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Ma sono tutti ©øglıønı?

svezzamento tradizionale non ha senso

“Ma sono tutti ©øglıønı?” è la domanda che, un po’ per celia, è stata posta dal pediatra Lucio Piermarini in un articolo sull’autosvezzamento. La domanda all’inizio mi fece ridere, ma più ci pensavo più mi sembrava importante: è vero o non è vero che fior di laureati, dopo aver speso la loro gioventù sui banchi universitari, con tanto di specializzazione senza fine, si riducano a non essere altro che una massa di dottorucoli retrogradi, inefficienti e inaffidabili non appena si parla di svezzamento? Perché posso affermare che lo svezzamento tradizionale non ha senso?

Lo svezzamento tradizionale è nel nostro subcosciente.

Non è lontano il tempo in cui pensavo che lo svezzamento fosse fatto di sputi, vomiti, lacrime, urli, areoplanini, filastrocche, tragedie greche e tanti soldi spesi per comprare questo e quello; è la vita… che ci vogliamo fare… hai voluto un figlio, ora la sconti!! La cosa mi sarebbe anche potuta andare bene se almeno coloro che dispensano la verità, ovvero i pediatri, si fossero trovati tutti d’accordo, quanto meno su grandi linee. In Italia c’è la Grande Verità che dice che ai figli bisogna dare il brodino di patata e carota, ma come mai alcuni dicono di cominciare a 4 mesi, altri a 5, altri a 6, altri ti dicono di attendere ancora di più e altri ancora ti dicono che puoi cominciare anche prima? Alcuni sono ferrei e sostengono che deve essere solo patata e carota, altri aggiungono la zucchina. Per alcuni poi si mette il parmigiano, altri dicono di no; alcuni ti danno la lista delle verdure da comprare necessariamente al banco N° 15 del Mercato di Via Trionfale (per chi è di Roma), altri ti dicono che qualunque cosa va bene… Chiaramente esagero (meno di quanto si possa immaginare), ma basta sfogliare le pagine degli interminabili e estremamente ripetitivi post sullo svezzamento che imperversano in rete per capire di cosa parlo. Le domande sono sempre uguali: “il cardo glielo date?”, “La peddy mi ha detto niente pesce fino a 8 mesi”, “Gli ho dato un pezzetto di cavolfiore, dite che ho fatto bene?”, “Oddio non mi mangia, ma com’è? Se continua così tra un po’ sparisce”, e così via. Proprio oggi leggevo di una madre che ha paragonato la ricetta datale dal pediatra a un programma della NASA e un’altra che domani avrebbe chiesto al dottore il permesso per aggiungere un altro cucchiaio di farina alla pappa perché troppo liquida.

Le domande sarebbero anche legittime se dietro tutti i consigli e i controconsigli che si sentono (e che in certo modo sono alla causa delle domande stesse) ci fosse della scienza, ma finora ho trovato solo che quello che i pediatri in linea di massima consigliano non è molto diverso dalla “ricetta della nonna” (con tanto di scuse alle nonne) o dal ”al paese mio si fa così”. Insomma, sembrano dire così perché è così che si fa.

E poi se svezzare fosse così difficile, l’umanità si sarebbe estinta già da molti millenni.

Anche i genitori hanno le loro responsabilità

A dirla tutta però, credo che le mamme siano complici (quasi) inconsapevoli: loro si aspettano una certa cosa (la ricettina) e il dottore, per quieto vivere, trova più facile assecondarle, tanto questo metodo non fa male (almeno spero…), piuttosto che dire qualcosa di diverso. Ad esempio, su un altro forum ho letto di una mamma che era rimasta talmente spaesata dal fatto che il pediatra le avesse detto di dare al figlio quello che le pareva, così si è affrettata a cambiare dottore. Insomma, è un circolo vizioso, le mamme si aspettano qualcosa che a loro viene prontamente dato perpetuando così l’errore (pare che questa sia una pratica comune nella medicina italiana), ed ecco che, forse per difendersi o forse per risparmiare tempi, il pediatra sconsiglia di fare autosvezzamento (o quanto meno non lo consiglia).

