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A pranzo coi parenti

Qualche tempo fa, Agostina (nome di fantasia) ci ha scritto questo messaggio reduce da un pranzo di famiglia durante lautosvezzamento, di quelli che tutti conosciamo bene e a cui è impossibile sottrarsi. Hai presente? Beh, troppo bello, non potevamo mica tenercelo tutto per noi!

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Pranzo in famiglia – prima…

Ieri, in due ore scarse di convivio familiare per festeggiare il compleanno di mia cognata, ne ho sentite veramente di tutte, so che è un po’ lungo, ma se potete leggete fino alla fine perché con l’ultima raggiungiamo un altissimo livello di ….. (scusate, ma non so che parola usare, mettete voi quello che volete!)

Iniziamo, a tavola cinque bambini, età 8, 7, 6, 3 ed infine la mia, 1 anno appena compiuto; tutti in piedi a guardarli mangiare la carne mentre per noi si cuoceva ancora la pasta (perché si sa, i bambini DEVONO iniziare dal secondo sennò poi non lo mangiano!) e si parte con: “Mi raccomando, se non mangiate tutto, dopo non andate più a giocare in camera e nessuno scende a giocare alle altalene, capito? Anche Rosina (la mia) non scende se non finisce tutto“.

Sangue freddo.

Conto rapidamente fino a dieci per moderare il tono di voce ed educatamente, continuando a sorridere prima di tutto a mia figlia (che nel frattempo armeggiava con mani, forchetta e cucchiaio per mangiare la sua fettina di vitella) e poi a loro, rispondo: “No, Rosina mangia finché ha fame e quando non ne vuole più si alza e va a giocare, non deve finire tutto, lo sa da sola quando è sazia“.

Pranzo di famiglia durante lautosvezzamento
Pranzo in famiglia – …e dopo

Schivate le repliche, incassato solo qualche sorrisetto tirato, proseguiamo a mangiare, noi molto poco in realtà – tanta tetta non tanto tempo prima e poi nuova casa, tanta gente, tanto altro da scoprire – e il 3enne, come noi, poca fame, o solo voglia di far altro… Ed ecco un’altra chicca, un saggio consiglio che sua nonna rivolge a sua madre: “Non vedi che è distratto da tanti giochi nuovi, inutile che lo tieni qui a tavola, portalo di là a giocare e mentre lui è distratto gli infili il boccone in bocca arrivando da dietro mentre lui non se ne accorge“.

Mi sforzo di star zitta, non è mio figlio, neanche mio nipote, e nonostante tutto, purtroppo, non ho il diritto di mettermi in mezzo. Provo a pensare solo alla mia piccola, che nel frattempo aveva ottenuto le agognate fettuccine e con il condimento che le colava dappertutto tentava di arrotolarne una con la forchetta mentre con l’altra mano ne metteva in bocca una manciata.

I bimbi finiscono (per modo di dire) di mangiare e nonostante la minaccia iniziale vanno a giocare.

Noi proseguiamo il pranzo e continuano i saggi consigli in tema di alimentazione infantile, rivolti proprio a me, che sono la più giovane e con la figlia più piccola, devo averne proprio bisogno, ai loro occhi.

Il primo è stato “innescato” dal mio raccontare – ed ero anche abbastanza orgogliosa mentre lo raccontavo – che Rosina vuole ormai mangiare con le posate anche se ancora non è completamente capace e non solo con la forchetta, con la quale bene o male riesce a destreggiarsi, ma anche col cucchiaio, tutto ciò che ne richiede l’uso, e ho chiuso dicendo che a volte è un incubo perché tutto vola (riferendomi ai miei vestiti, al parquet sbiancato e ai mobili bianchi!), dando il la a:

Sì, hai ragione è un incubo, e sai come lo risolvi? Usando due cucchiai, uno lo dai a lei e l’altro lo usi tu, così mentre lei prova col suo e lo fa volare, tu col tuo vai veloce ed infili in bocca“.

Altro enorme respiro e controbatto educatamente e forse in maniera anche un po’ evasiva, giusto per evitare sceneggiate: “No, io la lascio fare, così impara ad usare anche il cucchiaio e poi non vuole essere imboccata, è il periodo che vuole fare tutto da sé, quindi non fa niente“.

Il discorso prosegue sull’asilo nido, stiamo valutando se mandare Rosina tra qualche mese, e su tutti i miei dubbi riguardo l’inserimento. L’unica cosa che mi si raccomanda come elemento a cui stare attenta indovinate qual è…? Il pasto: “Eh, dovrai stare attenta lì a quanto TI mangia; noi il piccolo (il 3enne) lo mandiamo fino alle 12 così poi il pranzo lo gestiamo noi a casa (ed in effetti ora che ci penso anche gli altri 3 bambini presenti hanno subito lo stesso trattamento, sia per nido che per materna). Certo, poi tanto te lo puoi far dire e gli fai recuperare a casa quello che non ha mangiato!”

Ennesimo ed ultimo (capirete poi perché) respiro profondo: “No ma io non mi preoccupo per il pranzo, Rosina quando ha fame mangia, quando non mangia evidentemente ha i suoi motivi e sono dell’avviso che insistere sia una forzatura
Ed ecco che arriva il capolavoro!

Il cognato di mia cognata, padre del 3enne, che aveva passato metà del pranzo a cercare di giustificarsi del perché suo figlio non mangiasse, trova l’appiglio per ricordare che i suoi (e miei) nipoti mangiavano ancora di meno e che il loro padre era stato “un grande” (testuali parole!!) perché aveva trovato “un metodo infallibile, un po’ estremo, ma efficace” (anche se tuttora questi bambini “stranamente” non vogliono mai mangiare!) …… suspense ……

Gli tappava il naso finché aprivano la bocca e quando la aprivano gli infilava il cibo dentro“.

