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Il rischio di soffocamento e cosa fare per evitarlo

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Uno degli argomenti che suscitano maggiore interesse in canali come questo è comprensibilmente come evitare che un boccone vada di traverso a un bambino che si avvicina all’alimentazione complementare. Ma sappiamo distinguere tra un conato e un episodio di soffocamento? Sappiamo come minimizzare il rischio di soffocamento e siamo coscienti di cosa sia effettivamente a rischio?

A ottobre 2016 è uscito sulla prestigiosa rivista Pediatrics un articolo dal titolo “Introduzione dei solidi a conduzione del bambino, e rischio di soffocamento”. Qui vi riassumo quelli che sono i punti, per me, salienti.
Per semplicità e chiarezza farò riferimento a bambini che vengono svezzati a pappe, ovvero in modo cosiddetto tradizionale, e bambini a cui invece viene dato cibo in formato finger food da gestire in autonomia.

Obiettivi e metodo

Obiettivo della ricerca era di determinare l’impatto di un approccio verso l’alimentazione complementare a conduzione del bambino (o baby-led) in relazione agli episodi di soffocamento e conato. Così è stato effettuato uno studio randomizzato controllato su 206 bambini sani, alcuni che seguivano lo svezzamento tradizionale e altri che invece sono stati esposti a finger food seguendo determinati protocolli per tenere conto del rischio del soffocamento.
L’aspetto su cui mi voglio concentrare in questo video, è proprio quello dei protocolli utilizzati, che credo in molti troveranno interessante.

Quella che state leggendo è la trascrizione del video che trovate sul canale YouTube di Autosvezzamento.it.
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Rischio di soffocamento: differenza tra conato e soffocamento

Molti bambini fanno dei conati mentre imparano a regolare la quantità di latte o cibo solido che deglutiscono. C’è una grande differenza tra conato di vomito e episodi di soffocamento, e imparare a riconoscere la differenza renderà immediatamente i pasti più rilassati.
Per evitare confusione, i genitori del gruppo dei bambini nutriti con finger food hanno ricevuto informazioni dettagliate per aiutarli a distinguere tra un conato e un episodio vero e proprio di soffocamento. In breve:

IL CONATO chiude automaticamente la gola e spinge la lingua verso la parte anteriore della bocca. È un riflesso che abbiamo tutta la vita ed è simile a quello legato alla deglutizione, allo starnutire e al tossire. Un bambino che ha conati di norma risolverà il problema da sé rapidamente e questa sarà solo una fase temporanea. Il bambino può avere molti conati quando viene introdotto per la prima volta al cibo solido mentre impara a regolare la quantità di cibo che riesce a masticare e deglutire in una sola volta.

Siccome il punto della lingua che fa scattare il riflesso del conato è molto più avanti in un bambino di quanto non lo sia in un adulto, i bambini tenderanno ad avere più conati. Tuttavia durante la crescita questo punto si sposta più indietro sulla lingua. E, proprio come capita agli adulti, è anche probabile che abbia un conato quando assaggia del cibo che non gli piace.

I segni distintivi dei conati (non necessariamente compaiono tutti) sono:
– Gli occhi lacrimano
– La lingua viene spinta in avanti o fuori dalla bocca.
– Il bambino fa un movimento come per vomitare per provare a spostare il cibo in avanti, ed è anche possibile che vomiti

IL SOFFOCAMENTO invece si verifica quando le vie aeree diventano parzialmente o completamente bloccate, impedendo la respirazione. In generale, se un bambino soffoca, inizierà a tossire, nel tentativo di liberare le vie respiratorie. Nonostante la tosse e lo sputacchiare che ne consegue possano sembrare allarmanti, sono un segnale che il bambino sta affrontando il problema. I cibi morbidi vengono di solito facilmente riportati avanti con dei colpi di tosse, ma cibi duri o altri oggetti come giocattoli di piccole dimensioni possono richiedere un aiuto supplementare, quali le manovre di disostruzione pediatrica, per garantirne la rimozione (qui c’è un video brevissimo, ma molto istruttivo).

