COS'È L'AUTOSVEZZAMENTO E PERCHÉ È DAVVERO PER TUTTI.
Con oltre 140 ricette per TUTTA la famiglia


autosvezzamento per tutti


Cone sono nati?
#31

irene è nata il 15 ottobre (due giorni dopo aurora) da una mamma quasi quarantenne (ho compiuto i 39 anni il 13 ottobre,quante coincidenze, anna!!) dopo una gravidanza tranquilla tranne una grande acidità di stomaco (dovuta ai tanti capelli con cui è nata? boh? saranne leggende metropolitane??) e un travaglio notturno durato sette ore a 41 settimane...ricordo solo una gran fatica in quella lunga notte e ad ogni contrazione come un mantra ripetevo il nome della mia piccola che stava venendo al mondo, la chiamavo, per la prima volta voce alta e non solo nella mia mente, per dirle di venire da me... alla fine mi sembrava di non avere più forze, erano quasi le sette del mattino e le energie erano finite, temevo di non farcela a spingere abbastanza per aiutarla ad uscire...forse alla fine ha fatto più lei di me... visto come è attiva anche ora non mi stupirebbe!!!
ah, nonostante l'età niente punti, dopo poco camminavo bene e i dottori neanche mi visitavano quando facevano il giro delle stanze...peccato che non sono riuscita a fare il travaglio nella vasca, era già occupata...sarà per la prossima volta...se ci sarà!!
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#32

(28-07-2010, 04:19 16)vale Ha scritto:  E perché mai, non ho mai sentito nessuno ad avere incompatibilità con l'anguria. I miei a quell'eta andavano pazzi per l'uva, poi peró gli faceva un effetto immediato...

Si vale, ma mi sa che Anna non parla di anguria....ma di lecca lecca all'anguria Em0100
Anche caterina adora il cocomero e gliene do in quantità.....e ogni tanto (cerco il più raramente possibile, ma tra nonni, zii ecc ecc è dura, ma tengo duro!) anche a lei è concesso l'assaggio di "chicco", ossia qualche schifezza dolce....assaggi però eh....Em3600

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#33

Io sono nata con un parto spontaneo da una mamma di 41 anni ed ero podalica di ben 4 kg.Mia mamma ha visto i sorci verdi,ed io sono stata rianimata perchè avevo 0 punti vita.Mi è andata bene sia perchè sono sopravissuta sia perchè non riportato danni neurologici.Sarà per questo che nonostante sia totalmente concorde nello scegliere un parto naturale se mi fossi trovata difronte a un podalico avrei scelto il cesareo,anche se io l'ho visto fare e non è certo una bella cosa.


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#34

(scusate è lunghissimo!)
Allora..la gravidanza ok, scoperta per la voglia improvvisa di pizza a colazione per una settimana dopo 4 test negativi!
Il mio cecetto è nato il 12 febbraio..perchè i medici hanno deciso così probabilmente in vista del week-end (era venerdì), in un ospedale a 60km da casa (con solo due sale travaglio e una parto!).
Qualche giorno prima vado a fare il monitoraggio, due ostetriche mi lasciano mezz'ora in una saletta mentre smistano le altre mamme a temine..dopo tornano e dicono.."ah si è spostato,stavamo prendendo il tuo battito!" e ari-via un' altra mezz'ora da sola, questa volta a buon fine perchè mi spostavo il marchingegno da sola alla ricerca del battito del mio frugoletto iperattivo..dopodichè visita e valutazione del liquido..lo prendono 3 tipe diverse..ogniuna segna a modo suo..chi 5 che 4 chi 3..bha io 5gg prima ero stata dal mio gine che aveva calcolato 7 :a dire suo era perfetto.. vabbè non sapendo che pesci prendere (credo) mi dicono "torna domani in reparto che te lo ricontrollano loro (i medici)".
Vado tranquilla tranquilla la mattina dopo, mi dicono "tra 5 e 3,5.. per sicurezza aspetta un attimo che ti si ricovera"..cavolo io stavo benissimo e avevo un sacco di cose da fare!
Rassegnata passo 3gg in ospedale a girarmi i pollici con un totale di 3 monitoraggi al giorno e nient'altro! il terzo giorno mi fanno lo scollamento delle membrane (un dolore cane..e gia mi faccio il film su come sarà il parto!) fanno passare un altro giorno, e la mattina dopo propess di non mi ricordo chè per far venire le contrazioni al max dopo 6 ore: erano le 11, alle 10 di sera sento qualcosa, ma sopportabilissime peccato che non mi facevano dormire: ce le avevo ogni 3 minuti.
Esausta alle 2 vado dalla tipa per farmi visitare e mi fa :"niene ,sei come stamani,nemmeno un centimetro" .. mi prende lo sconforto e mi faccio un altro film sul travaglio!
Non so come arrivo alla mattina, erano le 11, tolgono il propess e sono 2cm ..menomale! decidono di portarmi in sala travaglio, rompono le acque (pochissime) ma non mi dilato piu, quindi via di ossitocina,(una vita per bucarmi) era l'1...il dolore era sopportabile ma cambiava velocemente, bloccata in posizione supina per il monitoraggio continuo ad un certo punto mi sento che devo spingere, ma dicono che è troppo presto e potrei lacerarmi, ma io ora soffrivo veramente, piu che altro non riuscivo a recuperare tra una contrazione e l'altra..dico al mio compagno di minacciare l'ostetrica, che infatti torna in tutta fretta e mi visita "ah sei completa, si sente la testa, vuoi sentire?" gli volevo dire vaffan... invece gli dico di no; mi da l'ok per spingere (si si vabbe come se prima io l'avessi ascoltata!)..
Mi bruciava da morire ,e mi fanno anche aspettare per la sala parto perche era occupata, alla fine andiamo mi dicono di spingere piu che posso, finche non ho piu fiato, e quello è stato lo sbaglio piu grande, dovevo ascoltare il mi corpo e dargli tempo, infatti mi sono lacerata :'(
Diego nasce alle 3, tutto sommato dopo 2h di travaglio vero..lo attacco subito è bravissimo e bellissimo!
La notte ciuccia no stop, avro dormito 3h forse,la mattina la mazzata: ha l'ittero.
Me lo portano via per 4gg, lo posso solo allattare quando me lo dicono loro. Faccio avanti e indietro dalla nursery, le ragazze del nido mi trattano malissimo, uno schifo, dicono che ci pensano loro, che devo stare in camera a riposarmi, e invece trovo il mio bambino pure senza benda piu di una volta! una notte senza dirmi nulla gli danno pure il LA, mi incacchio da morire..per mezz'ora che mi sono addormentata! non ce la faccio più, passo le giornate a guardarlo in quella culletta tutto nudo, voglio tenerlo stretto a me ma ogni volta che lo visitano mi dicono che deve stare ancora in fototerapia, lui che mi guarda con quegli occhietti ogni volta che lo prendo e mi chiedo se ha capito che è nato visto che non vede nulla e chissà che mamma pensa di avere e se si sentira solo..povera stella..questa è la nostra storia..sarà per questo che facciamo co-sleeping, allattamento a richiesta (dopo 2 mesi di ragadi!) e ci fasciamo stretti stretti con la fascia..mi è mancato troppo quei primi giorni,mi fa stare ancora male pensarci.

