Autosvezzamento.it
Cerca
Close this search box.

Perché non far mangiare per principio lo zucchero ai bambini, anche piccoli, non ha senso

zucchero bambini vietato
Immagine di Marco Segato, con licenza CC

Lo zucchero causa sempre tanti problemi, specialmente sui social. Tre commenti scelti a random dalla nostra pagina Facebook:

  1. Anche i dolci da subito? Io avrei detto di no, a pelle.
  2. I dolci non li do. Non mi va di dare lo zucchero da piccoli. Neppure i biscotti “fatti” per modo di dire per i bambini. Sto cercando una ricetta senza zucchero. Sperimento… Aggiungendo arancia, limone forse si attutisce la necessità di zuccheri. Vedremo….Suggerimenti?
  3. Anch’io sono per il non dare dolci da così piccoli e tutti mi guardano come un’aliena

Il terrore dello zucchero che corrompe serpeggia sempre, ma, se analizziamo i fatti, questa è una paura del tutto irrazionale. Da come la mettono alcuni, sembra che se il bambino assaggia qualcosa di dolce, apriti cielo, la sua vita sarà rovinata per sempre. Altri dicono che sia meglio aspettare che il bambino sia più grande, perché così… boh… non ho mai capito cosa (non) dovrebbe succedere.

Il problema secondo me nasce dal fatto che si continua a pensare in termini di svezzamento “tradizionale/medicalizzato” per cui il bambino DEVE mangiare la sua pappa, anche se a lui non piace o non va o non va tutta. Allora il genitore per renderla più appetibile ci aggiunge dello zucchero (o qualcosa di dolcificante) perché “con un poco di zucchero la pillola va giù”, come ci insegna Mary Poppins. Così il bambino si abitua a mangiare cose dolci e (forse) non vuole più il resto instaurando uno dei più noti circoli viziosi nell’alimentazione dei più piccoli.

Se invece il bambino, autosvezzandosi, condivide la tavola dei genitori, questi verrà esposto naturalmente a tutta una serie di alimenti che vedrà mangiare ai genitori e se tra questi c’è anche qualcosa di dolce (che sia frutta o un… “dolce”) non vedo quale possa essere il problema.  Paragoniamo questa situazione a chi dà al bambino il biberon con sciolti i biscotti (che sappiamo essere per circa il 25% composti da zucchero) o qualcosa di dolce perché “almeno così mi mangia qualcosa” e vediamo come queste scenari siano radicalmente diversi.

Inoltre si continua a differenziare tra zucchero grezzo e raffinato (come se fossero diversi – vedi in basso per dei link informativi), tra zucchero della frutta e zucchero aggiunto, ma lo zucchero è… zucchero. Zucchero raffinato e non raffinato sono IDENTICI, eccetto per le impurità che da un punto di vista della salute contano zero, ma da quello organolettico moltissimo (motivo per cui anche io a casa ho il moscovado, che uso per alcuni dolci e per fare delle salse agrodolci).
Il punto è che nella dieta di tutti i giorni lo zucchero è zucchero, indipendentemente da dove viene raccolto e dal colore. Frutta, fetta di torta, latte… tutte contengono zucchero e stigmatizzare la fetta di torta perché… boh… perché ce lo metto manualmente è un controsenso. Mangiare solo mele fa male, così come mangiare solo dolci, ma se, come deve essere, la dieta è varia il problema non sussiste.

Notate che non parlo della differenza tra zuccheri liberi e non liberi. Per quella vi rimando all’articolo dedicato.

In tanti continuano a dire che per principio vanno evitati i dolci… Ma perché andrebbero evitati? Se una mela va bene nonostante abbia al suo interno quei 10-12-14 g di zucchero, perché mai mi dovrei privare o dovrei privare mio figlio di una fetta di torta margherita, come quella in fotografia, che contenga una simile quantità di zucchero? Certo, con la mela prendo fibre, vitamine, zucchero, ecc. Ma con il dolce prenderò carboidrati, proteine, zucchero, ecc. All’interno di un’alimentazione varia non c’è alcuna logica a censurare un dolce, e in base a che… perché contiene zucchero? Perché lo zucchero della frutta fa bene e quello delle torte male? Quest’affermazione non ha alcuna logica, ma è radicata nella solita dicotomia tra cibi che fanno bene e cibi che fanno male. Lo so che lo zucchero della frutta e quello dei dolci sono diversi, ma qui si parla del potere che, secondo alcuni, lo zucchero ha di corrompere i più deboli.

