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Il tir blu del signore col camice bianco

Questo è un articolo di qualche anno fa, che però vi voglio riproporre perché sempre attuale come vedrete tra qualche giorno in un nuovo video.

Circo

Ci ho provato a stare zitta e a farmi gli affari miei, ma ogni volta che mi passa sotto il naso questa storia del tir della celeberrima ditta di baby food che viaggia per l’Italia con a bordo il pediatra, e che si ferma per incontrare le mamme e dare loro consigli personalizzati, la temperatura del sangue sale, e ribolle. Quindi zitta non ci riesco a stare e scrivo quello che mi sgorga dal cuore.

Mi chiedo davvero come tutto questo possa essere possibile.
Come è possibile che da una parte la legge sembri voler tutelare i bambini stabilendo che il cibo destinato a loro (quello che si può commercializzare come il baby food per i bambini da 0-36 mesi) debba rientrare entro certi parametri, bla, bla, bla, e poi dall’altra lasci gli stessi bambini alla mercé dei mercanti, compratori di anime innocenti, che in collusione con i medici-giocolieri mettono in piedi questi baracconi all’unico scopo – indovina un po’ – di vendere. Si spacciano così per gli amici delle mamme e i difensori dei bambini e, mentre l’artista di strada intrattiene il pubblico, con una mano dispensano omaggi e con l’altra gli solleticano il portafogli.

Si fanno portavoce dell’informazione sull’alimentazione dei nostri figli, sulle piramidi alimentari dell’infanzia, sulla nutrizione mettendosi nella posizione dei consiglieri disinteressati. Certo, cavoli, che la loro voce arriva più lontano di tutte e ottiene più pubblico di tutti: quelli investono un pozzo di soldi per poterne fare ancora di più;

Ma anche voi, madri e padri… Come fate a credere davvero che l’informazione che viene dall’industria possa non essere di parte? Che pensate, che il macellaio vi possa mai dire che la frutta è più nutriente della carne? O credete che l’imbonitore del baby food vi confermi che un minestrone fatto in casa sia migliore di uno in vasetto sterilizzato, passato e con scadenza tra 18 mesi? (Convenienza E sicurezza… è quasi inutile fargli pubblicità…)

Ok, il libero mercato. Certo. Giusto. Tutti dobbiamo tirare a campare e tutti vendiamo qualcosa quando andiamo a lavorare, ma questi qua vendono cibo per bambini. Vendono sì ai genitori, ma PER i bambini; e i bambini vanno protetti da tutto questo! Com’è possibile che passi così inosservato, come è possibile che sia considerato normale se non apprezzabile che ci sia un medico che, con un logo gigantesco dello sponsor tatuato sul petto, dispensi consigli mentre dietro campeggia la scrittona del colore della sua squadra? Come fa la gente a ritenere che sia lecito? Perché nessuno difende le famiglie e i bambini da queste forme di marketing così aggressive e subdole? Perché non è VIETATO che i medici prestino la loro faccia, anzi, no… che prestino la faccia di una intera categoria professionale al profitto? Ippocrate si starà girando nella tomba. Quello che il medico pagato dalla ditta dice può essere la cosa più saggia, vera, equilibrata e disinteressata del mondo, ma il solo fatto che sia nel libro paga dell’azienda ne diminuisce la credibilità e lo fa diventare un volantino umano.

È uno scandalo che all’industria sia concesso di spacciare la pubblicità del proprio prodotto per informazione, e ancora di più è scandaloso che questo avvenga sfruttando la figura del medico, perché ciò equivale a prendersi gioco delle paure (starò facendo bene con il mio bambino?), delle certezze (il medico SA e di lui mi fido) e della semplicità (se lo dicono loro… sarà vero) della gente.

Ma poi… è sempre colpa della legge che non c’è? Sempre colpa di qualcun altro? Ma non basta la coscienza? Non basta la professionalità? E se buttassi là la parola etica?

