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Svezzamento e introduzione dei cibi, quale schema seguire?

miglior schema per lo svezzamento

Cerchiamo di fare chiarezza tra tutte le informazioni che circolano sulle tabelle di introduzione dei cibi dato che non c’è genitore con figlio in età da svezzamento che non abbia una storia da raccontare. “Il pediatra mi ha fatto introdurre questo a 8 mesi e quello a 10”, dirà uno, mentre un altro ribatterà immediatamente: “ah, io ho letto su un libro che quello va introdotto a 7 e questo a 12.” Ogni genitore vanta il miglior schema per lo svezzamento!

Troviamo il miglior schema per lo svezzamento

Tanto per curiosità ho fatto una ricerca durata non più di cinque minuti su internet per vedere quello che veniva fuori e ho trovato (totalmente a caso) tre siti: il primo fa introdurre più o meno tutto tra gli 8 e i 10 mesi (compresi i pomodori), in un altro ci sono delle limitazioni fino ai 12 mesi e oltre (per i pomodori si sostiene che sia meglio aspettare almeno i 12 mesi), e in un terzo, oserei dire quasi maniacale, una serie infinita di alimenti è stata classificata a seconda del momento “giusto” per la sua introduzione (pomodori dopo i 30 mesi!). Interessante anche questo articolo dove consigliano di mettere subito carota, zucchina, pomodoro e cipolla, ma di evitare a tutti i costi la patata (chissà come ci rimarrebbe il celeberrimo Studio Patata & Carota 🙂 ).

Quale tipo di cibo è meglio dare ai bambini? Baby food, biologico o va bene anche quello “convenzionale”?
A questa domanda è stata data una risposta approfondita ne La questione cibo.

Chiaramente queste “realtà” non possono coesistere, tuttavia sono in pochi a porsi la domanda di come mai ci siano in circolazione consigli tanto disparati che negano l’uno la validità dell’altro. Di solito quando lo faccio notare vengo zittito con il classico, “me l’ha detto il pediatra”; altre volte invece si riconosce che questi schemini sono più a beneficio dei genitori che dei bambini, ma si aggiunge che “a seguirlo sicuramente non si fa danno, dopo tutto che differenza fa se introduci il pomodoro a 6 o 12 mesi?”. Quasi tutti poi vedono l’autosvezzamento semplicemente come uno schemino alternativo (”Ah, queste mode moderne…!”) equiparabile agli altri. Come mai sembra esserci un così scarso interesse ad approfondire questa questione? È come se per quanto riguarda l’alimentazione bisognasse necessariamente farsi dare un parere dall’alto che ci mostri la diritta via, altrimenti da soli ci smarriremmo in una selva allergica.

È comprensibile che un neo-genitore si senta un po’ perso con questo esserino tra le mani e, non sapendo a chi votarsi, si affidi al santo pediatra. Ma allora, perché il pediatra quasi collude con il genitore perpetuando storie di vecchie comari sull’introduzione degli alimenti? Ho usato la parola “collude” perché non bisogna dimenticare il bisogno che buona parte delle mamme (in particolare quelle italiane?) hanno di controllare in tutto e per tutto quello che fanno i loro figli, e così facendo hanno bisogno di “regolette”, anche se arbitrarie.

Insomma, è la madre ansiosa a voler essere guidata o è il pediatra che guida a rendere la madre ansiosa? È nato prima l’uovo o la gallina?

Non parliamo poi del desiderio inconscio che tutti noi (chi più, chi meno) abbiamo di conformarci; dopo tutto se la vicina di casa, la zia, la cognata, la suocera, l’amica del cuore e la cassiera del supermercato ci dicono quella che sembra la stessa cosa (anche se guardando con un minimo di attenzione ci accorgiamo che tra loro non sono poi così tanto d’accordo), devono pur aver ragione; l’importante è fare il brodino, avere uno schema e trattare il bambino come un malato. I dettagli non importano più di tanto. Se qualcuno mette in dubbio quello che fai, rispondi, “me l’ha detto il pediatra!”

A pochi sembra venire in mente che se questi schemi avessero un minimo di fondamento sarebbero più uniformi tra loro. Tra l’altro non dimentichiamoci che basta andare all’estero e si scopriranno schemi completamente diversi o, in molti casi, un’assenza totale di schema (ma di questo parleremo più diffusamente in un altro post).

