mhhh...
Mi sono persa, quindi non so se l'hai letto.
Io ho letto sia quello che una spece di compendio di estivill.
Secondo me dobbiamo partire da un presupposto: arrivare a leggere qualcosa perche' sei alla frutta.
La pantley lo ha scritto dopo essere arrivata alla frutta con uno dei suoi bambini (cosi' come sara letardi era alla frutta con il suo secondo, e quindi ha incominciato a "studiare" l'argomento per uscire dall'impasse): quando sono mesi che non riesci a dormire, quando ti aggiri come uno zombie, quando tutta la qualita' della tua vita ne risente, hai bisogno di trovare una soluzione. Hai bisogno di sentirti meno sola (ovvero, non sei un genitore incapace perche' tuo figlio non dorme).
Hai bisogno di una soluzione che non sia: "fallo piangere fino a diventare blu, poi imparera' e sara' felice", e nemmeno: "non c'e' niente da fare, dovrai essere uno zombie fino a boh per essere "rispettoso" di tuo figlio". Puoi cercare di essere rispettoso quanto vuoi, ma se sei arrivato alla fine delle tue risorse fisiche/mentali questa cosa non fa bene a nessuno. La pantley cerca di fare questo.
A me quello che e' piaciuto della pantley:
- ti fa dare un approccio quasi "scientifico" per cui scrivi una specie di diario, per capire se c'e' uno schema nei comportamenti di tuo figlio
E' un po' un'americanata, pero' a volte funziona (ad esempio, a noi con l'asma di daniele ha funzionato). Ti fa un po' uscire fuori dal problema, per cercare di recuperare oggettivita' (cosa non sempre facile quando hai il cervello in pappa).
- assolutamente non ti dice che c'e' una soluzione buona per tutti i bambini, ma ti da dei suggerimenti, poi ti dice come provare ad applicare i cambiamenti (ovvero: se pensi che tuo figlio dorma male perche' dorme troppo poco, e' inutile decidere dall'oggi al domani di metterlo a letto un'ora prima, non funzionera').
- mette molto l'accento sul fatto di farli dormire a sufficienza, fargli fare anche sufficiente moto ecc.
- assolutamente non dice di non andare dal proprio figlio che piange
Io poi non demonizzerei nemmeno tanto l'oggetto transizionale: a volte aiuta anche a fare quei piccoli passi di crescita che vorresti fare e per cui sei spaventato...hai due "tensioni" diverse dentro di te e vorresti riuscire ad andare avanti... a me a volte fa pensare alla piuma magica di dumbo....
(31-10-2011, 12:43 00)Linda Eva Ha scritto: (25-10-2011, 02:14 14)alessimdon Ha scritto: ho capito delle cose sul sonno,
questo lo quoto.
Ma non fa capire niente sui bambini, secondo me.
Fondamentalmente perché quello che interessa non è il meglio anche per loro, ma come ottenere la cosa più comoda per i genitori sfruttando o addomesticando i loro impulsi naturali a nostro vantaggio.
Secondo me, Cancy, questo lo rende apparentemente rispettoso di loro, ma in realtà non lo è per niente.
Rientra fra quelle tante teorie elencate in Besame Mucho che mascherano ciò che è comodo per noi da apparentemente comodo pure per i bambini!
Quel tono garbato serve solo a toglierci i sensi di colpa e farci pensare di essere nel giusto.
Come più o meno dice Gonzales, un bambino che non vede arrivare la mamma quando ne ha bisogno, quando ha paura, quando la sua natura gliela fa cercare, smette di cercarla perché non sa più immaginare che lei possa essere lì quando ne ha bisogno.
Se la mamma per lui non c'è, non c'è, ecco perché non la cerca più, e non perché così si senta appagato lo stesso.
Infatti ,propone anche l'oggetto transazionale, no?
Che è un sostituto freddo di lei.
Chi ha letto Estivill?
In cosa differisce? Eruditemi, sono curiosa!