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#35

Ti capisco Elena: anche Fabio ha fatto i suoi 10 giorni di ospedale in terapia per l'ittero e poi era pure prematuro!

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#36

(28-07-2010, 11:11 11)LottaCate Ha scritto:  Concordo sui podalici...probabilmente anche io (che temo molto le complicazioni, il mio pensiero durante tutta la gravidanza non è stato il dolore, le contrazioni ecc...ma le complicazioni improvvise) in caso fosse stata podalica avrei scelto (in quel caso sì) il cesareo!

io ho fatto un cesareo programmato perchè Vittoria era podalica...ho sofferto molto il fatto che alla mia prima gravidanza non avevo la possibilità di portorire naturalmente.
Durante l'operazione (perchè il cesareo è questo) si sono accorti che Vittoria aveva la testina incastrata sotto le costole e per questo nnon si era potuta girare (ed io avevo difficoltà respiratorie le ultime settimane di gestazione e non potevo mangiare tanto che vomitavo!).
E li ho convenuto che non avrei mai potuto partorire naturalmente.

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#37

Brava Elena....ci credo che tu abbia sofferto quei primi giorni.....e hai fatto bene a recuperare con tutto l'amore che c'è!!!

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#38

che bello questo post!!
tornata dalle vacanze vi racconto anche io il parto!!

la gravidanza è andata molto bene, a parte qualche nausea nel primo trimestre e qualche svenimento alla fine (te credo Anita è nata il 26 agosto, faceva un caldo incredibile!!).
ero molto orientata verso un parto in casa, ma il mio compagno non voleva, aveva paura, se poi c'erano complicazioni?
solo che l'ospdale distava da casa solo 5 minuti, quindi era perfetto...ma abbiamo deciso di andare in ospedale.
ero però convinta a far valere le mie ragioni, visto che l'ospedale non era proprio "naturale".
la sera del 25 ero a fare una aperitivo e sento un doloretto, solo che la mattina ero stata all'ospedale perché credevo di perdere liquido, ma mi avevano detto che ancora sarebbe passata almeno una settimana. dpp 29 agosto.
alle 21 comincio a sentire un po' di doloretti, pensavo fosse colpa del vino (che matta!!) freddo che avevo bevuto...o la colite...quindi mi faccio un bel bagno caldo...
dopo un'ora continuo a sentire doloretti allora mi dico "sarà un falso travaglio" e mi faccio una bella doccia calda...nel frattempo il mio compagno si stava guardando un bel film alla tv!
a mezzanotte ero sdraiata sul letto che gemevo e aspettavo il più possibile per andare all'ospedale, non volevo che il travaglio si bloccasse!!!
quando mi sono trovata a terra in bagno a vomitare ho deciso che era il caso di andare in ospedale erano le 4 del mattino!

siamo arrivati ed ero di 5 cm, di corsa in sala travaglio e dopo appena 3 ore è nata Anita, senza nemmeno andare in sala parto!
ho partorito per terra le prime spinte con la sedia (quella che sembra un wc) le ultime due senza nemmeno la sedia, con il mio compagno che mi teneva sotto le ascelle e l'ostetrica che raccoglieva Anita!

sono uscita 10 minuti dopo dalla sala travaglio con le mie gambe, spingendo la culla di Anita.

comunque ho capito che nella mia particolare situazione avei potuto tranquillamente partorire in casa, senza nemmeno sporcare troppo! Wink

ps. scusate la lunghezza del post!!!!

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#39

Visto che ho scovato questo topic adesso vi cuccate i racconti dei miei parti ahah, però ve lo dico eh? Sono lunghissimi e mooooolto particolareggiati (diciamo che non possiedo il dono della sintesi).

CRONACA DA UN PARTO, LA NASCITA DI EMMA (01.11.2006)
Lunedì 30 ottobre:
Dunque oggi finisco le 39 settimane. Apro gli occhi e rimango un po’ a letto nell’attesa che Emma si svegli e mi dia il buongiorno con i suoi movimenti. Vado a mangiare da mia nonna e dopo pranzo andiamo al cimitero a sistemare i fiori sulla tomba di mia madre. Rientro a casa che sono un po’ stanca e mi sdraio sul letto a leggere. Nel tardo pomeriggio vado dal fotografo a ritirare le foto che mi scattato insieme a Mario (io, lui ed Emma in pancia: sembriamo già una famiglia!). Mi brontolano un po’ tutti dicendomi che non dovrei andare in macchina da sola (avessi a sentirmi male…), vabbè mica faccio viaggi lunghi, e poi l’ospedale è lì a un passo ed al massimo chiamo l’ambulanza.
La sera non so se sia suggestione ma mi pare di avere una sensazione nella pancia come di mestruazioni in corso. Non dormo molto bene, mi sveglio un sacco di volte.

