14-09-2012, 09:17 21
Proprio ieri parlando con dei vicini è venuta fuori questa storia che vi vengo a raccontare.
I miei vicini hanno: Lui 96 anni, Lei un pò meno. Sono arzillissimi, soprattutto lei, anche se un pò sordi.
Dunque, ai loro tempi di gioventù, quando facevano i contadini, c'erano due bambini del paese, due fratellini, che stavano sempre con Lui in giro per le campagne. Non avendo asili per far palestre nè per socializzare, i bambini erano allo stato brado, liberi come il vento.
Arrivò il primo giorno di scuola, e la maestra comprese subito che era come cercare di domare due cavalli selvatici. Allora, quando vedeva che scalcettavano, li faceva uscire: si facevano una galoppata e poi tornavano in classe, più rilassati e attenti.
Questa storia mi ha fatto molto riflettere. Se capitasse oggi, verrebbe imputata la colpa all'educazione troppo morbida dei genitori, al lettone, al seno... verrebbe diagnosticato un deficit di apprendimento o un'iperattività, verrebbero convocati psicologi e operatori sociali. Questa maestrina di campagna, pur con i molti limiti che ci saranno stati allora rispetto ad oggi, con osservazione, empatia e intelligenza risolse tutto, senza clamore, accontentando tutti.
A.
Ho letto l'articolo del Corriere e non ho capito una cosa: ma quanti primi anni di materna si sono fatti sti bambini? L'anno scorso primo anno a Milano in una scuola italiana, quest'anno sempre a Milano, sempre il primo anno, in una scuola inglese???? Come mai hanno ripetuto il primo anno, adesso bocciano anche alla materna? Comunque va bè dai, sono opinioni. Ricordiamoci di:
1) non farci confondere e ragionare con il nostro cuore e la nostra testa, e
2) il nido, e la materna, sono soprattutto per i bimbi che hanno i genitori che lavorano (o almeno una volta era così, adesso sembra quasi che anche la meterna sia diventata scuola dell'obbligo - almeno morale - dove un bambino dovrebbe andare a prescindere) e di conseguenza ogni intoppo, ogni pianto, ogni rallentamento, comunque è d'intralcio al lavoro, il che è gravissimo, in una società che misura il benessere con il pil. Se poi l'intoppo se lo sorbetta la madre, apriti cielo! L'anacronismo per antonomasia!
A.
I miei vicini hanno: Lui 96 anni, Lei un pò meno. Sono arzillissimi, soprattutto lei, anche se un pò sordi.
Dunque, ai loro tempi di gioventù, quando facevano i contadini, c'erano due bambini del paese, due fratellini, che stavano sempre con Lui in giro per le campagne. Non avendo asili per far palestre nè per socializzare, i bambini erano allo stato brado, liberi come il vento.
Arrivò il primo giorno di scuola, e la maestra comprese subito che era come cercare di domare due cavalli selvatici. Allora, quando vedeva che scalcettavano, li faceva uscire: si facevano una galoppata e poi tornavano in classe, più rilassati e attenti.
Questa storia mi ha fatto molto riflettere. Se capitasse oggi, verrebbe imputata la colpa all'educazione troppo morbida dei genitori, al lettone, al seno... verrebbe diagnosticato un deficit di apprendimento o un'iperattività, verrebbero convocati psicologi e operatori sociali. Questa maestrina di campagna, pur con i molti limiti che ci saranno stati allora rispetto ad oggi, con osservazione, empatia e intelligenza risolse tutto, senza clamore, accontentando tutti.
A.
Ho letto l'articolo del Corriere e non ho capito una cosa: ma quanti primi anni di materna si sono fatti sti bambini? L'anno scorso primo anno a Milano in una scuola italiana, quest'anno sempre a Milano, sempre il primo anno, in una scuola inglese???? Come mai hanno ripetuto il primo anno, adesso bocciano anche alla materna? Comunque va bè dai, sono opinioni. Ricordiamoci di:
1) non farci confondere e ragionare con il nostro cuore e la nostra testa, e
2) il nido, e la materna, sono soprattutto per i bimbi che hanno i genitori che lavorano (o almeno una volta era così, adesso sembra quasi che anche la meterna sia diventata scuola dell'obbligo - almeno morale - dove un bambino dovrebbe andare a prescindere) e di conseguenza ogni intoppo, ogni pianto, ogni rallentamento, comunque è d'intralcio al lavoro, il che è gravissimo, in una società che misura il benessere con il pil. Se poi l'intoppo se lo sorbetta la madre, apriti cielo! L'anacronismo per antonomasia!
A.