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Lo svezzamento vegano: intervista a una mamma

Lo svezzamento vegano: intervista a una mamma – svezzamento vegano[box]Come promesso, continua anche oggi il nostro excursus nel mondo vegetariano e, dopo aver letto un’introduzione da parte di un’esperta sui fondamenti e i motivi che stanno dietro alla scelta vegetariana, passiamo ai fatti: si può svezzare e crescere un bambino con la dieta vegana?
E se sì, in che maniera?
Quali precauzioni vanno prese e cosa comporta questa scelta nella vita di tutti i giorni?

Ce lo racconta Irene, una mamma italiana che vive in Inghilterra con i suoi 3 bambini, in questa intervista in cui ci dà il suo punto di vista e ci fa conoscere la sua storia.[/box]

Ciao Irene, grazie di esserti prestata a condividere con noi la tua esperienza di svezzamento vegano, ti va di iniziare parlandoci brevemente di te e delle tue scelte alimentari? Tu sei vegetariana, vegana… cosa?

Ciao Gloria, io sono “vegetariana aspirante vegana”, nel senso che a casa mia non mangio più carne (pesce incluso) da agosto 2011 e ho eliminato tutti i prodotti animali da ottobre 2011. Quando sono fuori per forza di cose (al lavoro, o in Italia casa di mia mamma) cerco di comportarmi esattamente allo stesso modo, anche se a volte è difficile evitare del tutto i prodotti animali, soprattutto se sono nascosti. Etichettare le persone, in genere, non mi piace anche se so che sono utili per capirci al volo. Se proprio bisogna etichettarsi, sogno un mondo in cui la dieta senza prodotti animali sia la norma e sia chi decide coscientemente di nutrirsi di prodotti animali a sentire il bisogno di etichettarsi diversamente 😉

Una domanda semplice semplice (o forse no!): perché svezzamento vegano?

Svezzamento vegano innanzitutto perché sono consapevole dei danni che carne latticini & co. possono fare sull’organismo di un adulto, essendone una vittima pluriennale io stessa; figuriamoci su quello di un bimbo piccolo. Ho sempre amato gli animali e ho sempre sentito un dolore dentro al pensiero che mangiarli fosse necessario. Crescendo, mi sono informata sempre di più raggiungendo la consapevolezza che non è affatto necessario, anzi controproducente! Inoltre da quando sono diventata mamma sono molto più sensibile verso certi argomenti che riguardano la vita e i cuccioli di altre specie. Prendendo una decisione consapevole di questo tipo ho risolto molti problemi in una volta sola, soprattutto sono sicura di non affaticare il sistema digestivo e immunitario della mia piccola e non sento più quel conflitto d’interesse quando mi trovo a coccolare mucche e caprette della fattoria dietro casa mia. Allo stesso tempo ci siamo fatti tutti una cultura, siamo usciti dagli schemi consumistici radicati nella società moderna e mangiamo tutti in maniera migliore, consapevoli del fatto che la nostra presenza su questo pianeta ha un impatto minore rispetto a quello di due anni fa.

Ho sentito spesso dire che a una dieta vegana deve corrispondere integrazione di vitamina B12, tu come risolvi questo problema?

Ho risolto facendo un test per vedere se avevo carenza e, di conseguenza, se anche il mio latte fosse carente. Quando ho fatto il test il livello era ancora nei limiti, ma devo rifarlo a breve e se i valori saranno scesi, come mi aspetto, peraltro, penserò a integrare la B12. Devo essere sincera però che tante cose che mangiamo tutti i giorni, sia io che la piccola, sono addizionate di B12 (per esempio i cereali, alcuni tipi di latte vegetale etc) quindi non mi sento in pericolo. Credo che sia opportuno integrare dove effettivamente ci siano carenze importanti, ma non credo affatto che l’integrazione artificiale debba essere consigliata a tutti i vegani in generale. Ogni caso andrebbe preso a sé senza farsi prendere dal panico che, purtroppo, è ancora troppo comune e molto spesso frutto solo di disinformazione.

Quanto è facile o difficile essere vegani e crescere figli vegani fuori casa? Penso ad andare al ristorante, a mangiare a casa d’altri ecc..

