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Cos’è che i bambini non devono assolutamente mangiare MAI?

Cibo spazzatura bambini
Di Arnold Gatilao, Oakland, CA, USA – CC BY 2.0, Collegamento

L’altro giorno su Facebook leggevo dei commenti sull’opportunità o meno di far assaggiare l’XXX (con XXX la schifezza preferita a scelta) a un bambino; ad esempio:

XXX assolutamente no, ma nemmeno per sbaglio, oltretutto gli zuccheri fanno malissimo alla dentizione ed abituano i bimbi a sapori troppo dolci, per non parlare dei conservanti e di tutto il resto!!

Non ho specificato l’alimento XXX perché varia da post a post e da persona a persona. Per alcuni è una merendina, per altri la Nutella; c’è chi considera il sale il male del millennio, chi lo zucchero… e l’idea che possano essere ingeriti, anche per sbaglio, da un bambino li fa inorridire in quanto vedono le conseguenze più nefaste che sicuramente scaturirebbero da un atto così sconsiderato.

Il fegato di un lattante di otto mesi non è in grado di metabolizzare XXX!

Lungi da me consigliare di dare da mangiare “schifezze” varie e io per primo faccio del mio meglio per evitarle, ma al tempo stesso se dovesse capitare che le mie bambine, per un motivo qualunque, si trovassero ad assaggiare l’XXX me ne farei un problema?

NO.

Glielo farei assaggiare?

SÌ, e senza neanche pensarci un momento.

C’è qualcosa che non gli farei assaggiare?

Le uniche cose commestibili che mi sono venute in mente, anche se ce ne saranno sicuramente altre da aggiungere alla lista, sono il peperoncino particolarmente piccante e i mitili crudi – che comunque non mangio neanche io. (Se vi viene in mente qualcos’altro, scrivetelo nei commenti.)

XXX a 8 mesi io direi proprio di no… ne avrà di tempo per mangiare dolci e “schifezze” varie.

L’idea che un cibo, per quanto malsano, possa contenere al suo interno il germe della perdizione, è irrazionale. Non stiamo parlando della mela del giardino dell’Eden 🙂 Assaggiare l’XXX non vuol dire che il bambino diventerà obeso, che rischia chissà cosa o che d’allora in poi non vorrà più altro. Questo è il genitore che ragiona semplicemente con la SUA testa, non quella del bambino. Al bambino forse XXX non piacerà per niente, o magari gli piacerà molto e se ne farà una scorpacciata. Per il bambino quell’alimento non è diverso da qualunque altro. Sono i genitori che lo rendono diverso. Leggo spesso di genitori che dicono “ho fatto provare XXX a mio figlio e sembrava in estasi” e non metto in dubbio che pensino di descrivere l’evento con obiettività, ma è molto probabile che abbiano semplicemente raccontato quello che credono di aver visto, ovvero hanno interpretato la reazione del proprio figlio in base alle proprie esperienze: XXX è buono, ma fa male; io ne mangerei a vagonate (ma sarà poi vero?) per cui anche mio figlio deve reagire allo stesso modo.

Sì, ma gli fa comunque male,

dice il genitore ansioso. Io rispondo che un assaggio, o anche una scorpacciata UNA VOLTA OGNI TANTO (che è un concetto completamente diverso dall’abitudine o dall’abuso) di certo non gli procurerà danni. Dopo tutto siamo fortunati a vivere in un paese dove le leggi sui prodotti alimentari sono molto ferree, quindi è alquanto improbabile che alimenti preconfezionati con una lista degli ingredienti non proprio ideali facciano male. Non dimentichiamo poi mancano prove concrete che un bambino in età di svezzamento non debba mangiare questo, che non riesca a metabolizzare quello o che rischi malattie inenarrabili assaggiando quest’altro.

Beh, io finché potrò l’XXX lo evito eccome!