I segni distintivi del soffocamento (non necessariamente compaiono tutti) sono:
– Il bambino tossisce o sussulta mentre prova a respirare e a eliminare l’ostruzione
– Il bambino non emette suono
– Il bambino emette una specie di squittio sottovoce per comunicare che è in difficoltà

Come valutare la sicurezza dei cibi (liste da leggere con attenzione)

In tanti mi chiedono liste di cibi “sicuri” quando si parla di rischio di soffocamento, ma come vedremo tra un attimo, questo genere di liste lascia il tempo che trova per moltissimi motivi. Molto meglio è invece imparare a riconoscere volta per volta il cibo che abbiamo davanti. Ci viene in aiuto questa lista che è stata elaborata con l’aiuto di un logopedista pediatrico e discussa in dettaglio con i partecipanti allo studio.

  • 1. Provare il cibo per assicurarsi che sia sufficientemente morbido da poterlo schiacciare con la lingua sul palato (o che sia grande e fibroso a sufficienza così da evitare che si rompano piccoli pezzi quando viene succhiato o masticato, come potrebbero essere strisce di carne)
  • 2. Evitare cibo che possa sbriciolarsi in bocca
  • 3. Assicurarsi di mettere a disposizione cibo che sia lungo almeno quanto il pugno del bambino (così che possa afferrare il cibo con il pugno e morderne l’estremità che spunta fuori)
  • 4. Assicurarsi che il bambino stia sempre seduto con la schiena diritta quando mangia e non sia mai con la schiena piegata all’indietro
  • 5. Mai lasciare il bambino da solo con il cibo o quando mangia
  • 6. Nessuno, tranne il bambino, può mettere cibo in bocca al bambino stesso che deve poter sempre essere in controllo di quello che accade e mangiare secondo i propri ritmi.
    Questa lista la trovate anche sul sito; il link è nella descrizione in basso.

Supervisione dei bambini

In entrambi i gruppi (finger food e tradizionali) a 6 mesi appena il 79% (!!) di bambini aveva sempre un adulto seduto con loro, mentre a 8 mesi la percentuale scendeva al 71% (!!!).
Incredibilmente a 11 mesi un misero 65% (!!!) di bambini “finger food” aveva sempre un adulto con loro durante i pasti, mentre nell’altro gruppo si scendeva addirittura a un penoso 44% (!!!!!). Devo confessare che ho trovato queste statistiche sconcertanti. Neanche a dirlo, i bambini piccoli non si lasciano mangiare da soli neanche per un secondo. C’è sempre tempo per rassettare la cucina.

Cibi a rischio di soffocamento e da evitare quando si inizia con il cibo solido

1. Cibi che non si riesca a schiacciare con la lingua sul palato
2. Cibi molto piccoli quali noccioline, chicchi d’uva interi, frutta con nocciolo (a meno che non sia stato rimosso il nocciolo) e caramelle.
3. Verdure crude
4. Mela cruda (intera o a fette) – Un’altra ricerca mostra che la mela è il cibo più comunemente associato a episodi di soffocamento.
5. Frutta acerba o dura
6. Agrumi, a meno che gli spicchi non siano stati preventivamente spellati
7. Popcorn
8. Salsicce, carote o simili cibi tagliati in forma tonda o a dischetti.

La cosa più interessante quando si parla di rischio di soffocamento è l’avvertenza che il cibo che si sbriciola è a rischio. Quindi cose come pane secco, che in tanti sembrano utilizzare all’inizio, sono da evitare. Il consiglio di mettere a disposizione cibo “schiacciabile” con la lingua mi sembra il più facile da attuare e il meno limitante.

