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Inappetenza o no? (La profezia)

Antonella, un membro della community, ci manda il seguente guest post dove racconta la sua storia.

Inappetenza genetica o profezie autoavverantisi?
Photo by pasukaru76

Una delle prime cose che mi disse mia suocera una volta nata nostra figlia fu: “Ti auguro che mangi! Perché con suo padre dai 7 mesi in poi è stata una tortura”. Stiamo parlando di inappetenza genetica e il figlio in questione è il mio compagno, l’uomo che ha assaggiato il primo broccolo (e cavolo, e cavolino di Bruxelles, e cipollotto) solo con me.

Uomo che, non sufficientemente pago di essere selettivo con le verdure, è vegetariano da circa 20 anni.

Ma torniamo a Emma. Ho avuto la grande fortuna di avere i consigli giusti e la montata lattea a 12 ore dal parto e l’allattamento è partito. La bimba cresceva bene, quindi verso i sei mesi la pediatra mi ha dato la ricettina. Francamente non mi sono posta molto criticamente su questo, sentivo parlare di autosvezzamento, di alimentazione complementare a richiesta, ma ero convinta che la strada “naturale” fosse quella della ricettina.

La mela grattugiata è finita sul muro (sì, poi ho spostato il seggiolone), mentre il brodino patata, carota, zucchina, con la farina andava alla grande! Informai la pediatra che non intendevo usare il liofilizzato di coniglio o altri omogeneizzati (mi proponeva quello di agnello…) ma che avrei cucinato e frullato io. Per 3 settimane un successone! Gran poppata prima di pranzo, piattino di pappa, gran poppata post pranzo. E poi sempre latte materno.

Ad un certo punto, dopo una febbre. BOCCA CHIUSA. SERRATA. URLI E PIANTI APPENA MESSA SUL SEGGIOLONE.

La profezia della suocera si era avverata… L’inappetenza genetica dei 7 mesi si era manifestata!

La prima settimana continuai con il latte materno, ma lei era sempre affamata. Provai con altro, provai frutti, frullai tutto il frullabile (sempre dietro ricettina), ma niente. Finché una sera le misi nel piatto un broccolo lesso. Riuscii a sederla e se lo mangiò. Poi un altro, poi un fusillo al sugo e un po’ di ricotta. Bimba FELICE, sporca dalla testa al pavimento, ma felice.

Il giorno dopo azzardai di nuovo. E ancora e ancora. Finché in breve, magari tagliuzzato, magari imboccata su qualcosa, ecco che mangiò esattamente quello che mangiavamo noi. Ma la cosa migliore non fu che lei riprendesse a mangiare, ma che a me cadessero le mie convinzioni. Ha avuto altri periodi di inappetenza, certamente ma non mi hanno spaventata.

Ha cibi che preferisce e altri no, certo!

Ha periodi da ultra schizzinosa (guai prezzemolo, guai semini…) certo! Ha periodi anti-consistenze (no pastina piccola, no frutta nello yogurt), certo! Ma passano! Perché mamma e papà hanno capito che il cibo sano è benzina, e che i consumi li regola lei. E la pappa si fa con il sorriso sempre! (e al ristorante ci fanno i complimenti e gli amici dicono che conviene più regalarle una camicia che invitare a cena nostra figlia!).

Ciao

Avete anche voi storie di profezie auto-avverantisi? Avete esperienza della cosiddetta “inappetenza genetica”? Raccontatecelo nei commenti.

Di sicuro questa non è l’unica storia di questo genere. Per quanto mi riguarda il problema sono le aspettative che abbiamo e che alterano il modo in cui ci comportiamo.
So benissimo che a volte non è facile gestire parenti e aspettative, ma prendere coscienza, come ha fatto Antonella, che il cibo è carburante e che il bambino sa decidere i consumi, è il primo passo per toglierci da questa schiavitù. Poi non dimentichiamo che la “divisione delle responsabilità” ci viene in aiuto. Insomma, i modi per uscirne sono tanti, basta volerlo (e non lasciarsi bloccare per timore delle profezie autoavverantisi.

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11 risposte

  1. Da poco ero a cena fuori, due tavoli, due famiglie, due bambini. Nessuno dei due autosvezzanti ma coetanei credo. Bimbo numero uno: arriva la mamma con un piattino da bimbi (quelli che contengono poche cucchiaiate) di pappa credo con po’ di pomodoro, il bimbo mangia tranquillo sulle ginocchia del padre e non so se ha finito il piatto, erano tutti tranquilli e sorridenti, nessun commento. Bimbo numero due, pappa bigia, piattone cupo pieno. Il bimbo si rifiuta di mangiare piangendo, dopo i primi cucchiai, tentano di distrarlo, la tensione sale, la mamma lo porta in un posto tranquillo ma nulla, il bimbo non mangia, commenta la madre avvilita come se fosse quella l’abitudine. Altra occasione porgono al bambino di due anni pane e olio, la madre per paura prende il pane e lo bagna con acqua, il bimbo che prima era interessato rifiuta il cibo e la madre si lamenta della sua continua inappetenza.