Anche se non ce ne dovrebbe essere bisogno, puntualizzo che non vi sto consigliando di chiudere immediatamente il computer così da poter andare a comprare una bella crostata confezionata e di mangiarvela tutta in una volta sola, ma che se capita di avere un dolce a casa e il bambino lo vuole assaggiare, facciamolo senza sensi di colpa che non hanno ragione di essere.

Quello che bisogna evitare è la stigmatizzazione. Ognuno fa quello che gli pare secondo le proprie abitudini familiari.

A casa vostra non si consuma zucchero? Perfetto.

A casa del vicino lo zucchero si mangia? Ugualmente perfetto.

Il bambino si mangia una fetta di torta contenente lo zucchero? Perfetto… Ma sarebbe ugualmente perfetto se si fosse mangiato una galletta integrale.

Stigmatizzare l’utilizzo dello zucchero, facendo spesso leva sul senso di colpa del genitore, di sicuro è un qualcosa ben peggiore dello zucchero stesso, soprattutto quando poi la cosa non è supportata da evidenze. Chiaramente se i genitori per primi bevono bevande gassate con regolarità e dolci a bizzeffe, il problema è certamente a monte e saranno loro a dover rivedere la loro dieta in quanto i loro figli li seguiranno nelle loro orme (perché questo è il loro lavoro). Però usare questo esempio per concludere che non bisogna far introdurre lo zucchero nella dieta dei bambini prima degli n anni, non ha alcun senso.

Gli ingredienti non hanno alcuna importanza nel grande schema delle cose. L’unica cosa importante è avere un atteggiamento sereno ed equilibrato verso il cibo e consentire ai bambini (e, se ci riescono, agli adulti) di mangiare seguendo esclusivamente quelli che sono gli stimoli di fame, sazietà, ecc. che gli manda il proprio corpo.

Non esageriamo con il consumo di zucchero, rendiamoci conto dove si trova, evitiamolo dove non serve e godiamoci una bella fetta di torta. Il resto è irrilevante.


Per chi desidera approfondire, ecco alcuni articoli che troverete interessanti:

Perché il fruttosio come dolcificante non è indicato

Quanto zucchero si può mangiare al giorno

Gli zuccheri nascosti nel cibo che compriamo e viene venduto “senza zuccheri aggiunti”

Come mai il succo di mela è un modo di dolcificare senza menzionare lo zucchero

Bressanini descrive il processo di lavorazione dello zucchero bianco (e non solo) (leggerlo attentamente prima di commentare).

Bressanini spiega le differenze tra zucchero bianco e zucchero di canna.

Quanti dolci mangiare? Guardiamo la piramide alimentare.

ISCRIVITI e ricevi SUBITO
in OMAGGIO
la NUOVA EDIZIONE dell’ebook,
“E SE SI STROZZA?”

IN PIÙ IMPARA
QUELLO CHE C’È DA SAPERE CON IL
MINICORSO

COS’È L’AUTOSVEZZAMENTO E PERCHÉ È DAVVERO PER TUTTI.
Con oltre 140 ricette per TUTTA la famiglia

8 risposte

  1. articolo privo di qualsiasi base scientifica….basta fare una chiacchierata con qualsiasi nutrizionista (scienziato dell’alimentazione) per sapere per quali motivi lo zucchero è meglio non darlo per niente ai bimbi molto piccoli, e poi, mano mano che crescono, solo a piccole dosi…la scrittura è responsabilità, anche in un blog, se non si sa di cosa si parla è meglio tacere!!

