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Cos’è che i bambini non devono assolutamente mangiare MAI?

Cibo spazzatura bambini
Di Arnold Gatilao, Oakland, CA, USA – CC BY 2.0, Collegamento

L’altro giorno su Facebook leggevo dei commenti sull’opportunità o meno di far assaggiare l’XXX (con XXX la schifezza preferita a scelta) a un bambino; ad esempio:

XXX assolutamente no, ma nemmeno per sbaglio, oltretutto gli zuccheri fanno malissimo alla dentizione ed abituano i bimbi a sapori troppo dolci, per non parlare dei conservanti e di tutto il resto!!

Non ho specificato l’alimento XXX perché varia da post a post e da persona a persona. Per alcuni è una merendina, per altri la Nutella; c’è chi considera il sale il male del millennio, chi lo zucchero… e l’idea che possano essere ingeriti, anche per sbaglio, da un bambino li fa inorridire in quanto vedono le conseguenze più nefaste che sicuramente scaturirebbero da un atto così sconsiderato.

Il fegato di un lattante di otto mesi non è in grado di metabolizzare XXX!

Lungi da me consigliare di dare da mangiare “schifezze” varie e io per primo faccio del mio meglio per evitarle, ma al tempo stesso se dovesse capitare che le mie bambine, per un motivo qualunque, si trovassero ad assaggiare l’XXX me ne farei un problema?

NO.

Glielo farei assaggiare?

SÌ, e senza neanche pensarci un momento.

C’è qualcosa che non gli farei assaggiare?

Le uniche cose commestibili che mi sono venute in mente, anche se ce ne saranno sicuramente altre da aggiungere alla lista, sono il peperoncino particolarmente piccante e i mitili crudi – che comunque non mangio neanche io. (Se vi viene in mente qualcos’altro, scrivetelo nei commenti.)

XXX a 8 mesi io direi proprio di no… ne avrà di tempo per mangiare dolci e “schifezze” varie.

L’idea che un cibo, per quanto malsano, possa contenere al suo interno il germe della perdizione, è irrazionale. Non stiamo parlando della mela del giardino dell’Eden 🙂 Assaggiare l’XXX non vuol dire che il bambino diventerà obeso, che rischia chissà cosa o che d’allora in poi non vorrà più altro. Questo è il genitore che ragiona semplicemente con la SUA testa, non quella del bambino. Al bambino forse XXX non piacerà per niente, o magari gli piacerà molto e se ne farà una scorpacciata. Per il bambino quell’alimento non è diverso da qualunque altro. Sono i genitori che lo rendono diverso. Leggo spesso di genitori che dicono “ho fatto provare XXX a mio figlio e sembrava in estasi” e non metto in dubbio che pensino di descrivere l’evento con obiettività, ma è molto probabile che abbiano semplicemente raccontato quello che credono di aver visto, ovvero hanno interpretato la reazione del proprio figlio in base alle proprie esperienze: XXX è buono, ma fa male; io ne mangerei a vagonate (ma sarà poi vero?) per cui anche mio figlio deve reagire allo stesso modo.

Sì, ma gli fa comunque male,

dice il genitore ansioso. Io rispondo che un assaggio, o anche una scorpacciata UNA VOLTA OGNI TANTO (che è un concetto completamente diverso dall’abitudine o dall’abuso) di certo non gli procurerà danni. Dopo tutto siamo fortunati a vivere in un paese dove le leggi sui prodotti alimentari sono molto ferree, quindi è alquanto improbabile che alimenti preconfezionati con una lista degli ingredienti non proprio ideali facciano male. Non dimentichiamo poi mancano prove concrete che un bambino in età di svezzamento non debba mangiare questo, che non riesca a metabolizzare quello o che rischi malattie inenarrabili assaggiando quest’altro.

Beh, io finché potrò l’XXX lo evito eccome!

