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Lo svezzamento NON inizia a 6 mesi

Scusate per il titolo quasi clickbait, però quando ci vuole, ci vuole!

In questo articolo vorrei chiarire una volta per tutte e senza lasciare ombra di dubbio che l’autosvezzamento NON si inizia a sei mesi, a meno di coincidenze molto improbabili. Lo so che ho dedicato diversi video e articoli sull’argomento, ad esempio il video su quando inizia lo svezzamento, su esempi di bambini ancora non pronti, ecc. però il concetto stenta a fare breccia, per cui, come si dice, repetita iuvant.

inizio svezzamento quando?
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Sappiamo tutti che alcuni, tipo l’OMS, dicono che lo svezzamento si dovrebbe cominciare dopo i sei mesi; altri, ad esempio il ministero della salute britannico, vi ricordo che vivo nel Regno Unito, dicono che bisogna iniziare intorno ai 6 mesi; altri, come ad esempio l’ESPGHAN, tra i 4 e i 6 e così via. Se cercate in rete troverete facilmente la tempistica che più vi si confà. E allora? Notate che tutte queste, chiamiamole, opzioni hanno una cosa in comune, si parla di SVEZZAMENTO. Invece qui di cosa parliamo? Di AUTOsvezzamento. La differenza è sostanziale in quanto nel primo caso si parla del genitore che inizia, si parla di piatti precostituiti, si parla di orari da rispettare e di calendari. Per dire l’OMS dice che si comincia a 6 mesi offrendo cibo 2-3 volte al giorno; in altre parole si va da 0 a 100 da un giorno all’altro. Nel secondo, ovvero nel caso dell’AUTOsvezzamento, non c’è niente di tutto ciò, che viene sostituito dal bambino e dalla SUA tabella interna. Se parliamo di AUTOsvezzamento è il bambino a decidere come e quando iniziare, e di sicuro non inizia con due pasti e men che meno inizia con pasti completi, ma con assaggi, leccate o morsicatine possibilmente senza alcuna regolarità.

La base dell’incomprensione è tutta qui: si confondono svezzamento e autosvezzamento come se fossero cose simili o una derivasse dall’altra o che fossero in qualche modo paragonabili o interscambiabili. Ma non è così! Se parliamo di svezzamento, dato che è il genitore che decide, allora FORSE la cosa migliore è effettivamente aspettare fino a dopo 6 mesi, così è più probabile che il bambino sia effettivamente pronto da un punto di vista motorio e auspicabilmente anche interessato.

Se si parla di autosvezzamento non si può fare lo stesso discorso in quanto sarà il bambino a condurre le danze. Tanto sappiamo che l’intestino del bambino è pronto dai 4 mesi e mezzo in poi circa. Quindi non è questione di preoccuparsi dell’intestino che non sia pronto, come in molti sembrano temere. Bisogna invece “preoccuparsi” dello sviluppo motorio e DELL’INTERESSE. Ma come faccio a sapere se il mio bimbo è pronto? Anche se può sembrare strano, a noi genitori non interessa più di tanto saperlo perché quello che lo deve sapere è il bambino. Ripeto per l’ennesima volta: lo svezzamento comincerà quando lo dice il bambino, quando LUI decide che è pronto. E come comincia: afferrando qualcosa dal piatto o leccando una forchetta o ciucciando qualcosa, NON mangiandosi piattoni di pasta e fagioli o di impepata di cozze. C’è un video, ve lo linko in alto e ne state vedendo degli spezzoni, dove vi faccio vedere degli esempi di bambini con varie gradazioni di prontezza e vi consiglio caldamente di vederlo con attenzione per capire bene di cosa stiamo parlando.

L’obiezione che spesso viene portata è la radicalizzazione della situazione in quanto poi viene la domanda: allora iniziamo a 4 mesi? Allora iniziamo a 3 mesi? Poi che facciamo, mangia troppo sale? (sempre questa fissazione del sale come se fosse l’unica cosa importante della nostra alimentazione, ma divago…). Il problema è sempre lo stesso… si immaginano piattoni di cibo messi davanti al bambino. Invece

1) un bambino così piccolo, di 3, 4 o anche 5 mesi, è mooolto improbabile che possa portare alcunché alla bocca
e
2) quand’anche accadesse, è mooooolto improbabile che ingoierà più di qualche molecola, semplicemente perché.. non sa come fare ancora.

