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Perché non sopporto le varie tate prometti-miracoli

Oggi pubblichiamo un post scritto da Nicola Yelash, una “childbirth educator” neozelandese, sul suo blog. Il posto orginale s’intitola “My beef with baby whisperers“. Nicola tiene corsi sia prenatali che postparto.

Nel tradurre il post dovevo decidere come tradurre “Baby whisperer”, espressione sconosciuta in italiano. Così nel corso del testo ho alternato tata, tata “Lucia”, tata miracolosa, interprete per bambini ed espressioni simili. Inoltre ho “italianizzato” alcune aspetti tipicamente anglosassoni, specialmente il metodo “crying it out” (o CIO) che ho reso con il metodo Estevill o “Fate la nanna”. Inoltre ho vagamente addolcito il linguaggio:)
Se poi vogliamo parlare di notti passate in bianco, leggete Bambini che non dormono.

Tata miracolosa autosvezzamento

Non è un segreto che per quanto mi riguarda le varie “Tate Lucie” di questo mondo sono delle m..de. E non mi vergogno a dirlo. Anzi, non mi viene in mente una sola cosa buona da dire su di loro, ed ecco perché ….

1. Prendono di mira le persone più fragili.

Essere neo-genitori è quasi sempre problematico. Riuscire a barcamenarsi tra le esigenze di un essere appena nato e completamente dipendente, e le nostre, tra mancanza di sonno e stanchezza, con i cambiamenti fisici inaspettati, gli sbalzi ormonali e di umore, cercando di capire quello che devi fare, e quando – tutto questo può trasformare anche il genitore più forte in un essere estremamente vulnerabile. Vulnerabile allo scaltro marketing di quelle figure alla Mary Poppins che promettono di poter sicuramente, assolutamente, con una garanzia del 100% risolvere tutti i ‘problemi’ che state avendo con il vostro bambino. Una promessa che, nell’annebbiamento da stanchezza e da confusione, e perché magari non-vi-fate-una-doccia-da-due-giorni-e-porca-miseria-ho-messo-il-reggiseno-alla-rovescia, sembra proprio la formula magica che cercavate.

2. Speculano sulla fragilità altrui.

Ti vuoi avvalere dei servizi di una “Tata Miracolosa”? È chiaro quindi che hai soldi da spendere e nient’altro in un cui investirli, visto che sai bene che quella formula magica, quel supporto e quei consigli senza i quali non si può andare avanti non sono a buon mercato. Dopo tutto, queste donne portano avanti un business in cui la vulnerabilità dei genitori si trasforma in profitto.

Diciamoci la verità, loro stesse promuovono questa vulnerabilità al fine di trarne un maggior guadagno. In molti casi, anche dopo aver fatto ricorso a un tale servizio per superare un problema particolare, la vicina di casa, anche lei evidentemente “tata” di professione, ne metterà in evidenza un altro, a te sconosciuto, in attesa dietro le quinte – uno che probabilmente non sarai in grado di risolvere da sola, ed ecco che dovrai di nuovo chiamare in causa una “tata” professionista. Ed ecco il suo conto in banca farsi sempre più corposo.

3. Minano la fiducia dei genitori nelle proprie capacità.

La premessa che sta dietro al business delle “tate” è che da sola non ce la puoi fare. Nonostante tu abbia creato questo bambino dal nulla, lo abbia “custodito” e amato per 9 mesi fino alla nascita, lo abbia osservato, coccolato e ti sia sempre presa cura di lui, non sai più quello di cui ha bisogno al contrario della “tata”. E l’intima consapevolezza che hai sviluppato dal momento della sua nascita? Chiaramente non basta. E la reazione istintiva che hai quando lo senti che piange, o quando lo abbracci? Senza senso. Perché tu non sei una “Tata Interpreta Bambini”. Sei solo un neo-genitore, quindi come fai a sapere se quello che stai facendo sia la cosa giusta?