Il genitore non deve seguire acriticamente regole e regolette impartite da non si sa chi (per quanto illustre e autore di un best-seller), ma utilizzare il proprio buon senso per assicurarsi che in famiglia la dieta che si segue sia a medio e lungo termine soddisfacente; quello che succede a breve e brevissimo termine conta poco. L’importante è che genitore sappia che il reparto alimentari del supermercato non è pieno di trappole, ma anche che non tutto ha la stessa valenza; in altre parole si ritorna al solito concetto di presa di coscienza da parte del genitore nei confronti dell’alimentazione (e non solo).
Inoltre non dimentichiamo quello che dice Piermarini in Io mi svezzo da solo! (link affiliato), ovvero (riassumendo) che il corpo umano riesce a sopportare bene uno stravizio grosso fatto di rado o tanti piccoli fatti spesso; l’importante è non farne uno grosso o tanti piccoli contemporaneamente. Quindi, mangiare sufficientemente bene non è poi un’impresa così ardua (e la piramide alimentare ci viene in aiuto).

Ma,… eh sì, c’è un grosso MA…

Quando nasce un bambino i genitori partono tutti pieni di buoni propositi e decidono di cambiare il loro stile di vita per il suo bene, ma poi il tempo passa e ci si dimentica per la strada tutto quello che si era deciso di fare… Bastano pochi mesi e tutto diventa nebuloso; quello che sembrava importantissimo solo qualche mese fa, passa in secondo piano. Per questo motivo dire che gli stravizi sono concessi sia a grandi che a piccini può farci prendere una brutta china che ci fa ricadere nelle vecchie abitudini pre-figli, quindi è ancora più importante che quando si parla di alimentazione per i piccolini l’attenzione sia rivolta verso i genitori per guidarli a lungo termine verso un’alimentazione migliore. Se il bambino si fa una scorpacciata una tantum di XXX non ha nessuna, nessunissima importanza fintantoché il genitore è consapevole di quello che sta succedendo e se nei giorni successivi continuerà con un’alimentazione normale ed equilibrata. Se invece si comincia con XXX per poi passare a YYY e successivamente, dato che non ci sono problemi, a ZZZ (di nuovo, potete scegliere le schifezze che vi fanno più gola), “tanto il bambino cresce bene e a me piace”, allora no, non va più bene. Ma anche in questo caso è il genitore che ha bisogno di una sterzata, NON il bambino che semplicemente mangia quello che gli mettono a disposizione.

Inutile perdersi in dettagli come nel commento qui di seguito.

sono stata da una ped …, diceva di inserire due-tre cucchiai da minestra di verdure. D’altra parte sapevo che l’eccesso di fibre impedisce l’assorbimento del ferro.

Se per il genitore quello della combinazione ferro-fibre-verdure è un problema, allora provvederà a effettuare cambiamenti nell’alimentazione di tutta la famiglia e non solo per il bambino. Troppo spesso mi sembra che si tenda a sostituire la classica “ricettina” del pediatra (quella con il brodino di patata e carota, per intenderci) semplicemente con un’altra, quando invece bisogna pensare a quale percorso si vuol far fare a tutta la famiglia.

Quindi…?

La cosa migliore è rilassarsi e migliorare la dieta casalinga senza concentrarsi su un singolo aspetto dell’alimentazione o su un singolo ingrediente. Ogni famiglia deve trovare la propria strada secondo le proprie convinzioni, qualunque esse siano. C’è chi sceglie una dieta per motivi di salute, chi morali, chi etici… Abbiamo già visto che il concetto di “sano” è molto arbitrario, per cui è inutile provare a dare una soluzione che vada bene a tutti. Pensiamo a come migliorare la NOSTRA alimentazione. Quella dei nostri figli ne gioverà di conseguenza perché saranno abituati da sempre a condividere la tavola con i genitori e cresceranno vedendo che tutti mangiano le stesse cose senza tanti problemi. Di più davvero non si può chiedere.

Esempio di vita vissuta

Ho già detto che non ho la vocazione del monaco trappista e che mi piace mangiare bene; ecco un altro esempio di tutto ciò: in famiglia abbiamo diminuito notevolmente il consumo di sale e carne, due aspetti a nostro avviso importanti (e il portafogli ringrazia), ma ciò non toglie che quando andremo in vacanza al paesello ho in programma di farmi una sonora scorpacciata di saporitissimi salumi e insaccati vari, pancetta, cinghiale, braciole, costarelle, spiedini e chi più ne ha più ne metta, e vi assicuro che ho intenzione di godermela tutta SENZA il benché minimo rimorso; anzi so che sarà ancora più buona perché ce la gusteremo tutti insieme, nessuno escluso.
Mi sto forse contraddicendo? No, perché so che finite le vacanze torneremo al nostro regime abituale (che comunque non è monacale).