Tuttavia ciò non spiega perché questa insicurezza/bisogno di controllo/desiderio di conformarsi sia così forte e radicato da impedire di vedere al di là del proprio naso. Dopo tutto se un genitore è sufficientemente capace da saper accendere un computer e iscriversi a un qualche forum dove poter dialogare con persone con interessi simili ai suoi, lo stesso genitore dovrebbe essere in grado di fare 2+2 e notare la mancanza totale di logica in quello che sta facendo riguardo l’alimentazione dei più piccini. Capirei se stessimo parlando di 15-20 anni fa quando internet non esisteva o non era diffuso, per cui non c’era possibilità di allargare i propri orizzonti senza dover uscire da casa (OK, c’erano pur sempre i libri, ma dubito che sarebbero serviti…), ma oggigiorno con l’onnipotente Google dove si trova tutto e il contrario di tutto, e che in una frazione di secondo fornisce le risposte alle domande più disparate, come si fa a non porsi nemmeno la domanda? Probabilmente la medicalizzazione della prima infanzia, da molti vista come malattia, ha fatto radici talmente profonde che non si può fare a meno del “consiglio medico” anche se non ci sono malati da far esaminare.

Migliore schema per lo svezzamento

Insomma, dove ricade la responsabilità? Tra i pediatri che perpetuano la loro personalissima versione della ricetta di Amelia la fattucchiera che ammalia o tra genitori che accettano acriticamente quello che dice loro il medico? Probabilmente hanno colpa entrambi. È pur vero che i pediatri di base sono così oberati di lavoro che non hanno tempo (e forse voglia) di stare a istruire una serie infinita di madri che non ha alcun interesse a essere istruita e vuole invece solo una tabella di introduzione degli alimenti che la farà sentire più tranquilla; è tuttavia anche vero che i genitori si dovrebbero prendere un po’ di responsabilità cercando di capire quello che viene detto loro. Non dimentichiamo poi lo Stato, che se diffondesse le linee guida già esistenti farebbe evitare un sacco di problemi sia ai dottori che ai (non) pazienti.

Certo questo è un lavoro che non si può fare dall’oggi al domani, ma occorreranno anni prima che cambi l’immaginario collettivo di come lo svezzamento debba essere, ma almeno così i nostri figli, quando sarà il loro turno, non dovranno necessariamente combattere con calderoni e ricette magiche.

Inutile starsi a lambiccare il cervello cercando di risolvere problemi che non esistono… basta chiedersi:

Ci sono allergie in famiglia?

  • SÌ: rivolgersi al pediatra o meglio all’allergologo per maggiori informazioni, anche se gli alimento “a rischio” sono ben noti. Tuttavia, anche in questo caso, assumendo che il bambino abbia più di sei mesi, non c’è un ordine con il quale introdurre un alimento* piuttosto che un altro.
  • NO: allora dopo i sei mesi il bambino può assaggiare tutto* (per chi è particolarmente ansioso dico che ci vorrà tempo prima che assaggi tutti gli alimenti di cui sopra).Altre direttive sull’ordine di introduzione degli alimenti non servono.

* Chiaramente si parla di alimenti di STAGIONE. Meglio evitare le fragole a dicembre o le arance ad agosto.

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62 risposte

  1. Marta83, sì e sì 🙂
    Quella pagina del ministero avrebbero potuta scrivere nel 1974 o anche il 1964 se non il 1954 🙂
    Ci manca solo il fondo blu o arancione ed è perfetto 😀

    Questa è la mail che inviai nel maggio 2013… forse è il caso che gliela rimandi per vedere se si smuove qualcosa…

    Ogni tanto do un’occhiata al sito del ministero per vedere se hanno
    pubblicato qualcosa di nuovo sull’argomento e l’altro giorno mi sono
    imbattuto in questa pagina:

    http://www.salute.gov.it/portale/salute/p1_5.jsp?lingua=italiano&id=112&area=Vivi_sano
    che contiene all’inizio alcune informazioni sullo svezzamento. Devo
    ammettere che sono rimasto davvero sorpreso nel leggere informazioni
    piuttosto datate se non inesatte, tra cui quella di iniziare lo
    svezzamento tra il quarto e il sesto mese, in contraddizione con le
    direttive OMS che parlano di allattamento esclusivo per 6 mesi.
    Anche il tipo di dieta suggerito (mais, tapioca, farine varie) non è
    davvero supportato dalla ricerca (o quanto meno non è migliore di
    una qualunque altra cosa).

    In aggiunta, la pagina suddetta contraddice un’altra pagina, questa:

    Come lei ben sa c’è molta confusione sull’argomento svezzamento a
    causa degli operatori sanitari che non si riescono a mettere
    d’accordo. Ma se anche il Ministero della Salute non riesce neanche
    a scrivere una paginetta senza contraddirne un altra sullo stesso
    sito, che speranze abbiamo? In molti paesi europei ci sono
    pubblicazioni preparare dal Ministero locale con delle informazioni
    chiare, e soprattutto uguali per tutti, su come affrontare il
    periodo dello svezzamento. In Italia, no… ognuno fa come meglio
    crede e il Ministero certo non aiuta (e non mi dica che ogni bambino
    viene trattato a sé perché non è vero)