Martedì 31 ottobre - mercoledì 1 novembre
Prima delle sei sono già sveglia. Sono un po’ inquieta e mi pare che Emma non si muova, così sto lì al buio con le mani sulla pancia. Non dico niente a Mario ma mi faccio mille paturnie. Lui si alza e va a lavoro, io mi riaddormento. Poco prima delle 9 prima telefonata: è mia zia Roberta che vuol sapere come sto. Faccio buon viso a cattivo gioco ma sono un po’ scocciata dal fatto che le persone siano tutte lì in fibrillazione ad aspettare il lieto evento quando te per prima lo sei e questo sentirsi la pressione addosso certo non aiuta il tuo stato di tensione. Quando dopo un po’ chiama anche mia nonna ed esordisce dicendomi: “Allora com’è? Ancora niente? Contrazioni?” non ce la faccio proprio a non sbottare. Mi pento subito della mia reazione ma oramai la giornata è iniziata con la luna di traverso. Durante il giorno però mi tranquillizzo, vado dal parrucchiere, sistemo la casa, mi godo i movimenti di Emma distesa sul divano chiedendomi quanto dovrò ancora aspettare per vederli questi movimenti invece che che sentirli. Nel tardo pomeriggio noto che le contrazioni che già da qualche giorno avverto si fanno sempre più frequenti. Che sia proprio questo il giorno in cui conoscerò Emma, che sia la prossima la notte giusta, che tutto accada la notte di Halloween? Sia come sia un telo cerato sul materasso lo metto, non si sa mai…
Per cena preparo cavolini di Bruxelles gratinati (tanto per star leggeri…) e dopo mangiato ci mettiamo a guardare la tele sul divano. Mario si addormenta, io invece noto che le contrazioni non solo continuano, ma si fanno anche piuttosto regolari… si fa largo in me la convinzione che l’ora x sia vicina. Prendo le forbicine e mi taglio le unghie dei piedi (con gran fatica per colpa della pancia), mi sistemo quelle delle mani e mi do lo smalto (sì lo so che lo smalto e l’ospedale non vanno d’accordo ma la mia bimba non deve trovarmi trascurata). Penso poi alla casa: faccio un rapido giro per le stanze per vedere se tutto sia in ordine (una vera e propria ossessione dell’ultima parte di gravidanza: se mi sento male e ho casino per casa?) e annaffio le piante. Do un’ulteriore occhiata alla valigia per l’ospedale (nell’ultima settimana l’avrò aperta almeno una volta al giorno per controllare) e preparo i vestiti per andare in ospedale (ormai sono proprio sicura che a brevissimo dobbiamo andare). Vado in bagno e comincio anche a notare delle perditine rossastre, che sia il tappo muco? Prima dell’una sveglio Mario che ancora dorme sul divano e che non si è chiaramente accorto dei miei preparativi e gli dico: “CARO MIO, ORMAI TUA FIGLIA NON FA PIU’ IN TEMPO A NASCERE A OTTOBRE, MA DI CERTO NASCERA’ IL PRIMO DI NOVEMBRE, ANDIAMO PURE A LETTO MA CON L’OROLOGIO IN VISTA CHE BISOGNA CONTROLLARE IL TEMPO CHE PASSA TRA UNA CONTRAZIONE E L’ALTRA!” Mario è strafelice ed in effetti lo sono anch’io visto che sono state ascoltate le mie preghiere di non andare oltre il termine (sono di 39 settimane + 1, anzi, a sto punto, +2). Mi sembra anche di essere tranquilla ma mi sento il corpo scosso da un tremito continuo (sarà l’emozione o il mio inconscio che teme il dolore del parto?).
Ci prepariamo dunque ad andare a letto ed io indosso una camicia da notte rosa con gli orsetti che era di mia madre… la prima contrazione non si fa attendere… Mario controlla l’ora… poi ci mettiamo a chiacchierare su quello che sta per succedere e sul cambiamento che travolgerà le nostre vite. Passano quattro minuti e sgoccioli e arriva la seconda contrazione. Aspettiamo la successiva, facciamo la conta dei minuti e continuamo a chiacchierare. All’una e mezzo Mario vorrebbe già andare ma io gli dico di aspettare. Alle due cambio idea, ci alziamo e mettiamo in borsa le ultime cose (i trucchi soprattutto, mica voglio che mia figlia trovi sua mamma bianchiccia e scalamaiata?), rifacciamo il letto, prendiamo la mia valigia, la valigia della piccola, la telecamera, la macchina fotografica ed usciamo, non prima però di scattare l’ultima foto col pancione. Saliti in macchina diamo un’occhiata all’orologio: sono le 2,17, voglio tenerlo a mente questo orario, mi dico, sarà l’ultima volta che salgo in macchina con Emma in pancia!
Sono emozionata quando suono il campanello del reparto e all’infermiera assonnolita che mi accoglie dico: “Ho le contrazioni regolari ogni 4-5 minuti, mi sa che ci siamo…”. Mi accompagna nella saletta dei tracciati e lì trovo la stessa infermiera di cinque giorni prima. Chiamano il medico di turno e son felice di vedere che è la moglie del mio ginecologo. Anche se non sono molto intense si capisce che le mie sono contrazioni di inizio travaglio. Vengo visitata, la dilatazione è di 2 cm, ma il collo dell’utero non è ancora accorciato. Potrei anche tornare a casa se voglio ma preferisco rimanere in ospedale. Mario anche decide di rimanere accanto a me, tanto a casa non riuscirebbe a prender sonno. Mentre lui scende al pronto soccorso per farmi il foglio di ricovero io vado a fare una ecografia con la dottoressa. Attraversiamo il reparto, si sente qualche bambino che piange, ho un tuffo al cuore e mi scende una lacrima. E’ tutto regolare, liquido amniotico, flussimetria, battito fetale, la testina è in posizione e la stima del peso va dai 3kg300 ai 3kg400. Vengo intervistata sul decorso della gravidanza e poi riaccompagnata in saletta travaglio dove mi viene dato un letto. Mario trova invece posto su una poltrona, non sarà il massimo ma lui dormirebbe anche sui sassi…
Nel corso della notte le contrazioni si fanno sempre più forti e dolorose. Cerco di aiutarmi col respiro e cerco di fare del training autogeno. Non è facile dimenticarsi il dolore e isolarsi dalla contingenza del momento. Per sollevarmi dal corpo chiedo aiuto a mia madre visto che sento tanto la sua presenza accanto a me in questo momento così importante. Sento le sue mani che afferrano le mie e mi tirano su… grazie mammina, sono un po’ spaventata da quello che mi aspetta ma con te al mio fianco, anche se solo spiritualmente, posso farcela, lo so… faccio anche un’altra riflessione tra una contrazione a l’altra: mia figlia nascerà il primo di novembre, sei stata tu vero mammina a voler questo? La grande gioia portata da una nuova vita che nasce si fa spazio nella tristezza del giorno dedicato ai defunti… grazie mamma!!!
