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Lo spirito dell’autosvezzamento

cosa vuol dire fare autosvezzamento

Qual è la vera essenza dell’autosvezzamento? Esattamente cosa vuol dire fare autosvezzamento o meglio… PERCHÉ facciamo autosvezzamento invece di altro?

Scommetto che ognuno di noi ha una risposta diversa.

Perché è più pratico. Perché non voglio usare omogeneizzati. Perché mio figlio non voleva altro. Perché voglio dare fiducia a mio figlio. Perché è bello mangiare insieme. Perché… Perché… Perché… In tanti però sembrano dimenticare che “il bambino che si svezza da solo” è la norma biologica. Siamo fatti così. La natura ci ha programmato per passare da una dieta di solo latte a una di soli solidi naturalmente. Il percorso individuale dipenderà dalla coppia genitore-bambino. Di fatti, in anni di dialoghi sull’argomento, ho capito che lo spirito dell’autosvezzamento è diverso per ciascun genitore che lo affronta.

Dietro al cibo si nascondono (più o meno bene) sempre una miriade di implicazioni di vario genere, molte delle quali sono così personali e site così in profondità dentro di noi che forse non ce ne rendiamo nemmeno davvero conto che sono lì a parlarci e che lo fanno più forte di ogni altra cosa, al punto che – a volte – le consideriamo ragioni oggettive quando forse, in fondo in fondo, non lo sono poi così tanto.

Per questo sono convinta del fatto che l’autosvezzamento non sia uno, ma infiniti, tanti quante sono le famiglie che lo adottano, e che non ci sono un autosvezzamento puro e uno meno puro; e sono convinta che sì, è lecita anche la via di mezzo, e che l’autosvezzamento non È questo o quello, non è scritto nelle tavole della legge, ma l’autosvezzamento lo fanno i bambini, lo fanno i genitori, lo fanno le famiglie.

“Io faccio così e cosà, ma non sono sicura se questo è AS…”
Questo è autosvezzamento? Non lo so, forse non lo è se proprio stiamo a guardare i dettagli, ma lo è sicuramente se per dell’autosvezzamento consideriamo il significato lato, se intendiamo una maniera basata su fiducia e dialogo, amorevole e attenta, lenta e rispettosa, serena e magari persino felice di mangiare tutti assieme…
Allora le definizioni e i particolari non contano granché, conta solamente il disegno più ampio.

Tante ragioni diverse alla base di questa scelta, dicevamo….
Ecco, perché io ho scelto l’autosvezzamento e me ne sono tanto innamorata?

Perché l’autosvezzamento garantisce un’esperienza con il cibo a tutto tondo e favorisce l’armonia familiare e lo stare insieme. L’aspetto educativo e, in un certo senso didattico, sono in assoluto quelli principali; per me è ciò che spicca su tutto. La qualità dei cibi è totalmente secondaria.

Sì, cominciando dagli alimenti più blandi e di consistenza più semplice da gestire, abbiamo voluto che le nostre bambine assaggiassero tutto (di alcune cose ero meno contenta per motivi – mi rendo conto – del tutto personali) nella convinzione che poco di tutto – usando il cervello e nei limiti delle proprie conoscenze – non possa far male.

Conta molto ma molto di più l’esperienza della condivisione, imparare a stare assieme uniti e non divisi da un tavolo, conoscere la cucina di famiglia e i suoi significati, e imparare a gestire il proprio appetito, essendo liberi di dire di no oppure dire ancora. Nella convinzione che mangiare va ben oltre quello che metti nello stomaco. Della particella di nonsochecosa assunta una tantum tramite l’assaggio di nonsochealtro onestamente… non mi importa niente.

Questo è il mio autosvezzamento.

E il vostro qual è? Raccontatemi nei commenti qual è la VOSTRA esperienza e il VOSTRO modo di vedere l’autosvezzamenento.

Questo è chiaramente solo un articolo introduttivo per darvi un’idea di cosa vuol dire fare autosvezzamento: è pratico, serve a dare fiducia, ecc, ma se volete saperne di più sull’argomento “autosvezzamento”, cominciate dalla pagina con le domande più frequenti sull’autosvezzamento e leggete questo libro.