Il genitore non deve seguire acriticamente regole e regolette impartite da non si sa chi (per quanto illustre e autore di un best-seller), ma utilizzare il proprio buon senso per assicurarsi che in famiglia la dieta che si segue sia a medio e lungo termine soddisfacente; quello che succede a breve e brevissimo termine conta poco. L’importante è che genitore sappia che il reparto alimentari del supermercato non è pieno di trappole, ma anche che non tutto ha la stessa valenza; in altre parole si ritorna al solito concetto di presa di coscienza da parte del genitore nei confronti dell’alimentazione (e non solo).
Inoltre non dimentichiamo quello che dice Piermarini in Io mi svezzo da solo! (link affiliato), ovvero (riassumendo) che il corpo umano riesce a sopportare bene uno stravizio grosso fatto di rado o tanti piccoli fatti spesso; l’importante è non farne uno grosso o tanti piccoli contemporaneamente. Quindi, mangiare sufficientemente bene non è poi un’impresa così ardua (e la piramide alimentare ci viene in aiuto).

Ma,… eh sì, c’è un grosso MA…

Quando nasce un bambino i genitori partono tutti pieni di buoni propositi e decidono di cambiare il loro stile di vita per il suo bene, ma poi il tempo passa e ci si dimentica per la strada tutto quello che si era deciso di fare… Bastano pochi mesi e tutto diventa nebuloso; quello che sembrava importantissimo solo qualche mese fa, passa in secondo piano. Per questo motivo dire che gli stravizi sono concessi sia a grandi che a piccini può farci prendere una brutta china che ci fa ricadere nelle vecchie abitudini pre-figli, quindi è ancora più importante che quando si parla di alimentazione per i piccolini l’attenzione sia rivolta verso i genitori per guidarli a lungo termine verso un’alimentazione migliore. Se il bambino si fa una scorpacciata una tantum di XXX non ha nessuna, nessunissima importanza fintantoché il genitore è consapevole di quello che sta succedendo e se nei giorni successivi continuerà con un’alimentazione normale ed equilibrata. Se invece si comincia con XXX per poi passare a YYY e successivamente, dato che non ci sono problemi, a ZZZ (di nuovo, potete scegliere le schifezze che vi fanno più gola), “tanto il bambino cresce bene e a me piace”, allora no, non va più bene. Ma anche in questo caso è il genitore che ha bisogno di una sterzata, NON il bambino che semplicemente mangia quello che gli mettono a disposizione.

Inutile perdersi in dettagli come nel commento qui di seguito.

sono stata da una ped …, diceva di inserire due-tre cucchiai da minestra di verdure. D’altra parte sapevo che l’eccesso di fibre impedisce l’assorbimento del ferro.

Se per il genitore quello della combinazione ferro-fibre-verdure è un problema, allora provvederà a effettuare cambiamenti nell’alimentazione di tutta la famiglia e non solo per il bambino. Troppo spesso mi sembra che si tenda a sostituire la classica “ricettina” del pediatra (quella con il brodino di patata e carota, per intenderci) semplicemente con un’altra, quando invece bisogna pensare a quale percorso si vuol far fare a tutta la famiglia.

Quindi…?

La cosa migliore è rilassarsi e migliorare la dieta casalinga senza concentrarsi su un singolo aspetto dell’alimentazione o su un singolo ingrediente. Ogni famiglia deve trovare la propria strada secondo le proprie convinzioni, qualunque esse siano. C’è chi sceglie una dieta per motivi di salute, chi morali, chi etici… Abbiamo già visto che il concetto di “sano” è molto arbitrario, per cui è inutile provare a dare una soluzione che vada bene a tutti. Pensiamo a come migliorare la NOSTRA alimentazione. Quella dei nostri figli ne gioverà di conseguenza perché saranno abituati da sempre a condividere la tavola con i genitori e cresceranno vedendo che tutti mangiano le stesse cose senza tanti problemi. Di più davvero non si può chiedere.