Le contrazioni son sempre più toste e sembrano spaccarmi in due il corpo, poi il dolore lo sento soprattutto di schiena e nonostante cerchi di mettere in pratica quanto letto in questi mesi, soffro veramente tanto. Poi sono stanca e ho tanto sonno visto che sono più di ventiquattr’ore che non chiudo occhio. Anche Mario è sofferente, immagino che vedere soffrire chi si ama e non saper quel che fare sia anche peggio di soffrire in prima persona. Le ostetriche mi dicono che sono bravissima e tutto sta andando nel migliore dei modi, ma io comincio a pensare di volermi avvalere della peridurale, mi dico che far l’eroina non serve e ho un assoluto bisogno di riposare. Vengo visitata che sono le sei e mezzo del mattino ed è appena cambiato il turno. Sono di sei centimetri, la dilatazione va piuttosto lenta ma procede. Il sacco è ben teso e decidono di romperlo. La testina sta iniziando ad impegnarsi. La nuova ostetrica si chiama Marianna ed è una persona dolcissima, tra le infermiere invece c’è addirittura una mia amica. Il ginecologo di turno invece è la dottoressa più giovane dell’equipe, ha soli trentun anni, ma col suo modo di fare deciso infonde tranquillità e sicurezza. Mi sento a casa, tra persone amiche, solo che son veramente fusa, ho deciso, voglio mettere il sondino. L’anestesista arriva solo attorno alle otto. Conosco anche lui, è del mio paese. E’ una cosa assai rapida e dopo una decina di minuti sento già un gran sollievo…. Cavolo, perché non l’ho chiesto prima? Sento la contrazione, ma non mi risulta fastidiosa, un po’ come le prime all’inizio del travaglio.
Poi mi portano la colazione: the e fette biscottate, insolitamente metto lo zucchero nel the, ma oggi ho bisogno di energie…. Mario mi coccola la pancia e ci diciamo che probabilmente ci mancherà.
Nel mio immaginario ho sempre creduto che avrei partorito durante la notte quindi eravamo d’accordo con mio marito di avvertire parenti e amici solo a cose fatte, ma così stava andando, ed era forse giunta l’ora di dare nostre notizie ai familiari (tant’è che essendo un giorno di festa la nostra assenza da casa avrebbe dato sicuramente nell’occhio). La prima telefonata è per mio padre, è al capanno a caccia e quando gli dico che sono in ospedale e che sta per diventar nonno si ammutolisce, la seconda per mia nonna: dovevamo essere a pranzo da lei, quindi le dico “Ciao nonna, niente pranzo mi dispiace… sono in ospedale!!!” e lei “Ecco ti avevo pure fatto il buccellato!!!”, io scoppio a ridere, la sto facendo diventar bisnonna e lei si dispiace per aver perso tempo a farmi uno dei miei dolci preferiti, troppo forte mia nonna…. A ben pensare ha avuto una reazione simile a quella di quando le dissi che ero incinta… prima delle felicitazioni del caso infatti se ne uscì dicendo: “E non volevi laurearti prima?” La terza telefonata è invece per mia zia, la mia zia acquisita che è per me una seconda mamma. Ha un negozio di fiori e mi aveva detto di non farle scherzi e non partorire prima di Ognissanti visto il superlavoro che si ritrovava fino a quel giorno, non ce l’ho fatta ad essere di parola, mi dispiace zietta…. Mario avverte sua madre (che a sentir mio suocero è poi stata circa mezz’ora come inebetita e incapace anche di mettersi le scarpe… Emma è la prima nipote per tutti i suoi nonni!!!!) mentre gli amici si devono accontentare di un sms.
Non avevamo considerato che essendo un giorno di festa le persone erano tutte a casa… infatti la saletta d’aspetto del reparto arriva progressivamente a registrare il tutto esaurito, e son tutte facce conosciute!!!! Me ne acorgo quando faccio la mia apparizione (visto che era pure arrivato il mio ginecologo il quale mi aveva spronato a camminare per aiutare la testolina di Emma a scendere): mia suocera è bianca come un cencio e si stupisce della mia tranquillità, ma cavolo, c’è da esser contenti!!! STO PER PARTORIRE LA MIA BIMBA!!!!!! SARA’ IL GIORNO PIU’ BELLO DELLA MIA VITA!!!!!
Nel corso della mattinata faccio un altro bolo di anestetico e il nuovo anestesista (l’altro se ne era andato a casa subito dopo avermi messo il sondino) altri non è che un amico d’infanzia di mio marito!!!! E’ praticamente un parto in casa!!!!
Attorno alle undici e mezzo sento l’impulso di spingere, lo faccio presente all’ostetrica che mi dice che è il momento di trasferirci in sala parto. Io sono al settimo cielo, capisco di essere arrivata al momento tanto atteso e mi illudo che la fase espulsiva sia una cosa breve e bellissima. Ho negli orecchi il racconto della mia amica Rosa che sole cinque settimane prima era riuscita a far nascere la sua Alice con appena due o tre spinte, così fantastico questo possa accadere anche a me. L’ostetrica mi spiega come fare a spingere, arriva la prima contrazione e dalla teoria passiamo alla pratica. Drastico il passaggio dalla fantasia alla realtà: la fase espulsiva si rivela essere la parte più impegnativa e stancante dell’intera giornata!!!! Emma è quasi alla meta, si vedono i capelli che mi dicono essere nerissimi, ma non riesce ad uscire, arriva lì e poi rimbalza…. Mai fare sport e poi far figli! dice il mio ginecologo, ho infatti un perineo molto tonico coi tessuti che non ne vogliono sapere di cedere, evidentemente lo spinning che ho praticato con tanta costanza nei mesi precedenti alla gravidanza non è stata una buona cosa!!!! Il tempo passa e la peridurale deve anche aver esaurito il suo effetto perché adesso soffro tantissimo. Comincio a scoraggiarmi… scendo dal lettino, mi metto in piedi, mi accovaccio, mi inginocchio, sono stanca morta e sudatissima, sono in una fase di profondo scoraggiamento, credo di non farcela, imploro che mi aiutino. Mario mi bacia di continuo e mi accarezza i capelli ma mi dà solo fastidio, ho un gran caldo e mi infastidisce qualsiasi tipo di contatto. Mi sento disidratatissima e il gine da padre amorevole mi passa una garza inumidita sulle labbra. L’ostetrica controlla la situazione: mi dice che son bravissima e presto avrò la mia bimba tra le braccia, devo stringere ancora un po’ i denti e dare spinte lunghe che sfruttino la contrazione fino in fondo, ma ci siamo quasi. La gine giovane prende la telecamera dalle mani di Mario dicendo che un padre non può perdersi la magia del momento più bello della sua vita guardando quel che succede dal mirino di una telecamera. Che si sia messa lei stessa a riprendere gli ultimi minuti prima della nascita di Emma me ne accorgo solo quando in seguito riguardo la cassetta. In quel momento sono solo concentrata su questo attimo atteso per lunghissimi nove mesi. Per infondermi coraggio mi fanno sentire con la mano la testa di mia figlia. Quella sensazione tattile è ancora nelle mie mani, a ripensarci è stato come partorire in quel momento, è stato il nostro primo contatto extrauterino!!!! Accarezzare quella testolina morbida come velluto mi dà una forza incredibile. RACCOLGO TUTTE LE ENERGIE IN MIO POSSESSO, CE LA POSSO FARE, ORA LO SO PER CERTO!!!! Il primo tentativo va a vuoto ma alla contrazione successiva riesce a uscire la testa. Ancora un po’ di impegno e sarà tutto finito, mi dico, rimane solo da aspettare un’altra contrazione!!! Eccola… e con lei QUEL “PLOF” CHE IN UN ATTIMO TI FA DIMENTICARE TUTTO IL DOLORE PATITO E TI FA SENTIRE LA REGINA DEL MONDO. Se pochi secondi prima, al massimo dello scoraggiamento e del dolore, ti dici che mai più e mai poi rifarai un bambino, dopo quel magico momento sei pronta a rifarne non uno ma venti.
