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Se i genitori mangiano “male”

Genitori mangiano male autosvezzamento
Il video

Abbiamo già parlato del perché l’autosvezzamento sia consigliabile in modo uguale sia che il bambino mangi poco o tanto. Inoltre abbiamo detto di come siano inutili tutte quelle sovrastrutture culturali che circondano l’alimentazione dell’infanzia (e che invece toccano poco o nulla aspetti altri della crescita quali l’imparare a camminare o a parlare).

– Vorrei fare autosvezzamento con mio figlio, però non posso perché noi mangiamo davvero male.
– Ah, non lo dire a me. E chi è buono a cucinare?? Io compro tutto in rosticceria!

Quante volte ho sentito la frase, “ah sì, bello l’autosvezzamento, ma noi non lo possiamo fare, perché…” con a seguire la ragione per cui, per chi parla, non è praticabile o è altamente sconsigliato o è addirittura impossibile condividere la tavola con il proprio pargolo. In questo articolo voglio parlarvi del problema dei genitori che mangiano male; motivo, secondo alcuni, che li squalifica immediatamente e I-NE-SO-RA-BIL-MEN-TE dal mondo dell’autosvezzamento. Cosa fare se i genitori pensano, o sanno di avere una dieta inadatta? Vediamo… Infine, al termine porrò a chi ci è già passato, o ci sta passando, una serie di domande alla quale vorrei che rispondeste per aiutare i genitori dubbiosi.

Quella che state leggendo è la trascrizione del video (che trovate qui) uscito l’altro giorno sul canale YouTube.
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Problema: noi mangiamo male

Alcuni genitori pensano di non mangiare bene, altri mangiano effettivamente in modo disordinato e spesso si accontentano di, chiamiamole, “schifezze”. Sapendo che per fare autosvezzamento è necessario mangiare bene, sentono di non poter condividere la tavola con i loro figli. Non voglio addentrarmi su cosa voglia dire “mangiare sano”; il concetto di “sano” è sfuggente e vuol dire qualcosa di diverso per ciascuno di noi e su ognuno di noi avrà un effetto diverso. Vi faccio un esempio di vita vissuta: io sono letteralmente cresciuto con il cibo da rosticceria; lo mangiavamo SEMPRE e questo sempre è durato fin dopo la laurea e il militare, ovvero fino a che ho lasciato la casa dei miei genitori. Non che mia madre non sapesse cucinare, ma per tutta una serie di motivi si preferiva comprare fuori. A chi è di Roma Prati posso dire che mi ha cresciuto Franchi, o ogni tanto Ottaviani. Mangiavamo male? Forse, e aggiungete pure che prendevo moltissimo latte, tuttavia sono ancora qui e ringraziando il cielo, in buona salute. Vi consiglio uno stile di vita del genere? Certamente no, se non altro perché non fa bene al proprio portafogli, ma ognuno è responsabile delle proprie azioni e non è mio interesse né ho le capacità di dirvi come vivere. Invece voglio cercare di capire come conciliare tutto ciò con quello che è meglio per i nostri figli.

Le ragioni che spingono l’adulto a prediligere cibi precotti, fast food o altro dipendono dal caso singolo; c’è chi non sa cucinare, chi non ha tempo, chi non ha interesse, chi non sa cosa voglia dire mangiare vario, chi è spaventato dalla piramide alimentare, ecc. In ogni caso, tutte queste “ragioni” hanno in comune il fatto che il bambino crescerà con l’idea che il cibo grasso, confezionato, il fast food, siano la norma – com’è stato nel mio caso – e che nutrirsi in modo, diciamo, più casalingo venga considerato noioso, difficile o da frikkettoni.

La soluzione? Il baby food…

Secondo molti la soluzione a questo problema è dare ai bambini in età di svezzamento cibo preconfezionato (ovvero farine, liofilizzati, omogeneizzati, ecc.), ma questa, al di là dell’ironia della situazione – ovvero sostituisci del cibo confezionato con altro cibo confezionato – chiaramente non è una soluzione a medio o lungo termine.
Superficialmente sembra che il problema sia stato risolto per la gioia di tutta la famiglia, in quanto il bambino mangia cose… sane, mentre i genitori possono continuare a godere delle loro “schifezze”. Chiaramente lo stesso discorso vale se i genitori cucinano cose diverse per i più piccini: ma cos’è che stiamo insegnando ai loro figli? Ditemi la vostra opinione nei commenti.