Esempio di vita vissuta

Ho già detto che non ho la vocazione del monaco trappista e che mi piace mangiare bene; ecco un altro esempio di tutto ciò: in famiglia abbiamo diminuito notevolmente il consumo di sale e carne, due aspetti a nostro avviso importanti (e il portafogli ringrazia), ma ciò non toglie che quando andremo in vacanza al paesello ho in programma di farmi una sonora scorpacciata di saporitissimi salumi e insaccati vari, pancetta, cinghiale, braciole, costarelle, spiedini e chi più ne ha più ne metta, e vi assicuro che ho intenzione di godermela tutta SENZA il benché minimo rimorso; anzi so che sarà ancora più buona perché ce la gusteremo tutti insieme, nessuno escluso.
Mi sto forse contraddicendo? No, perché so che finite le vacanze torneremo al nostro regime abituale (che comunque non è monacale).

E voi?

Come vi regolate?
Avete divieti per singoli alimenti?
Fate stravizi?
Raccontateci il VOSTRO equilibrio e come lo avete raggiunto.


In questo post non ho parlato di proibizioni per motivi medici in quanto è un argomento completamente diverso. Ad esempio il miele viene sconsigliato prima dei 12 mesi a causa del rischio di botulino, così come il latte vaccino in sostituzione del materno o artificiale.

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150 risposte

  1. Io arrivo sempre in ritardo, ma vedo che in tanti non abbiano capito il senso del discorso… Non c’entra niente far entrare o meno in casa cose che uno reputa oscenamente insane, il punto è che bisogna essere realisti e riconoscere che questo limite (cioè cosa io considero oscenamente insano e cosa tu, persona a caso, consideri oscenamente insano) varia di famiglia in famiglia, anzi no, varia di persona in persona. 
    Non credo affatto che se una cosa è in commercio allora tanto male non fa perché siamo protetti da buone leggi! Col cavolo!! 😀 Questo è raccontarsi le favole, su, siamo tempestati a destra e a manca di schifezze sotto tutte le forme, solo che nel migliore dei casi SCEGLIAMO di non vivere una vita con l’OSSESSIONE di ciò che ci finisce sotto i denti, perché ognuno ha interessi, gusti e priorità diverse nella vita e se c’è a chi preme l’argomento alimentazione, c’è anche chi mangia per campare e non gliene importa niente di approfondire. Piaccia o no, è così. 
    Questo è senz’altro un limite e non è una cosa di cui vantarsi (ma nessuno, contrariamente a quanto ho letto qui e là, si vanta di niente, non confondete la spigliatezza nell’esprimersi, che piaccia o meno, con l’ostentazione). Nel peggiore dei casi, invece, semplicemente, che certe cose fanno male non lo sappiamo, non ce ne rendiamo conto, non abbiamo gli strumenti per capirlo. Vogliamo negare che sia così? Tutti ignoranti quelli non perdono tempo a pensare a queste cose? Probabile, ma io non seguo la politica per esempio, sono una scellerata.
    È realistico pensare che tutti debbano leggersi volumi e volumi sui malefìci di questo o quell’alimento? Sarebbe auspicabile, certo, ma non è realistico.
    Tutto sommato, se ho un problema medico, vado dal dottore, non mi auto diagnostico e auto curo tramite google. Certo, mi guardo attorno, ma siamo d’accordo che l'”overload of information” a cui abbiamo accesso oggi può fare tanto male quanto bene? E che ognuno di noi, su questa terra è esperto di una cosa e ignorante in milioni di altre?

