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Mio figlio e l’orco

[box]L’argomento di questo post è molto diverso da quello di cui ci occupiamo normalmente, ed è un argomento molto ma molto delicato. Non si parla di cibo, non si parla di svezzamento, ma si parla di bambini e di innocenza, della necessità di ascoltarli e osservarli con lungimiranza perché – molto tristemente – a volte è necessario proteggerli dalle persone stesse alle quali lo abbiamo affidato perché se ne prendano cura.

Questa storia ce l’ha inviata una nostra lettrice e la pubblichiamo, anche se non strettamente in tema, per dare voce al suo sfogo e per stimolare il pensiero e la discussione.
La pubblichiamo in forma anonima per proteggere il bambino coinvolto.[/box]

Urlo Munch dettaglio

Mio figlio l’orco lo ha incontrato per davvero, non solo nelle fiabe che si raccontano ai bambini. Ha incontrato una Fiona che di giorno è orco e di notte una bella fanciulla.

Mio figlio è sempre stato un bambino sereno felice tranquillo con tanta voglia di scherzare nonostante i suoi 2 anni da poco compiuti e un linguaggio quasi inesistente.

Ad un certo punto inizia a non voler più andare al nido, piange tutti i giorni e contro la mia volontà ce lo porto a forza (lavoro, non ho nessuno a cui lasciarlo) pensando e giustificando il suo comportamento con la stanchezza.

Arrivano le vacanze di Natale e, per fortuna, ho 15 giorni di ferie durante i quali il cucciolo si rasserena molto; nel frattempo decide che non vuole più il pannolino e lo togliamo sia di giorno che di notte.

Sempre prima delle vacanze aveva “scoperto” di avere un pisello e che era bellissimo giocarci quindi, togliendo il pannolino, ha libero accesso a questo bellissimo gioco nuovo.

Quando, prima, esagerava coi toccacciamenti glielo facevo notare,  si lamentava anche che gli faceva male, ma durante le mie ferie ha smesso quasi di lamentarsi e di toccarsi e la cosa è finita lì.

A gennaio riprende l’asilo e ricomincia a lamentarsi di non volerci andare. Si lamenta anche del fatto che il pisello gli fa male. Inoltre, nonostante da quando ha 3 mesi dorma nel suo letto felice e beato, da prima di Natale vuole dormire con noi. Piano piano cambia il suo modo di essere e relazionarsi: non gioca più, non sta a tavola con noi, non scherza più, l’addormentamento diventa sempre più lungo – dall’addormentarsi alle 9,30 ormai tira le 11 – e soprattutto non si stacca mai dal suo nuovo gioco preferito: lo tocca in modo compulsivo non si riesce a distrarlo, rinuncia persino a fare un disegno o giocare col didò per non smettere di toccarsi.

Lo so che tutti i bimbi si toccano, ma così è davvero troppo!

Come prima cosa lo faccio vedere dalla mia amica urologa che glielo controlla, ha delle aderenze e le sistemiamo. Almeno il problema male sarà risolto, no? Povera illusa…

Ma la questione persiste e non solo il male, tutto l’insieme; davvero non so più da che parte girarmi.

Una cosa che faceva spesso era farmelo vedere e chiedermi di toccarglielo, allora ad un certo punto io ne approfitto per iniziare a passare il messaggio che è suo e non deve farlo vedere a chiunque, che si deve pulire da solo quando fa pipì, e la mamma o il papà lo aiutano quando lui lo chiede e… BAM, un giorno mi dice: “Mamma, X mi tocca il pisello, X mi fa male al pisello”.

Sono morta, mi si è gelato tutto intorno.

Mio figlio di 2 anni è stato molestato da una donna!

Sembra impossibile… Una donna… 2 anni. Mi gira la testa non riesco a mettere a fuoco.

Per parecchi giorni io e il suo papà abbiamo fatto le spugne che assorbono quanto detto, senza fare commenti o domande, lo sconvolgimento lo abbiamo lasciato ai momenti fra di noi.

Anni fa feci un corso con Alberto Pellai e mi tornarono in mente le sue indicazioni: niente domande dirette (cosa ha fatto?), niente suggerimenti (ha fatto questo?) e non far intravedere reazioni.

Una delle cose in cui ho sempre creduto, e l’autosvezzamento l’ha consolidato, è che i nostri cuccioli ci parlano, ci dicono molte cose anche senza dirle con le parole. Loro i messaggi li mandano, ma bisogna saperli ascoltare.

Dopo averlo ascoltato e aver raccolto i suoi racconti per più giorni, siamo intervenuti: abbiamo parlato con il nido e la persona è stata allontanata.

