[Lucio Piermarini]

Beh... il buon Dr Ferrari mi ha risposto... e che risposta!!!

Lo leggete qui:

http://salute.leiweb.it/Pediatria/Il-suo...to-/j17709

(meno male che ho controllato, per caso più che altro, sul sito dato che non mi è arrivata alcuna mail di notifica)

La cosa che mi stupisce di più è che un pediatra che, come dichiarato sul sito, fa o ha fatto parte della commissione nazionale per l'Iniziativa Ospedale Amico del Bambino (BFHI) possa affermare ancora che "La possibilità di allattare non è legata alla buona o cattiva volontà delle madri, ma a evenienze naturali".
La BFHI è una iniziativa dell' Unicef nata proprio per contrastare quanto di mostruosamente ascientifico si faceva e si fa nei reparti di ostetricia e neonatologia a grave danno dell'allattamento al seno e, con conseguenze ancora più deleterie, a danno della possibilità di costruzione di una buona relazione con il bambino. Non riesco a capire come, dopo aver affermato che "La qualità di una madre non si misura dai litri di latte che dà al suo bambino, ma dall'amore con cui lo circonda e lo assiste", il dottor Ferrari non evidenzi come i fattori che promuovono o distruggono i due processi, allattamento e relazione, siano, quasi al 100%, esattamente gli stessi. Sono assolutamente d'accordo che, poi, il fatto che una madre allatti o meno sia secondario; tanto che il mantra che suggerivo alle donne dei miei corsi in consultorio era "meglio una mamma felice che allatti artificialmente piuttosto che una mamma infelice che allatti naturalmente". Tuttavia, se il tipo di assistenza e supporto intra ed extraospedaliero fossero diversi, nel senso di restituire veramente alle donne il controllo su tutte le loro potenzialità naturali, ne trarrebbe un decisivo giovamento sia la qualità della relazione che l'allattamento naturale. Non sottolineare questo aspetto significa, a mio parere, perpetuare l'idea che i deboli possono soccombere senza danno per sé e per la società, tanto per quanto riguarda il latte ci pensano le formule, per i danni relazionali, be', il mondo moderno è fatto così e bisogna adattarsi. Per cui, il fatto che, in questo mondo ricco e iperattivo, super tecnologico e super inquinato, il 18-20% dei bambini da 1 a 18 anni soffra, più o meno, di qualche problema psichiatrico, va considerato solo uno spiacevole ma inevitabile effetto collaterale.
D'accordo, ci mancherebbe altro, non colpevolizzare le donne che non possono o non vogliono allattare al seno, ma tacere sulle cause del loro non potere o non volere allattare, che sono poi le stesse delle loro difficoltà di rapportarsi serenamente con i loro figli e con i loro partner, lasciandole credere che tutto dipende soltanto da loro, lo ritengo una cinica presa in giro.
Non intervengo sulle valutazioni nutrizionali e scientifiche perché il discorso si farebbe troppo lungo e lo potrete trovare sulle risposte di vari ricercatori all'articolo del BMJ che ho già mandato al moderatore, e anche perché, rispetto al resto, lo ritengo del tutto secondario.

Lucio Piermarini