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Noi, futuri nonni - Memorandum anti-ostilità - Versione stampabile

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RE: Noi, futuri nonni - Memorandum anti-ostilità - Valina - 13-05-2012

Sto ancora meditando sul rispondere a Namor, prima devo rilassarmi, poi aggiorno la lista, ok?
ho anche da fare un'aggiuntina :
- la mamma e il papà non hanno bisogno che io rimarchi le loro parole: il valore di quelle parole è intrinseco. (e viceversa)
- non screditerò la mamma o il papà agli occhi di mio nipote
- non mentirò a mio figlio/a su quello che faccio con mio nioote e non chiederò a mio nipote di diventare mio complice.


RE: Noi, futuri nonni - Memorandum anti-ostilità - madregeisha - 14-05-2012

Voglio sottoporvi uno scenario e chiedervi lumi in merito, credo che sia comunque IT.

Nonna con 2 nipoti, figlia del figlio, figlio della figlia.
I due figli hanno approcci genitoriali diametralmente opposti: nipote di anni 3 ancora imboccato, ripulito col tovagliolo ad ogni boccone, fatto mangiare a giro per la casa mentre gioca con mille distrazioni e trabocchetti per fargli aprire la bocca. Nipote di 14 mesi autosvezzata che mangia da sola cibo con le mani o posate libera di impiastricciarsi tutta e di spalmare cibo ovunque. Nipote di anni 3 che non può camminare scalzo a terra sennò si sporcano i piedi, a cui si dice spesso "non si tocca, non si mette in bocca" e simili. Nipote di 14 mesi con genitori "freack" che la lasciano più o meno libera di sperimentare, incasinare, paciugare, ecc...

Quando la nonna in questione si trova a dover gestire entrambi i nipoti, come deve comportarsi? Può adottare due linee di comportamento così diverse nei confronti dei due bambini? Lo vedo difficile... E quindi? Quale è secondo voi il comportamento giusto?



RE: Noi, futuri nonni - Memorandum anti-ostilità - isottablu - 14-05-2012

ah, bella bella domanda.... qui mi sembra che le vie di mezzo siano difficili da trovare, per fortuna a 14 mesi la nipote non credo si chiederà perchè l'altro non può camminare a piedi scalzi, il problema drammatico mi sembra per il treenne che vedrà vicino a lui l'oasi di libertà mai avuta.
bo, forse l'unica è lasciare che ogni nipote si comporti come vuole e vedere che succede!
ma i due figli della nonna non si parlano?


RE: Noi, futuri nonni - Memorandum anti-ostilità - Alexandra - 14-05-2012

E' lì che deve entrare in gioco il buon senso e la "personalità" della nonna: in casa sua, detti le proprie regole, sia che si tratti di mollare un pò le redini all'uno, sia di frenare il paciugo illimitato dell'altra. Poi, si sa, i bambini si stimolano a vicenda (se non vengono citati ad esempio l'uno all'altro con quel fare sentenzioso che mi fa sempre venire voglie omicide...)


... ma perché si devono impiastricciare e spalmare cibo ovunque? che gusto ci provano??? io lo tollero, ma mi provoca un profondo malessere, odio quelle sensazioni di sporco e appiccicoso che fatalmente finiscono addosso anche a me, odio dover pulire in continuazione. Quand'è arrivata al nido, la mia Cucciola piangeva se si ritrovava le mani sporche di cibo, e non voleva mai mettere le mani nelle cose viscide (pittura, colla, verdura cruda...), adesso invece lo fa apposta ... sigh!


RE: Noi, futuri nonni - Memorandum anti-ostilità - madregeisha - 14-05-2012

(14-05-2012, 11:10 11)isottablu Ha scritto:  ah, bella bella domanda.... qui mi sembra che le vie di mezzo siano difficili da trovare, per fortuna a 14 mesi la nipote non credo si chiederà perchè l'altro non può camminare a piedi scalzi, il problema drammatico mi sembra per il treenne che vedrà vicino a lui l'oasi di libertà mai avuta.
bo, forse l'unica è lasciare che ogni nipote si comporti come vuole e vedere che succede!
ma i due figli della nonna non si parlano?

