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Versione completa: crisi isteriche di pianto
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Tema delicato, non so voi, sarà la gelosia verso la piccolina, ma anche prima che lei facesse ingrossare la mia pancia, il mio piccolo è sempre stato molto cautelativo e un po ansioso.
Il problema sono le crisi isteriche o pianti isterici.
Provo a farvi capire: è timido, almeno finchè non prende confidenza, se qualcuno gli prende un suo giocattolo, lui ci rimane male, chiede a me aiuto, sconfortato, che lo rivorrebbe. Diverse volte ad un mio no, su cose che non si possono fare, o non si devono fare, o su sue fissazioni di cose veramente sciocche, tipo che gli si bagna una mano, o si sporca di jogurt una mano, oppure che non è ben chiuso l'oblò della lavatrice, la prende in maniera drammatica, anche fino al pianto isterico.
In pratica un 'cambiamento' da quello che si aspetta lo maldigerisce. Abitudinario come un vecchietto, d'altra parte si sa, le abitudini danno sicurezza; ho provato con le coccole, ho provato con le sgridate, i rimproveri, niente peggiorava. Ora sono passata alla spiegazione e poi ignorarlo finchè non si calma. Precisazione, la crisi scocca spesso in un preciso momento, o immediatamente dopo essere stato contrariato, o quando abbandonando quello che pretende, richiede subito di essere preso in braccio con toni quasi da bambino ancora piu piccolo, capricci li chiamerebbe qualcuno.
Non so bene perchè sia così, io non ho mai posto restrizioni, poteva rotolarsi nei parchi e sporcarsi e provare cose anche al limite del pericoloso. Ogni suo inciampo, male ecc è sempre stato preso con il sorriso e faccia rassicurante. Eppure sembra che ha proprio un carattere che va delineandosi verso una persona ansiosa. Vorrei almeno evitare lo scoppio di crisi....se non si è di corsa ci si puo ingegnare a distrarlo prontamente, ma non è sempre possibile. Anche perchè prima o poi capita la situazione in cui non si puo distrarlo e così lui si trova a dover gestire questi suoi stati. Li imparerà a gestire col tempo?
Quando lo prendevo in braccio si calmava, ma poi ne ricapitava un'altra.
Così ho pensato che prenderlo in braccio nel mezzo della crisi, avrebbe solo alimentato le sue botte di crisi. Ora no, lo prendo solo quando si calma. Se non è in fase di scoppio si controlla un attimo, riesco a depistarlo e dimentica letteralmente lo stato di tensione che si era creato. Altrimenti niente, fa la crisi e pian piano esaurisce vedendo che non lo porta a nulla. Ok si sfoga, ma questi sbalzi non mi sembrano essere salutari. Non vorrei seriamente che col tempo diventasse un adulto ansioso pieno di pare...Crying
domande? consigli?
Ciao cara, situazione mooooolto simile alla mia. Mario è sempre stato un 'conservatore' mettiamola così. Ed io ho sempre imputato la sua difficoltà a cambiare stato al cesareo d'urgenza, oltre che al carattere. Ma da un certo punto in poi, sono subentrate crisi di pianto. Prima non piangeva mai.
Io il cambiamento l'ho notato dai primissimi tempi che sono rimasta incinta. Quindi sicuramente era già cambiato qualcosa anche in me. E qui potrei scrivere un libro...ma non mi sembra il caso.
Ti dico solo che, pur non avendo ben chiara l'origine e la motivazione, io sto agendo a più livelli.
"Guardarmi allo specchio", ma veramente! Cercare di capire se il mio comportamento è diverso da quando c'è Roberta. E lo è.

Farlo sfogare. Piange, passerà. Meglio che pianga piuttosto che tenga dentro. Quasi sempre lo consolo. Se non riesco perchè urla o perchè sono troppo arrabbiata (che poi io ho 6 anni, non credere!), sto lì e aspetto che passi. Certe volte armo il 'pippone-predicozzo' e mi odio. Ma anche io ho bisogno di sfogarmi se vedo che le cose non vanno come avrei voluto.

La parola no cerco di usarla molto meno. In genere è "si dopo" quando si può. O comunque mai il no secco. Lì parte una tragedia (che poi mio figlio è anche molto teatrale Smile ).

Parlo parlo parlo. E lui parla parla parla. Ieri è uscita qualcosa, detta fra le labbra, che mi ha fatto capire tante cose.

PS: secondo me è solo una fase, come sempre nei bambini. Ma io ho deciso di non pensare che sia una fase e di accettarlo completamente. Mi sono detta:e se fosse così? Lo amerei lo stesso? Si. Mi dispiacerebbe se mantenesse un carattere difficile, ma lo amerei come sempre follemente.