    È ovvio che ogni famiglia inserisce i suoi limiti e le sue regole, ma il discorso cosa mangia il genitore è molto più complesso del semplice “in casa mia non entrano schifezze”. Lo sappiamo tutti quanto al cibo siano legate debolezze e disturbi vari, oltre ad altre variabili come il costo, la reperibilità ecc, e mi pare non solo irrealistico ma anche cieco non volerlo riconoscere.
    Probabilmente ciò che è sano e ciò che non lo è non è affatto soggettivo, anzi sono sicura che sia tremendamente oggettivo. Ma le variabili nella vita sono tante, conta con chi abbiamo a che fare, contano le abitudini della famiglia di origine, conta quello a cui si insiste a voler credere anche se da tutte le parte arrivano i segnali che le cose non stanno così, e bla bla bla. Di certo a suon di link e di citazioni non si va molto lontano…

    Detto questo, per quanto mi riguarda a 6 mesi faccio del mio meglio per girarmi dall’altra parte quando mangio il panettone con il bambino in braccio, o a 1 anno faccio del mio meglio perché tra le manine non arrivi il pezzetto di ovetto kinder offerto dalla zia, e in generale faccio del mio meglio perché quello che IO ritengo cibo “stravizio” (il cibo “veleno” non lo mangio manco io, no?) non arrivi in bocca al bambino. Mi sto nascondendo? Forse. Sto rimandando i problemi? Po esse. Sto guardando le cose con i miei occhi? Eccerto! Ma a me pare la cosa più giusta e sensata da fare, il mio istinto mi dice così. Parliamo tanto di istinto, di empowerment ecc ecc e devo mettere a tacere il mio che mi dice “nasconditi se non riesci a resistere alla schifezza perché sei una debole” e stare a dar retta a arbitrarie opinioni altrui? Ma anche no.
    La paura, l’ansia e la precauzione sono RISORSE importantissime, che se non ci lasciamo sopraffare, sono nostre alleate.

    1. ma come? pure il PANETTONE è stravizio/schifezza??? ma sei una madre indegna che non glielo offri, il panettone (quello da pasticceria, eh, per quello industriale posso capire – e comunque, sto scherzando!) Vabbè che dentro ci sono burro e uova, foooooorse a 6 mesi ci vai piano, ma una briciola di batuffoletto di quella roba buonissima che comunque si mangia solo 2-3 volte l’anno, che male può fare mai?  Io mi sentivo tristissima di non poterlo dare alla Cucciola (perché dentro c’è il latte, ma quest’anno si è potuta arraffare un pezzetto e diversi canditi), secondo me non è diverso il panettone dal biscotto (anzi, probabilmente è meglio del biscotto speciale per svezzanti).  (OT: L’ovetto kinder non sa di niente, o almeno, così mi è sembrato la prima (e pressoché ultima) volta che l’ho assaggiato, dopo tutte le pubblicità in giro è stata una megadelusione ).

      1. alexaleaia, mah…, stavo pensando che forse bisognerebbe limitarsi all’ostia consacrata, come non mi ricordo quale santa che aveva mangiato solo ed esclusivamente quella per tipo 40 anni… Poi però mi sono ricordato che c’è il glutine, quindi mica lo so se va bene… (per non parlare della farina raffinata…)

        1. non so, forse bisogna studiare quello che mangiava la scimmietta originale, prima del “peccato” del passaggio al bipedismo: frutta, bacche, radici, insetti, un pò di carogna qua e là …

      2. alexaleaia No no, non sono burro, né uova, né industriale o pasticceria (e chi le ha le pasticcerie che fanno i panettoni qua?), diciamo che per me vanno evitati il più possibile i dolci in generale, dolcificati in qualsiasi modo, così come i sapori troppo elaborati e mescolati, perché l’educazione al cibo deve avvenire con il cibo vero.

        (l’ovetto kinder è buonissimo!!)

        1. mah, credo che facendo autosvezzamento, ovvero lasciando libero accesso a quello che mangi tu, dai anche una chiara idea delle proporzioni, della frequenza delle cose se mangi sano, mangi probabilmente poco e raramente dolce, e il tuo cucciolo assimila per forza questa informazione.