E quante ce ne sono di pubblicità così, quanti camici bianchi, veri e finti vengono utilizzati per vendere… Siamo sicuri che sia lecito, che sia GIUSTO sfruttare il medico o la figura del medico per scopi commerciali? Dai campioncini che ti ritrovi già all’ospedale, a queste pubblicità in ambienti “lab”… tutto ciò che riguarda l’infanzia è una miniera d’oro per chi vende, e per ottenere il massimo impatto sul genitore si dà validità al messaggio facendolo veicolare dal medico.

Potrebbe sembrare, e non mi stupirei se così fosse, che qui ci si accanisca in special modo contro una determinata azienda piuttosto che altre.
Punto primo: non posso farci niente se il loro marketing è così efficace che arriva persino fino a me, che rifuggo la pubblicità con grande impegno 🙂 Non me li vado mica a cercare… me li ritrovo davanti. Evidentemente queste tecniche funzionano! E ad ogni modo basta farsi un giro su altri siti di baby food e state tranquilli che lo specialista lo trovate spesso.
Punto secondo: non ci si accanisce contro nessuna azienda e contro nessun prodotto particolare, ma ci si accanisce contro un certo modo di fare che no, non ci piace, e, no, non troviamo né corretto, né lecito, né accettabile. La pubblicità è l’anima del commercio, certo, e pure io ricordo con affetto e malinconia certi spot che hanno accompagnato la mia vita, ma ritengo che tutto ciò che riguarda la prima infanzia dovrebbe essere tutelato da regolamenti assai più severi. Basta, vedere i bambini come una miniera d’oro da spremere!

Che poi queste iniziative ottengono attenzione e benevolenza dal pubblico (da sempre), dimostra chiaramente quanta necessità abbiano le famiglie, e le mamme in special modo, di punti di riferimento, rassicurazioni e comunicazione – dopo tutto, ad esempio guardiamo proprio questo sito, no? Ma allora perché non è lo Stato a portare in giro per le piazze italiane il tir con il pediatra, perché non c’è il sito del governo con la dottoressa che su una pagina web risponde alle domande delle mamme? È semplice matematica: gli unici ad avere i soldi per fare questo genere di cose sono quelli che possono investire per fare altri i soldi. E noi ci becchiamo l'”Informazione” che l’industria produce. Olé.

Erano belli i tempi in cui sul tir ci viaggiava solo il Lasonil (tu-tu-tu-tu-tu-tu Lasonil…)

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33 risposte

  1. Non sono informata, che cosa dicono poi i medici presso questi tir blu?
    Forse conviene andare nel dettaglio e confutare qualche argomento
    specifico… il problema non sta nel fatto in sè, siamo in una società
    di mercato e lo sappiamo e può anche darsi che nel mare di informazioni
    commerciali e non disinteressate circoli pure qualcosa di vero, che in
    questo modo viene diffuso… Il punto sta nella società civile, noialtri
    insomma, che dobbiamo fare filtro e ascoltare tutti gli imput che
    vengono dal mercato e dai media in modo ragionato. Dobbiamo farlo ogni
    giorno, ogni ora e non solo per i tir blu. Non tutti siamo capaci e
    competenti allo stesso modo per avere un pensiero critico ma questa è
    l’unica soluzione!

    1. Non lo so cosa si dica nei tir blu e a dirlo tutta sono certa che tra una pubblicità e l’altra si dica anche qualcosa di giusto, ma – come ho detto sopra – trovo assurdo e riprovevole che si utilizzi il medico, e quindi la salute, come mezzo per ottenere vendite e che il camice bianco si tinga dei vari colori di squadra. Cuoricini come loghi, continui rimandi all’amore di mamma, alla sicurezza… un marketing che punta al “ci prendiamo noi cura di tuo figlio”, tempo testimonia pure il medico quanto siamo bravi! Lo spirito critico, come dici tu, va usato sempre, ma io davvero non mi posso capacitare del fatto che ci si debba DIFENDERE dalla pubblicità, e che questa sia la più forte, vocale e vincente nel diffondere le “informazioni”.