  2. Dopo la poppata mattutina (praticamente fin dall’inizio dell’ autosvezzamento), una colazione a base di dolce fatto in casa, con lo zucchero ovviamente (bianco o grezzo in base alla ricetta), il minimo indispensabile per rendere il dolce gradevole. Oppure l’uso della frutta per dolcificare (mirtilli, banane, frutta secca…). Tutte le mattine, perchè ci piace mangiare dolce a colazione (forse è questo tipo di assuefazione che ci spaventa?).
    A me fa molta più paura ciò che si nasconde nei prodotti confezionati, dolci o salati che siano (ad esempio il destrosio, l’aspartame o ingredienti che sfuggono alla lettura del più attento consumatore). Il sapore di questi ultimi è indubbiamente scadente quando ci si abitua a fare il cibo in casa. Per chi avesse “paura” della quantità di zucchero, provate a fare lo stesso dolce diminuendo sempre più lo zucchero (a volte invece di 200 gr ne bastano 40-60), vi renderete conto che ne basta molto meno di quello indicato in ricetta perchè il dolce riesca bene, provare per credere! Se invece si teme il diabete, provare a sostituire la farina 00 con una integrale, in modo che la glicemia non abbia troppo da ridire…abituarsi al dolce moderato significa anche apprezzare i sapori degli altri ingredienti, senza demonizzare lo zucchero!

  3. Caro Andrea, sono mamma di un bimbo di 2 anni autosvezzato che mangia di tutto (la sera chiede pasta con il broccolo o zuppa di legumi con grande soddisfazione di mamma che adora la verdura e di papa’ che mangerebbe solo le zuppe). Riguardo allo zucchero della frutta e allo zucchero industriale vorrei suggerire di leggere il libro di Luigi Costacurta, la nuova dietetica. Un libro decisamente ‘talebano’ che non condivido ma che descrive chiaramente come gli zuccheri della frutta vengono assimilati in modo totalmente diverso dagli zuccheri estratti. Il contenuto di fibre che li circonda nella frutta aiuta il processo di digestione e favorisce l’uso positivo degli zuccheri. Non sono in grado di rispiegarlo molto bene dato che non ho conoscenze di medicina e scarse in chimica ma la spiegazione era molto dettagliata e decisamente convincente (ho letto molto sull’argomento). Ho provato su me stessa una dieta completamente priva di zuccheri ed e’ davvero notevole l’effetto che si ottiene, peccato che ho trovato davvero difficile perseguire questo stile alimentare fuori casa etc.
    Noi non demonizziamo lo zucchero ma tanti dolci li preparo con la stevia o l’eritriolo. I nostri nonni consumavano 1-2 kg di zucchero raffinato all’anno, noi ci attestiamo sui 10-15 kg. Noi abbiamo scelto di mangiare occasionalmente qualche dolce fatto in casa e non privarci di un dolce a cena con amici ma cerchiamo di limitarne l’uso.

    1. Ciao Marta,

      se le vostre abitudini alimentari sono quelle, chiaramente (ma PER IL MOMENTO) il bimbo vi seguirà a ruota com’è giusto che sia, ma comincia a fare allenamento per quando, tra un paio di anni, ti comincerà a chiedere di comprargli questo o quello e ti sentirai assalire da sensi di nausea (parlo per esperienza 😀 😀 ).
      Mi chiedo però, a che pro usare prodotti dolcificanti alternativi per fare un dolce? Da noi lo zucchero si usa poco, o quanto meno lo usiamo solo nell’uovo sbattuto e per fare dei dolci (non ne usiamo in cose come caffè o latte), cosa che non accade troppo spesso. Per cui, facendone pochi dubito che il cambiamento sortirebbe alcun effetto (ma quale effetto dovrebbe essere?) I pericoli per me vengono dai cibi industriali e soprattutto dalle bibite gassate e dai succhi di frutta che possono essere pieni di zucchero all’inverosimile, senza che ce ne rendiamo conto, non certo dal dolce fatto in casa (che, se vuoi, ha il difetto di farci sapere quanto zucchero contiene). Il pericolo nasce dall’ABuso di merendine confezionate, non dalla fetta di torta. Non parliamo poi delle bibite a calorie 0 che possono essere anche peggio…

      Un altra cosa, dubito che i nostri nonni usassero 1-2 kg di zucchero l’anno. Leggo che 2 Kg di zucchero a testa venivano consumati nel 1700, ma da quando è arrivato lo zucchero dalle Americhe i prezzi sono scesi e il consumo è immediatamente aumentato. I nostri antenati consumavano poco zucchero perché era una cosa solo per ricchi, non perché scegliessero chissà quale dieta salutista 🙂