    Giustamente dite che è importante abituare i bambini a mangiare bene
    per diminuire il rischio di obesità, ma non vedo come questo
    obiettivo possa essere raggiunto dalla pagina del Ministero della
    Salute redatta dall’ISS. A mio avviso si può lavorare solo sui
    genitori insegnando loro come prendersi al meglio cura dei loro
    bambini già dall’allattamento e poi dallo svezzamento e così via, ma
    ciò non avviene dicendo che devono dare una pappa di mais e
    tapioca… invece bisogna lavorare affinché LORO per primi
    migliorino la loro dieta e agiscano RESPONSABILMENTE nei confronti
    dei loro figli. in altre parole serve un serio empowerment dei
    genitori (che temo sia reso molto difficile dai pediatri di base che
    troppo spesso sono diventati una specie di tuttologi a cui devolvere
    ogni responsabilità…).

    Non dimentichiamo poi le associazioni dei pediatri (la FIMP e la
    SIP, tanto per non fare nomi…) le cui relazioni con l’industria
    del baby food sono tutte da indagare. in questo scenario dove manca
    un referente sicuro per il genitore, il Ministero (e l’ISS)
    potrebbero riempire una lacuna gravissima aiutando veramente i
    genitori, ma purtroppo questo non avviene.

    insomma, per riassumere, qual è lo scopo della pagina dell’ISS e
    perché non si riesce a mettersi d’accordo per emettere delle linee
    guida CHIARE, valide su TUTTO il territorio e LIBERE da influenze
    commerciali? Non mi sembra di chiedere troppo.

  2. Marta83 , ciao.

    Dici molto bene. Ero al corrente di quel link e avevo pure scritto agli autori chiedendo chiarimenti, ma non mi hanno mai risposto. Ora che me lo hai ricordato, appena passa Natale riparto alla carica. 🙂

    Tuttavia quel pezzo che cito non è scomparso, lo hanno solo spostato. Ora lo trovi qui:

    http://www.archeo.salute.gov.it/imgs/C_17_opuscoliPoster_159_ulterioriallegati_ulterioreallegato_2_alleg.pdf
    a pagina 36.
    Se poi mi rispondi che la confusione regna sovrana, ti dico, HAI RAGIONE!!! Quel pezzo che citi è assolutamente uno scandalo e non oso neanche pensare chi/perché lo abbia scritto dato che contraddice praticamente tutto quel (poco) che si trova scritto in letteratura.

    Delle volte uno si chiede se davvero la gente sa quello che fa…

  3. Buonasera! Seguendo i link dal forum sono giunta al sito del ministero della salute ma, invece delle indicazioni che avevo letto avrei trovato, ho trovato queste, che dicono il contrario:

    Divezzamento (o svezzamento) non significa allontanamento dal seno, ma il passaggio graduale verso una alimentazione più varia sia nella consistenza che nel sapore (questo causa a volte un rifiuto iniziale da parte del bambino) che nelle modalità di somministrazione. Il divezzamento inizia, di norma, a partire dal sesto mese e comunque sentendo il parere del pediatra.
    La carne è essenziale per l’apporto di proteine ad alto valore biologico, di ferro e di altri sali minerali nonché di alcune vitamine del gruppo B. I cereali sono una buona fonte energetica. L’olio di oliva fornisce gli indispensabili acidi grassi. La frutta e la verdura contengono vitamine, sali minerali, ferro e fibre. Il latte e derivati assicurano il calcio e le proteine di qualità.
    Quindi, in sintesi, le principali raccomandazioni per il corretto divezzamento:il divezzamento dovrebbe iniziare a partire dal sesto mese e comunque su indicazione del pediatrasappi che a sei mesi di età il fabbisogno calorico del bambino deve essere soddisfatto solo per il 50% da alimenti diversi dal latteevita nel primo anno di vita del bambino l’introduzione di alimenti noti per la loro attività istamino-liberatrice (pomodoro, fragole, legumi, cacao ecc.)non aggiungere sale alle pappe per non abituare il bambino ad un gusto troppo salatoscegli olio extravergine di oliva per la sua equilibrata composizione in acidi grassi e la facile digeribilitànon aggiungere zucchero, evitando anche di utilizzare miele nel primo anno di vita
    Gli alimenti vanno inseriti con il seguente ordine:verdure e fruttacereali senza glutine e i derivatiformaggio grattugiatoolio extravergine di olivacarnecereali con glutine.
     Quali sono gli alimenti per la prima infanzia?Alimenti a base di cereali: farine semplici, composte lattee, semolini, fiocchi, crema o semolino di riso, biscottiAlimenti a base di carne: omogeneizzati, liofilizzatiAlimenti a base di frutta: omogeneizzati semplici o compostiBevande (succhi di frutta)Mela o pera grattugiateOrtaggi e verdura: passati di carota, patate…
    Nel secondo semestre di vita il bambino può cominciare a mangiare progressivamente numerosi alimenti di diversa composizione e digeribilità.
    Si comincia con i cereali contenenti glutine (frumento, orzo, avena) sotto forma di pastina o semolino. 
    In seguito si possono aggiungere, a distanza di almeno 10-15 giorni uno dall’altro, carne finemente tritata o frullata e pesce povero di grassi saturi quale sogliola o merluzzo (lessato e tritato o frullato).
    Il pesce è un alimento digeribile, ricco di proteine e povero di grassi, ma dovrebbe essere introdotto nella dieta gradualmente.
    In questa fascia di età non va somministrato latte vaccino.