      1. Credo che fosse crema di riso… volevo fare la colta e paragonarla alla polenta bigia dei promessi sposi che dava tristezza solo a vedersi.

        1. Nella mia ignoranza abissale non ho riconosciuto il riferimento, ma Santo Google mi ha aiutato. Eccolo qui per chi non lo conosce. Mi sembra piuttosto pertinente 🙂

          Le tribolazioni aguzzano il cervello: e Renzo il quale, nel sentiero retto e piano di vita percorso da lui fin allora, non s’era mai trovato nell’occasione d’assottigliar molto il suo, ne aveva, in questo caso, immaginata una, da far onore a un giureconsulto. Andò addirittura, secondo che aveva disegnato, alla casetta d’un certo Tonio, ch’era lì poco distante; e lo trovò in cucina, che, con un ginocchio sullo scalino del focolare, e tenendo, con una mano, l’orlo d’un paiolo, messo sulle ceneri calde, dimenava, col matterello ricurvo, una piccola polenta bigia, di gran saraceno. La madre, un fratello, la moglie di Tonio, erano a tavola; e tre o quattro ragazzetti, ritti accanto al babbo, stavano aspettando, con gli occhi fissi al paiolo, che venisse il momento di scodellare. Ma non c’era quell’allegria che la vista del desinare suol pur dare a chi se l’è meritato con la fatica. La mole della polenta era in ragion dell’annata, e non del numero e della buona voglia de’ commensali: e ognun d’essi, fissando, con uno sguardo bieco d’amor rabbioso, la vivanda comune, pareva pensare alla porzione d’appetito che le doveva sopravvivere.

  2. Io ho dovuto iniziare a 5 mesi per via del reflusso e Francesco non era pronto a mangiare da solo x cui ho dovuto imboccarlo. Però mangiava tutto e di gusto, era mooolto curioso. Ora ha 8 mesi e pretende di esser imboccato. Sulla sedia frigna, ma poi mangia. Ogni tanto gli do un biscottone per vedere che fa e lo ciuccia un pó. Gli ho messo la pasta davanti a sé, la prende ma non la porta alla bocca…aspetta me. Pian piano spero inizi a capire che può farcela da solo…!!!!!

    1. Perché non vi mettete a tavola tutti assieme e mangiate le stesse cose? Vorrà dire che per un po’ mangerete più zuppe, ma male non vi fa, mentre lui può fare pratica con cibi più solidi. 🙂

  3. Dimenticavo:altro timore come fare con il latte se torno in ufficio?stavo cercando di ridurre allattamento in modo graduale, ma ora visto che non mangia nulla la sua richiesta di latte é di nuovo aumentata, e di conseguenza la mia produzione…tra poco non ci sarà piú allattamento a richiesta ma massimo potró dargli mattina e sera…cosa mangiare il resto della giornata al nido?

  4. A me é successa lamstessa cosa: per un mese il mio bimbo ha sempre gradito e aperto la bocca senza mai dver insistere conpassati di verdure e frutta, yogurt, insomma imboccato cn lo svezzamento “tradizonale”, senza mai insistere. Carne e vedure le tritavo io , cosi come la frutta, a volte a pezzetti in una reticella..poi da sette mesi e mezzo con una tosse e febbre é cambiato tutto..bocca chiusa, serrata, sputava p girava la testa..cosí abbiamo deciso di non insistere e di cambiare attegiamento…informandomi sono finita su queso sito, che avevo già letto in precendenZa, ma andando bene le pappine non mi sono mai posta il problema..ho letto il libro di Piermarini e samo cercando di fare svezzament naturale…gi propongo vedure bollite a pezzi che lui prende in mano e ciuccia…pezzi di pane o di carne di pollo, biscotti, grissini, maccheroni..non é uno sforzo perché noi abbiam sempre mangiato cosi, sano…solo che il mio bimbo ci gioca col cibo..e qiando stacca qualche pezzettino, anche minuscolo, lo sputa schifato…sarà che si é abituato ai puré e ora non vuole cibo con altre consistenze? Non mangia praticamente nulla, ed ha giá otto mesi, non gli mancherá qualche nutriente? Continuo sempre con l’allattamemto al seno a richiesta, ma il mio timore é che tra tre mesi torneró al lavoro e lui stará tutto il giorno al nido, mangerà? Avete qualche consiglio?

    1. Io mi trovo nella stessa tua situazione. Stessa età del bimbo e stessa tempistica… Col cibo ci gioca ma non prova nemmeno a metterlo in bocca. Anzi, adesso rifiuta pure il ciuccio!! Gli metto di tutto di più sul seggiolone e lui è felicissimo di giocarci, ma niente di più? Che dobbiamo fare? Anche se lo tengo in braccio mentre mangiamo, prende il cibo dal mio piatto e lo butta a terra…

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