      1. Ciao Andrea, concordo sull’abuso di merendine confezionate etc ma il fatto che appunto lo zucchero non viene prodotto in natura nelle forme che usiamo quotidiamente un significato dovra’ pur averlo. E’ decisamente una droga a cui ci si assuefa’ facilmente. L’ho provato il prima persona quando ho deciso di eliminarlo per problemi di salute.
        Aggiungo un commento sul libro che menzionavo, noi in casa usiamo molto il miele in quanto e’ considerato un alimento “vivo” e non ha gli stessi effetti sull’organismo dello zucchero raffinato. Se qualcuno ha altre informazioni o libri da suggerire sulle differenze tra zuccheri naturali e artificiali e’ il benvenuto!
        Da piccola sono stata privata delle merendini etc perche’ piuttosto robusta. Ricordo ancora le merende favolose a casa dei mie amici.. Ora leggo sempre le etichette dei prodotti che compro e devo ammettere che li lascio sugli scaffali! A me servono 4 ingredienti per fare degli ottimi biscotti, perche’ alle case produttrici ne serve una decina?? Per non parlare di prodotti che qualche anno fa erano praticamente privi di zucchero ed ora ne sono pieni!! Cereali in primis! Meglio la torta fatta in casa, con zucchero, burro, latte e uova non liofilizzate.

        PS: il consumo di zucchero e’ salito a partire dalla seconda meta’ dell’800 – primi 900, quindi dall’eta’ dei nostri bisnonni, ho sbagliato di 1 generazione 😉

        —-Messaggio originale—-

        1. Marta,

          a quanto ne so il miele non andrebbe neanche abusato perché ricco in fruttosio che come dolcificante è considerato peggiore del saccarosio in quanto collegato all’obesità.

          Quello sul quale però ti invito a riflettere è quando dici “zuccheri naturali e artificiali”. Uno zucchero artificiale è ad esempio l’aspartame, ma non credo che sia quello che intendevi. Il saccarosio (lo zucchero bianco per intenderci) è naturale esattamente quanto lo è il miele, solo che nella forma “bianca” è molecola “pura”, ovvero privata delle impurità, ma non per questo più “artificiale”.

          Sugli ingredienti che si moltiplicano sempre, forse c’erano anche prima, magari non li mettevano nelle etichette 😀

          Il 10/05/16 13:09, Marta ha scritto:

        2. Ovviamente mi riferivo ad un consumo moderato anche di miele. Inoltre direi che non c’e’ confronto tra come viene prodotto il miele e lo zucchero. Tu stesso citi Bressanini e la sua descrizione del processo di estrazione dello zucchero. Il miele ha bisogno di trattamenti meccanici o termici non certo chimici. Questo fa una gran bella differenza. Inoltre la molecola del saccarosio non lo troverai mai in natura cosi’ com’e’, deve sempre essere estratta, mentre il miele e’ gia’ disponibile nella sua forma. Questa e’ la differenza a cui faccio riferimento. Dal punto di vista chimico puoi avere tutti le molecole che ti servono per ricostruire una pianta o addirittura il nostro corpo ma ti sfido a ricostruirlo. La chimica non funziona come i lego. Le interazioni tra gli elementi fanno la differenza. La definizione di zuccheri naturali e artificiali (estratti artificialmente) e’ fuorviante e spero di aver spiegato meglio il mio pensiero.

          Concordo sul commento delle etichette.. e vengono menzionati solo gli ingredienti sopra una certa quantita’. Un grosso scandalo di cui leggevo riguarda per esempio il latte e succhi microfiltrati invece che pastorizzati dove vengono aggiunte piccole quantita’ di antibiotici per mantenere il processo sterile. Chissa’ quante altre sostanze mangiamo senza saperlo.

          —-Messaggio originale—-

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

ISCRIVITI E RICEVI IN OMAGGIO LA NUOVA EDIZIONE DELL’EBOOK:
“E se si strozza?”

IN PIÙ IMPARA QUELLO CHE C’È DA SAPERE CON IL MINICORSO
SULL’AUTOSVEZZAMENTO!