da solo. in realtà è quello che ho fatto anche con il primo figlio anche se non avevo mai sentito parlare di autosvezzamento.
    riguardo all’ultimo punto, è proprio quello il segreto: se ti piace cucinare e la buona cucina… come puoi pensare che i tuoi figli mangino scatolette e formaggini? 😀 per me lo svezzamento è uno dei momenti più divertenti proprio perchè ci si diverte a trovare e sperimentare ricette buone e adatte a tutti 😉

    1. Certamente l’allattamento a richiesta va a nozze con l’autosvezzamento, che ne è la continuazione naturale, però se una non se la sente (o preferisce di no per altri motivi) di allattare a richiesta, può anche non farlo ma fare autosvezzamento lo stesso. Insomma, non ci sono “ideologie” altre dietro l’ACR, non è necessario appartenere all’uno o all’altro schieramento (e mi riferisco all’attachment parenting vs. un’educazione trasmessa in maniera più “tradizionale”)…

    2. Diciamo che dipende molto dagli orari che fai… se il bambino mangia tipo alle 11 e poi poco e niente per il resto della giornata è chiaro che arriva la sera che ha fame.

      Poi c’è da dire che tu hai cominciato a 4 mesi, per cui per forza dovevi imboccare il bambino e una volta intrapresa quella strada magari è difficile cambiare dopo qualche mese.

      Però a mio avviso (parere totalmente personale) dipende molto anche da cosa uno si aspetta e come si suppone che le cose debbano andare.

      Nel nostro caso mangiare separatamente non è stato mai neanche preso in considerazione. Non per motivi ideologici, ma semplicemente perché così si è sempre fatto e ci è sembrato naturale. Forse nel tuo caso il ragionamento è simile… con il primo figlio hai fatto in una certa maniera, per cui l’aspettativa è diventata quella e con il secondo è stato naturale seguire gli stessi ritmi. Ovvero spesso la realtà è semplicemente quello che vogliamo che sia.

      Davvero non credo che l’allattamento al seno a richiesta sia così determinante per l’autosvezzamento (e parlo per esperienza diretta). Certo rende tutto più semplice perché conosci già il concetto di “a richiesta”, ma questo solo all’inizio… Ho letto di diversi casi di bambini allattati a richiesta i cui genitori una volta di fronte alle pappe hanno fatto dietro front, e viceversa so di bambini allattati con il biberon che hanno effettuato una transizione senza problemi verso l’AS.

      Insomma, tutta questa tiritera per dire che a mio avviso è semplicemente tutto nella mente del genitore… se il genitore pensa che non si può fare, che condividere la tavola con i genitori sia troppo difficile, che cucinare per tutti la stessa cosa sia improponibile, ecc., troverà centomila motivi per non fare autosvezzamento; se uno invece ci crede, non ci sono ragioni che tengano per non farlo.

      1. intanto non capisco cosa c’entri il fatto di aver iniziato a 4 mesi… ora ne ha 7 e mezzo, da quando ha iniziato a cenare con pasti veri e propri (5 mesi e mezzo – quasi 6) gli lascio provare a mangiare con le mani e non è che non mangi… ma la fame è fame 🙂 in genere mangia un frutto (e spesso sgranocchia uno o più biscotti) intorno alle 17 e alle 18,30 se non è pronto piange disperato. anche il fratello veramente alle 18,30, pur avendo mangiato frutta, biscotti e quant’altro, si siede a tavola gridando “ho fame!”. e un genitore cosa dovrebbe fare? noi abbiamo sempre mangiato insieme ma se i bambini hanno fame prima se iniziano un po’ prima non c’è niente di male. si continua poi tutti insieme con il secondo. credo che ogni famiglia si organizza come vuole secondo i suoi orari. certo è assurdo pensare di aspettare che i piccoli abbiano finito per sedersi a tavola, è ovvio. comunque questa di cenare alle 18,30 è una novità per il mio grande, nel senso che fino a che si trattava di anticipare un po’ cioè cenare alle 19 invece che alle 20 come eravamo abituati prima che nascesse nessun problema, alle 18,30 sederci tutti a tavola è davvero difficile. sarà un periodo di maggiore fame (in effetti mangia di più del solito) ma anche molto la voglia di attirare l’attenzione visto che ora mangia anche il fratellino. probabilmente tutto si ridimensionerà piano piano quando anche il piccolo riuscirà a resistere un po’ di più la sera. comunque col mio primo figlio si è passati senza problemi dall’aiutarlo a fare da solo, anche grazie all’asilo. a 1 anno se provavi ad aiutarlo si rifiutava di mangiare. sono d’accordo che molto dipende da quello che un genitore si aspetta. il punto è che certe scelte per alcuni genitori possono essere una comodità che si adatta man mano a seconda dell’età del bambino e delle esigenze della famiglia, per altri possono piano piano diventare una schiavitù.