Non confondiamo questa situazione con un’altra, solo a prima vista simile: “il pediatra mi dice di iniziare a 4 mesi e 1/2, che faccio?”. Questo è un caso COMPLETAMENTE diverso. Per dire, c’è qualcuno che si sia fermato un attimo a chiedere al bambino se LUI vuole iniziare? Sembrerebbe di no. Ma lo stesso vale se si parla di iniziare a 6 mesi. Qualcuno ha chiesto al bambino se voleva iniziare prima o vorrà iniziare dopo? Pensiamo davvero che il nostro DNA si alteri la notte del compimento del sesto mese, che viene la fatina dello svezzamento che ci cambia con un colpo di bacchetta magica?

Quello di aspettare i sei mesi è un consiglio sicuramente sensato (dopo tutto quelli dell’OMS mica sono stupidi), ma vale a livello di popolazione e in TUTTO il mondo. Se invece guardiamo il singolo e ne seguiamo lo sviluppo INDIVIDUALE, cosa vediamo? Il succo della questione è tutto qui. Pensate a questo, direste che vostra figlia deve cominciare a camminare a 12 mesi, che quel giorno la comincerete (voi) a mettere in piedi e che fino ad allora vi siete assicurati che non mettesse il peso del proprio corpo sulle gambe, perché si sa, non vorremmo causargli problemi alle anche? Pensate un po’ se cominciassimo anche a parlare di deambulazione tabellare…

Alcuni mi diranno, “Ma certo perché non è che bisogna stare lì con il cronometro qualche giorno prima qualche giorno dopo va più che bene, perché siamo intorno ai 6 mesi”. Perfetto ma allora qual è questo range che ci consente di dire che va ancora bene? Fare il conto alla rovescia non ha alcun senso, a meno che non sia capodanno. Però definire questo range in maniera assoluta e valida per tutti è impossibile. Ci sarà sempre qualcuno che vorrà iniziare prima e chi dopo l’intervallo consentito.

Una cosa però è certa, se qualcuno dice di iniziare lo svezzamento a x mesi, con x pari a 5, 6, 7 o magari uguale al vostro numero portafortuna, già sbaglia in partenza, quanto meno nell’ottica dell’AUTOsvezzamento perché… è il bambino che decide quando si comincia! Questo dovrebbe essere vero sempre e comunque e di sicuro sarebbe il modo migliore per evitare di avere cibo buttato, bambini che piangono e genitori frustrati, ma purtroppo viviamo in un mondo dove tocca stare a combattere giornalmente contro genitori che cercano gli scadenzari e pediatri che sono ben felici di fornirli, invece di educare.

E a voi cos’hanno consigliato di fare e cosa avete effettivamente fatto? I vostri bambini come hanno iniziato, o hanno iniziato… quando lo dicevate voi? Raccontatemi la vostra esperienza nei commenti, che, ricordate, è la sezione più importante per chi vuole imparare dalle esperienze altrui.

Ciao, COMMENTATE e alla prossima!

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3 risposte

  1. Ciao! Sono pienamente daccordo con quello che scrivi. La nostra pediatra ci sostiene moltissimo in questo percorso e noi assecondiamo la piccola Lavinia nelle sue esplorazioni. A volte assaggia tantissimo, altre sembra voler giocare con le nostre posate e basta. Noi siamo felici (lei pure) perchè sta sperimentanto gusti e consistenze nuove. Ammetto di essere entrata un po’ in confusione quando, alla riecerca di spunti, sono capitata su forum e pagine facebook in cui gruppi di genitori confusi e felici propinano ai figli strane poplpette senza sale, assurdi dolci senza zucchero (meglio un frutto), ricettine ad hoc (che non mangerei neanche per sbaglio) spacciandolo per autosvezzamento. Molti presentano l’autosvezzameno con un insieme di regole fracamente ridicole (e che ricordano molto lo svezzamento tradizionale) una delle più assurde? Non poter assolutamente mettere in mano un cucchiaino prima di n mesi. Nel nostro caso, il cucchiaino per caso è stato uno dei primi giochi di Lavinia (a tavolo con noi dalla nascita) come le spiego che non può sbatterlo nel vasetto dello yogurt e poi metterlo in bocca perchè non ha ancora n mesi? In sintesi credo che ci sia ancora una grande confusione attorno all’autosvezzamento, ti ringrazio tantissimo per questi articoli estremamente rincuoranti ed illuminanti.

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