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20 risposte

  1. Ho scoperto l’autosvezzamento parlando con una mamma conosciuta al corso di massaggio infantile, dopo che il pediatra mi aveva lasciata perplessa indicandomi a 4 mesi la frutta e a 5 pappe con omogeneizzati e liofilizzati (non ne volevo sapere)! Memore dei consigli su allattamento esclusivo dati da OMS, UNICEF e chi più ne ha più ne metta, ho iniziato a ricercare un modo per introdurre i cibi solidi più conforme a quello che immaginavo io. Inizialmente, sarò sincera, preparavo qualche “pappa” intesa come zuppa con pastina (rigorosamente fatte in casa da me) presa dall’ansia di dover dare qualcosa da mangiare ma ho sempre e cmq messo Elena a tavola con noi affinché potesse sperimentare. Piano piano leggendo il vostro sito e le esperienze delle altre mamme ho guadagnato la serenità che tutt’oggi ci sta facendo vivere bellissimi momenti a tavola, anche al ristorante e a casa di amici e parenti (che provano molta simpatia per l’approccio!). Elena, 18 mesi, mangia veramente di tutto e da qualche mese addirittura con cucchiaio e forchetta! 🙂

  2. Tramite un incontro e poi un corso sull’alimentazione complementare a richiestatenuto dall’associazione dell’ostetrica che ci ha assistiti al parto, sono venuta a conoscenza di questa possibilità. Per noi è stato un processo molto nautare, graduale (i pasti completi sono arrivati intorno all’anno), ma non senza difficoltà; specialmente da parte mia che avevo non poca paura quando si attivava il riflesso faringeo. Per fortuna il mio compagno, molto più tranquillo di me, è stato quasi sempre presente sia a pranzo sia a cena… e così è filato tutto liscio. Oggi Lorenzo ha 26 mesi ed è felicemente autosvezzato, sebbene ancora tetta-dipendente!!
    A tutti coloro che intendono intraprendere questa strada consiglio tanta pazienza (ma non più di quanta ce ne vorrebbe con lo svezzamento naturale, anzi forse meno), tanto sangue freddo e tanta tetta (o LA) l’unico modo per essere tranquilli sulla corretta alimentazione per il primo periodo.

  3. Abbiamo cominciato a 6 mesi con lo svezzamento tradizionale ( pappe con cibo fresco e niente omo) ma mia figlia dopo 1 sett non apriva più la boca. Abbiamo fatto il controllo dei 6 mesi e il pediatra ci ha detto: ok! Per me da oggi può mangiare tutto. Non ci sono divieti basata che sia sano. Io stupita da questa cosa e cercando di imparare a memoria quando iniziare con ogni frutta o verdura ( un casino) sono andata su internet per capire se il mio era un pediatra pazzo o aggiornatissimo e così ho scoperto l’autosvezzamento. Subito ha fatto centro su di me che senza ascoltare quello che mi dicevano tutti avevo già cominciato a far assaggiare qualche cosina fuori programa. È così ho ritrovato in mia figlia la voglia mangiare.

  4. Noi facevamo as senza sapere che esistesse una definizione a questa nostra ‘pratica’di svezzamento. Semplicemente a gloria nn piaceva la consistenza molle delle pappe, era interessata a ciò che si mangiava noi e le abbiamo fatto assaggiare tutto, così naturalmente…è stato davvero semplicemente saperla ascoltare e assecondare i suoi bisogni…

  5. io ho scoperto l’as …. 4 anni fa, prima che nascesse mio figlio, e poi ho approfondito mentre ero in attesa. L’ho trovato un “non metodo” che faceva al caso nostro e della nostra famiglia, e così l’ho abbracciato con entusiasmo, anzi, ne ho abbracciato l’idea, modellandolo poi secondo le nostre esigenze, dietro indicazioni di nostro figlio. E’ stato fenomenale 😀 un successo 😉

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