E voi?

Come vi regolate?
Avete divieti per singoli alimenti?
Fate stravizi?
Raccontateci il VOSTRO equilibrio e come lo avete raggiunto.


In questo post non ho parlato di proibizioni per motivi medici in quanto è un argomento completamente diverso. Ad esempio il miele viene sconsigliato prima dei 12 mesi a causa del rischio di botulino, così come il latte vaccino in sostituzione del materno o artificiale.

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150 risposte

  1. ciucciolo ha mangiato tutto. e quel che non ha assaggiato è solo perchè ancora  non c’è stata occasione. poi mangia sempre le tre cose che gli piacciono, e il resto lo schifa. ma ecco, a parte l’alcool, io non mi porrei particolari problemi se una tantum assaggiano qualcosa anche di non ortodosso …

  2. Leggo proprio ora da una pagina su FB: 
    Domanda: “Si può dare l’uovo a  11 mesi?”

    Risposta: “si con 4 minuti di cottura,solo il rosso,mi raccomando 4 min.è fondamentale,metti un timer preciso perché altrimenti rimane un po troppo crudo o troppo cotto e in entrambe i casi non fa bene”
    Mi sa che dobbiamo fare un lavoro abbastanza capillare di diffusione di cosa è pericoloso e cosa no.

    (Ah, le altre risposte variavano da 6 mesi a dopo l’anno, cominciando un cucchiaino alla volta o tutto intero, quindi scegliete voi…)

    (Ah, ma solo il rosso come lo cuoci? come se fosse in camicia??)

  3. quando Matilda ha assaggiato il cioccolato 80% era in estasi davvero, cioè si è fatta delle risate che manco con un film di Lino Banfi… Volevo solo dire che -miracolo!- sarà un caso ma dalla nascita di Matilda davvero mi sto dando una regolata… prima non passava giorno che non finissi il pasto con qualche kinder, nutella e cosacce varie. poi a poco a poco, mangiando il più possibile dolci in casa, mi sono disabituata al sapore industriale e ora certe cose non mi fanno neanche più gola al supermercato. per la voglia di dolce tengo sempre un barattolo con nocinocciolemandorle e uvetta. questo non vuol dire che non vedrò mai più l’adoratissima Almondy, me la mangio sì, ma un po’ per onestà (non mi va di mangiare di nascosto… e sì, penso che uno strappo si possa fare ma meno se ne fanno meglio è) un po’ per carenza di voglia finalmente è diventata l’ECCEZIONE e non la regola. però se Matilda mi vede, tanata, gliela faccio assaggiare la Sacher. se le piace magari metto nella lista di fare a casa una torta al cacao, almeno so cosa c’é dentro…

      1. andrea_ FedeRiot no no, espressioni soddisfatte sì, ma con la cioccolata si è proprio sanciata dalle risate! effetto euforia. buh. forse l’amaro?

        1. Gloria_ FedeRiot, secondo me si era semplicemente sorpresa. Una cosa amara così e che fa sembrare il caffè una fonte di zuccheri mi sembra difficile che possa piacere così tanto. un po’ come i super alcolici… un gusto acquisito.

        2. andrea_ Gloria_ FedeRiot infatti mi ha stupito. gliene ho fatta assaggiare perché non mi va di mangiarle le cose in faccia negargliele se allunga la mano. ha iniziato a ridere e ce n’é voluto per levargliela (avevo paura che le potesse andare di traverso). magari era solo il gioco…

        3. FedeRiot, vogliamo parlare dell’estasi di St. Teresa? Stasera dopo tanto tempo abbiamo fatto la maionese e così per sfizio (e come consigliatoci sul forum) ci abbiamo aggiunto uno spicchio d’aglio.
          Figlia grande ne ha preso un bel po’ diverse volte. Figlia piccola sembrava indemoniata se non gliene davamo altra. Alla fine abbiamo dovuto mettere il barattolo a fare la nanna:) E sì che era tanto agliosa (ma proprio TANTO)

        4. andrea_ FedeRiot aioli!! che buona!!! sì ci sono quelle cose che fanno questo effetto. qualche giorno fa ho preso le “chips di riso non fritte cotte al forno con il xx% in meno di grassi” per far sgranocchiare qualcosa a Matilda che non fosse il solito breze, mentre facevo la spesa. un delirio, si sbracciava verso di me dal passeggino con le mani tese urlando AAAAAAAAAAHHHHHHHH AAAAAAAAAAAAAAHHHHHHHH finché non gliene davo un’altra. peraltro ho provato a farle in casa (sembrano davvero facili…) ma con scarsi risultati. e comunque sospetto che ad attirarla tanto sia stato il malefico SALE.