Il pianto di Emma non si fa attendere e me la poggiano subito in grembo, su quella pancia che fino a un attimo prima la conteneva. E’ un frugolino sporco e caldissimo che si muove vivace, il frugolino più bello del mondo: MIA FIGLIA. Mario piange come un bambino ed io non riesco ancora a capacitarmi che quella creatura meravigliosa l’abbia fatta veramente io. Quando la portano alla nursery per lavarla e farle i dovuti controlli mi sembra che mi portino via una parte di me… Intanto devono mettermi due punti per saturare il taglietto che mi han fatto per farla uscire, ci vuole pochissimo ma la mia impazienza è alle stelle. Scendo dal lettino quasi saltellando e quando esco dalla sala parto trovo una folla di persone che mi festeggiano. Il primo abbraccio è per mio padre: nessuno dei due trattiene le lacrime, nel nostro abbraccio si celano mille parole e mille significati, è l’abbraccio della vita che va avanti nonostante i dolori e le sofferenze del passato. Subito dopo mi si avvicina la mia nonnina e io le dico: “Mi perdoni se stamani ho saltato il pranzo?”, ha gli occhi lucidi e mi dice che l’hanno saltato tutti visto che nessuno aveva voglia di mangiare. Arrivo quasi trotterellando alla mia stanza e dietro di me un corteo di persone felici per me e con me. Le mie compagne di stanza mi guardano con aria interrogativa e si stupiscono della mia energia. Giunta a letto mi rilasso un attimo e mi sento pervadere da brividi di freddo, una reazione normale, mi dicono, alle fatiche e alle emozioni delle ultime ore. Poco dopo Emma è di nuovo tra le mie braccia. E’ bellissima e cerca di attaccarsi al seno anche se più che altro pare giocherellare col capezzolo. La faccio prendere a Mario, che è un po’ impacciato e non sa come tenerla. Non ci sono parole per descrivere la sua felicità, regalo più bello non potevo farglielo e non smette di ringraziarmi per questo.
Mi lasciano Emma per qualche ora, vengono un sacco di persone a trovarci (era un giorno di festa…) e io comincio presto a sentire tutta la stanchezza delle molte ore di travaglio. Quando terminano le visite sono quasi sollevata. Mi accingo a trascorrere la mia prima notte da mamma, ma l’euforia vince sulla stanchezza. Dormo pochissimo presa come sono dal ripercorrere con la mente tutti i magici momenti della giornata e dal contemplare il mio capolavoro: Emma, 3 kg 570 per 49 cm, capelli folti e nerissimi, carnagione scura e guance paffute che viene voglia di mordere e soffocare di baci.
I SOGNI SON DESIDERI… LA NASCITA DI TOBIA (01.05.2010)
E’ venerdì, il 30 di aprile.
Appena sveglia mi accarezzo il pancione e mi domando quanto ancora dovrò aspettare la nascita di colui che al suo interno, vivacissimo come al solito, mi dà i calcetti del buongiorno. Dall’altra stanza sento un “Mammaaaaaaaaaaaa”, il buongiorno della figlia in carne ed ossa. Mi affaccio alla porta e mi accoglie il suo sorriso: “Guardiamo Heidi nel lettone?” “Mi spiace, oramai è tardi per Heidi, ti accontenti di un po’ di coccole?” La prendo in braccio nonostante la mole veramente notevole. Fuori splende il sole e al solito Emma mi chiede se Tobia nascerà quel giorno: da quando a inizio gravidanza le dissi che il fratello sarebbe nato con l’arrivo della bella stagione, non passa volta che faccia bel tempo e non me lo domandi. “Non so tesoro, lo deciderà lui”. Sono di 39 settimane e tre giorni, Emma nacque di 39+2 ma questa gravidanza risultava con una settimana di ritardo dalle prime eco, quindi immagino che stavolta non ci voglia fretta.
Pur non credendo molto nella possibilità della sua realizzazione il mio sogno sarebbe di partorire il PRIMO MAGGIO. Emma nacque in un altro giorno di festa tre anni e mezzo prima (il primo di novembre 2006), e il primo maggio del 1910 nacque il nonno paterno di mio marito, un caro vecchino morto da una quindicina di anni, a cui non solo Mario ma io stessa, ero molto affezionata. E’ da quando abbiamo scoperto questa cosa che io e mio marito fantastichiamo che il nostro secondogenito possa nascere quello stesso giorno chiudendo un cerchio di cento anni che da Paolini Giobbe conduca a Paolini Tobia (tra l’altro entrambi nomi biblici, e giuro ce ne siamo resi conto a scelta fatta). Sarebbero tutte non volute ma bellissime coincidenze, un po’ come il fatto che il mio primo parto sia avvenuto in un giorno dedicato al ricordo di chi non c’è più e quindi in un certo qual modo Emma sia stata una specie di regalo fattomi da mia mamma in cielo.
Accompagno Emma a scuola e al solito mi accoglie un coro di commenti che vanno dal “sei sempre lì???” al “ma che pancia enorme che hai!!!”, ormai ci ho fatto il callo e rispondo con frasi di circostanza.
Il programma della mattinata prevederebbe il corso gestanti in piscina, ma poi ripiego su alcune commissioni più prettamente commerciali da sbrigare in qua e là, fosse mai che poi non abbia occasione di occuparmene.
Alle 11.30 ho l’appuntamento settimanale dal parrucchiere, anche Emma la partorii con il capello fatto dal giorno prima, volesse essere di buon auspicio...
Il pomeriggio ho invitato una mia amica e sua figlia a giocare da noi in giardino (si occupa lei di prendere entrambe le bimbe alla materna), così posso permettermi di trascorrere il tempo che mi separa dal loro arrivo in relax sul divano, ne ho davvero bisogno perché oggi sono stanca morta.
La stanchezza della giornata mi fa anche rinunciare al prevista uscita-cinema della serata, caro Salvatores, mi spiace perdere il tuo film e forse non avere altre occasioni per vederlo, ma stasera alzo davvero bandiera bianca. Chiedo a Mario di addormentare comunque Emma al mio posto (solitamente lo fa solo quando esco) perché vorrei approfittarne per guardare in relax un film sul divano. Mario mi dice: “Riposati riposati che stanotte si parte … lo sai no che domani è il primo?” “Certo che lo so, ma stanca come sono mi auguro tutto fuorché di andare in ospedale stanotte, in queste condizioni non ce la farei ad affrontare un travaglio notturno come la volta scorsa, primo maggio o no ho troppo bisogno di recuperare energie”. Mario accompagna Emma a nanna, inizia il film, un mattone dei miei, ma rimango secca quasi subito. Mi trasferisco in camera verso l‘una e continuo a dormire di gusto fino al mattino.
Apro gli occhi alle sette e mi sento stranissima: ho crampi simil mestruali in fondo alla pancia e li percepisco anche verso la schiena… NOOOOOOOOOOOOOOOOOO, ricordo bene dalla volta scorsa, STA PER PARTIRE IL TRAVAGLIO!!!!!!!. Do un’occhiata alla sveglia e mi rendo conto che sono contrazioni già abbastanza regolari che si presentano ogni quarto d’ora circa. Vado in bagno perché sento di avere un po’ di perdite, che siano le acque????? Mi cambio il pigiama e mi metto un assorbente che effettivamente si bagna immediatamente, torno a letto e si sveglia anche Mario: “EHI, SE NON E’ UN FALSO ALLARME TOBIA NASCERA’ DAVVERO IL PRIMO MAGGIO COME VOLEVAMO…”, Mario si fa euforico, ma poi parte con le menate: “Allora che si fa? Si va in ospedale? Telefona a tuo padre che venga da Emma!!!” “Tranquillo, non ho fretta, vediamo come si evolve la situazione prima di cominciare ad avvertire, stavolta me la voglio prendere comoda e rimanere a casa il più possibile”. Lui non è chiaramente molto d’accordo (questi maschi fifoni!!!), ma non insiste per il momento. Un attimo dopo si sveglia anche Emma e ci raggiunge. Mi stringo forte a mia figlia e mi dico che probabilmente sarà l’ultima volta in tre nel lettone.