        2. Aggiungo per chi allatta al seno: non serve a niente nascondersi mentre mangi una fetta di torta, tanto il cucciolo se lo ritrova nel lattuccio buono di mamma, tutto quello che mangi. Se sei una dolcivora, il dolce fa parte della sua “biblioteca preferita” di sapori. E se non erro, persino la Leche League insiste sul fatto che non bisogna fasciarsi la testa con chissà quali divieti, anzi, magiare più vario possibile, di tutto, evitando solo le cose più abominevolmente tossiche.

        3. alexaleaia Indubbiamente. Ma il problema, come è emerso da questa discussione, è la definizione di “abominevolmente tossico”…
          Se elimini tutto ciò di cui si è parlato qui non so proprio che cosa ti rimanga…

        4. Io resto dell’idea che niente, o quasi, vada eliminato assolutamente e totalmente. Quel che è tossico è la quantità, l’uniformità, l’abitudinarietà, non tanto il singolo alimento in sé. Diffido delle aggiunte artificiali, dei sostituti, coloranti, aromi, esaltatori, ma non al punto di eliminarli drasticamente col panico. Né il dolce, né il salato, né lo speziato, né questo o quello, vaniglia, cioccolato, salame, fritto o altro, sono da escludere, solo da apprezzare e consumare nelle quantità congrue. Che vengono spontanee se non ci sono forzature, imposizioni, raggiri (p.ex. i dolcificanti che “sdoganano” il dolce dal timore dell’ingrassamento e invece traviano il gusto naturale, creando abitudine indebita: ma anche lì siamo nell’abitudine, non nel consumo occasionale – e sospetto molto che se il consumo è solo occasionale, manco piacciono tanto quelle robe) .
          Si, bisogna stare attenti alla propaganda e al cattivo esempio, ma non è indispensabile demonizzare e nascondere.

  2. Penso che il concetto sia stato ribadito abbondantemente ma per sicurezza lo ripeto: ognuno a casa sua fa quello che ritiene più giusto. fine del disclaimer. detto questo: esiste una via di mezzo, stateci! esiste l’americano che pesa 300 kg perché beve 3 l di colcacola al giorno, con le -innegabili- conseguenze del caso anche sulla salute e ci sono io, insieme a qualche altro milione di persone, che mangio occasionalmente porcherie (la cocacola in realtà non più sempre per il fatto che non mi fa gola, ma per esempio la birra, la Sacher con la panna ecc.) e ciononostante sono, oltre che in linea, perfettamente in salute (“fateme da na grattata”). Senza girarci troppo intorno, principalmente il problema riguarda la carne, estesa agli altri prodotti animali. Ho letto tanti commenti, qui e su fb, a mio parere deliranti, dove si parla di VELENO. è ormai riconosciuto che l’eccesso di carne non è salutare, ma “veleno” a casa mia è una sostanza che ingerita porta a morte certa in tempo relativamente breve: è pacifico che ci sono onnivori che superano il secolo, basta!

    1. ma come fai a definire “porcheria” la sacher con la panna??? o persino la birra? Il cioccolato NON è una schifezza, dai! semmai lo è un cioccolato di pessima qualità fatto con grassi idrogenati invece del burro di cacao. E’ ovvio che non faccia troppo bene mangiarne tutti i giorni una fetta generosa, ma questo vale per la maggior parte degli alimenti. (OT: un giorno in Australia abbiamo mangiato un dolce dal nome molto evocativo di “Death By Chocolate”. Succulento, meraviglioso, ma se ne poteva mangiare solo mezza fetta a merenda, e poi non si aveva più fame fino alla mattina dopo.)
       L’educazione alimentare non significa privarsi delle cose golose, significa saper ascoltare il proprio corpo e non infliggergli eccessi calorici o di sostanze di cui non ha bisogno. Ci sono dei giorni in cui, se non azzanno una bistecca semicruda, divento cattiva, e altri in cui mangerei solo insalata. Se ti ascolti, non mangerai quasi mai schifezze.
      Quanto alla cocacola, che ironia pensare che sia nata come uno sciroppo (credo) per la digestione, a cui un giorno hanno aggiunto la limonata invece dell’acqua gassosa. Addirittura, nei paesi ad igiene scarsa, la consigliano altamente perché ammazza i vermi.