        5. e chi ha detto che ai bimbi deve per forza piacere solo il dolce? secondo me è un effetto, appunto, dell’assuefazione data dai cibi industriali, perché lo zucchero, provocando picchi e cali insulinici, crea dipendenza.

  4. A proposito di sale: la Cucciola spesso e volentieri si fa versare del sale sulla manina (uso il sale grosso nel macinapepe), e se lo lecca come una capretta.
    Il cioccolato (nero fondente) le piace, finché ce n’è sul tavolo ne vuole ancora, ma dopo non lo reclama, e spesso se le proponi una cosa al cioccolato non la vuole.
    Tra le cose che non darei troppo volentieri alla Cucciola, sono tutte le merende e merendine preconfezionate, dicono che abbiano dei sapori artificiali fatti apposta per determinare assuefazioni, anche se ci credo solo a metà, e le bibite gassose zuccheratissime, ma senza neanche demonizzarle, perché demonizzando e vietando si attizza l’attrazione del frutto proibito.
    Le scorpacciate di delizie varie (suonano bene, le specialità del paesello!), anche se poco salutiste, fanno parte delle gioie della vita, guai a privarsene. Sono convinta che un bambino che non è mai stato costretto a mangiare per far piacere agli altri, primo, non sarà troppo propenso all’abbuffata, e secondo, il suo corpicino avrà dei sani riflessi di autoregolazione dopo.

    1. alexaleaia anche io ho sentito questa degli aromi che danno assuefazione, pare inoltre che gli aromi messi nel baby food creino una dipendenza che va fino alle schifezze da adulti… fantascienza? anche io prendo solitamente con le pinze certe informazioni ma credo che ci sia del vero. come dico su una volta disabituati al sapore industriale la differenza è lampante. 
      per il resto anche io cerco di evitare le stesse cose, credo che sia fondamentale l’Età del bambino. è sicuramente difficile se non impossibile impedire a un 5enne di bere la cocacola che vede alle feste degli amichetti, ma vedo anche spesso genitori che danno schifezze conclamate a bambini che stanno imparando a camminare, ecco quella è andarsela a cercare.

      1. FedeRiot alexaleaia Non ne ho le prove, ma sono SICURO che sia così. Come abbiamo detto nel pezzo sui latti, vogliamo parlare della vaniglia che viene aggiunta al latte di proseguimento?
        Che ce la mettono a fare là dentro? È così indispensabile?

        1. andrea_ FedeRiot alexaleaia infatti come ho detto tolte le pinze – che applico a qualsiasi informazione – ci credo e la dimostrazione è il fatto che una volta “disintossicati” certe cose non fanno più gola.

        2. andrea_ FedeRiot alexaleaia per le prove io ho letto questo libro http://www.amazon.de/Wahrheit-%C3%BCber-K%C3%A4ptn-Iglo-Fruchtzwerge/dp/3426777770 (lo potevo linkare? in caso provvederai a toglielo 🙂  ) non so se esista in italiano, penso di no perché fa riferimento a marche prevalentemente tedesche (in realtà internazionali….)

        3. Oh si, proprio la vaniglia, inoffensiva e buona di per sé, ma ahimè  filo conduttore dell’assuefazione ai sapori industriali, con l’effetto collaterale malvagio di attirare ancora più del naturale i bimbi verso il dolce.

  5. Probabilmente il concetto di sano non è affatto arbitrario, solo che ci mancano i dati certi per conoscerlo davvero e ci manca il tempo materiale – e in alcuni casi la capacità – per discernere tra le informazioni che possiamo reperire. Avrei mille osservazioni da fare, ma verrebbe fuori un’esegesi di 100 pagine… Di base, navighiamo per la maggior parte nell’ignoranza delle cose, per impossibilità di fare diversamente e in alcun casi per presa di posizione e testardaggine, perché non si vogliono approfondire certi argomenti per la paura di dover riconoscere il proprio errore.

