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Svezzamento tradizionale e autosvezzamento, le differenze

differenza tra svezzamento tradizionale e autosvezzamento

Già diverse volte ho provato a quantificare la differenza tra il cosiddetto svezzamento tradizionale e autosvezzamento (vedi in fondo a questo articolo per i vari link), ma nonostante tutti i miei sforzi, questo è pur sempre uno degli argomenti più ostici da trattare.

Tempo fa c’è stata una domanda sulla pagina Facebook che ha generato un’interessante discussione e mi sembra utile preservarne i punti salienti in quanto altri la troveranno utile per chiarirsi un po’ le idee.

La domanda

ho già dato un’occhiata al sito, ma non mi è ben chiara la differenza che c’è tra svezzamento tradizionale e autosvezzamento. D’accordo, al contrario dello svezzamento normale con l’autosvezzamento non si mangiano le pappe, ma i pezzi, ma poi? Tutto lì?

Le risposte

Qui di seguito trovate alcune tra le risposte a mio avviso più interessanti. in grassetto metto in evidenza le frasi per me chiave.

P. dice: Autosvezzamento per me, oltre alla natura del cibo proposto, significa lasciare che sia il bambino a dettare le sue necessità, in termini di tempi, quantità e qualità.
L’adulto diviene supporto per competenze ancora immature, ed esempio.

M. aggiunge: Lo svezzamento tradizionale è fine a se stesso, cerca di togliere il latte il più in fretta possibile sostituendo i pasti, nell’autosvezzamento è il bimbo che decide cosa e quanto mangiare e anche se preferisce ancora il latte o meno, crea un buon rapporto col mangiare che diventa occasione di sperimentare e imparare invece che uno stress. Inoltre non è necessario preparare pasti separati.

P. ipotizza: Lo svezzamento tradizionale dovrai farlo 2 volte. Primo per togliere il latte e il secondo per togliere le pappe a cui è abituato. Con l’autosvezzamento il latte non si toglie, l’alimentazione è complementare a richiesta. Quindi il bimbo arriva a mangiare come il resto della famiglia!

V. racconta: aggiungo che noi lo abbiamo scelto per essere genitori facilitatori e non impositori. Per poter essere tranquilla anche quando usciamo a mangiare senza preparare qualcosa da far scaldare. Per evitare di anticipare passaggi. Per educarci tutti ad uno stile sano di alimentazione. Per stare tutti bene.

I. suggerisce: Svezzi senza bilancino o dosi. Se non mangia soprattutto i primi mesi no problem che c’è il latte. Cucini meno cose perché tutti mangiano più o meno uguale. Stimoli l’autonomia del bambino. Insomma no stress e magari meglio (se prima mangiavi da fast food per pigrizia)

S. esclama: e perché mangiare insieme, con bimbi felici e attivi è la cosa più bella del mondo!

S. la sa lunga: Credo che la differenza più importante stia nel fatto che nell’autosvezzamento viene assecondata tutta una serie di cose proprie del bambino: i suoi tempi, i suoi gusti, le sue preferenze, e perché no anche i suoi passi indietro, i suoi tentennamenti, i suoi “capricci”. Si da tempo al tempo, si da fiducia al bambino e fidati, i risultati si vedono, eccome, dopo un po’. Un bambino che è stato rispettato nel suo naturale approccio col cibo sarà un bambino che affronterà sempre con molta naturalezza il momento del pasto, che sia un mangione o no, perché non tutti sono mangioni, è questo il bello… viene rispettata l’individualità di ogni bimbo.

A. aggiunge: Nell’autosvezzamento il bimbo impara a conoscere il cibo con quanti più sensi possibili, in primis quello del tatto. Perciò, oltre ad assaggiarlo, lo maneggia, lo schiaccia con le mani, è lui a portarselo alla bocca e per tutto questo è importante fornirgli qualcosa alla sua portata.

V. ha capito tutto: autosvezzamento è lasciare che il bambino sperimenti e gestisca l’approccio al cibo “solido” secondo le proprie esigenze e i propri tempi di crescita, condividendo l’esperienza dei pasti con tutta la famiglia. Pappe vs pezzi è un’aberrazione che genera incomprensioni e ansie di gestione.

Infine M. dice di essere una voce fuori dal coro: Bah. Io ho seguito la tabella dello svezzamento tradizionale (interpretandola) e francamente non mi ritrovo in molte vostre descrizioni – né per questo ritengo di essere una “autosvezzatrice” -.

Ho sempre assecondato mio figlio. Mai forzato a mangiare quello che non si sente (e se non mangia – capitato quasi mai – la pappa propongo il latte senza farmi alcun problema). Il latte a 11 mesi non l’ho ancora tolto e ritengo che vada bene così. Sarà lui a decidere quando non ne avrà più bisogno. Quando alle pappe, lo ripeto per l’ennesima volta, è un falso mito che facciano schifo. Ad oggi mangia di tutto e assaggia tutto. Prima la pappa (ormai grossolana) /pastina condita o altro e poi assaggia il cibo dei grandi. gradualmente sta passando alle consistenze dei grandi senza particolari intoppi.

