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L’esempio positivo

Autosvezzamento in discesa
Qui vedete G. all’opera, e tutte le tecniche che utilizza a tavola.

Voglio raccontare una BELLA storia di un esempio positivo di autosvezzamento, di come sia possibile andare in discesa, senza ansie e senza nessun problema, se si è supportati intorno (o molto bravi ad ignorare gli altri!).

Il 5 Maggio 2018 è nata G. la mia prima bimba. Nella mia zona per fortuna ci sono dei gruppi di supporto per l’allattamento legati all’ASL e corso preparto (per info: Ospedale di Ciriè, incontri a Caselle, provincia di Torino), che ho cominciato a frequentare anche qualche mese prima della nascita della bimba.
Risultato: ho fatto un parto non perfetto, tre giorni di travaglio con induzione ed alla fine taglio cesareo, ma nonostante ciò ho attaccato la piccoletta alla perfezione, senza paracapezzolo, senza aggiunte, senza ansie da “mangerà abbastanza?”, senza orari, tempi, eccetera.

Non ho mai pesato prima e dopo i pasti, ma giusto una volta a settimana, più per i nonni che volevano sapere che per altro. Quando la piccola piangeva disperata nessuno intorno mi ha mai detto “forse ha fame, sei sicura di avere abbastanza latte?!” e questo ha indubbiamente aiutato. Nessuno (della famiglia) mi ha detto “ma è sempre attaccata alla tetta?! Guarda che prende il vizio!” e quando qualche esterno l’ha fatto l’ho ignorato con un sorriso.

esempio positivo di autosvezzamento

Esempi positivi di supporto

La mia pediatra non è mai stata fiscale sul peso e non mi ha mai dato nessuna imposizione o regola, ed anche più avanti per il passaggio ai solidi (vedi dopo) è stata assolutamente perfetta.

Il gruppo di sostegno per l’allattamento è stato meraviglioso per un fatto molto semplice. Ti trovi in tante mamme, tutte con gli stessi “problemi”, e SAI che il tuo bimbo è normalissimo. Che il latte è abbastanza e se piange è solo perché sta imparando a vivere, che se si sveglia di notte a mangiare dodici volte è normale e non è affamato. Frequentarlo da prima mi ha aiutato ad arrivare ai “problemi” sapendo già che ci sarebbero stati, quindi senza preoccuparmi.
Mio marito è una persona molto molto ansiosa, ma vedendomi sicura e tranquilla mi ha seguito e supportato. Idem i nonni paterni, mentre i miei genitori sono di animo abbastanza placido come me, quindi a cavallo!

Per causa di forza maggiore sono dovuta rientrare al lavoro ai 3 mesi della bimba. Sapendolo in anticipo, anche qua con i consigli del gruppo di allattamento, ho comprato un tiralatte ed ho cominciato a tirarlo in anticipo, poco per volta, prendendo pratica e preparando il seno a produrne “in eccesso” la mattina per poter lasciare il tirato, oltre che accatastando qualche busta di congelato.

Risultato? Allattamento proseguito senza problemi, nonostante la piccoletta all’inizio fosse MOLTO IMBRONCIATA (eufemismo) dell’avere il biberon al posto della tetta, e continuo ancora ora a donare il latte tirato in eccesso alla Banca del Latte. Nel periodo di massime poppate arrivavo a tirare 250/300 ml di latte nella pausa pranzo al lavoro.

Non voglio dire che sia facile, che sia la scelta perfetta (anzi!), che tutte possono rientrare al lavoro ed allattare ma… E’ fattibile.

E se si deve tornare al lavoro, non sentirsi forzati a svezzare il bimbo troppo presto o passare all’artificiale per partito preso.

Già dai primissimi mesi avevo frequentato incontri sull’autosvezzamento e mi ero documentata in giro (anche su questo sito), e quindi ho semplicemente preso l’abitudine di avere la bimba a tavola con noi. Prima sdraiata sul tavolo (molto divertente per lei!) e dopo seduta al seggiolone.
A 5 mesi, che stava già seduta da sola senza problemi, ha cominciato a smanacciare verso quello che avevamo nel piatto e le abbiamo messo a disposizione quello che avevamo noi. E se le prime volte ha solo spacioccato, le successive si è messa proprio a mangiare, e quindi così abbiamo proseguito con naturalezza a richiesta. Senza dosi, senza imposizioni, senza calcolare niente.

La pediatra al controllo periodico mi ha detto, testualmente

“già assaggia? Sarebbe un po’ presto, ma se fa da sola va bene così. Le dia quello che mangiate voi e se mangia di tutto è perfetto”.

E queste sono state le sole indicazioni ricevute, cosa di cui ringrazio infinitamente!
I nonni (sopratutto paterni) all’inizio erano un po’ ansiosi per i pezzi interi. Quindi ho attuato la filosofia placida del “fate quello che vi sentite, l’unica regola è di non forzarla”. Io davo i pezzi, loro no, poi nel giro di un mese (che G. diventava più competente e loro vedevano che non si soffocava) si sono convertiti.

Esempio positivo di autosvezzamento

Nel video in alto trovate “documentata” la progressione.

Come dicevo, a 5 mesi assaggi. Si può vedere uno zucchino (con papà preoccupato di sottofondo), una pera, con anche la versione con riflesso dimostrativo per i nonni, biscotto, agnolotto al salmone e poi le prime sperimentazioni con le posate, cucchiano e zucca. Le posate all’inizio le voleva comunque e sempre afferrare lei, e la lasciavo fare.
Verso i 6 mesi è diventata sempre più capace sia con le posate (forchettina e cucchiaino. Ho visto che con quelli da bimbi che mi hanno regalato ha più difficoltà ed in genere uso posatine da dolce di metallo) sia con le mani.