    1. Gloria_ Dubito che si possa andare oltre raccomandazioni di carattere molto generale, considerando che non si riescono neanche a mettere d’accordo se l’alcool fa male e in che quantità…
      Diciamo che dovrebbe essere sufficiente guardare all’America e NON fare come fanno loro 😀

      1. andrea_ Gloria_ soprattutto navigando in internet ci si informa tanto… le porcherie industriali, non c’è manco bisogno di discutere. la carne, per lo meno in eccesso, non fa bene, e diminuiamo il consumo di carne. il sale, idem. e devo dire che non sta andando male. ma non basta, sono proprio le proteine animali che vanno limitate. e si deve abbondare in frutta e verdura. e anche fin qui va bene. il mio compagno ha iniziato a storcere il naso quando ho dichiarato di non voler più comprare regolarmente il formaggio (che nella migliore delle ipotesi è grasso, e poi quella storia del calcio che non é vera). quindi si deve mangiare la soia, ok, ma la soia inquina e uccide gli animali. allora la verdura. eh ma la verdura la innaffiano con le acque di fogna radioattiva. pane? per carità, che non sia bianco però! zucchero? no. ci consolavamo dicendo ok, la pasta al pomodoro non ce la leva nessuno. e cosa leggo qualche giorno fa?? “il pomdoro contiene dei pomoracidi che hanno un effetto pomodorizzante quando vengono a contatto con gli aminoacidi degli enzimi dei cereali blablabla, QUINDI la pasta al pomodoro non va mangiata spesso!” là il vvvvvvvvvvvvvvvvvvvv mi è partito proprio dal cuore!!! sono sostanzialmente d’accordo che un occhio ci vuole, soprattutto contando l’offerta odierna di cibo che include davvero tante porcherie, ma salvaguardando la salute mentale.

    1. Corinna Il miele lo abbiamo menzionato più volte altrove, ma in questo post mi concentravo su proibizioni per motivi NON medici.
      Facciamo così, ora aggiungo una NB tanto per chiarire a chi legge.

  6. CosmicMummy1976 ti voglio dare una grossa delusione:-). Anche io la pensavo come te (ovvero che la cioccolata fosse irresistibile) e invece mi trovo con un figlio di otto anni a cui la calza della befana (che non e’ un tripudio, e’ una cosa medio-piccola) dura fino a pasqua, ma che riesce a mangiare 250gr. di pasta al pesto. E non gli piace la coca cola. E non gli piacciono le gomme.

    Anche io ho sempre pensato che quello che non conosci non ti manca, (e continuo a ritenerlo vero),  e col primo sono stata molto piu’ “rigida” che col secondo ma non sempre la conoscenza porta “tossicodipendenza” 🙂 . Continuo ad essere molto rigida sulle caramelle.
    Cosa non farei (non ho fatto provare?): frutti di mare crudi, cozze anche cotte se non in condizioni particolari, alcool e caffe’. Io sono un bevitore “sociale” (si apre il vino solo se in compagnia) ma sarebbe comunque piu’ di quanto sarebbe, per me, salutare per un bambino se gli dovesse piacere.