I due figli della nonna si parlano "poco" nel senso che non sono in cattivi rapporti ma più che altro non hanno un vero rapporto e quindi non affrontano di certo questioni profonde come l'educazione dei rispettivi figli.
Il problema è sì maggiormente per il treenne anche perchè la nonna in questione, nel rispetto delle linee educative dettate dalla propria figlia, si rapporta al nipote treenne più o meno come farebbe la figlia stessa, pur se meno inflessibile di lei, anche se lei nonna sarebbe freak almeno quanto l'altro figlio (nonchè il mio compagno)...

(14-05-2012, 11:39 11)Alexandra Ha scritto:  E' lì che deve entrare in gioco il buon senso e la "personalità" della nonna: in casa sua, detti le proprie regole, sia che si tratti di mollare un pò le redini all'uno, sia di frenare il paciugo illimitato dell'altra. Poi, si sa, i bambini si stimolano a vicenda (se non vengono citati ad esempio l'uno all'altro con quel fare sentenzioso che mi fa sempre venire voglie omicide...)

... ma perché si devono impiastricciare e spalmare cibo ovunque? che gusto ci provano??? io lo tollero, ma mi provoca un profondo malessere, odio quelle sensazioni di sporco e appiccicoso che fatalmente finiscono addosso anche a me, odio dover pulire in continuazione. Quand'è arrivata al nido, la mia Cucciola piangeva se si ritrovava le mani sporche di cibo, e non voleva mai mettere le mani nelle cose viscide (pittura, colla, verdura cruda...), adesso invece lo fa apposta ... sigh!

Ma quindi è giusto che la nonna detti le "proprie" regole, o no?
Impiastricciare e spalmare cibo è indispensabile per un corretto approccio al cibo dei bambini, adesso non ho tempo per approfondire la questione ma la cosa è assodata da più di uno studio in materia. I bambini ossessionati dalla "pulizia a tavola" sono poi spesso quelli che hanno forti ripercussioni sulla voglia di mangiare (vedasi il treenne del mio post)


RE: Noi, futuri nonni - Memorandum anti-ostilità - Alexandra - 14-05-2012

(14-05-2012, 12:10 12)madregeisha Ha scritto:  
(14-05-2012, 11:10 11)isottablu Ha scritto:  ah, bella bella domanda.... qui mi sembra che le vie di mezzo siano difficili da trovare, per fortuna a 14 mesi la nipote non credo si chiederà perchè l'altro non può camminare a piedi scalzi, il problema drammatico mi sembra per il treenne che vedrà vicino a lui l'oasi di libertà mai avuta.
bo, forse l'unica è lasciare che ogni nipote si comporti come vuole e vedere che succede!
ma i due figli della nonna non si parlano?

I due figli della nonna si parlano "poco" nel senso che non sono in cattivi rapporti ma più che altro non hanno un vero rapporto e quindi non affrontano di certo questioni profonde come l'educazione dei rispettivi figli.
Il problema è sì maggiormente per il treenne anche perchè la nonna in questione, nel rispetto delle linee educative dettate dalla propria figlia, si rapporta al nipote treenne più o meno come farebbe la figlia stessa, pur se meno inflessibile di lei, anche se lei nonna sarebbe freak almeno quanto l'altro figlio (nonchè il mio compagno)...

(14-05-2012, 11:39 11)Alexandra Ha scritto:  E' lì che deve entrare in gioco il buon senso e la "personalità" della nonna: in casa sua, detti le proprie regole, sia che si tratti di mollare un pò le redini all'uno, sia di frenare il paciugo illimitato dell'altra. Poi, si sa, i bambini si stimolano a vicenda (se non vengono citati ad esempio l'uno all'altro con quel fare sentenzioso che mi fa sempre venire voglie omicide...)

... ma perché si devono impiastricciare e spalmare cibo ovunque? che gusto ci provano??? io lo tollero, ma mi provoca un profondo malessere, odio quelle sensazioni di sporco e appiccicoso che fatalmente finiscono addosso anche a me, odio dover pulire in continuazione. Quand'è arrivata al nido, la mia Cucciola piangeva se si ritrovava le mani sporche di cibo, e non voleva mai mettere le mani nelle cose viscide (pittura, colla, verdura cruda...), adesso invece lo fa apposta ... sigh!