      1. alexaleaia ecco poi si fa confusione. per me la schifezza è il currywurst preconfezionato, per altri il latte coi biscotti fatti in cada. diciamo che ho spostato intenzionalmente il limite molto in basso così ci capiamo un po’ tutti 🙂 dato che come dicevo per me il currywurst confezionato è schifezza che non mangerei ne farei a Matilda aggiungo che non lo ritengo comunque veleno.

        1. currywurst? mi sa che ne avevo sentito parlare qualche anno fa, è l’invenzione di un indiano che vendeva wurstel per strada in Germania, e che ci ha messo dentro un ripieno al curry, risontrando un successone pazzesco, o qualcosa del genere, giusto? Mi ricordo che mi aveva incuriosito molto, perchè un giorno avevo mangiato wurstel per strada in Austria ed erano una delizia incomparabile rispetto a quelli che si trovano in Italia. Qui trovi solo quelli già ripieni con ketchup, senape o formaggio, onestamente non li ho mai provati.

        2. alexaleaia Non conosco il currywurst, ma mi tenta…
          Qui un macellaio rinomato fa le salsicce in tutte le salse, comprese al curry:)
          Comunque mi sembra che il messaggio del post stenti ad arrivare in alcuni casi (per fortuna non tutti, se no sai che frustrazione 🙂

        3. andrea_ alexaleaia non è proprio ripieno, è un wurstel servito con una salsa al curry, pare che “come si deve” si mangi solo a Berlino, il resto sono imitazioni. schifo non fa, in senso gastronomico, ma io mi riferivo più che altro alla versione impacchettata da banco frigo. ma, sempre parlando di Germania, avrei potuto parlare di quei “fix” maggi o knorr, polverine non meglio identificate che sembrano essere indispensabili da per fare arrosti, lasagne, pasta, (a quel punto mi chiedo, perché non aggiungere ancora 1-2 ingredienti freschi invece di un preparato??) che sono palesemente glutammato, aromi e chissà che altro. insomma io non sono una che inorridisce davanti a proteine mischiate a carboidrati diviso le vitamine, però certe cose non le mangio e men che meno le do a Matilda. ma so per certo che se dovesse capitarmi di mangiarne sopravviverei, ecco.

        4. andrea_ alexaleaia comunque Andrea ti ho pensato stasera, quando ho preso la pizza (una delle più buone degli ultimi 10 anni) con sopra salsiccia, ‘nduja, cipolla di tropea, patate…

        5. PS il wurstel ripieno di formaggio invece è tipico austriaco, il Käsekreiner. poi c’é il Bernerwurst che è ripieno di formaggio E avvolto nella pancetta. non so che mi ha preso, la fissa della dieta sana mi ha fatto passare la gola per certe cosette ma la salute ringrazia.

        6. Sluuurp la pizza, sluurp i vari wurst (freschi, s’intende), bleah le poleverine! In Francia hanno una cosa meravigliosa: bustine da infusione, tipo quelle del tè, con dentro tutte le spezie e verdure essiccate per condire carne, verdure, pesce (“court bouillon”), senza sale ne altro, ci si fa un “brodo” perfetto per qualunque cosa senza la sgradevolezza delle erbette secche poi nel sugo

  3. tra le tante schifezze ammesse, tra cui patatine fritte e cioccolato io non riesco a concepire la cocacola, me lo dovete proprio spiegare. Ogni tanto mi lasciano a casa una bottiglia di coca, quello che rimane dopo una festa e va diretta nell’armadio dei detersivi perché la uso per sgorgare il lavandino, io questa proprio non riesco a vederla come qualcosa su cui si possa fare un’eccezione, aho beate voi se riuscite a bere l’acido fosforico, che vi devo dire? Noi facciamo autosvezzamento, ma non autolesionismo O_o E’ vero ce vengono messe in cmmercio cose non sano, tipo tabacco e cocacola, per me non vale la regola che “se lo vendono allora mica è tossico” che frega a loro? ai commercianti?