Faccio una ricca colazione: spremuta di tre arance e fette biscottate con la nutella… non è ciò che mangio di solito ma HO BISOGNO DI MOLTE ENERGIE PER IL LAVORO CHE MI ATTENDE!!! Inizio anche a prendere con maggior frequenza i rimedi omeopatici che sto utilizzando da qualche settimana e che dovrebbero favorire l’appianamento del collo dell’utero e aiutarmi a superare il dolore.
Chiamo mio padre senza mettergli fretta di arrivare, vesto Emma e riempio la vasca di acqua calda per farmi un bagno rilassante e tenere un po’ a freno l’adrenalina che sta salendo. Non metto roba profumosa dentro ma solo olio di mandorle… voglio che il bimbo che sta per nascere senta il vero odore di sua madre!
Mentre sono in ammollo controllo gli intervalli delle contrazioni (sono ogni dieci minuti) e rispondo agli sms di quel paio di amiche che ho deciso di avvertire. Mario ogni tanto fa capolino in bagno e comincia a stressarmi per andare in ospedale, alla faccia del compagno che dovrebbe aiutarti a rilassare!!!! Mi viene da pensare che era meglio se il travaglio partiva di giorno infrasettimanale con lui a lavoro…
Emma rientra in casa dal giardino con un mazzolino di margherite ed uno di “piscialletto”, il primo è per me, il secondo per il fratello, poi mi dà un bacio, ne dà uno al pancione e va via con mio padre.
Poco prima di mezzogiorno cedo alle insistenze di Mario: prendiamo il borsone e ci rechiamo in ospedale.
Mi presento alla guardiola delle infermiere dicendo che credo di essere in travaglio. Le infermiere si mettono a ridere perché dicono che dalla mia faccia felice tutto sembro fuorché una donna in preda ai dolori di parto. Mi fanno un tracciato: Tobia si muove tantissimo e le contrazioni ci sono, ma ancora piuttosto blande. E’ di turno il ginecologo che mi aveva fatto la eco dell’accrescimento un paio di mesi prima, mi fa una rapida visita: risulto di tre centimetri, il collo è appianato e il sacco ancora integro. Mi dice che volendo posso anche andare a pranzo a casa, ma che a regola prima della fine della giornata partorirò. Decido di rimanere: mi assegnano un letto e mi portano il pranzo, l’ostetrica inserisce i miei dati nel computer del reparto e mi chiede anche come si chiamerà il mio bambino, “Tobia Paolini” sussurro, mi fa strano che pur non essendo ancora nato sia già registrato coi suoi dati anagrafici in un pc. Mando Mario a mangiar qualcosa, mi auguro mi lasci un po’ da sola perché mi sento molto tranquilla ma lui tende ad agitarmi, in realtà dopo meno di mezz’ora è di nuovo lì con me.
Essendo un giorno festivo il reparto è un gran via vai di visitatori, io passeggio nei corridoi per aiutare Tobia nella sua discesa, ma la confusione mi disturba. Alle due ho una splendida sorpresa: inizia il suo turno di lavoro Simona, la giovane ostetrica che avevo conosciuto qualche giorno prima durante un tracciato e con la quale mi ero subito trovata molto in sintonia. Anche lei è felicissima di vedermi. Le chiedo se posso trasferirmi nella sala travaglio-parto dolce per rilassarmi meglio, lei mi dice che normalmente si passa lì in una fase più avanzata di travaglio ed io sono ancora indietro, ma siccome quel giorno non si hanno altre partorienti posso fare ciò che voglio… EVVIVA!!! LE PREMESSE DI QUESTA GIORNATA SONO OTTIME.
Ci trasferiamo così in quel bunker ovattato di un arancione rilassantissimo, l’avevo visitato durante il corso preparto e mi era piaciuto un sacco. C’è la palla, lo sgabello olandese, la liana, uno stereo con cd di musica new age, un cardiotocografo wireless, una poltrona ed un avveniristico lettino da parto tutto imbottito.
Per prima cosa l’ostetrica Simona mi chiede COME VOGLIO CHE SIA IL MIO PARTO: le dico che vorrei che fosse il più naturale e meno medicalizzato possibile, ho già deciso di non avvalermi dell’epidurale, non vorrei la rottura artificiale del sacco, vorrei il rispetto dei tempi della natura, vorrei essere lasciata in pace il più possibile , vorrei evitare l’episiotomia ed avere il taglio ritardato del cordone, vorrei avere mio figlio addosso immediatamente… mi dice che farà di tutto perché le mie volontà siano rispettate e io le credo, perché qualche giorno prima, subito dopo averla conosciuta, già mi dicevo che era l’ostetrica che avrei voluto facesse nascere mio figlio.
Mi invita a salire sulla palla e negli intervalli tra una contrazione e l’altra a trovare il mio movimento, ovvero quello che mi fa star meglio. Prova a massaggiarmi la schiena durante le contrazioni e visto che ne trovo giovamento insegna a Mario a farlo al suo posto. Mio marito è anche incaricato di porgermi ogni dieci minuti circa i globuli omeopatici che mi ero portata da casa, è molto scettico sulla loro efficacia, ma io gli dico che quanto meno sono riserve di zuccheri che mi danno energia. Ogni tanto passeggio, ma è sulla palla che sto più volentieri. Le contrazioni iniziano ad intensificarsi anche se non hanno ancora la regolarità e la forza di quelle davvero dilatanti. A un certo punto, poco dopo le tre, mi sento inondata da un liquido caldo… SI E’ ROTTO IL SACCO!!!! Simona mi chiede di potermi fare una visita e lì un po’ mi deprimo perché sono ancora di tre centimetri… cavolo mi dico, come è possibile che la dilatazione non sia andata avanti di una virgola? L’ostetrica mi tranquillizza dicendo che è tutto normalissimo e che di solito è dopo la rottura del sacco che parte il vero travaglio, se voglio posso anche aiutare il processo in vario modo, ad esempio con il massaggio dei capezzoli. Ok ci provo, ma faccio da sola, non oso chiedere a Mario, so che si imbarazzerebbe.
Le contrazioni toste arrivano sul serio, lo conferma anche il tracciato (non mi viene fatto in modo continuativo, ma solo ogni tanto e comunque il fatto che sia senza fili mi permette ogni libertà di movimento), ma il loro andamento continua ad essere altalenante e magari ad una molto forte e di lunga durata che raggiunge un primo apice, ha una fase decrescente e poi si riacutizza, ne segue un’altra brevissima e molto blanda. E’ CURIOSO COME RIESCA QUASI AD ESALTARMI DURANTE LE CONTRAZIONI Più FORTI E INVECE MI DISPIACCIA DI QUELLE POCO INTENSE, CHE ESSERE MAGICO E’ LA DONNA IN TRAVAGLIO!!! Per recuperare un po’ di energie provo a distendermi sul letto, ma in quella posizione mi sembra di spezzarmi in due quando arrivano… se penso a quante generazioni di donne sono state costrette a trascorrere l’intero travaglio in quella posizione, mi dico che hanno subito una crudeltà unica.