Il lavoro della “Tata Miracolosa” non è di infondere fiducia nelle capacità del genitore, o di dargli gli strumenti per imparare da solo ciò che funziona per sé e per il suo bambino. Il suo compito è di convincerlo che ciò che sta facendo è probabilmente ‘sbagliato’, e di indicargli la “retta via” – o, meglio ancora, di intervenire direttamente e risolvere il problema al posto loro. In altre parole tolgono ai padri e alle madri la loro capacità di essere genitori intuitivi.

4. Usano un linguaggio volutamente ingannevole.

Perché se non lo chiamano ‘”Metodo Estevill” o “Fate la nanna”, allora si parla di tutt’altro, giusto? Anche se il consiglio è quello di “aumentare gradualmente il tempo in cui si lascia piangere il bambino fino a un massimo di 20 minuti”? E finché si inizia ogni frase con ‘lo stiamo facendo con amore’, non importa che tipo di tecnica di me..a vogliono che utilizzi – del tipo, “Adesso lo facciamo sedere in quell’angolo per 20 minuti, ma lo stiamo facendo con amore.”

Le “tate” sembrano essere esperte nell’infarcire i loro discorsi di frasi simil-scientifiche destinate forse ad aumentare la fiducia che un genitore ha nell’esperienza acquisita dalla “tata miracolosa”, sottolineando allo stesso tempo quello che i neo-genitori non sanno e non fanno. Ma cominciare una frase con ‘la ricerca suggerisce’, o fare affermazioni assolute sulla psicologia, il comportamento o lo sviluppo del neonato senza informazioni scientifiche di supporto non va bene.

Inoltre per dare al tutto un sapore bello professionale, ci deve essere l’acronimo, una bella sigla facile da memorizzare (perché i genitori non sono nemmeno  intelligenti abbastanza da ricordare lunghe frasi). Presente E.A.S.Y?

5. Le tate miracolose alimentano aspettative irragionevoli.

Per la maggior parte dei neo-genitori una notte di sonno equivale a vincere la lotteria. Le “tate” sfruttano proprio questo aspetto promettendo di “instaurare la corretta routine del sonno per il tuo bambino così da consentire ai genitori di dormire di più!” offrendo varie tipologie di servizio volte al raggiungimento dell’obiettivo finale: insegnare al bambino a dormire tutta la notte.

Ma questo non è un obiettivo ragionevole. I bambini non sono progettati per dormire ininterrottamente per tutta la notte. Nei neonati lo svegliarsi di notte è un meccanismo di sviluppo, che consente loro di mangiare frequentemente così da assumere il nutrimento necessario, dà la possibilità di riconnettersi da un punto di vista emotivo e offre stimoli per uno sviluppo ottimale del cervello; inoltre offre potenzialmente una maggiore protezione contro la SIDS, evitando che ci siano lunghi periodi di sonno profondo che possono mettere a rischio il bambino. La verità pura e semplice è che i neonati e i bambini si svegliano di notte per un motivo che può spaziare dalla fame, alla sete, al disagio, alla paura, al dolore o al bisogno di una coccola.

Ma allora perché le “tate” insegnano ai genitori che va bene ignorare questi segnali e che avere un bambino che dorme tutta la notte sia una ragionevole aspettativa? Perché tengono seminari dove indottrinano i genitori con metodi di genitorialità controintuitivi, quali il metodo Estevil (che chiameranno con un altro nome e, ovviamente, lo metteranno in atto con amore!), mandando poi a casa i genitori dove li aspetteranno sofferenza, tormento, frustrazione e sensi di colpa quando la tecnica proposta semplicemente non funzionerà così come li hanno voluto far credere? Semplice: per i soldi.

Per la salute mentale di tutti, sarebbe sicuramente meglio se le “tate” provassero a modificare le aspettative dei genitori, rassicurandoli sul fatto che non c’è nulla di “sbagliato” se il loro bambino si sveglia la notte e che non c’è niente di “sbagliato” nel fare qualcosa di attivo per farlo riaddormentare – e che stanno facendo proprio le cose giuste. Ah, ma una famiglia serena non riempie le tasche, vero?