  4. Andrea non capisco il tuo discorso: mio marito fuma, ma non per questo mi dice “non posso certo negarlo a mio figlio”. Perché non dovresti voler proteggere i tuoi bimbi da qualcosa che sai che fa male?
    Poi ognuno avrà i suoi criteri di giudizio, ma immagino che siamo tutti d’accordo sulle basi, tanto è vero che anche tu dici che poi il regime alimentare quotidiano non prevede questo tipo di alimenti.

  5. Sono pienamente d’accordo con le parole di Federica.A casa mia non si mangiavano merendine ed altri pasticci e non ho mai sentito la necessità, ora che sono adulta,né di utilizzarli né di proporli a mio figlio.Da molto tempo, presto attenzione a ciò che mangio informandomi e ciò non significa che sono ansiosa o fissata: ho solo deciso di non farmi del male.Ciò che è tossico, fa male e basta.Che importa se lo si beve o lo si mangia ” una tantum?” Accampare scuse non serve a nulla: sarebbe più corretto e onesto dire a se stessi “So che fa male, ma a me va bene così.”

  6. Genitori veg, non c’è necessità, ma a me i salumi piacciono e se li mangio io non posso certo negarli ai miei figli (a cui piacciono). Non credo che i miei figli debbano essere “protetti” dai salumi. Nel tuo caso chiaramente sì, e va benissimo.
    Come ho detto nel pezzo, ognuno ha il proprio XXX; nel vostro caso la carne e va bene così.
    Ma poi quando i tuoi figli vanno a casa degli amichetti che fai? Secondo te verranno corrotti in modo irreparabile se si avvicinano a un salume? Secondo me no (e questo è il succo del post) in quando a casa troveranno la solita “routine”. L’assaggio a casa degli amici è l’eccezione, lo sfizio, la novità… chiamala come vuoi. /A.

  7. Federica Martelli, non solo è giusto chiedersi se XXX faccia male o meno, ma è DOVEROSO. Allo stesso tempo però (e questo è il succo del pezzo) è necessario chiedersi quando è che XXX fa male altrimenti abbandoniamo la patata e la carota per un altro tipo di ricettina che viene accettato acriticamente e introduciamo tutta una serie di divieti soggettivi (sale, zucchero, nutella, salumi, carni, latticini, ecc. ecc.) C’è un commento a questo post di FedeRiot sul blog molto bello proprio su questo argomento; dagli un’occhiata, lo trovi facilmente (spero… ora ce ne sono parecchi).
    Prendi la storia del glutammato
    http://bressanini-lescienze.blogautore.espresso.repubblica.it/2008/02/04/miti-culinari-3-la-sindrome-da-ristorante-cinese/
    Chi ha scritto quest’articolo di queste cose ne capisce (al contrario di me). Quand’anche non ti convincesse, ti fa però vedere come la questione non sia così bianco/nero e che il glutammato (che prendo SOLO come esempio) non è il male incarnato. /A.

  8. @Andrea, ripeto la mia domanda: se non c’è la necessità, *perché farlo*? se sappiamo che consumiamo certi cibi per una cattiva abitudine (che abbiamo acquisito sin da piccoli, magari), *perché farlo*? Uscire dagli schemi tanto per uscire dagli schemi mi pare assurdo tanto quanto restarci imbrigliati.
    Le questioni etiche secondo me c’entrano in quanto sono un motivo in più per decidere di proteggere i nostri bambini da certi alimenti.

  9. 🙁 non c’è versi non si vuol capire ,ma se non lo assaggiano non c’è richiesta non ne sentono la voglia e ti assicuro che non hanno un buon odore per i veg , determinati alimenti

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