    3. Diciamo che con questo breve post volevo enfatizzare che nonostante la composizione dei partecipanti a questo blog/forum sia chiaramente orientata in una certa direzione, ciò non toglie minimamente che l’autosvezzamento sia per tutti.
      L’allattamento (a richiesta) è solo un aspetto dei tanti.

      Ho spesso il timore che chi sia avvicina a questo portale per la prima volta magari si spaventa un po’ e pensa di non essere la persona giusta per fare autosvezzamento (nota: la madre lo pensa, NON il bambino 🙂 ) in quanto non fa questo o non fa quello, ma certamente non è così. Per questo motivo alla lista si potrebbero aggiungere tante altre cose NON necessarie, ma che non mi sono venute in mente quando l’ho stilata.

      1. si ma io ho apprezzato la lista perchè non mi piace il fatto che ci si nasconda dietro delle ideologie per motivare delle scelte che siano di comodo o meno. in rete si legge di tutto sulla genitorialità e sulla maternità, sinceramente trovo troppi fanatismi al limite del ridicolo, e troppe volte dei modi di fare che possono essere contestati diventano invece delle bandiere da ostentare o delle cause per cui stracciarsi le vesti. in realtà non sono davvero così tutti i genitori, forse una minoranza, anche se molti siti vorrebbero convincerci di questo per pubblicizzare libri e prodotti. perchè il pericolo non sono solo la plasmon e la mellin, ma anche tante pseudoculture pseudoecologiche dietro le quali si nascondono sempre degli autori e dei libri da vendere.

        1. Ma, non so… diciamo che anche se qui non ci sono le “ideologie” di cui parli e di cui la lista, senz’altro ce ne sono altre. Quante volte sono stato accusato di essere troppo “ideologico” quando parlo di autosvezzamento…
          Se parli di qualcosa che ti sta a cuore, ci sarà sempre qualcuno che ti accuserà di fare “ideologia” e, molto probabilmente, a ragione.
          Su come siano tutti i genitori ci sarebbe da discutere, così come sul cosa rende gli stessi genitori così. Su una cosa però non mi fisserei… se qualcuno crede in qualcosa, ci scrive un libro sopra, lo vuole pubblicizzare e lo vuole vendere e se per fare ciò utilizza un sito internet… non ci vedo niente di male. Dopo tutto non è prerogativa sola e unica di chi è d’accordo con te. D’altra parte internet è la cosa più democratica che ci sia… se un sito non ti piace, passi a un altro. Parimenti, se un libro non ti piace, passi al successivo. Da come la metti tu sembra che uno va finire nei gulag se non si conforma o se non legge IL libro (qualunque esso sia).
          A molta gente non piacerà l'”ideologia” che viene qui presentata, così come non piacerà l’idea di genitorialità che è sottintesa, ma anche questo va bene… se vogliono possono commentare i post, altrimenti possono passare oltre. Però per coloro che condividono le nostre idee (così come quelle di altri siti) perché negare la liceità di spazi dove, se vogliono, “se la suonano e se la cantano”? Dopo tutto, chi non fa così scagli la prima pietra:)

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