6. Ti parlano solo di un lato della medaglia.

Una “Tata” sarà in grado di dare a un genitore una quantità enorme di informazioni sul suo metodo “brevettato” e su cosa bisogna fare per raggiungere l’obiettivo designato – lei vi dirà, minuto per minuto, come trascorrere la giornata, quando e quanto mangiare, quando mettere il bambino a letto, quando guardare il bambino negli occhi, quando sedersi, quando sdraiarsi, come toccarlo e per quanto tempo, quando ignorarlo e cosa fare mentre lo ignorate, che rumori fare, ecc. ecc.

Quello che non vi diranno è cosa si rischia seguendo il loro metodo. Non vi diranno che lasciare il vostro bambino che piange per un periodo di tempo prolungato potrebbe alterare lo sviluppo del cervello del bambino in modo dannoso e permanente e non vi diranno che l’introduzione dei solidi prima dei 6 mesi può portare a un aumento del rischio di allergie atopiche e problemi digestivi a lungo termine.

7. Le tate non sono degli “interpreti per bambini”.

Non esistono scuole di interprete per bambini. Non vi è alcuna laurea in interpretariato neonatale. Pretendere di saperlo fare è una str…@t@. Quello di “tata” è un titolo effimero, allo stesso tempo privo di senso e onnicomprensivo. La maggior parte delle tate che vantano poteri miracolosi da interpreta-bambini sono infermiere o educatrici, ma tutte rivendicano un ‘dono innato’ o una “straordinaria capacità” di comprendere tutti i bambini, che consente loro di rivendicare il titolo “Tata interpreta-bambini”. Certo, come no…

E molte di queste tate, nonostante la mancanza di qualifiche rilevanti e valide, non esitano a dare consigli ben al di là delle loro competenze, come ad esempio “diagnosticare condizioni mediche preesistenti” o suggerire la somministrazione di farmaci ai bambini.

Indipendentemente da quante centinaia di anni di esperienza all’estero abbiano accumulato o del numero di figli di VIP o di personalità blasonate di cui hanno avuto cura, è improbabile, anzi arrogante, che una tata possa dichiararsi esperta universale di bambini. Tale convinzione è disumanizzante per i bambini e indebolisce l’autorità e la fiducia del genitore. Non bisognerebbe esitare a ridicolizzarla.

Ecco quindi perché, durante i miei corsi, non vi consegnerò mai un biglietto da visita con su scritto “Tata interpreta bambini”.

Genitori, abbiate coraggio e riconquistate il vostro posto di padre e di madre con fiducia e autorità e siate saggi abbastanza da cercare, quando ne avete bisogno, il genere di supporto che vi dà fiducia e vi rafforza.

Mary Poppins sta bene al cinema; lasciatecela!

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102 risposte

  1. io la versione inglese me la vedo su sky ed è molto più severa di tata lucia….il riferimento allo stare seduti 20 minuti è infatti legato al metodo che usa per far calmare i bambini quando fanno i capricci (seduti per un tempo pari all’età! geniale a modo suo!). Per quanto riguarda l’articolo volevo dare più spunti di riflessione che giudizi:
    se queste tate hanno mercato vuol dire che vi è un bisogno, magari creato dalla disinformazione e dalle aspettative sbagliate dei genitori, ma comunque un bisogno forte a cui i servizi pubblici non riescono a rispondere in modo adeguato.
    I genitori si sentono soli ed in difficoltà e se avere vicino una tata che li sostiene (ed in questo avete ragione, dovrebbe essere sostegno alla genitorialità e non addestramento del minore) può aiutarli a superare questo periodo ben venga anche la tata.
    Credo poi che per quanto siano i genitori a sapere intimamente cosa è bene per il bambino a volte un occhio esterno e non coinvolto vede e comprende la situazione molto meglio (se è un occhio che sa “leggere” le situazioni) proprio perchè privo di coinvolgimento. Quindi può essere utile avere una visione esterna del problema che può aumentare, per così dire, il nostro campo visivo. In fondo è quello che facciamo attraverso il forum ma farlo con persone professionali può essere diverso. E la loro professionalità non dovrebbe stare tanto nel saper dare ricettine miracolose per i bambini ma quanto nel saper analizzare correttamente la situazione e nel saper sfruttare le risorse dei genitori per promuovere un cambiamento. Allora sì che sarebbero utili le “parent – whisperer”!

