21-03-2012, 03:37 15
Hmmmm... per me la distinzione sta sopratutto nel fatto che il piccolo si faccia volontariamente male, o no. Se non si fa del male, per me sta solo scaricando la frustrazione. Di base, quando la mia piccola si butta faccia a terra, solo qualche volta capita che prenda una botta, e succede inavvertitamente. Quello che faccio è prenderla e consolarla, e la maggior parte delle volte lo accetta volentieri. Quando è proprio arrabbiatissima, si dibatte, e allora la trattengo dolcemente parlandole e affermando chiaramente che non voglio che si faccia male.
Se invece si fa male apposta, allora penso che venga spontaneo chiedersi perché, e non accontentarsi dal "è normale". (normale, si, ma ho sentito anche di tale, e pure autorevole, che avrebbe scritto è normale che un bimbo possa "farsi vomitare" per ottenere fraudolentemente il contatto fisico...). Mi sa che qui è l'ultimo posto al mondo dove un genitore darà la priorità alla "norma", per quanto rassicurante, sull'ascolto del proprio bambino e del proprio cuore.
Credo sia Bettelheim che ha scritto che il bimbo si vede come inadeguato, imperfetto, sporco, in qualche modo "colpevole" di tutto quello che non riesce ad essere "come mamma e papà"/come vorrebbero mamma e papà, sente "nemico" il proprio corpicino ancora poco abile e in larga misura impotente. A molti adulti, anche, capita odiare il proprio corpo perché non è in grado di seguire/eseguire la propria volontà, no?
Se invece si fa male apposta, allora penso che venga spontaneo chiedersi perché, e non accontentarsi dal "è normale". (normale, si, ma ho sentito anche di tale, e pure autorevole, che avrebbe scritto è normale che un bimbo possa "farsi vomitare" per ottenere fraudolentemente il contatto fisico...). Mi sa che qui è l'ultimo posto al mondo dove un genitore darà la priorità alla "norma", per quanto rassicurante, sull'ascolto del proprio bambino e del proprio cuore.
Credo sia Bettelheim che ha scritto che il bimbo si vede come inadeguato, imperfetto, sporco, in qualche modo "colpevole" di tutto quello che non riesce ad essere "come mamma e papà"/come vorrebbero mamma e papà, sente "nemico" il proprio corpicino ancora poco abile e in larga misura impotente. A molti adulti, anche, capita odiare il proprio corpo perché non è in grado di seguire/eseguire la propria volontà, no?
Ale e Cucciola (1/1/11)