Ma quindi è giusto che la nonna detti le "proprie" regole, o no?
per me, si, nella misura ovviamente del ragionevole, senza stravolgere completamente tutto, ma lasciando un pò di margine sulle cose che ritiene giuste. (per la serie "a casa mia si fa come dico io". per esempio, ricordo che a casa di mia nonna c'erano regole precise di comportamento che a casa nostra non c'erano, ed erano perfettamente ben accette.)
Un bambino è ampiamente in grado di capire che il mondo non è univoco, e che se la mamma ci tiene a morte all'ordine e alla pulizia, non è detto che sporcandosi un pò si muoia, o che non ci siano modi per essere puliti senza necessariamente essere imboccati e tenuti a guinzaglio su tutto, così come un "paciughista" può benissimo capire che a qualcuno dia fastidio lo sporco..

(14-05-2012, 11:10 11)isottablu Ha scritto:  Impiastricciare e spalmare cibo è indispensabile per un corretto approccio al cibo dei bambini, adesso non ho tempo per approfondire la questione ma la cosa è assodata da più di uno studio in materia. I bambini ossessionati dalla "pulizia a tavola" sono poi spesso quelli che hanno forti ripercussioni sulla voglia di mangiare (vedasi il treenne del mio post)
Lo so. per questo porto pazienza e tollero. La mia Cucciola, all'inizio, credo si stufasse molto in fretta del cibo perché si sporcava e le dava fastidio, adesso è molto più spontanea e tranquilla. Se approfondisci, magari anche in un altro post, mi fa piacere.
Secondo me, se imponi la pulizia come una forma di terrore, alla prima occasione avrai un giovane che farà di tutto per togliersi questo incubo, e per il quale essere sporco sarà sinonimo di liberazione. Invece, essere puliti è una delle principali e più essenziali fonti di benessere. Infatti, la mia Cucciola adora essere lavata, per lei è una festa (sopratutto se può far sprizzare acqua in giro).



RE: Noi, futuri nonni - Memorandum anti-ostilità - Linda Eva - 14-05-2012

quoto Alexandra, soprattutto nel primo post di risposta.
In realtà, no, neanche secondo il Vate sarebbe opportuno che il bambino interiorizzi l'idea che il cibo serva per giocare.
Di fatto, però, nei primi tempi dell'approccio AS l'esplorazione e i tentativi, poi, di mangiare autonomamente comportano che si lasci loro un margine di libertà di 'impiastricciamento'.

In ogni caso trovo giusto che la nonna, pur nel rispetto delle linee educative dei due figli-genitori, trovi il modo di stabilire delle norme 'medie' di comportamento consone alla convivenza dei 2 nipoti in casa sua.


Detto ciò, la situazione di questa nonna mi ricorda quella di mia madre con il miei figli e i due di mia sorella 'perfettamente' coetanei dei miei.
La fortuna sua è che raramente si trova a gestire i pasti del mio piccolo AS e la piccola non AS di mia sorella!

Devo dire, comunque, che alla fine il più capace di adattarsi è il mio.
Credo che la libertà AS renda più 'elastici' mentalmente anche perché di solito si associa ad una morbidezza, anche se con momenti di rigore 'normativo' familiare, vissuta anche in tutti gli altri ambiti dell'educazione e della vita familiare.


RE: Noi, futuri nonni - Memorandum anti-ostilità - Alexandra - 14-05-2012

quoto Linda Eva!
mentre un bambino cresciuto con regole "assolute" avrà difficoltà ad adeguarsi, e potrà anche aver già interiorizzato l'atteggiamento di giudizio negativo e/o terrore del diverso (che anche da adulto sono difficili da scrollarsi da dosso), un piccolo abituato ad essere "con" gli altri ha meno problemi a conformarsi quando necessario, e, sopratutto, non ci vede una costrizione insopportabile.

Sull'idea che il cibo non deve servire per giocare, mi sembra in effetti che coincida con l'idea del Vate della "limitata disponibilità di cibo", oltre che con un fondamentale rispetto per una cosa preziosa "frutto della terra e del lavoro degli uomini", dono della natura, vita di un animale, fatica di chi ha lavorato per farlo crescere, poterlo comprare, cucinarlo. Ovviamente, bisogna trovare un equilibrio con la necessità per il bambino di conoscere/sperimentare. p.ex.: può mangiare con le mani, essere maldestro e sporcarsi, anche eventualmente lanciarlo qualche volta per accertare il suo controllo dinamico sul cibo, ma non usarlo intenzionalmente per giocare.