Peccato che a lungo termine questa strategia non funzioni

Far mangiare cose misurate con il bilancino, di provenienza super sicura, contenenti tutti i nutrienti possibili e immaginabili in proporzioni perfette, a lungo termine apporterà un vantaggio – assumendo che un vantaggio se non altro teorico ce lo abbia mai avuto, ma anche questo è tutto da dimostrare – un vantaggio praticamente nullo, se passati i 12 -18 (!) -24 (!!) mesi il bambino si ritroverà a mangiare a tutti i pasti grassi, fritti, merendine, bibite gassate e chi più ne ha più ne metta.
Se un genitore dice che non può permettersi di fare autosvezzamento perché non sa cucinare, mangia solo schifezze, non ha tempo di (imparare a) cucinare, non fa altro che rimandare di qualche mese il problema di come alimentare il proprio figlio. Quando sarà un pochino grande come farà? Ad esempio, se in famiglia nessuno mangia frutta e verdura è giusto pretendere che il bambino lo faccia? Chiaramente questa domanda vale per tutti i genitori, indipendentemente dal fatto se il baby food sarebbe stata comunque la loro prima scelta.

Il genitore deve dare il buon esempio

Non dimentichiamo che il bambino ci vede mentre mangiamo per cui gli stiamo insegnando che i “grandi” mangiano determinate cose e di conseguenza non appena ne avrà la possibilità, le vorrà. Magari si proverà a risolvere questo nuovo problema mangiando di nascosto (e c’è chi lo consiglia…), ma così gli insegniamo che mangiare è come andare in bagno… qualcosa da fare da soli dietro una porta chiusa; tra l’altro, spoiler alert, non si riesce a nascondere nulla ai nostri figli. Insomma, non facciamo altro che spostare i termini della questione senza curare il problema che c’è alla radice, ovvero la dieta dei genitori.
Non illudiamoci che il baby food offra una protezione magica contro i problemi potenzialmente generati da una cattiva alimentazione.

La persona di cui ci dobbiamo preoccupare per quanto riguarda il cosa, quando e quanto mangia durante lo svezzamento è il genitore, non il bambino.

Se il genitore ha problemi di varia natura con il cibo, sarà ancora più importante che arrivi a comprenderli e lavori per risolverli così da evitare che si trasmettano da una generazione all’altra.
Ci sono statistiche che dicono che oltre 1/3 dei bambini italiani intorno agli otto anni è sovrappeso, la percentuale più alta d’Europa; questo è senz’altro un dato che fa riflettere e che ci deve spronare a migliorare.

La vera soluzione: il genitore cambia il suo approccio verso il cibo

Dal momento del concepimento a quando è ora di cominciare lo svezzamento passano grossomodo 15 mesi, per cui c’è tempo per rivalutare le abitudini culinarie in famiglia per cercare di migliorarle in vista del nuovo arrivo (a tavola) e anche se non lo si è ancora fatto, c’è SEMPRE tempo per cominciare e per migliorare. Tutta la famiglia ne beneficerà e soprattutto noi stessi.

Ma all’atto pratico come faccio?

Cominciamo con lo scaricare una piramide alimentare per vedere quali alimenti base favorire e quali evitare.
Cucinare non è difficile, né bisogna preparare necessariamente manicaretti; a cucinare un piatto di pasta, un sugo, una fettina di carne, un uovo, una zuppa, una verdura lessa sono capaci tutti. Se poi uno non sa nemmeno dove cominciare, non dimentichiamo che in rete si trovano tutorial anche su come si cucina un uovo sodo (che io stesso ho consultato:) ), su come bollire la pasta, su come preparare un sughetto pomodoro e basilico, e chi più ne ha più ne metta.

Oggigiorno con internet si può fare tutto, compreso mangiare meglio. Di certo non si possono cambiare le abitudini di una vita dall’oggi al domani, ma con un po’ di buona volontà si può arrivare lontano. Io l’ho fatto!
Non cerchiamo scuse quando sappiamo in cuor nostro che sono SOLO scuse. Ricordiamoci che gli unici responsabili per l’educazione, alimentare o altro, dei nostri figli siamo solo ed esclusivamente noi. Possiamo delegare quelle che sono le NOSTRE responsabilità al pediatra che, ad esempio, ci potrebbe fornire lo schemino per lo svezzamento, ma cosa abbiamo risolto? Se la nostra alimentazione va bene, allora condividiamola; se i nostri figli mangiano meglio di noi, allora miglioriamo la nostra alimentazione così mangiamo tutti la stessa cosa. Però non accampiamo scuse.

Per mangiare meglio…

… basta ricordarsi di seguire la piramide alimentare, che nel frattempo vi siete scaricati, e di variare l’alimentazione. È facile, sicuramente più facile di quanto non si pensi, specialmente oggigiorno con l’abbondanza di cibo che abbiamo a disposizione; né bisogna comprare chissà cosa, chissà dove. Non c’è tempo di approfondire in questo video, ma basti dire che la spesa fatta al supermercato comprando cose ordinarie, va BE-NIS-SI-MO! E poi, se ci dovessimo trovare a mangiare qualcosa di precotto, confezionato, della rosticceria o di quello che volete – come spesso capita, ad esempio, in vacanza – lo potremo fare senza sensi di colpa, condividendolo tutti com’è giusto che si faccia in famiglia, perché le nostre abitudini alimentari sono altre.