    In particolare, il pezzo che ho sottolineato…come mai il ministero ha “cambiato” versione rispetto a quanto riportato nel forum a questo link?

    http://autosvezzamento.it/forum/Thread-ministero-della-salute-italiano-le-raccomandazioni-ufficiali-sullo-svezzamento

  4. Ppoi a voler ben vedere di ogni cosa troviamo benefici e danni, controindicazioni di tutto.
    La giusta via è sempre nel mezzo.
    Autosvezzamento non vuol dire solo far fare quel che vuole al bambino, tipo maneggiare frutta secca, ne svezzamento classico vuol dire seguire al 100% le pappette.
    Così come la tipologia di dieta seguita (onnivora, vegana, vegetariana) sarà sempre oggetta di lodi e critiche sperticate.
    Impariamo ad analizzare, ad usare il giusto peso delle parole, a non criticare pesantemente, ad usare la testa.
    Altrimenti torniamo al cucchiaino, al super consumo di proteine che tanto va di moda e chiudamola la, per rimanere in tema alimentare. Tutti pecoroni, nessuno sgarro, nessuna discussione.

  5. @tati Gloria_ Solo la definizione dei denti è indicativa…Gli incisivi servono per “incidere”, i canini , si sa anche negli animali, servono a strappare, mentre per noi umani i molari maciullano.
    Lo svezzamento classico è una bella scienza del 900 (pappette o cibi da cucchiaio e per piccoli ne sono sempre esistiti, ma non è mai stato a livello “clinico ” come oggi).

    Mi sono avvicinata allo svezzamento naturale a metà avventura col primo figlio. Con lui ero partita come una piccola cattolica iper praticante con tabelle, quantità, pappette, etc e guai a sgarrare!!! Ma all’anno ho mollato tutto seguendo sempre più l’autosvezzamento. Mio figlio ha fatto più fatica ad accettare verdure in pezzi, ma è stata la scelta migliore. Ora ama sperimentare, se ha voglia e fame bene, altrimenti non sente danni. Ha tre anni ed una dieta assolutamente varia.

    COl secondo bimbo partiamo proprio di autosvezzamento (già fioccano le critiche; chi sono io per contrastare anni su anni di studi medici? Chi sono io, appena alla seconda esperienza di maternità, per avere tante certezze? Non ne ho, ma mi informo e cerco la miglior via per i miei figli; ho capito che mi sono fatta abbindolare dalle parole mediche come LEGGE DIVINA che invece divina non è salvo problemi di salute seri).
    Se fatto con cervello credo sia la miglior via.
    Una conoscente,senza saperlo, aveva autosvezzato il figlio che rifiutava di netto il cibo e voleva solo il seno (anche io l’ho velata criticamente perchè in tre anni quel bambino non aveva mangiato tanta varietà ed ero condizionata dal dogmatico svezzamento col cucchiaino, ma ora capisco che non aveva modo di sperimentare e non ha una dieta salubre, sfido chiunque a mangiare bene e più alimenti), ma poi, banana a parte, viveva di quintali di biscotti, pane, pasta, insaccati, wurstel e fritti. Evviva la salute (si fa per dire)!
    Noi siamo vegetariani ma i piccoli (il piccino di cinque mesi solo quando riuscirà a mangiarla, per ora si limita ad osservare con fascino il cibo che finisce nelle nostre bocche) hanno massima libertà di mangiare carne e pesce cotti. Il grande, mangiando al giapponese, ha anche fregato ad amici del sashimi…Essendo pesce crudo eravamo preoccupati, invece..Gli è piaciuto e non è successo nulla neanche tornandoci con gli stessi amici.

  6. elisazanet Non credo sia allergologa ma, in quanto associata all’ACP, credo possa essere affidabile

    PEDROTTI ANNA: 

  7. Buongiorno a tutti! Sono nuova la mia bimba ha 5 mar e mezzo e quando saremo pronte vorrei iniziare l’autosvezzamento ! Io sono celliaca e ho un po’ di allergie… qualcuno misa indicare un bravo allergologo in Trentino Alto Adige o dintorni?

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