    1.  @LauraFracassi appunto è proprio quello che dicevo riguardo alle educatrici del nido che mi hanno aiutato. ricordo proprio alla fine di quella conversazione su come interrompere l’allattamento io le ringraziai e una di loro mi disse che non mi avevano detto niente che io già non sapessi, così come le ostetriche avevano fatto per incoraggiarmi ad allattare non ostante la mastite e i dolori. la bravura sta proprio nel saper tirare fuori le potenzialità del genitori e non nel dare ordini. educare viene dal latino e-ducere: “tirare fuori”. questo vale tanto per i bambini quanto per i genitori.
      se devo essere sincera nella trasmissione sos tata, nei limiti di ciò che un programma TV rappresenta e senza volergli dare un ruolo e un significato che non ha e non pretende di avere, mi sembra che anche le signore lavorano in questo senso. io quando lo guardo trovo interessanti spunti di riflessione.

    2.  @LauraFracassi Io ho visto la versione italiana mezza volta e quella inglese ancora di meno (e personalmente odio la “tata” che mi sembra una specie di signorina Rottermeier sovrappeso).
      C’è da dire che i reality inglesi puntano sempre sulle classe disagiate (pure X factor è così), mentre gli italiani mostrano di solito famiglie più benestanti. In comune hanno però che sono entrambi abilissimi a distorcere quella che è una di suo una brutta situazione a loro piacimento.
      Vero che a volte un occhio esterno sia utile, ma vale la pena di impiegare qualcuno per farlo? Dubito.
      Comunque bellissimo il riferimento al “parent whisperer”. Sì che ci sarebbe bisogno di quello 🙂

  2. Claudia Adamo, l’ostetrica presumo che venga pagata dalla ASL, dal consultorio o chi per loro. Intendevo in generale un dipendente della “mutua” e non un privato:)
    Nell’altro intervento elechi tutta una serie di figure professionali che risolvono patologie, nel qual caso è chiaro che vada dallo specialista (che non mi aspetto di dover pagare, a meno che non decida di andare dal privato, ma quella è una scelta mia). nel post si parla di bambini sani, ma che, purtroppo, vengono senza libretto delle istruzioni per cui a volte il genitore alle prime armi non sa che pesci prendere.

    Credo che l’autrice del post abbia detto bene affermando che ci si dovrebbe concentrare su quali siano le aspettative ragionevoli che un genitore dovrebbe avere e non puntare su quelle che non sono realistiche. Dopo tutto (faccio un esempio) se allatti al seno non è realistico dire che puoi allattare a orario ogni tot e che di notte lo puoi mettere nel lettino e buona notte (come dice la Hogg). Semplicemente non funziona così. Poi ci sono i casi in cui è proprio così, ma quelle sono le eccezioni. Se le passi come la regola, ecco che crei aspettative irragionevoli e scatto il bisogno per la ricetta magica.
    Se il genitore ha invece un quadro più completo di quello che sia lecito aspettarsi (allattamento, alimentazione, sonno, ecc.) si troverà in una situazione più consapevole e potrà scegliere meglio (o perlomeno sarà in grado di porre le domande). /A.