Provo a mettermi in piedi e ad afferrare la testata del letto ma anche così non va granché bene, torno sulla mia “amata palla” e sperimento la liana. Mettiamo un nuovo cd nello stereo, prima avevamo melodie rilassanti, adesso suoni della natura e nello specifico il rumore delle onde. Su invito di Simona cerco di visualizzare quello che sta accadendo nel mio corpo e vedo una sorta di cammino luminoso che dalla mia testa arriva al canale dove Tobia sta facendo la sua discesa, mi sento in perfetta sintonia con lui, è come se ci tenessimo la mano. Quando partorii Emma ricordo che invocavo mia madre e le chiedevo che mi sollevasse e mi aiutasse a contrastare il dolore, stavolta mi affido invece a me stessa e a mio figlio e non voglio contrastare un bel niente, piuttosto mi abbandono e mi lascio trasportare da quest’onda che mi travolge.
Dopo le 17 appare il ginecologo per farmi una visita, era dall’accoglienza in ospedale poco dopo mezzogiorno che non lo rivedevo. Risulto di cinque-sei centimetri (ma questo gine è un gigante con mani enormi e mi dico che saranno sicuramente sei…). Mi chiede se ho intenzione di fare l’epidurale, gli dico di no e lui non insiste.
Le due ore successive sono piuttosto impegnative perché siamo nella fase più tosta del travaglio e le contrazioni non mi danno tregua, però non ho neppure mezzo attimo di scoraggiamento, sento una forza incredibile dentro di me, mi attacco alla liana rimanendo seduta sulla palla, con Mario che dal dietro mi sostiene per non farmi cadere, INDUBBIAMENTE SE LO STA SUDANDO ANCHE LUI QUESTO FIGLIO!!! Lascio perdere per un po’ anche i globuli omeopatici perché mi nauseano con il loro sapore dolce, Simona nota con piacere come mi sia trasformata anche di aspetto, quindi mi chiede come senta le contrazioni, se siano di più sul dietro adesso, “Sì mi pare” sussurro.
Alle 19.15 ritorna il ginecologo per una nuova visita, raggiungo a fatica il lettino: “MA QUI LA DILATAZIONE E’ COMPLETA E SI SENTE LA TESTA, QUESTO BIMBO STA PER NASCERE!!!” Ho un attimo di panico perché mi torna alla mente l’infinita fase espulsiva del parto di Emma, il gine chiede di avvertire pediatria che oramai ci siamo e io mi dico scuotendo la testa: “Ma che li chiamano a fare se ad andar bene Tobia nascerà tra un paio d’ore come fece la sorella?”, Mario invece scappa a prendere la telecamera “perché una dimenticanza del genere mia moglie se la legherebbe al dito per anni”, ahahahah mi conosce proprio bene!!!!! Avevo pensato a un sacco di cose di questo parto ma non al modo in cui volevo far uscir fuori mio figlio, non mi va di provare lo sgabello olandese e neppure di mettermi carponi, se proprio non posso farlo sulla palla che tanto mi è stata utile per arrivare fino qui, lo faccio su questo avveniristico lettino da parto tutto imbottito (neppure lontano parente di quelli tradizionali metallici e freddissimi). Mi posiziono ma non riesco ad aprir le gambe “Faccia lei Alessia” mi dice il ginecologo sorridendo “ma in tanti anni di esperienza un figlio a gambe strette non l’ho ancora mai visto nascere…”
Arriva la contrazione e mi accingo a percorrere gli ultimi metri che mi separano da quella vetta che da nove mesi sogno di scalare, non mi viene da gridare, perché tutte le forze in mio possesso sono impiegate nella spinta. “FORZA ALE, FORZA ALE, FORZA ALE!!!” mi dico… la spinta è efficace ed esce la testa, anche se il resto del corpo rimane incastrato. Con la coda dell’occhio vedo il ginecologo che con il gomito si avvicina alla mia pancia… lo blocco con decisione “Faccio da sola grazie, aspetto solo la prossima contrazione”. E così è. ALLE 19.29 LA VETTA E’ RAGGIUNTA: Tobia piange immediatamente, mi sembra splendido e vitale, la fotocopia della sorella appena nata. La pediatra dice di volerlo visitare subito visto che è rimasto un po’ con la testa fuori e il corpo dentro, ma io mi oppongo, le dico che sta benissimo e vuole solo stare con la sua mamma. Mi stupisco della mia decisione e risolutezza, quando partorii Emma non sarei stata assolutamente capace di imporre il mio volere in quel modo, ma stavolta ho vissuto sin dall’inizio questo parto come UN QUALCOSA DI ASSOLUTAMENTE MIO e questa mia lucida consapevolezza ha fatto sì che TUTTO ANDASSE COME VOLEVO. Eh già, I SOGNI SON DESIDERI, MA RIESCONO ANCHE A DIVENTARE REALTA’ SE LI VOGLIAMO INTENSAMENTE E LOTTIAMO CON DECISIONE PER LA LORO REALIZZAZIONE. La pediatra non batte ciglio e si limita ad auscultare quel frugolino sporco e caldo mentre è abbarbicato sul mio petto, lui si stringe a me ed io mi stringo a lui e presa da questo doppio abbraccio mi viene da chiudere le gambe… il gine e l’ostetrica mi ricordano che ci sarebbe ancora la placenta da espellere, “Ah già, pensavo di essere in ferie ed aver già lavorato abbastanza per oggi ahahahah!!!” Il secondamento è quasi immediato, il taglio del cordone ritardato come avevo richiesto, non mi sono lacerata né ho avuto punti da episiotomia, cosa posso desiderare di più?
Mario avverte mio padre e i suoi genitori, tra poco arriverà anche Emma e io mi preparo mentalmente e fisicamente al suo arrivo. Voglio che mi veda al meglio e prima di distendermi sul letto del contatto pelle a pelle mi cambio la camicia da notte (quella con cui ho partorito è tutta macchiata).
Nel frattempo pesano Tobia: è 3kg460, 110 g meno della sorella alla nascita. Me lo rimettono addosso: immediatamente trova il mio seno e succhia voracemente, MI SENTO IN PARADISO… l’apice della felicità lo raggiungo però quando fa capolino nella stanza la testa riccioluta di Emma. Tante volte avevo immaginato quel momento e non potrebbe essere più magico. Non so decidere se sia stato più emozionante l’attimo in cui Tobia è sgusciato fuori da me o quello in cui Emma ci ha raggiunto, propendo forse per quest’ultimo.
ECCO LA DEGNA CONCLUSIONE DEL MIO PARTO SPLENDIDO: mentre Tobia è al mio seno destro Emma mi si accoccola dall’altra parte e inizia a contemplare il fratellino gridando “Amorino, com’è carino, com’è carino, grazie mamma!”, si informa se abbia pianto appena uscito dalla pancia (mi chiedeva spesso se piangeva nel pancione e io le dicevo che il primo pianto l’avrebbe fatto solo una volta uscito…), osserva i miei capezzoli scuri e pieni di escrescenze domandandomi perché hanno quei pallini sopra, e infine mi chiede se sia tornato il latte. Le dico di sì e prontamente si attacca al capezzolo libero. Dopo un nanosecondo si allontana facendo una faccia schifata e dice che il latte è “bleah”, le puppe le lascia a Tobia e lei si tiene il suo “amico neo” (il neo vicino all’ascella che mi tocca di continuo da quando si è svezzata dal seno a dicembre) ahahahah tutto è bene quel che finisce bene, non mi sentivo pronta ad un allattamento in tandem e ho la sensazione che quella frase segni un vero e proprio passaggio di testimone, avanti di tetta per qualche altro anno, ma con un nuovo “mastro ciucciatore”.

