31-01-2012, 04:38 16
Ok...riprendo il discorso...
E' chiaro che quando si tratta di insulti veri e propri (scemo, cretino, cattivo e simili) non sono tollerabili. Queste sono parole dal senso univoco e dirette a ferire. Punto. Non possono avere altri significati nè possono essere dette con simpatia. Sono violenza verbale, parificabili ad uno schiaffo.
Io parlo di parole quali "monello", "birba" etc, in cui sinceramente non vedo malizia. Sono termini usati appositamente per i bimbi (mica ad uno che mi taglia la strada dico "birba") e che recano un tono di finto rimprovero e spesso di gioco. Io uso "birba" quando giochiamo e Mario ne capisce benissimo il significato, tanto che domenica scorsa, non avendo trovato lo zio (che adora) a casa mi ha detto "B. (nome dello zio) birba". Ma lo ha detto ridendo.
Altro è "etichettare", pratica che non piace neanche a me (tipo "sei capriccioso") perchè vuol dire volerin qualche modo contenere un esserino che è ancora in divenire.
Non so...probabilmente sbaglio. Ma io credo che l'insulto sia nel tono, non nella parola (a parte le parole che di per sè sono insulti...come dicevo sopra).
Mi ricordo di un bambino che quando era piccolo piangeva se altri bambini lo prendevano in giro dicendogli "sei proprio un X (dove X era il suo nome)". Chiaro che ciò che lo faceva piangere era la presa in giro, non certo il suo nome!
Quanto agli altri, io sono sempre dell'idea che non si può censurare il mondo intorno ai nostri bimbi, ma spiegarglielo si. Quindi se il nonno si lascia sfuggire un "sei cattivo" (mi è successo stamattina) perchè al rifiuto di mangiare la mela il nonno ha insistito (Mario, autosvezzante, ovviamente non è abituato alle insistenze) e Mario ha lanciato la fettina di mela a terra, io intervengo e dico "ma nonno, lui ti ha detto che non la voleva! E per fartelo capire l'ha buttata. La prossima volta ti dice "ho detto noooo!!" (cosa che in realtà non ho fatto perchè mi ha colto di sorpresa...ma che la prossima volta, sperando che non capiti, farò senz'altro!). Oppure dire a Mario: "Lo so che non volevi la mela, perchè lo hai detto e nonno non doveva insistere. Ma il cibo a terra non si butta. La prossima volta se nonno insiste gli spieghi che non ti va".
Sono ancora molto piccoli, ma prendere l'abitudine di spiegargli tutto è un buon esercizio che ci servirà più in là.
Quanto ai nonni, io propongo di aprire un apposito post, con lamentele (o insulti...) e lodi
E' chiaro che quando si tratta di insulti veri e propri (scemo, cretino, cattivo e simili) non sono tollerabili. Queste sono parole dal senso univoco e dirette a ferire. Punto. Non possono avere altri significati nè possono essere dette con simpatia. Sono violenza verbale, parificabili ad uno schiaffo.
Io parlo di parole quali "monello", "birba" etc, in cui sinceramente non vedo malizia. Sono termini usati appositamente per i bimbi (mica ad uno che mi taglia la strada dico "birba") e che recano un tono di finto rimprovero e spesso di gioco. Io uso "birba" quando giochiamo e Mario ne capisce benissimo il significato, tanto che domenica scorsa, non avendo trovato lo zio (che adora) a casa mi ha detto "B. (nome dello zio) birba". Ma lo ha detto ridendo.
Altro è "etichettare", pratica che non piace neanche a me (tipo "sei capriccioso") perchè vuol dire volerin qualche modo contenere un esserino che è ancora in divenire.
Non so...probabilmente sbaglio. Ma io credo che l'insulto sia nel tono, non nella parola (a parte le parole che di per sè sono insulti...come dicevo sopra).
Mi ricordo di un bambino che quando era piccolo piangeva se altri bambini lo prendevano in giro dicendogli "sei proprio un X (dove X era il suo nome)". Chiaro che ciò che lo faceva piangere era la presa in giro, non certo il suo nome!
Quanto agli altri, io sono sempre dell'idea che non si può censurare il mondo intorno ai nostri bimbi, ma spiegarglielo si. Quindi se il nonno si lascia sfuggire un "sei cattivo" (mi è successo stamattina) perchè al rifiuto di mangiare la mela il nonno ha insistito (Mario, autosvezzante, ovviamente non è abituato alle insistenze) e Mario ha lanciato la fettina di mela a terra, io intervengo e dico "ma nonno, lui ti ha detto che non la voleva! E per fartelo capire l'ha buttata. La prossima volta ti dice "ho detto noooo!!" (cosa che in realtà non ho fatto perchè mi ha colto di sorpresa...ma che la prossima volta, sperando che non capiti, farò senz'altro!). Oppure dire a Mario: "Lo so che non volevi la mela, perchè lo hai detto e nonno non doveva insistere. Ma il cibo a terra non si butta. La prossima volta se nonno insiste gli spieghi che non ti va".
Sono ancora molto piccoli, ma prendere l'abitudine di spiegargli tutto è un buon esercizio che ci servirà più in là.
Quanto ai nonni, io propongo di aprire un apposito post, con lamentele (o insulti...) e lodi