      1. Gloria_ lo so, l’informazione libera si trova da altre parti, blog e forum compresi! Il punto non è vietare i tir blu ma moltiplicare tutti gli altri canali di informazione. Lo spirito critico è come un orecchio musicale o il gusto, migliora se si pratica e se si coltiva. Io credo comunque che la pubblicità non ha successo da sola, per esempio,  gli omo di cui sopra hanno il loro miglior alleato nei ritmi veloci della nostra quotidianità: vuoi mettere, se torni dal lavoro tardi o sei presa tra mille mestieri, quanto è veloce aprire un vasetto?  Ad ogni modo…forse bisognerebbe salire su questi tir e scoprire e verificare di persona che cosa succede. Prima regola base del vecchio giornalismo, quello che si vedeva al cinema: verificare 🙂 . Ps: grazie a blog e forum tutti che ci fanno sentire meno persi

        1. Credo che avrei un milione di cose da dire a partire da questo tuo commento, per non parlare del fatto che questa campagna in particolare usa proprio i blog per amplificarsi, il che complica molto le cose, perché la garanzia di disinteresse è sempre più impalpabile e difficile da riconoscere.
          Ci sarebbe piaciuto andare sul tir, ma siamo un perino fuori mano 😀

        2. Claudia Eleonora, a mio avviso è quasi irrilevante cosa dicono… il punto è che il tipo è stipendiato dalla ditta e quindi per definizione di parte. Magari mi dice cose giustissime (anche se ho avuto occasione di ascoltarlo brevemente una volta in rete e le castronerie le dice pure lui), ma come faccio a essere sicuro che mi dica TUTTO e soprattutto nel MIO interesse? Per quanto li riguarda, non credo sia neanche importante COSA dicono, ma il semplice fatto che lo dica uno con il camice bianco dà lustro e credibilità all’azienda stessa.
          L’immoralità non è tanto, o quanto meno non solo nei contenuti, ma nel fatto che sfruttino la categoria medica per fare soldi.
          Come avrai visto anche qui:
          http://www.autosvezzamento.it/il-marketing-del-baby-food/

          questa è comunque un’idea vecchia come il cucco… i mezzi pubblicitari usati dall’industria baby food non cambiano da 80 anni e più a questa parte, ovvero non sono MAi cambiati 🙂

          Sul fatto che sui blog si trovi l’informazione libera… certamente quello che trovi è, sì, spesso, libero, ma è davvero informazione? Su questo posso senz’altro dire di NO. Sul fatto che poi sia libero ho spesso molti dubbi… dopo tutto se un sito accetta uno sponsor, poi non può mica andare a sputare nel piatto in cui mangia, no? 😀

  2. Laura Fracassi, non credo che dica niente di davvero sbagliato, alla fine dei conti, quello di cui mi scandalizzo è l’accostamento pediatra-ditta produttrice, che ottiene così questo timbro di validità e “santità” in virtù della presenza dello specialista. Stessero a fare la pubblicità di un prodotti qualsiasi, la cosa non mi turberebbe, ma stiamo parlando di bambini e di neo mamme, due delle categorie più fragili che si possano trovare! /Gloria

  3. ci vorrebbe qualcuno che, in incognito, si presenta nel tir a sentire cosa dice il pediatra e magari lo incalza davanti alle altre mamme richiedendogli dimostrazioni scientifiche di quello che dice

  4. Io l’ho visto quel tir!!! Il giorno dopo al suo posto c’era un tendone con la focaccia genovese , lì ci siamo entrati 😉

  5. Un bimbo di mia conoscenza,7anni ancora alimentato con biberon e biscottino granulato mattina e prima della nanna (lo giuro,non sto scherzando!!) mi ha mostrato tutto felice foto davanti al camper&cofanetto omaggio della marca arancione avuto durante un pomeriggio “per i bambini” a Bologna,citta’ lontana ma raggiunta SOLO x portarlo a quell’appuntamento……..no comment!!!!

  6. In Francia scoppiò un casino perché il dottor dukan mise la sua faccia su una dieta commerciale. .. come mai in Italia queto non succede?

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