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Pubblicità nei reparti maternità

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C’e una petizione che sta girando qui nel Regno Unito, rivolta al Ministero inglese della Sanità e promossa dal celebre sito per genitori Mumsnet, che vuole bandire i parenting clubs a scopo commerciale dai reparti maternità.
Perché sapete cosa succede qui? Quando partorisci, dopo un’oretta o due, passa ad affacciarsi alla sala parto la signorina del Bounty club. Ti chiede se vuoi iscriverti al club e lasciare i tuoi dati, è un’offertona: ti danno un po’ di bei pacchi pieni di goodies di ogni genere -campioncini della crema per il culetto, le coppette assorbilatte, il pannolino per la piscina, la pezza di cotone per pulire il sederino caccone, e via così, insieme a volantini di prodotti vari e buoni sconto. Inoltre nel pacco post nascita trovi pure i moduli per richiedere il child benefit, il gruzzoletto mensile che il governo dà ad ogni bambino. Puoi dire sì o puoi dire no, sta a te, ma rimane il fatto che nel momento forse più intimo e delicato che ci sia nella tua intera vita, un estraneo qualunque (può anche essere un uomo), una persona mai vista né sentita prima, si affaccia alla porta della tua stanza o alla tenda del tuo letto, viene da te e con modi gentili, sommando tutto, ti tratta da puro oggetto di marketing. Sei lì e sei fragile, hai in braccio un bambino appena nato, ti si apre di fronte un mondo nuovo pieno di responsabilità e di scelte da fare, e loro vogliono essere lì con te. Perché tu scelga loro e non altri. Sono gli amici delle mamme, hai capito?
Qui sono molto sensibili al concetto di privacy: un sacco di mamme si sono ribellate e sta girando la petizione.

Io ci ho messo un bel po’ a capire, ve lo dico candidamente. Quando nella maternity ward c’ero io, ero completamente ignara. Ricordo poco, perché non è che fossi proprio al meglio di me… Anzi, di cosa successe con la prima figlia non ricordo niente, non ero del tutto cosciente e comunque non avrei saputo analizzare i fatti. Ma con la seconda ricordo di avere Baby C in braccio, forse sono semi stesa sul letto, e questa signora bionda con un camice bianco – che quindi confondo con un’ostetrica o infermiera – appare sulla porta con un grosso computer che viaggia su ruote.

In realtà l’abboccamento inizia ben prima, il primo pacco te lo danno durante le visite con le ostetriche “Hai preso il tuo Bounty pack, darling?”.

Uh, che bello, ci danno i campioncini!” E dai, corri in farmacia con il cedolino a prendere il pacco prima che sia troppo tardi, del resto è sempre divertente aprire una bustona e scoprire cosa si nasconde dentro. How exciting! C’è il pacco per la futura mamma, quello per il neonato, quello per il bimbo alle soglie dello svezzamento… e tutto sommato qualcosa di carino dentro, non sempre, ma a volte ce lo trovi pure.
Ma più di tutto lo sai che fa? Collega nel tuo cervello l’evento nascita con la marca X.
Ti regalano i campioncini in cambio del tuo indirizzo e dei tuoi dati da vendere, dietro consenso, alla aziende per mandanti la pubblicità a casa. Poi ti chiedi da dove viene tutto quello spam che infilano nella buca delle lettere…

Sì, io non avevo capito niente, pensavo che fosse un’associazione nazionale legata all’NHS, il sistema sanitario nazionale, pensavo che fosse qualcosa di interno e che in qualche modo usassero la pubblicità come supporto per poter dare alle neomamme del materiale utile: hanno un bel sito, ti danno anche il libricino che spiega le fasi della gravidanza e uno che parla dei primi mesi di vita, ed essendo l’UNICA cosa che ricevi di questo genere mi era sembrato potesse essere una cosa statale, del resto qui è tutto statale, non paghi un centesimo da nessuna parte… Ingenuotta!

Non avevo perso tempo nemmeno un secondo a pensare se la cosa fosse lecita o meno, se fosse giusta questa intrusione, se fosse giusto che io e il mio neonato fossimo target pubblicitario prima ancora della sua nascita e questo accadesse proprio nella tana che ti dovrebbe proteggere e curare: l’ospedale.

E così io la petizione ho deciso di firmarla, perché sì, il club è carino, certo… fanno anche cose utili, ma mi sono ricordata del senso di intrusione provato in quel momento e, con il senno di poi, la sensazione di essere stata presa un po’ in giro dalla signora mascherata da infermiera. E nel complesso tutto questo sa davvero di sbagliato.

Ora, non so quanto per voi sia rilevante, ma se siete anche voi oltremanica, o anche se solo vi va, firmate la petizione e fatela girare. Non so come sia la situazione là in Italia esattamente, me la raccontate? Anche lì succedono queste cose?