Verso i 7/8 mesi ha deciso che se la imbocchiamo mangia di più e quindi ha smesso di pretendere la posata, allarga le braccia e la bocca con entusiasmo ed aspetta le cibarie. Oppure mangia con le mani.
In genere le lascio anche una posata con cui sperimentare, ma per il momento non ha ancora imparato a riempirla e dopo un po’ la usa come martello 😛

In tutto questo non ho MAI preparato qualcosa apposta per lei, e neppure ho ordinato al ristorante a parte. Mangia dal nostro piatto, che sia tajin di pollo, pizza, ravioli al vapore, risotto al radicchio, ecc…

Non ho mai contato e pesato quanto mangiava, le do finché ne ha voglia, quando non ne vuole più, a posto. Propongo quello che c’è sul tavolo e basta senza fare la conta dei grammi di verdura, frutta e carne. Ci sono stati giorni dove ha mangiato praticamente quanto me, giorni che ha smangiucchiato poco, giorni che ha voluto solo la tetta, ed ho lasciato fare. Ed il risultato è che quando è ora di mangiare, lei si allunga e chiede e mangia con gusto qualsiasi cosa.

Non mi sono mai fatta ansie su cibi vietati, le do anche già i dolci senza preoccuparmi del TEMIBILE zucchero, perché comunque non ne mangiamo così tanti noi stessi e quindi se per una volta c’è la torta, non vedo perché rifiutargliela!
Tra l’altro all’inizio tendeva a non mangiare molto in giro e di più a casa, troppe distrazioni. E palesemente non capiva che la pappa riempiva la pancia come il latte, visto che poppava PRIMA E DOPO… Ed a dire la verità lo fa ancora anche ora 😀 Anche se a giudicare di quanto latte tiro ora, un po’ meno, evidentemente ha ridotto la quantità di latte ciucciato.

In conclusione, ora ha quasi 9 mesi, cresce che è una meraviglia, mangia che è una gioia. È sanissima (ha fatto la sesta malattia perché sta sempre in mezzo ad altri bimbi, ma per il resto del tempo non un problema su pancia, orecchie, polmoni, dentini, screpolature, insonnia… Nulla), energica da spavento (gattona, si alza in piedi, gioca, nuota in piscina, parlotta…) e la tavola non è mai stata una battaglia, esattamente come l’allattamento.

Dato che in un video chiedi “Come fare per convertire qualcuno all’autosvezzamento?” e rispondi che il metodo migliore è dare l’esempio… Io sto facendo esattamente così. Non dico niente, porto la mia bimba ovunque a mangiare e le do in mano quello che mangio io. Ho una bella serie di foto e video nel telefono da mostrare a chi mi chiede, dove mangia da sola a pezzettoni pesche, zucchine, pizza, pasta… Dai primi mesi. E devo dire che l’esempio funziona, ci sono mamme dei gruppi che frequento che timidamente si sono azzardate a provare ad imitarmi.

L’altra sera ad una serata con buffet, diverse persone (nonni perlopiù!) si sono avvicinate a chiedere se mangiava proprio tutto, ed i commenti sono stati entusiasti dal “si vede che è una bimba felice!” al “Devo dirlo a mia figlia, che ha il pediatra che le da solo pappette!” e via dicendo e discorrendo.

Anche quelli che all’inizio erano un po’ scettici, dopo 4 mesi che proseguo su questa strada con il sorriso di entrambe ed i risultati palesi, si stanno ricredendo. Magari non tutti si azzardano ancora a fare lo stesso con i propri bimbi, ma c’è chi ha cambiato strada e chi la consiglia e ci usa come dimostrazione per chi è contrario.

Noi e G. siamo l’esempio vivente di come con un minimo di supporto intorno (ovvero, nessuno che ti metta ansia e qualche consiglio utile!) si può avere un bellissimo rapporto con la pappa dal primo giorno di vita a proseguire!

In conclusione quindi, grazie per questo sito, per lo sprone, per le argomentazioni ben fatte con cui possiamo rispondere a chi ci chiede, per gli esempi e tutto quanto.

Spero che siano sempre di più le mamme e i papà che possano crescere bimbi “in discesa” come sto facendo io!


Qual è la tuo esempio positivo di autosvezzamento? In che modo sei stata supportata e come ti ha aiutato? Raccontalo nei commenti e ispirerai chi verrà dopo di te.

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2 risposte

    1. Ciao Romina!
      Onestamente io cucino già poco salato di mio, ma perché fa bene a tutti, adulti o bambini indifferentemente…E questa è l’unica cosa che “ho fatto”.
      La pediatra stessa non mi ha dato indicazioni in merito di limitare o togliere il sale, non so come mai ci sia questa idea in giro che i bimbi non possano mangiarlo, anche perché nel babyfood c’è, nel parmigiano che dicono di grattare nella pappa c’è, anche nelle verdure bollite c’è 🙂
      Troppo sale fa male è vero, ma fa male anche agli adulti. Toglierlo ai bambini fino all’età X non risolve il problema, se poi tanto dopo mangeranno a tavola con gli adulti e la famiglia mangia troppo salato.
      C’è questo articolo qua molto utile a mio parere:
      https://www.autosvezzamento.it/5-idee-per-ridurre-il-consumo-di-sale-da-oggi/

      Per tutta la famiglia! 🙂

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