Lo svezzamento tradizionale all’italiana si fa solo… in Italia

Ma sono tutti ©øglıønı? – svezzamento tradizionale non ha sensoIl fatto che lo svezzamento all’italiana non sia una cosa scritta sul retro delle tavole dei 10 comandamenti è provata dal fatto che, ad esempio, nel Regno Unito (così come in molti altri paesi) la procedura è del tutto diversa: lì ti dicono di dare quasi tutto da subito (basta vedere come sono fatti i primi omogeneizzati); non ti dicono di frullare niente; ci sono pochissime restrizioni sugli ingredienti che si possono scegliere, il più dovute a questioni di allergie, e non c’è un ordine specifico in cui darle. Non parliamo poi dell’OMS e dell’UE. Per farla corta nessun organismo internazionale, che io sappia, parla di brodini, patate, carote, liste della spesa fatte con il calendario, regimi dietetici ferrei, né parla di pappe, frullati, omogeneizzati, liofilizzati ecc. e non ci sono neanche tante raccomandazioni per quanto riguarda le allergie. Come se ciò non bastasse, neppure il Ministero della Salute italiano sembra condividere lo “svezzamento tradizionale all’italiana” – neanche nelle tanto vituperate linee guida pubblicate qualche anno fa sono riusciti a sdoganarlo – e quindi perché alcuni (molti, anzi troppi) pediatri continuano a parlare di brodini di patata e carota come se fossero indispensabili e imprescindibili per una crescita sana?

Lo svezzamento tradizionale non ha senso

Insomma, se vogliamo che lo svezzamento all’italiana abbia un minimo di rispettabilità per prima cosa il pediatra di Annina, quello di Giacomino e quello di Francesco e di Luisella devono dire le stesse cose e devono spiegare il perché dei loro consigli e non limitarsi a distribuire un ciclostile, quasi come se stessero facendo volantinaggio. Prima di fare ciò bisogna effettuare però una ricerca che giustifichi tali consigli, ma dubito fortemente che si farà mai e forse non sarebbe neanche possibile dato l’altissimo numero di variabili in gioco. Insomma non mi sembra proprio che ci sia una giustificazione sostenibile riguardo l’esistenza/necessità di un menù fisso, di una ricetta, di un vademecum per lo svezzamento, o per lo meno non c’è niente, che io sappia, che metta d’accordo tutti.

Le uniche cose davvero valide sono delle “regole” molto generiche che si possono riassumere con un semplice “usa il buon senso e dimentica il resto”, solo così si uscirà dal circolo vizioso e forse si permetterà al medico pediatra di avere più tempo per fare quello per cui è pagato: curare i malati.

Il problema è convincere anche quei genitori che la ricettina per lo svezzamento la richiedono a gran forza…

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28 risposte

  1. Buongiorno,
    cerco pediatra a milano zona loreto che sostenga l’autosvezzamento.
    Sono appena uscita dalla pediatra di mio figlio che é totalmente contraria.
    Grazie e buona giornata

  2. Questi commenti mi sembrano del tutto inopportuni!! Non mi sembra che proprio tutti noi Pediatri siamo dei c..i !! Io pratico l’autosvezzamento da anni, impegnandomi sinceramente a fondo nello spiegare di che cosa si tratti e perché sia meglio dello svezzamento cosiddetto tradizionale, seppur certo ancor in voga; do’ riferimenti bibliografici e sitografici ( leggi : http://www.autosvezzamento.it) e libri suggeriti sull’argomento: all’Asl di Milano nei Consultori ugualmente organizzano gruppi sull’autosvezzamento…perciò non mi sembra giusto fare di ogni erba un fascio, denigrando in generale la categoria!! Non dimentichiamo che, nonostante i nostri ripetuti sforzi per stare al passo e spiegare “i perché”, ancora molti genitori, nonostante gli sforzi, le spiegazioni, i riferimenti e le indicazioni, NON vogliono seguire l’autosvezzamento, perché la mentalità è dura a morire, ci sono i nonni, le amiche ecc.,… ma tra noi Pediatri c’è che è costantemente aggiornato, anche sull’alimentazione!! Dedicando tempo e passione, sicuramente i risultati si raccolgono !

  3. Ho appena trovato una tabella di un pediatra che conclude così: “E dopo i 12 mesi? Ricordarsi che mangiare “a tavola con i grandi” NON significa mangiare “come i grandi”!!!!” 🙁

  4. Allora sono stata fortunata…avevo paura che il mio mi proponesse pappine,ricettine e omogeneizzati….invece ha subito parlato di autosvezzamento , mi ha proposto di leggere ” Io mi svezzo da solo” e a me piace un sacco…in piu’ il piccolo si gusta tutto:-)

  5. Non sono co…… la maggior parte di loro sono ottimi medici, ma non sanno quasi nulla di scienze dell’alimentazione o di fisiologia dell’allattamento. Del resto il mio medico non mi dice mica quello che devo o non devo mangiare non capisco perché al pediatra di chiede anche questo!

  6. i pediatri dovrebbero smetterla di occuparsi di allattamento e cibo, a meno che non ci siano problemi, che senso ha prescrivere il cibo come fosse una medicina?!

  7. oggi 2 mesi e mezzo ho avuto il controllo dalla ped…. il mio popo è allattato felicemente al seno e lei vorrebbe ke alla prossima visita 4 mesi e mezzo io iniziassi svezzamento con delle pappe… io gli ho risposto di no… e lei ha cominciato le conseguenze poi ve le assumente bla bla…

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