  3. A mio avviso questo post solleva questioni interessanti.
    Per cominciare, come ha fatto notare Cosmic, l’autrice altro non è che un’altra baby whisperer o no? Difficile saperlo perché dovremmo saperne di più su quello che fa. Però certo il suo post (come molti altri articoli simili e libri sullo stesso argomento) potrebbe essere letto sotto una chiave di lettura che dice “fai come vuoi, purché sia come dico io” 🙂
    Prendiamo l’esempio della Hogg, lei nel libro dice che vuole dare “potere” al genitore, però poi in sostanza dice che se non fai come dice lei sei fessa. E la Bortolotti non dice la stessa cosa? Insomma, dove finisce la tanto deprecata ricettina magica e cominciano i consigli che ti danno la libertà che deriva dal fare una scelta informata? Probabilmente non c’è tempo per effettuare una scelta davvero informata, per cui ci ritroviamo a seguire il cuore (per giusto o sbagliato che sia), un santone (che sia la Hogg, il pediatra, questo blog) o la paura (che si vizi, che si strozzi, che deperisca, ecc.).
    Sicuramente però è vero che c’è chi specula sulle paure dei genitori. Non dimentichiamo che la Hogg, come lei stessa dice nel libro, andava a casa della gente a far addormentare i loro figli. Ma questo non è un fenomeno solamente statunitense, anzi… anche in Italia ci sono i baby whisperer… in rete ho trovato riferimenti a 2 tate che fanno dormire i bambini (una era anche in TV in un programma per mamme), per non parlare anche di due associazioni distinte che, per qualche decina di euro a persona, organizzano incontri dove ti insegnano/spiegano l’autosvezzamento (OK, qui si esula dal baby whispering vero e proprio, ma il principio è lo stesso).
    Io stesso devo fare un esame di coscienza in quanto, nonostante faccia del mio meglio per evitarlo, ogni tanto mi ritrovo a dare una “ricettina” trasformandomi così nel baby whisperer descritto nell’articolo.
     
    Tempo fa ho letto un post dove si parlava del metodo della Hogg e veniva dato un esempio di routine da seguire… beh, l’orario ferroviario della Stazione Termini di Roma è meno dettagliato :D:D (e quel post ha ziliardi di commenti entusiasti…)
     
    Non dimentichiamo però che c’è chi la ricettina dettagliata la pretende a gran voce… cosa fare con queste persone? Probabilmente cercare di far passar loro la paura che li attanaglia, ma il risultato è che quando si rendono conto che la ricettina che si aspettano non arriva, vanno da un altro che gliela dà. Quindi non si possono colpevolizzare troppo le tate… dopo tutto se c’è una domanda è logico che da qualche parte arrivi l’offerta.
     
    Insomma, secondo me il babywhisperer nell’accezione del post è un qualcuno che ti da una serie di istruzioni, non per far funzionare il decoder di Sky (un qualcosa per cui sarebbe davvero utile), ma per crescere tuo figlio. Non appena c’è una lista… ecco che diventiamo “prescrittivi” e non più informativi.
     

    1.  @andrea_ il libro della hogg per mia fortuna l’ho letto (in realtà non sono riuscita ad arrivare fino alla fine) quando è nato il mio secondo figlio. così sapevo già quali potessero essere dei consigli (sottolineo consigli, non dettami) utili, quali prendere con le molle, quali emerite cavolate, e in genere a tutto ciò che condividevo ero già arrivata per conto mio con l’esperienza del primo figlio (verrebbe quasi da dire “mio malgrado” :-D). in generale mi sembra un libro più moderato di altri, un po’ più a via di mezzo, anche se comunque delle regole e delle classificazioni (la classificazione deitipi di bambino per esempio) sono schematizzazioni che mal si adattano a una situazione come quella di un neonato e dei suoi genitori inesperti. nel senso: magari fosse così facile, scrivi 2 caratteristiche e dai 2 regolette e il gioco viene. però del libro avevo apprezzato una premessa che diceva che lei si era trovata a intervenire in famiglie in cui i genitori avevano davvero bisogno di aiuto, avevano chiesto il suo aiuto, ma se per te un certo metodo funziona puoi continuare così. me lo sono sognato questo pezzo del libro? io mi ricordo che c’era, ma avendolo letto nel secondo post parto magari avevo le traveggole 😀
      comunque, in un precedente commento raccontavo della mia esperienza con le educatrici dell’asilo nido del mio primo figlio. non si sono mai proposte come veniditrici di miracoli, non hanno mai stabilito regole, non sono mai venute a casa mia a guardare come dormivamo o mangiavamo, ma erano aperte a colloqui, a chiacchierate, e conoscevano molto bene il nostro bambino. ho avuto bisogno del loro aiuto quando dovevo togliere il seno, ormai era diventata una situazione difficile da gestire con un bambino che a 1 mese dormiva 8 ore di seguito e a 1 anno si svegliava per ciucciare in continuazione. ad aiutarmi non sono state delle regole imposte dall’alto ma una chiacchierata, in cui erano loro a chiedere a me cosa pensavo e cosa volevo e mi hanno aiutato ad acquistare fiducia e a capire cosa era meglio per noi, tutti e tre, semplicemente facendomi parlare (del resto, sono psicologhe…). si è parlato di psicologia dei bambini, di educazione, ma chiacchierando, non certo imponendo delle regole. il senso di quello che dicevano poi l’ho fatto mio e l’ho adattato alla mia situazione. anche in seguito ogni volta che avevo qualche difficoltà (capricci, arrivo del fratellino, periodi particolari) ne parlavo con loro e loro mi aiutavano a trovare il modo di affrontarle. ma rendendo me genitore capace, lasciando che fossi io ad essere “instruito” per affrontare la cosa con le mia forze. analogamente quando ero alle prime armi e avevo tantissimi problemi con l’allattamento le ostetriche del consultorio mi hanno aiutato moltissimo, senza il loro sostegno non ce l’avrei fatta. dunque viva i professionisti seri, che fanno il loro lavoro con professionalità. ma come in tutti i campi c’è sempre chi se ne approfitta, chi spaccia pseudoscienza come verità assolute, e chi invece mette semplicemente in pratica delle competenze in modo onesto. io penso che in certe situazione le competenze di chi ne sa più di noi possono fare la differenza.