Aggiungo per essere più chiara. Credo sia fondamentale legittimare sia in noi che in loro tutti i sentimenti, anche quelli negativi. Io ho provato rifiuto verso mio figlio. È orrendo, ma è così. E non lo nascondo. Lui lo ha provato per me e lo sto aiutando a dimostrarlo.
Qualche giorno fa un'amica mi ha chiesto se è normale non sopportare il proprio figlio. Io credo che sia legittimo e che sia segno che loro, crescendo, diventano altro da noi. E come ho detto a lei, vuol dire che tutto sommato stiamo facendo un bi on lavoro. Perchè permettiamo loro di definirsi anche in aspetti caratteriali che non digeriamo.

Aggiungo per essere più chiara. Credo sia fondamentale legittimare sia in noi che in loro tutti i sentimenti, anche quelli negativi. Io ho provato rifiuto verso mio figlio. È orrendo, ma è così. E non lo nascondo. Lui lo ha provato per me e lo sto aiutando a dimostrarlo.
Qualche giorno fa un'amica mi ha chiesto se è normale non sopportare il proprio figlio. Io credo che sia legittimo e che sia segno che loro, crescendo, diventano altro da noi. E come ho detto a lei, vuol dire che tutto sommato stiamo facendo un bi on lavoro. Perchè permettiamo loro di definirsi anche in aspetti caratteriali che non digeriamo.
parto dal fondo della tua lettera, il rifiuto verso mio figlio non l'ho ancora mai provato, solo un 'oggi non ti reggo proprio', ma niente di piu per cui non saprei cosa dire.
Sostituire i NO con i dopo, non ci ho mai pensato, anche perchè ad es. quando lui chiede se puo buttare le autine dal balcone, o quando fa direttamente qualcosa che non va, tipo tirare la sabbia addosso a una bambina, non potrà mai essere un 'si dopo', perchè di queste intenzioni si dimentica e ogni tanto le ripropone.
Mi piacerebbe sapere cosa è emerso dal tuo piccolo che ti ha fatto capire tante cose. Magari uno spunto.
Io quando va proprio in crisi non mi arrabbio piu, so che ormai in quella fase va nel pallone e difficilmente torna in sè.
Solo ieri sono riuscita parlando tenendogli le manine, a farlo calmare, poi pian piano si è sgonfiato. Ma è moooolto difficile.
PS: io spero proprio che sia una fase, ma non per i miei sentimenti verso di lui, ma perchè mi dispiace che soffre, cioè che queste crisi e l'andare in crisi per ogni cambiamento sono dolorosi e svantaggiosi per il suo vivere. Mi duole vedere che non riesce ancora ad affrontarli e superarli. Tutto così gli diventa un ostacolo difficile.
(07-06-2013, 03:42 15)mammadel71 Ha scritto: [ -> ]Solo ieri sono riuscita parlando tenendogli le manine, a farlo calmare, poi pian piano si è sgonfiato. Ma è moooolto difficile.

è vero che è molto difficile cogliere il punto e l'attimo e calmarli con le parole ma, visto che ieri ci sei riuscita, cerca di capire cosa ha funzionato....magari segnatelo, perchè questo ti porterà a trovare prima o poi la strategia più adatta. E soprattutto dovresti cercare di capire quali sono i segnali che manda tuo figlio prima di scoppiare così da poter anticipare la crisi o evitarla usando parole diverse, gesti diversi. In questo sarebbe utile anche l'osservazione di chi è fuori dalla relazione in quel momento (tipo il papà) che possa dirti cosa si vede da "fuori". Ad esempio se dice di voler tirare le macchinine dal balcone invece di dire di no prova a riderci sopra facendogli capire che è un'idea proprio pazzerella e proponendo un'alternativa simile....tipo facciamole cadere dal comò o dalla sedia e vediamo che gli succede. Il questo no ma quest'altro sì spesso funziona.
Secondo me bisogna ricordarsi che il pianto dei bambini, anche se disperato, non è legato alla sofferenza come la intendiamo noi adulti, lo chiamerei più che altro stato di malessere. E questo spesso è dato dall'incapacità del bambino di gestire le sue emozioni e di capire le sue esigenze (tipo ho sonno e invece di dire che voglio andare a letto urlo e mi dispero). Da una parte noi dobbiamo cercare di dare voce a questi bisogni confusi ma anche cercando di non sentirci in colpa se non riusciamo!
Si, non volevo dire che la situazione é la stessa. Ti ho portato il mio esempio perché il confronto spesso aiuta.

Quoto Laurag, magari hai già trovato la soluzione! In bocca al lupo.