Alessia + Emma (01.11.06) + Tobia (01.05.10)
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#40

finalmente ho recuperato questo post!Quando lo avete iniziato io avevo appena partorito!Certo che dai vostri racconti la cosa sembra tragica!Io ho avuto molta fortuna,la gravidanza è iniziata male,nel senso che alla prima visita abbiamo scoperto che nel mio ovaio c'era una bella ciste di 8 cmx7 cm!La prospettiva era un intervento programmato in laparoscopia tra il 4 e il 5 mese altrimenti c'era il rischio che con la crescita dell'utero la cosa andasse in necrosi e quindi si sarebbe dovuti intervenire d'urgenza e senza troppi riguardi per il bimbo.Quindi mi sono fatta un bell'intervento in anestesia totale,proprio io che per principio avevo già deciso di non fare l'epidurale!Poi tutto ok.Il pargolo è nato a 38 settimane, la sera prima ero bella spanciata al mare,poi la notte ho dormito malissimo per le contrazioni di preparazione che sentivo ma non mi svegliavano del tutto,l'indomani mattina sono andata a fare la spesa col maritino,le contrazioni sono diventate più regolari e allora ho deciso che forse almeno un'occhiatina dovevo farmela dare.Il marito era scettico si fidava della dpp!in ospedale ero già sui 3 ma secondo la macchina non avevo contrazioni!Il travaglio è stato rapido 5-6 ore e ho usato tutte le varie posizioni antalgiche,peccato che vomitavo peggio dell'esorcista!Quindi non avevo più forze per il periodo espulsivo: 2 ore e mezzo!Stavano per cesarizzarm ma i medici non si mettevano d'accordo alla fine ho detto al bimbo che era ora di guardarsi bene negli occhi,quindi ci siamo impegnati di più entrambi e lui è nato!Solo 1 punto e solo perchè il protocollo prevedeva che una feritina cosi andasse suturata!

10900 Ale 17/07/2010
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