Chiaramente c’è cibo e cibo. Facciamo l’esempio, per dire, di una patata che può rompersi in bocca in 100 modi diversi a seconda della qualità e della modalità di cottura: dovremo di volta in volta giudicare se appartiene alla categoria dei cibi “schiacciabili con la lingua” o a quelli che “si sbriciolano”. Un altro esempio, sono le arance: alcune hanno gli spicchi con una pelle più, diciamo, coriacea, e altri ce l’hanno tenerissima e non crea alcun problema. Lo stesso discorso vale per le verdure crude che non possono essere certo trattate tutte nello stesso modo.

Risultati

I risultati della ricerca sono piuttosto interessanti: un terzo circa di tutti i bambini che hanno preso parte allo studio hanno avuto almeno un episodio di soffocamento tra i 6 e gli 8 mesi di vita, ma non è stata vista una differenza significativa tra i due gruppi.
Nel gruppo dei bambini che mangiavano finger food c’è un numero maggiore di conati a 6 mesi, ma inferiore a 8 mesi rispetto a quelli dell’altro gruppo.

Molto interessante il fatto che nonostante tutte le informazioni che hanno ricevuto i genitori i cui figli mangiavano finger food, a 7 mesi è stato offerto del cibo classificato come ” a rischio di soffocamento” a circa la metà, e a 12 mesi alla quasi la totalità dei bambini, ma senza una differenza significativa tra i due gruppi. Da notare che la quasi totalità degli episodi di soffocamento riguardavano cibo a pezzi che venivano dati saltuariamente anche ai bambini svezzati a pappe.

Su un totale di 129 episodi di soffocamento legati al cibo, meno di 1/4 dei cibi coinvolti facevano parte di una lista di cibi a rischio fornita ai genitori dello studio. Per questo motivo non la riporto qui (la potete trovare nell’articolo originale) in quanto non mi sembra particolarmente informativa o utile e comunque non è corredata da alcuna bibliografia, ovvero è stata compilata in base all’esperienza personale di chi l’ha messa insieme. Cercare di capire i principi generali da seguire mi sembra più utile e costruttivo.

Per non sembrare troppo catastrofici bisogna puntualizzare che sui 129 episodi riportati, solo in tre casi è stato richiesto l’intervento di un operatore sanitario: in due casi il problema è stato causato dall’aspirazione del latte, mentre nel terzo un bambino, appartenente al gruppo dei mangiatori di finger food, è stato ospedalizzato perché si è strozzato con del cibo che gli è stato messo direttamente in bocca, in contravvenzione alle linee guida.

I bambini che hanno seguito questa versione di avvicinamento all’alimentazione complementare non hanno presentato un numero di episodi di soffocamento superiore a quelli che svezzati seguendo metodi più “tradizionali”.

Tuttavia in entrambi i gruppi sono state riscontrati pratiche poco sicure. La conclusione chiave che ha raggiunto questo studio è che se paragoniamo il gruppo di bambini che sono stati svezzati a pappe, quelli che si sono avvicinati all’alimentazione complementare solo con finger food e quelli che hanno fatto un misto, il numero di bambini coinvolti in casi di soffocamento non varia in modo significativo tra i tre gruppi e quindi gli autori concludono che lo svezzamento fatto con il finger food non è più pericoloso di quello a pappe, se le buone pratiche vengono messe in atto.

Raccomandazioni per i genitori

Gli autori dell’articolo convengono che sia impossibile evitare tutti gli episodi di soffocamento da cibo in quanto sono causati da un numero molto vario di cibi solidi e liquidi, indipendentemente dal tipo di svezzamento prescelto. Il rischio di soffocamento è solo minimizzabile per questo è importante capire come fare.
Molto più importante è assicurarsi che ai genitori vengano fornite informazioni sulla sicurezza, comprese le manovre di disostruzione, e che supervisionino sempre e comunque i loro bambini mentre mangiano così da poter identificare e gestire nel modo migliore gli episodi di soffocamento.

Ciao e alla prossima.

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