Quindi

Buon autosvezzamento e buona tavola condivisa!
E ora tocca a te:
Credi che la tua dieta sia inadatta per i tuoi figli? Spiegami il perché
Cosa ti impedisce di migliorare il modo in cui mangi? Raccontami
Sei riuscito a migliorare la dieta settimanale? Descrivimi in che modo!

Ciao e alla prossima!

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25 risposte

  1. La nostra alimentazione comunque, è una delle cose che ci spaventa meno.
    Dopo anni di bulimia ed anoressia, sono riuscita a trovare un mio equilibrio grazie allo studio degli alimenti e delle loro proprietà, al quale poi è seguita una ri-scoperta dei sapori e degli odori (mi sono auto-svezzata anch’io, in pratica XD).
    Mangio di tutto (o quasi), ma ormai con la consapevolezza di COSA sto mangiando: non ho una tabella personale da seguire, più che altro vado per logica e (soprattutto) ascoltando il mio corpo, interpretandone però i giusti segnali: se ho voglia di cose dolci, non vuol dire che il mio corpo ha bisogno di cioccolato, ma magari di calorie e zuccheri immediati: risolvibile con frutta fresca, frutta secca e noci – potrebbe anche voler dire che non ho mangiato abbastanza a colazione, lo tengo in conto c;
    Mah… secondo me è solo questione di conoscenza, di abitudine e di scoperta dei cibi: quante cose non mangiamo solo perché “crediamo” che non ci piacciano? Che ci possano annoiare? E, esattamente allo stesso modo: quante cose invece mangiamo per gusto pur sapendo che fanno male?
    Mangiare una zuppa calda di legumi in inverno è una delle cose più belle al mondo; e non ha proprio niente a che fare col cibo pronto (che poi, quando ti alzi da tavola, ti resta anche sullo stomaco D:)
    Secondo me dovrebbero organizzare dei tour gustativi ed informativi sugli alimenti in tutta Italia (e non solo).

  2. In tutto ciò, a me inquieta una cosa… possibile davvero che una donna in gravidanza non si sia già data una regolata sull’alimentazione? Che storia è?
    Mi rifiuto di credere che facciano così tante storie sul fumo, sugli alcolici, e poi nessuno sottolinei mai la profonda importanza dell’alimentazione per una donna incinta (che, di conseguenza, dovrebbe essere sostenuta anche dal futuro papà).
    Non so che dire…

  3. andrea_ irenotta MI SA CHE NON CONOSCI GLI  USA…..NON HAI IDEA DI CHE SCHIFEZZE TI PROPINANO AL SUPERMERCATO! PER MANGIARE DECENTE DEVI CERCARTI NEGOZI BIOLOGICI(A SAN FRANCISCO C’ERA UN SUPERMERCATO BIOLOGICO SPETTACOLARE MA DAI COSTI PROIBITIVI). GENERALMENTE IL CIBO E’ DI BASSISSIMO LIVELLO. AL RISTORANTE, PER MANGIARE DECENTEMENTE, SPENDI 100 DOLLARI…OVVIAMENTE PARLO DELLE GRANDI CITTA’….IN CAMPAGNA TUTTO IL MONDO E’ PAESE

  4. MI PERMETTO DI SOTTOLINEARE LA RESPONSABILITA’ DEI GENITORI COME FONTE INESAURIBILE DI NEVROSI ALIMENTARI: I PERIODI BULIMICI(AD ES. UN PIATTO DI PASTA DA 200 GRAMMI) O ANORESSICI(ABOLIRE LA PASTA, IL PANE, ETC.), LE DIETE(AD ES. MANGIARE SOLO MELE PER UN MESE), GLI USI E COSTUMI A SEZIONARE IL CIBO E A SEPARARE IL BUONO DAL CATTIVO(AD ES. IL GRASSO DEL PROSCIUTTO CRUDO), LE IDIOSINCRASIE (AD ES. TOGLIERE IL PREZZEMOLO DAL PIATTO). CONDIVIDO PIENAMENTE LO SPIRITO DELL’AUTOSVEZZAMENTO E PER ESPERIENZA PERSONALE POSSO CONFERMARNE L’UTILITA’. MA NON BASTA: E’ NECESSARIA UNA GUERRA QUOTIDIANA CONTRO LE NEVROSI ALIMENTARI CHE SI AGITANO ATTORNO A NOI, IN FAMIGLIA, TRA GLI AMICI, NELLA SOCIETA’, IN FORMA DI LEGGENDE METROPOLITANE, DI USI E ABITUDINI.

  5. Posso fare una domanda???
    Secondo voi, fare zucchini in padella (quindi leggermente soffritti con cipolla) va bene per iniziare autosvezzamento?? Voglio dire, le zucchine rimangono leggermente soffritte, fa male se la mia bimba sta iniziando?? O è meglio farle solo bollite?? Io le faccio così, perchè va bene per noi altri (mamma, papà, 2 fratellini)

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