RE: Noi, futuri nonni - Memorandum anti-ostilità - federicapitu - 14-05-2012

sul fatto che il cibo serva x giocare vi posso riportare il punto di vista della Rapley (vate del BLW), fatene quello che volete Smile. Abbiamo gia' discusso nell'apposito post le differenze e somiglianze con AS.
Il cibo e' di fatto gioco e tale va considerato fino a che il bambino non collega il cibo con la fame che avviene a una eta' variabile di 9 mesi-anno. La manipolazione e' assolutamente necessaria (vi ricordo che con il BLW MAI si imbocca) e male necessario e' il successivo impiastricciamento. Perche' si crei un rapporto buono con il cibo e' necessario che il bimbo interiorizzi il collegamento cibo/fame autonomamente e iniziera' a impiastricciare meno e mangiare di piu'. Per quanto riguarda le buone maniere a tavola, verranno anch'esse ragionevolmente naturali per imitazione dei genitori. Bisogna comunque tener presente che il bimbo di un anno e mezzo non vede nessun motivo per il quale non si debba buttare il cibo in terra e ne sara' anzi affascinato perche' inizia a capire la gravita'. Che il cibo e' sudore della fronte e 'ci sono i bambini che muoiono di fame' sara' un concetto estraneo x vari anni e iniziera' ad avere senso solo intorno ai 2 e mezzo 3 anni. Questa e' piu' o meno la scalette molto eleastica che la Rapley propone.


RE: Noi, futuri nonni - Memorandum anti-ostilità - Valina - 15-05-2012

Io non sono per la via di mezzo. Dai libri che ho letto, ma soprattutto dalle spiegazioni del consulente familiare che mi seguì in terapia, il bambino così piccolo, prima dei tre anni, ha bisogno di informazioni univoche e le differenze che inevitabimente ci sono le percepisce ugualmente in maniera molto più morbida. L'ideale sarebbe che la nonna non dovesse accudire insieme i due nipoti. Probabilmente il più grande potrebbe capire che la piccola è "piccola" e ancora incapace di gestire perfettamente il cibo o alcune cose. E pian piano abituarsi alle abitudini di una casa. Comunque, per come la vedo io, non lascerei mai mia figlia in una casa dove le proibizioni sono troppe, dove il mio punto di vista sulle scelte di libertà del bambino non vengono accettate o viceversa le scelte di "pulizia".
La questione è delicata perché la nonna, pur essendo freak, non può "contravvenire ai bisogni della figlia di ordine e pulizia", però può provare a parlare con lei per capire da dove venga tutto questo malessere. In fin dei conti non trovo giusto che ciò che dà fastidio alla mamma passi al figlio. Intendo che se la mamma non sopporta le mani impiastricciate, potrebbe pensare che il risparmiare alla figlia la stessa sensazione di disagio sarebbe benefico! Mia figlia non sopporta le mani sporche di cibo ma incomincia a paciugare con altri materiali godendo (come qualcuno ha scritto) della fase di pulizia. Ed io non ho mai fatto una grinza e non ho mai cercato di fare in modo che la cosa non le desse fastidio.
L'ordine e la pulizia entrano con "ordine" nel mondo del bambino seguendo l'esempio senza che debba essere imposto. E ci vuole almeno un paio di anni perché avvenga. C'è anche la fase di "protesta" che sopportare senza entrare in conflitto con il bambino è auspicabile. Forse il genitore deve capire che può essere più furbo del proprio figlio e non appioppargli i suoi fastidi. In un modo o nell'altro i bambini vedono e sentono tutto, e quindi sono liberi di scegliere il loro modo di fare.
Sul fatto che nel mondo i bambini muoiono di fame la vedo in modo difforme da quello di Federica: non sono loro i fautori del malessere di certe regioni del mondo. Semplicemente il cibo non si butta perché si ha rispetto della terra e del lavoro. Poi potranno aiutare i paesi in difficoltà senza sentire di esserne la causa in qualche modo.

Se poi la nonna si infastidisce nel dover seguire un metodo che proprio non riesce ad accettare, meglio che non se ne occupi. Come mai i due fratelli sono tanto dissimili? Noi siamo tre fratelli molto diversi ma tutti e tre delle sottospecie di fricchettoni, cosa che mi rende in un qual modo orgogliosa!