  4. Comunque, anche se io trovo molto utili svariati blog, non credo che leggersi il blog aiuti in tutti i problemi. Non ci sarebbero i logopedisti, gli educatori, i pediatri, gli psicomotricisti se bastasse auto-aiutarsi. In tanti casi basta o aiuta. Ma la lettura del blog non è la stessa cosa dell’essere umano empatico che entra in casa tua, conosce il tuo bambino, ti rassicura. Internet è potente, ma non esageriamo. Informarsi è fondamentale, essere proattivi come genitori è fondamentale, internet è un aiuto prezioso…ma non esageriamo!

  5. Andrea, mi piacerebbe sapere perchè l’ostetrica deve lavorare gratuitamente. Tu lavori gratuitamente? Chi fa un qualsiasi lavoro lo fa aspettandosi uno stipendio, credo. Se il lavoro è fatto con onestà, e non vedo perchè dir a priori che non è così, onestà vuol che quella competenza e quel lavori siano pagati.

  6. Claudia Adamo, chiaramente dipende molto dal tipo di consiglio che ti danno. Sulla questione “farne un lavoro” ho qualche dubbio in quanto hanno sì visto 100 bambini invece di 1, ma è ciò sufficiente per sborsare soldoni a palate (perché di quelli si parla)? Mi aspetto che qualunque ostetrica sia in grado di offrire aiuto nelle cose fondamentali gratuitamente. Per le cose più complesse, probabilmente, come dice l’autrice del post, bisogna trovare la propria strada. In sostanza, l’aiuto che mi fanno pagare profumatamente non lo posso trovare gratuitamente in posti come questo?
    /Andrea

  7. Non sono le tate in se ad infastidirmi ma l’addestramento comportamenti sta spacciato per educazione. Premiando e punendo si otterranno magari risultati nell’immediato ma non e’ quello il legame che mi interessa avere con le mie figlie ne il buon comportamento di facciata adottato solo per ottenere il rinforzo positivo o scampare quello negativo.

  8. Non mi piacciono le super-tate, ma non mi piace nemmeno questo articolo.Sono del tutto convinta che non esistono esperti di “interpretazione di neonati”, ma come in tanti altri mestieri se uno ha fatto più esperienza ha più strumenti. Non è vero che tutte le tate propongono il metodo estevill o le ricette magiche. La mamma ha l’intuito e va valorizzato. Ma è sempre stato normale che una neo-mamma si affidasse ai consigli della propria mamma, della nonna, dela zia, che magari aveva tirato su tutti i bimbi di famiglia. Se ora le nonne ne sanno quanto noi perchè hanno allevato un solo bambino, una tata di professione può avere visto 100 bambini e avere acumulato saggezza. Che c’è di male se te la offre e ne fa un lavoro? E’ un lavoro onesto e utile. L’importante è che valorizzi sempre la mamma nel suo ruolo. In questo sono certa che una tata di professione può essere molto meglio di tante nonne che ci sono in giro!

