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Il mio bambino non mi mangia

Il mio bambino non mi mangia – bambino

 

Il mio bambino non mi mangia, di Carlos González – Bonomi Editore

L’autore catalano, pediatra, fondatore e presidente dell’Associazione Catalana per l’Allattamento Materno, nonché padre di tre figli, affronta, in modo chiaro e con l’umorismo che contraddistingue il suo stile, il difficile tema dell’inappetenza infantile.

La tesi, sorretta nel libro con dovizia di esempi e di spiegazioni scientifiche, è che l’inappetenza infantile è soprattutto un problema di equilibrio tra quello che il bambino mangia e quello che la madre si aspetta che mangi. L’autore mette quindi in guardia da quelli che sono i più comuni errori che il genitore arriva a compiere pur di assicurarsi che il figlio mangi quanto egli stesso desidera e suggerisce invece chiare regole di comportamento per evitare che l’ora del pasto si trasformi in un campo di battaglia e che il cibo diventi un meccanismo di ricatto affettivo.

Smitizzando tutta una serie di luoghi comuni legati allo svezzamento, Gonzalez sdrammatizza quindi il problema: la madre non deve vivere il rifiuto (di parte) del cibo come un fatto personale, con angustia, rabbia o sensi di colpa. Al contrario, deve prendere con serenità il momento in cui incomincia ad educare il bambino al piacere di stare a tavola, convincendosi che i bambini, meno influenzati da sovrastrutture culturali rispetto a noi adulti, hanno la capacità di autoregolarsi sia come quantità che come qualità dei cibi che mangiano.

Per completezza voglio qui precisare che il pediatra catalano non considera l’autosvezzamento, ma si pone in modo intermedio rispetto alla metodologia: non propone tabelle di introduzione degli alimenti, ma presenta esempi di “pappe” a parte da cucinare all’inizio dello svezzamento.

Consiglio il libro non solo a chi si trova già ad aver a che fare con bambini “inappetenti” ma anche e soprattutto a chi ancora deve approcciarsi al periodo dello svezzamento; averlo letto prima del compimento dei 6 mesi di mio figlio mi ha aperto gli occhi su aspetti estremamente ovvi ma che tendiamo a non prendere in considerazione circa i meccanismi che muovono l’appetito e la curiosità verso il cibo nei bambini, ed ho quindi potuto affrontare in modo molto sereno l’avventura del suo autosvezzamento.

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16 risposte

  1. Linda, sono ben d’accordo: tutto va inteso in modo indicativo ed elastico, quando si tratta di bambini, perché ciascuno è unico.
    La mia cucciola è sempre cresciuta a “scatti”, e intorno all’anno ha avuto un notevole “scatto”, dopo un periodo di relativo stallo.
    Quanto alla neofobia, quando arriverà mi farà una vacanza: per adesso, guai a proporre due volte di seguito la stessa cosa!
    🙂

  2. Alexandra, anche il mio ha fatto così. Però, anche se quel limite di età andrebbe inteso in modo ‘elastico’ come anche indicativa ed elastica vaa inteso il termine dei 6 mesi come inizio dell’avvio ad un’alimentazione Complementare.
    L’osservazione di Gonzales è legata alla costatazione che circa dall’anno il bambino mediamente inizia a crescere con ritmi meno intensi (sennò diventerebbe un gigante a 6 anni!) e, di fatto necessita di meno rifornimento energetico per quello scopo.
    Inoltre, ed è scritto nei nostri geni, più o meno dall’anno in poi per un certo lasso di tempo il bambino diventa più, diciamo, prudente verso il nuovo (neofobia). Ne parlerò spero presto in modo più argomentato.
    Comunque, lo ‘stile’ AS è in grado di limitarne alquanto gli effetti.
    😉

  3. Letto anch’io, una lettura molto simpatica, oltre ad essere saggia.
    Unico punto che mi ha lasciata perplessa: dice che intorno ad 1 anno i bimbi cominciano a mangiare meno. A me è successo l’esatto contrario, allo scattare dell’anno, cucciola si è messa a divorare a 4 palmenti, quando prima piluccava.
    Mi ha colpito molto il punto in cui Gonzalez fa il collegamento tra la necessità di esercitare il controllo assoluto su quello che fa/mangia il bimbo e le basi del sistema totalitario …

  4. Poi recupero il libro e cerco.

    Comunque mi riferivo ad esempi di pediatri “ossessionati” con il cibo, di fatti questo è uno dei ricordi più forti che ho di questo libro.

  5. ahah…. Ora te ne dico una io.
    (Comunque lo chiedevo a Andrea per capire dove vede esempi esagerati nel libro.)

    Una mia diretta conoscente con figlio di struttura esile riteneva mangiasse poco.
    Un giorno mia zia gli chiese se aveva fatto colazione e lui rispose che si svegliava sempre con la sensazione di non aver digerito.
    Riferendolo alla madre, scoprimmo che lei e la nonna preparavano biberons con uova, latte, farine e altro da somministrargli mentre dormiva perché di giorno non mangiava.
    Poi si chiedevano perché non avesse fame si svegliava sazio e appesantito!
    Ps. Purtroppo tutt’ora ha un pessimo rapporto col cibo. L’idea di mangiare gli da nausea anche se ha fame e mangia solo per sostentarci e non svenire. Ha una ventina d’anni…

  6. io ho un’amica che davvero lo allattava mentre dormiva snnò non avrebbe finito il biberon
    ed un’altra amica che davvero fa tutto un teatrino di personaggi e giocattoli per distrarlo e infilargli in bocca cucchiainate di pappa
    per ora non me ne vengono in mente altre, ma considerando che le mie amiche mamme sono pochine direi che come statistica è abbastanza alta

  7. Sono d’accordo con Erika. Lo lessi mentre cercavo di rivedere il rapporto con il cibo del mio figlio maggiore e forse avresti annoverato anche noi fra i casi estremi.
    Però vorrei capire meglio: un paio di esempi?

  8. Ora non mi serve più, ma prima di regalarlo vorrei leggerlo, quindi lo comprerò, perché sul tema vengono scritte tante cose vere e tante assolutamente false, ma questo testo forse è diverso:) grazie del suggerimento

    1. A mio avviso il libro è certamente valido e difficile da contraddire.
      Ha una limitazione, in quanto, come molti libri del genere, porta degli esempi estremi per suffragare la sua tesi, quando non ce n’è davvero bisogno, in quanto il messaggio arriva comunque forte e chiaro.

      1. ma sei sicuro che siano così “estremi”?
        o meglio, estremi lo sono sicuramente
        ma guardandomi intorno sono portata a credere che non siano affatto rari

  9. Infatti, se non ricordo male, Gonzalez dice che I bambini inappetenti non esistono.

    Personalmente ho trovato utilissima l’appendice dove riporta una mini storia dello svezzamento e che spiega, almeno in parte, da dove vengono fuori le regole dello svezzamento “posologico”.

    Bellissimo poi il fatto che in passato temessero i bambini “mangioni” 🙂

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