  7. Ovviamente la penso esattamente come te, e anche a me piace mangiare bene e DI TUTTO nelle opportune proporzioni (almeno ci si sforza di rispettarle!). per quanto riguarda i bambini molto piccoli, è vero che la cioccolata/nutella/dolci vari una tantum non fa male neanche a 6 mesi, io però ho sempre cercato di fargliele “scoprire” il più tardi possibile. il che significa semplicemente evitare di mostrargliele e di creare occasioni di “assaggio”. perchè è vero che una tantum non fa male, ma è vero anche che il gusto si impara e si forma nei primi mesi di svezzamento, e la cioccolata è difficile da dimenticare! 😀 in questo modo i miei figli hanno sempre prediletto la frutta ai dolci, semplicemente perchè hanno provato ed imparato a mangiare prima quella. ovviamente con il primo figlio si è sempre più virtuosi ed ha scoperto la cioccolata praticamente a 2 anni, con il secondo è stato impossibile aspettare l’anno di età, ma è ovvio che se il fratello la mangia non puoi vietargliela! e secondo me è vero che quando scoprono la cioccolata tutte le altre cose passano in secondo piano, lui ha sempre mangiato biscotti di tutti i tipi, quando siamo andati in montagna facevamo merenda con i ringo (per praticità, e perchè in vacanza ci si può concedere qualche trasgressione sennò che vacanza è?) e gli altri biscotti me li tirava appresso 😀 comunque sono anche dell’idea che la nutella non sia così terribile, io non la compro ma per non mangiarla io, ma una fetta di pane e nutella è sicuramente meglio di tante merendine, ovviamente alternata a merende di altro tipo secondo me va benissimo. ma quello che vedo è che i bambini abusano di queste cose se ne abusano i genitori. e i genitori non sempre si rendono conto di quanto la loro alimentazioni influenzi quella dei figli. se non vuoi che tuo figlio beva la coca cola non devi ordinarla neanche tu. e se eviti di comprare certi alimenti, non solo eviti l’occasione che tutti in famiglia ne abusino, ma quando capita la festa, la merenda fuori casa non c’è motivo di farsi scrupoli perchè è davvero un’occasione saltuaria. quindi noi non demonizziamo nulla, semplicemente a casa non c’è, e quando capita mangiane quanto ne vuoi! e questo non vale solo per i bambini in età da svezzamento ma per tutti, a tutte le età. ne conosco tanti che fino a 1 anno solo pappine sciape e a 2 anni sono clienti fissi di mc donalds…

    1. CosmicMummy1976 a dire il vero, e questo volevo che fosse il succo del post, non ci credo all’identità “cioccolata”=mela del giardino dell’Eden. Sarà perché io la cioccolata non l’ho mai mangiata (eccezioni: nutella e torrone a Natale), né mi ha mai interessato (anzi quella fondente proprio non mi piace). Sono convintissimo che alcuni alimenti diano dipendenza (ad esempio le spezie), ma i divieti totali e per principio secondo me sono controproducenti (vedi ad esempio la fissa che i britannici hanno contro i minorenni che bevono e ora si trovano in un vicolo cieco)

      È vero che il gusto si forma presto, ma bisognerebbe anche scoprire se è vero che assaggiare una cosa piuttosto che un’altra ti travia per la vita. Chissà se hanno fatto delle ricerche in materia…
      C’è anche da aggiungere, come tu stessa hai osservato, che la conclusione logica sarebbe che i primogeniti vengono su meglio, mentre quelli nati dopo necessariamente crescono “viziati”. Dopo tutto se il figlio grande mangia la cioccolata, come fai a negarla al fratello piccolo? Chiaramente un assurdo 🙂

      1. La cioccolata dà decisamente dipendenza, non solo perché è buona e dolce, ma perché contiene sostanze che tirano su l’umore (per poi riabbatterlo se esageri…). Anche in queste cose probabilmente c’è la predisposizione a farla da padrone.

        1. Gloria_Non ho problemi ad accettare l’idea che la cioccolata possa dare dipendenza, ma la questione chiave è cos’è che s/favorisce questa dipendenza.
          Come dice @Alessandra”quello che non conosci non ti manca”, ma è anche vero che tanto prima o poi la mangerà… Secondo me è tutto da provare che aspettare fino all’ultimo minuto aiuti a diminuire il rischio di una dipendenza. Molto più importante è la reazione che i genitori hanno una volta che il bambino ha assaggiato il “frutto proibito”. Se il bambino si rende conto che di quello stiamo parlando, allora sì che ci si butterà a pesce, indipendentemente dall’età.

        2. andrea_ Gloria_ infatti bisogna essere bravi a dissimulare… Certo non si può mangiare soddisfatti una tavoletta di cioccolata e dirgli ‘tu no’ ma semplicemente evitare. Al di là della dipendenza, la cioccolata è eccitante, del resto nessuno darebbe caffè a un bambino! Comunque piccole dosi non fanno male a nessuno, tutto sta nel gestirlo con la giusta misura e a farlo apparire un cibo come un altro.

      2. andrea_ CosmicMummy1976 andrea_ CosmicMummy1976 infatti è proprio quello il punto: porre dei veti più x i nonni che x noi. Insomma se ho deciso che la cioccolata o il gelato non glieli faccio mangiare questo vale x tutti, se passa il messaggio ‘vabbè x una volta’ è la fine… Almeno finchè sono piccoli cerchiamo di limitare i danni. Alla fine bisogna usare più pedagogia con i nonni che con i nipoti! 😀

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