  9. non ho capito, l’autrice è una childbirth educator ma scrive un post contro le tate “professioniste”? che non sono altro che il suo equivalente nella fase successiva. anche chi tiene corsi prenatali e postparto specula sulle fragilità altrui. le doule (leggo sul sito che di fatto questo è l’autrice) non sono le stesse che fanno il lavaggio del cervello alle partorienti che il dolore del parto rende onnipotenti le donne ed è necessario per stabilire un legame fra mamma e bambino e tante altre stupidaggini di dubbio valore scientifico? sono le stesse che diffamano le tecniche analgesiche e la medicalizzazione del parto tirando in ballo rischi sicuramente sovradimensionati per portare acqua alla loro professione (tu donna non hai bisogno dell’epidurale, hai bisogno di soffrire e quindi hai bisogno di me che ti insegno come affrontare questo momento che ti spaventa). insomma non che io voglia a tutti i costi difendere le tate, sinceramente non mi importa, ma questo post mi sembra solo una diatriba fra una categoria professionale e un’altra come tante se ne vedono in giro.
    riguardo alle tate comunque credo proprio che come in tutte le categorie ci siano professionisti seri e professionisti che lo sono meno. il riferimento alla tata Lucia della TV immagino ce l’hai messo tu (non credo che sia famosa in Nuova Zelanda :-D), io il programma lo guardo spesso, non penso sia una trasmissione di alto contenuto scientifico (per quello c’è superquark :-D), però la trovo divertente e interessante. sinceramente non ritrovo le caratteristiche descritte in questo post nella tata in questione o nelle sue colleghe. non le ho mai viste consigliare il metodo fare la nanna per educare i bambini al sonno, di imporgli di dormire nella loro camera e nel loro letto questo si, ma rimanendo con loro finchè non si erano addormentati. comunque parliamo di famiglie che avevano situazioni da mettersi le mani nei capelli.
    in generale, volendo lasciare da parte i programmi TV che esistono soprattutto come intrattenimento e certo non vanno presi come oro colato, con il mio primo figlio ho avuto spesso bisogno di aiuto per imparare a gestire le difficoltà che via via si presentavano. mi sono state molto di aiuto le educatrici e la direttrice del suo asilo nido. un asilo in cui l’obiettivo non era solo prendersi cura del singolo bambino ma di tutta la famiglia, e di educare anche i genitori. ci sono state molte riunioni, in gruppo e individuali, si parlava ogni giorno dei progressi e dei problemi con le educatrici, e davvero possiamo dire di essere stati “formati” come genitori e i risultati li stiamo vedendo. poi certo ognuno i propri figli li educa come crede, e secondo i valori che ha. non credo ci sia un metodo unico, se il tuo metodo funziona, e tu lo vivi serenamente e il resto della tua famiglia con te non c’è motivo di cambiare. se hai chiesto l’aiuto di un professionista però evidentemente c’è qualcosa che non va ed è necessario intervenire. 

    1.  @CosmicMummy1976 Rispondo di corsissima…
      Chiaramentre il riferimento a Tata Lucia era per chiarire che non si intendeva la tata come baby sitter, ma la tata dispensa consigli. Ogni volta che l’ho nominata dovrebbe essere stata virgolettata; poi controllo.
      No, certo che in NZ Tata Lucia non è arrivata, ma non dimentichiamo che il format del programma è inglese (Supernanny) e lo hanno esportato in mezzo mondo. Non so se esista la versione indigena neozelandese o se vedono quella americana o inglese, ma scommetto che in un modo o in un altro in televisione c’è 🙂

      1.  @andrea_ si lo avevo capito 🙂 in realtà le versioni anglofone potrebbero avere un taglio diversissimo dal nostro,. anzi secondo me è molto probabile.
        il succo di quello che volevo dire è che non credo in tate miracolose quanto nelle doule o nei childbirth educator, mi sembra un pulpito un bel po’ di parte il suo no? in generale non credo nei miracoli ma nel lavoro dei professionisti seri e accreditati.

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