Abbiamo parlato chiaro a nostro figlio dicendogli che dopo che lui ci ha raccontato xxx, noi abbiamo detto a quella persona che non doveva toccarlo più, gli abbiamo detto che se qualcuno lo avesse fatto ancora doveva dirlo alle maestre o a noi; il mio piccolo grande uomo mi ha guardato, ha tirato un sospirone e ha detto: andiamo all’asilo!

In pochissimi giorni è tornato il mio tesoro di sempre e spero che dimentichi tutto quanto è successo che non rimanga memoria alcuna di quanto accaduto. Spero che gli rimanga però la consapevolezza che può chiedere aiuto a noi e essere protetto.

Concludo con quello che mi ha detto qualche giorno fa (sono passate 2 sole settimane): mamma io “piangio”, tu aiuti me, GRAZIE.

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42 risposte

  1. Cara Giovanna, ho letto la tua storia con orrore per quello che dovete avere passato ma anche con commozione e ammirazione per la vostra capacità di posizionarvi sui bisogni di vostro figlio, quando sarebbe stato facile perdersi nello sgomento e lascarsi andare a comportamenti che avrebbero aumentato il disagio di vostro figlio, oppure limitarsi a non vedere segnali evidenti o a non credere alle sue parole.
    Non mi concentro sulla questione denuncia/non denuncia, verità/non verità perché mi sembra che l’insegnamento più grande che possiamo trarre dalla vostra storia sia che ascoltare i nostri bambini è, ancora e sempre, il mezzo più efficace e responsabile per prenderci cura di loro; lo dimostra il fatto che il tuo bambino ora stia meglio e che abbia dimostrato di aver capito che di voi si potrà sempre fidare.

  2. Cara Giovanna mentre leggevo la tua storia avevo il cuore in gola.
    E’ tremendo quello che e’successo, posso solo lontanamente immaginare lo sgomento e il dolore che tu e tuo marito avete e state provando. Mi giro a guardare mio figlio, piccolo,indifeso, che abbraccia il mondo con serenita’e mi si gela il sangua a pensare che possano succedere queste cose in un luogo che dovrebbe essere l’isola felice sia per i bimbi che per i genitori che purtroppo devono lavorare . solo a pensare che qualcuno possa anche solo sfiorare un capello di mio figlio….si salvi chi puo’….sei stata bravissima ad ascoltare tuo figlio, a capirlo,a cogliere in tempo il suo disagio.  ti faccio i miei migliori auguri , spero che tutto proceda sempre meglio per il tuo piccino e per voi. ancora bravi. un abbraccio virtuale
    ps. non stare a giustificarti,non ne hai bisigno.ogni mamma conosce perfettamente il suo bambino e solo e soltanto lei SA’.

  3. non abbiamo mai parlato di abuso ma di molestia il cui significato e’: 
    1 Sensazione di disagio o di fastidio fisico o morale provocata da cose o persone
    2 Azione che arreca fastidio o incomodo
    sicuramente e’ accaduto qualche cosa che ha creato disagio a mio figlio

    1. @giovanna secondo me non dovevi affatto gisutificarti per la tu testimonianza-sfogo. ci mancherebbe! secondo me sei stata chiarissima e non c’era bisogno di sottolineare nulla. sei stata eccezionale, una mamma che “usa” (passami il termine) l’Amore con suo figlio e che aveva bisogno di urlare al mondo per togliersi di dosso questo schifo. hai fatto la cosa giusta. e mille volte grazie per questa tua difficile testimonianza! 🙂

    2. @giovanna mica devi giustificarti… e comunque a mio parere il confine tra abuso e molestia è sottile, soprattutto se parliamo di un bimbo di quell’età, ti abbraccio

      1. aleberto sono d’accordo, e soprattutto spesso si tende a pensare che se non c’è un vero e proprio abuso allora la “violenza” non sia così grave, che il bambino non soffra. Invece, al di là della gravità dell’atto, il bambino soffre proprio perchè imprigionato in qualche cosa di cui non capisce l’origine, non capisce se ne ha colpa o no ed è confuso dalle proprie emozioni e sensazioni fisiche. L’ascolto dei genitori ed il potersi sentire nel giusto e difesi è essenziale per superare il tutto senza problemi. Proprio il fatto che Giovanna non abbia scritto un post pieno di rabbia verso l”orco” o piena di disperazione mi fa pensare che si è cercato di capire, ponderare e valutare bene prima di agire, senza lasciarsi prendere dall’emozione e dal bisogno innato di difendere i propri figli da tutto e tutti. Mi fa pensare, insomma, che la famiglia abbia ragione a lanciare accuse a questa molestatrice.

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