Nel frattempo, leggendo tutto questo (potete seguire la questione con l’hashtag #bountymutiny), non posso non pensare che il senso di fastidio e di “sbagliato” che vi dicevo è lo stesso che provo ogni volta che vedo un medico fare pubblicità ad un prodotto per bambini (eh, c’ho un po’ la fissa!) perché di base il principio a me pare lo stesso, si usa il mezzo medico per portare il messaggio pubblicitario.

Ma noi non facciamo niente, stiamo a guardare o addirittura partecipiamo entusiasti.

E se invece anche noi ci ribellassimo?

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35 risposte

  1. in ospedale ti danno il kit pieno di promo di tutte le marche,dal pannolino all’acqua sterilizzata. se compilavi la scheda ti davano qualche numero di non so che rivista, ma fiutando la raccolta di dati non l’ho consegnata e mi son otenuta il kit 😀

  2. Anna, interessante… è inquietante allo stesso tempo :/
    Sara Bertoli, sai che non mi ricordo? La luce c’era per forza (sennò come fanno a vedere che succede?:D) , ma quanto fosse intensa non ho idea, io ero attaccata ala bocchetta del gas&air a occhi chiusi che risucchiavo e guai a chi me lo toccava! 😀 😀 /Gloria

  3. Autosvezzamento – La pagina ufficiale di http://www.autosvezzamento.it Da noi in sala parto con luce bassa.
    Non so se hai mai visto la trasmissione “24h in sala parto”, qui la danno su real time ed è ambientata un UK e vedo che le donne partoriscono sul lettino e mi sembra siano nella stanza di degenza (non è un lettino ostetrico)e la luce è molto forte, a giorno. Mi faceva un po’ strano ma forse lo fanno solo per la trasmissione.

  4. si, fatto. Sommersa da cartaccia e da telefonate con proposte di libri e libretti. Quando lavoravo per una nota assicurazione, ci davano elenchi con numeri di telefono, indirizzi e dati vari dei bambini nati in un certo periodo per chiamare e proporre contratti di investimento per il futuro dei pargoli. Non lavoravo in un call center, ero aiuto agente. Questi dati giravano liberamente. Chiesi da dove venissero ma non mi risposero altro che venivano venduti a chi ne facesse domanda. Era il 2004.

    1. @Autosvezzamento – La pagina ufficiale di http://www.autos 
      Beh, ambient ambient no, ma abbassare le luci, cercare il silenzio è il minimo del rispetto. Poi io ho anche voluto evitare il lettino, che dovrebbe servire solo per effettiva necessità o perché magari in quel momento ti va così. Soprattutto dovrebbero esserci poche persone e discrete. Ti faccio esempio: parto uno, due sole persone presenti di cui solo una che “agiva” su di me, luci basse, tempi rispettati, tutto tranquillo. Parto due: luce puntata, delirio, fretta, lettino obbligatorio (e io non posso stare sdraiata sulla schiena, ho perso la sensibilità alle gambe) e troppe persone a commentare “ma no, la spinta la fa giusta, lo vedi l’ano come estroflette?” o abbassare i gambali proprio mentre tu ti ci appoggi per spingere con la scusa che pensava fosse meglio per te . Ecco… forse un po’  tutto sottotono sarebbe meglio, no?
      Per l’argomento, qui la pubblicità è bandita ma nelle sale d’attesa trovi materiale informativo, e i ginecologi spesso ti danno campioncini di farmaci. Più spesso ai corsi preparto Comuque è tutto inutile se poi la pediatra ti scrive “dare latte Mellin 1” sulla lettera di dimissioni. Ci fu una petizione, ma non so come è andata a finire, se ne parlò anche sul forum.

      1. Valina Da questo punto di vista qui al nostro ospedale davvero non ci si può lamentare, ti metti come vuoi e dove vuoi e il rispetto è massimo (qui sono un po’ ossessionati con questo genere di cose). Ad esempio il letto (nella foto!) l’ho voluto io e guai a chi mi spostava! Era l’unica posizione che potessi assumere, un po’ sbracata di lato 😀 carponi per me è sempre stato un no-no, anche nel primo parto. (il batuffolo nella culletta trasparente è Miss C)

  5. Sì a me l’ha data la scatolina -_-‘
    OT ma in UK si partorisce veramente sul lettino con la luce accesa come si vede in 24h in sala parto?

  6. Da noi ci pensano le ostetriche dei corsi preparto a fornirti di valigette piene di campioncini ed altre cosette utili. Così non dobbiamo iscriverci a nulla!

  7. Piu’ che le pubblicita e’ il modo in cui ottengono i dati, spesso mentono sul fatto che non sia obbligatorio, trattano certe neomamme malissimo ecc.

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