Beh… Perdonatemi, ma questa volta non ce l’avrei fatta a controbattere educatamente, avevo finito l’aria da respirare (in tutti i sensi), ho fatto un sorrisino di circostanza, ho finito il dolce e poi ho preso Rosina e l’ho portata alle altalene all’aria aperta.

E voi quante ne avete viste e sentite a casa vostra con i vostri parenti? ;-D

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29 risposte

  1. Che brava che sei stata! Invidio la tua flemma… io mi impongo di contare almeno fino a dieci ma finisce che se arrivo a sei è troppo e sbrocco! L’ultima volta, dopo gli ennesimi consigli non richiesti su poppate notturne, portare in fascia, alimentazione etc..e le mie obiezioni del caso, la sentenza è stata “tu sei convinta di avere tutte le risposte”

  2. Io ogni tanto ho delle belle discussioni con mio marito x il fatto di lasciarla fare con il cucchiaino, e lui maniaco della pulizia che mi riprende ogni volta. …. poi però ad ogni pasto con i suoi genitori, con i miei oppure con la famiglia ricevo solo complimenti per come mangia bene e come usa il cucchiaino (13 mesi), ed ho la mia rivincita. Bello soprattutto sentirsi dire dalla suocera che è merito mio se mangia così bene xke mi sono sempre dedicata a farle mangiare di tutto (e detto da lei che al 3o bimbo per questioni di tempo, visto che gli altri 2 erano dei terremoti, dava il biberon con dentro la pappa con la tettarella tagliata…..è un bel complimento!!!!)
    Insomma son fortunata xke trovo sostegno.

  3. la mia ha tre mesi e già tutti hanno iniziato a farmi terrorismo psicologico sullo svezzamento… e quando ho osato dire che non ero preoccupata perché volevo fare autosvezzamento… mi hanno guardata con commiserazione! E una zia addirittura ha detto “ma povera bimba… è così bella e tu vuoi rovinarla per seguire questa nuova moda?” Mi hanno fatto sentire come se fossi un potenziale mostro!

  4. Mia zia a parente incinta (del 4 figlio): “sei pronta a ricominciare tutto da capo? Tette al vento, preparare biberon, pannolini sporchi, notti in bianco…” e fin lì, uno dice ok, non è proprio il migliore degli incoraggiamenti… e poi la chicca: “e poi a 3 mesi inizi a svezzarlo!”
    Per fortuna la parente incinta sembra avere del buon senso e dice “ehm, io con i miei 3 figli ho iniziato dopo il 6 mese…”
    E mia zia non convinta ribatte “lo vedi quel ragazzone in salotto? È mio figlio che ha 12 anni e ne dimostra 16, lui l’ho svezzato a 3 mesi con il consenso della pediatra perché aveva fame, vedi com’è cresciuto bene?”
    Il ragazzone in questione a 12 anni mangia solo pasta in bianco con cotoletta e patatine. Ho detto tutto.

  5. tutto vero. E’ vero anche che a volte i bambini si lasciano stimolare dal contesto, preferiscono giocare al posto di mangiare. Anche a noi adulti succede, se siamo presi da una situazione “adrenalinica”, una scadenza, uno stress, ma anche qualcosa di molto divertente, per un po’ ci “dimentichiamo” di avere fame…

  6. A volte bisogna mantenere la calma. Qualche giorno fa ho dovuto ingoiare un rospo enorme e respirare 30 secondi prima di parlare. Nuova educatrice al nido di Elena, che si aggiunge ai tre educatori dell’anno scorso. Premessa gli educatori dell’anno scorso mi avevano chiesto materiale su autosvezzamento e comunque hanno sempre usato un approccio molto rispettoso nei confronti dei bambini: posate presenti a tavola, chi riusciva mangiava con le manine gli altri con le posate chi voleva aiuto veniva aiutato. Ero molto soddisfatta. L’altro giorno vedo che Elena ha assaggiato il pesce (che a casa quando proposto schifa tantissimo), quindi chiedo all’educatrice se l’ha mangiato, per curiosità mia, per capire se posso riproporlo serenamente a casa. Risposta: “io faccio una piccola forma di RICATTO. Dovete assaggiare il pesce altrimenti non vi do il pane. sua figlia è stata la più brava perchè ha assaggiato”. Risposta mia: “No, mia figlia non è stata la più brava, avrebbe dovuto dire di no e scansare il piatto se non lo voleva. A me non interessa che assaggi tutto, mi interessa che mangi ciò che vuole”. OHMMMMMMMMMMMMMM

  7. come mia cognata tappava il naso a mio nipote e cacciava in bocca il mangiare, che nervoso a vederla!!, con la mia se non mangia non l’ha obbligo, i miei non dicono niente anzi non forzarla che si regola lei, mia suocera va a lune (deve aver lultima parola o commentare frasi dove vuol farsi vedere che lei è più brava anche se ha torto marcio) se mangia poco dai forzala dai questo, se mangia troppo ma dai smettila di darle da mangiare, due palle!!!!!……sembra che non sia capace di dare da mangiare a mia figlia!, e l’altra mia cognata non si azzarda a dir niente perché???? è brava!!!! è una maestra!!!! ma va va…….io la mia non lha sforzo !

  8. Incubo….devo ancora arrivare allo svezzamento,ma spero proprio che non vada così,anche se ho uno strano sentore…..

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