D’accordo, probabilmente M. è stata fortunata in quanto suo figlio si è conformato alle aspettative del genitore, tuttavia quello che descrive non è proprio il messaggio che vorremmo far passare?

Aggiungete le vostre considerazioni tra i commenti, così chi viene dopo di voi imparerà dalle vostre esperienze (Facebook è bello, ma lì i post durato un giorno e poi sono persi per sempre).


Chiaramente questo argomento è stato già trattato molte volte. Se volete chiarirvi le idee vi suggerisco di leggere i seguenti articoli:

L’autosvezzamento è un processo orizzontale

Io non svezzo nessuno. I bambini si svezzano da soli

Il bambino comincia l’autosvezzamento, NON il genitore

Introduco un pasto alla volta?

E moltissimi altri. Sfogliate i tantissimi articoli del sito, magari utilizzando la casella di ricerca che trovate in alto. Così troverete moltissime risposte, anche a domande a cui non avevate ancora pensato.

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5 risposte

  1. Per me autosvezzamento é uscire dagli schemi e provare a superare i miei limiti. Ho deciso di seguire l’autosvezzamento perché mi è piaciuta l’idea di dare a mio figlio i cibi di famiglia piuttosto che le pappe, perché mi piace l’idea che l’autosvezzamento funga da educatore alimentare per il bambino e per i genitori; perché sono d’accordo che il latte non sia un “vizio” da togliere. Ma… quanto avrei voluto avere delle ricette. Quanto mi sarebbe piaciuto sapere di dover dare X fusilli di N cm2 conditi con Y broccoli e Z g di grana grattugiato. L’ansia delle carenze o dei surplus nutrizionali è sempre dietro l’angolo. Seguire una piramide alimentare non é facile, visto che se ne trovano tantissime. Una volta la pasta è alla base della piramide, un’altra alla cima. Insomma, per me, che ho sempre amato avere il controllo su tutto, è una grande sfida. Mio figlio mi ha insegnato e mi sta insegnando tanto, ma è un attimo ricadere nelle paranoie. Meno male che esiste questo sito, che per me è piattaforma di costanti ricerche.

  2. Per me “auto svezzamento” é sinonimo di SERENITÀ… Daniel non é un mangione (almeno per il momento) e se non mi fossi documentata e mi fossi affidata alla tradizione per me sarebbe stato un inferno! Invece così ci sediamo a tavola tutti insieme, lui mangia un po’ dal cucchiaino e un po’ dalle mie mani poi quando si stanca lo prendo in braccio per un po’ di titta poi a volte se vede che io continuo a mangiare ricomincia ad aprire la boccuccia come un uccellino! Il tutto con estrema serenità, nel pieno rispetto dei suoi tempi, gusti e preferenze!

  3. Loris non ha mai rubato nei piatti ma ha sempre apprezzato le pappe. Ha imparato a deglutire bene a 8 mesi e a masticare a 11. Io gli facevo vedere la pasta, i mandarini, i pezzetti di polenta. ..ma lui niente, ha cominciato a mangiare come noi quando ha imparato a masticare. Anche questo immagino abbia significato rispettare la sua volontà. Adesso mangia come noi ma in entrambi i periodi non l’ho mai forzato se non aveva voglia…

  4. Il mio bimbo a 5 mesi e 1/2 gioiva quando lo sedevo sul seggiolone e si lanciava verso i nostri piatti. Per me fare autosvezzamento ha significato questo, incorraggiare il suo entusiasmo verso il cibo, condividere con lui i pasti e quello che era sulla nostra tavola, lasciarlo libero di sperimentare con le mani quanto voleva ( certo all’inizio fanno un gran casino ) ma adesso che ha 13 mesi oltre a mangiare con entusiasmo tutto è molto autonomo. Soprattutto nella masticazione e ha imparato che quando ha un pezzo grosso lo deve sputare e dare a mamma. Insegnare a gestire il cibo mi è sempre sembrata una misura molto molto più sicura e preventiva che dare tutto frullato. Abbiate fiducia delle capacità dei vostri figli, vi stupiranno !

  5. Il mio bimbo a 5 mesi e 1/2 gioiva quando lo sedevo sul seggiolone e si lanciava verso i nostri piatti. Per me fare autosvezzamento ha significato questo, incorraggiare il suo entusiasmo verso il cibo, condividere con lui i pasti e quello che era sulla nostra tavola, lasciarlo libero di sperimentare con le mani quanto voleva ( certo all’inizio fanno un gran casino ) ma adesso che ha 13 mesi oltre a mangiare con entusiasmo tutto è molto autonomo. Soprattutto nella masticazione e ha imparato che quando ha un pezzo grosso lo deve sputare e dare a mamma. Insegnare a gestire il cibo mi è sempre sembrata una misura molto molto più sicura e preventiva che dare tutto frullato. Abbiate fiducia delle capacità dei vostri figli, vi stupiranno !

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