Non credo sia facile o difficile, a dire il vero. È una scelta o una necessità come molte altre. Quello che è difficile è cercare di districarsi in un mondo dove l’ignoranza, i luoghi comuni e i preconcetti regnano sovrani. Noi facciamo una vita molto movimentata e le occasioni di cenare con amici sono molto poche, purtroppo. Se vengono a casa nostra, cosa più probabile, decido io cosa cucinare e il problema non sussiste. All’inizio ho faticato molto per imparare a cucinare cose che non fossero piatti tradizionali italiani che, ovviamente, se non hanno carne hanno formaggio etc. Ora però va decisamente bene, a parte i dolci, ma quelli non mi venivano bene neanche prima, quindi non ho perso granché! Devo essere sincera che fare questo cambiamento mi ha aperto parecchio la mente, e mi rendo conto che chi si considera “onnivoro” in realtà onnivoro non è, poiché con l’approccio al mondo Veg ho scoperto tantissimi cibi nutrienti, genuini e soprattutto buonissimi che gli onnivori ignorano totalmente o hanno deciso di snobbare. Sono fortunata che vivendo nel Regno Unito le occasioni di mangiare come preferiamo non mancano: a casa, grazie alle molte opportunità di poter acquistare cibi adatti, e anche fuori casa. Qui essere vegetariani o vegani è una cosa “normale”, ed essendo un paese multiculturale c’è un po’ di tutto per tutti i gusti, tutte le esigenze e si è più liberi di essere ciò che si vuole senza sentirsi per forza “diversi”.

E fuori dalle quattro mura domestiche cosa succede? Come affronti il contatto con cibi di origine animale fuori casa?

Mah, dipende tutto da dove si sceglie di andare e con chi farlo. Noi non usciamo spessissimo e quando lo facciamo scegliamo posti in cui sappiamo che ci sarà qualcosa per noi, se l’idea è quella di uscire per assaggiare qualcosa di nuovo. Se invece usciamo per stare in compagnia, una semplice pasta al pomodoro va benissimo, è la compagnia che conta e non ciò che è nel piatto. Insomma, non ci aspettiamo manicaretti vegani e ci accontentiamo di ciò che non va contro le nostre necessità. È comunque successo che noi adulti mangiassimo l’occasionale piatto con nascosto qualche latticino o per esempio pasta fresca fatta con l’uovo, ma questa è proprio l’ultima spiaggia se il posto non offre altre possibilità di scelta e succede raramente.  La mia famiglia in Italia per fortuna è di larghe vedute e, devo essere sincera, prova a venirci incontro in quelle occasioni in cui stiamo tutti assieme.

Cosa credi che la gente dovrebbe assolutamente conoscere ma spesso non sa?

Credo che non si sappia davvero quali danni la carne, il latte vaccino e tutti i derivati facciano al nostro organismo. Si è parlato delle uova in passato, ma non si vuole ancora parlare di carne e latticini. Bisognerebbe che le persone abbandonassero quella paura che rende loro degli struzzi, si informasse per benino e capisse che no, non è normale nutrirsi di latte di mucca in tutte le sue forme per tutta la vita; che la carne, a parte il fatto che gli allevamenti pian piano ridurranno il pianeta in ginocchio, nonostante faccia parte della tradizione culinaria occidentale ha delle sostanze che non ci fanno affatto bene. Vorrei che la gente avesse la voglia di capire che ciò che fanno tutti non necessariamente è la cosa migliore solo perché è diventata la norma. Essere Veg non è una moda, ma il risultato di una determinazione nel cercare di limitare danni a sé stessi e agli altri. Posso dire che la stragrande maggioranza delle persone che conosco che hanno intrapreso questo cammino lo fanno perché hanno studiato, pensato, riflettuto, ponderato e sanno bene quali danni possono evitare o, come me, perché essi stessi hanno anche subito danni da un’alimentazione “onnivora”. Inoltre vorrei tanto che la gente smettesse di credere che senza carne non si assume ferro e che senza latticini non si assume calcio: c’è una differenza abissale tra ingerire e assimilare, mangiare carne e latticini non vuol matematicamente dire assimilare ferro e calcio. Anzi, nella stragrande maggioranza dei casi vuol dire l’esatto opposto. Ho imparato questo anche sui miei esami del sangue: dopo 32 anni di anemia ho smesso con la carne e come per magia non sono più anemica, neanche allattando. E nonostante abbia allattato tre bambini negli ultimi 5 anni e continui ancora a fare ciò ora che la piccola ha 20 mesi, i miei esami del sangue hanno dato valori di calcio perfetti, cosa che non era mai successa prima. In più una serie di disturbi sono passati dopo tanti anni, senza dover ricorrere ad interventi diagnostici invasivi. Vorrei davvero che la gente si svegliasse e iniziasse a prendere le redini della propria vita, cominciando a cambiare da ciò che sceglie di ingerire!

Vuoi aggiungere qualcosa? Dicci tutto!

Volevo solo ringraziare alcune persone davvero speciali che mi hanno sostenuta fino a questo momento e che sono sempre pronte a darmi una mano nei momenti di dubbio: Anna Sarni, Maddalena Fasser e Cristina Papini. Queste persone hanno ideato e tengono le redini del gruppo Genitori Veg su Facebook e del sito web omonimo e che, assieme al dott. Bruno Fioravanti e a tantissimi altri genitori nella stessa situazione, sono state fondamentali non solo per il mio cambiamento alimentare e quello di mio marito e dei due bimbi più grandi, ma anche per la buona riuscita dell’autosvezzamento della mia piccola Viola sin dall’inizio: vedere come la sua attitudine sia totalmente diversa in maniera positiva da quella di tanti altri coetanei, svezzati tradizionalmente o comunque con derivati animali, mi riempie il cuore di gioia. Cresce felice, è sveglia e sensibile agli altri e il giorno preferito della settimana per lei è quando il contadino ci porta lo scatolone con la frutta e le verdure fresche: le si illuminano gli occhi, si coccola tutte le verdure e i frutti prima di scegliere su quale lasciare i segni dei suoi dentini 🙂 per me questo, di per sé, è già un quadretto tutto salutare!!

Grazie ancora Irene!

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E voi? Siete vegani e avete scelto la stessa dieta per lo svezzamento dei vostri figli? O vi siete comportati in modo diverso? Raccontateci la vostra esperienza! E anche se siete onnivori, vogliamo sentire il vostro parere 🙂

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18 risposte

  1. ecco, ci sono popolazioni nel mondo. Come dire che oltre agli onnivori ci sono anche i vegetariani. Ci sono anche popolazioni nel mondo praticano la poligamia. Non significa che questo faccia di chi è monogamo un’eccezione e della poligamia la norma.

  2. L’integrazione di b12 è molto controversa. In realtà ci sono persone onnivore che hanno problemi di carenza di questa vitamina, perché dipende più che altro da una buona funzione dell’intestino

  3. Linda, ci sono studi diversi da quelli di cui parli tu in cui si conclude che l’essere umano sia in realtà nato fruttivoro. E ci sono popolazioni nel mondo che si cibano soltanto di vegetali e vivono ben oltre i 100 anni in piena salute. Bisogna leggere un po’di tutto e non solo seguire una sola corrente, secondo me, se si vuole davvero riflettere sulle cose e farsi un’idea di cosa sia più giusto.

  4. Dopo un po’ di riflessioni, vorrei anche aggiungere che il fatto di poter ‘digerire’ gli alimenti in questione, anche se in quantità grandi potrebbero in alcuni casi portare a digestioni più complesse, dimostra che in qualche modo il nostro organismo sia attrezzato, quindi adatto, a cibi di origine animale. Credo che, come sempre, il problema dovrebbe essere in termini di quantità e proporzioni. La composizione della piramide alimentare lo dimostra. Condivido ogni scelta, ma, come sempre, non la ritengo la regola. Quando nell’intervista si parla di ‘etichettature’, osservo che ogni eccezione ad una norma è, appunto, un’eccezione. E la norma in ogni società umana da sempre, almeno fin dai ritrovamenti paleo/archeologici di cui sono al corrente dimostrano che sia stata più o meno sempre e ovunque ‘onnivora’ in qualunque proporzione s’intenda.
    Sempre rispettando ogni scelta ‘alternativa’, mi permetto di non condividere il presupposto secondo cui, visto che anche essere ‘vegetariani/vegani’ è compatibile con la vita umana e con i dovuti accorgimenti e/o integratori anche a volte più sano, questo lo renda superiore e preferibile per l’intera umanità, se non la vera ‘normalità’ a cui ci si dovrebbe attenere.
    Come dire che una volta riconosciuta l’omosessualità come una componente umana ampiamente diffusa e rientrante di diritto nelle variabili naturali della natura umana, debba poi diventare la norma di riferimento e relegare ad eccezione l’eterosessualità.
    Allo stesso modo, trovo più pertinente riconoscere entrambe, omosessualià e vegan, come variabili naturali della nostra specie e pertanto di pari dignità rispetto alla norma di base.

  5. non so. Il fatto che si debba ricorrere a integrazioni artificiali di B12, così, a senso, mi fa pensare che non sia proprio vero che l’uomo non sia fatto o non si sia geneticamente modificato nei millenni per nutrirsi anche di alimenti di origine animale. Penso anche ai popoli che mangiano insetti, pesce anche senza che prevalgano carne e latticini.

  6. ma voi i frutti oleosi sotto che forma li date? sapete consigliarmi delle ricette di biscotti con frutta secca tipo mandorle, nocciole..? (anche se magari sono meglio da crudi..o no?)

  7. Daniela Maione Ti consiglio di leggere il libro “the china study”, lo studio più lungo e comprensivo sul più grande campione di popolazione e per il più lungo periodo di tempo sul consumo di prodotti animali e le loro conseguenze. Lo consiglio a tutti. Anche a me piaceva il prosciutto, eccome se m piaceva….

  8. Ho iniziato il percorso VEG da poco, ma da molto evito la carne, e nello svezzamento di mia figlia stiamo mettendo un gran impegno affinche sia VEG e sano, la cosa ci ricompensa immensamente vedendo quanto e- vitale e forte. Bellissimo articolo, e grazie ad Irene che ricorda a tutti quanto sia importante informarsi…e non accontentarsi della norma.

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