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Cosa vuol dire mangiare sano?

mangiare sano, come si fa?

Spesso quando mi chiedono cosa può mangiare un bambino di sei mesi all’inizio dello svezzamento rispondo con il canonico (e forse un po’ laconico) “tutto”. Onestamente non saprei quale possa essere una risposta più accurata; dopo tutto, quale alimento eliminare e in base a cosa giustificare una tale scelta? Continuando a discutere dell’argomento, si arriva al fantomatico “sì, tutto purché sia mangiare sano“, ed è qui che nascono i problemi.

Come definiamo cosa è “Mangiare Sano”? Abbiamo già visto cosa sia “sano” secondo Gloria o magari posso riportare quello che un nutrizionista mi ha detto, ma da tutto ciò posso astrarre il concetto di Cibo Sano? Secondo me, no. Dare delle regole che ci dicano cosa è “Mangiare sano”, “poco sano” o “non sano” è a dir poco insano… Basta dare un’occhiata alla nostra pagina Facebook per rendersi conto di come ci sia una varietà infinita di definizioni di “sano”, e pensare che la piramide alimentare avrebbe messo tutti d’accordo è rimasta una pia illusione.:)

C’è chi si lamenta del latte vaccino, chi della carne, chi del pesce, chi delle verdure e chi più ne ha più ne metta; chi dice che bisogna mangiare integrale, chi raffinato, chi crudo e chi cotto… Non se ne esce.

Ma allora cosa fare? Come definire cosa è Cibo Sano per l’animale uomo? Francamente non lo so e (tenetevi forte) non mi interessa! No, non sono diventato matto tutt’un tratto e prima di chiudere questa pagina per non tornare mai più su questo sito sentite le mie ragioni.

Il bello di Internet è che, come sappiamo bene, vi si trova tutto e il contrario di tutto. Questo è vero per certi versi anche nella comunità scientifica (e parliamo solo ed esclusivamente di scienziati seri; non prendo neanche in considerazione “para-scienze”) in quanto se vuoi sapere qualcosa sull’argomento X di sicuro troverai uno studio che lo prova e uno che lo contraddice (entrambi validissimi). Ma allora? Non bisogna mai scordare che “uno studio non fa primavera”.

Ad esempio, il fatto che venga pubblicato un articolo (come successo tempo fa) che indica la necessità, a dire degli autori, di rimettere in discussione l’allattamento esclusivo per i primi 6 mesi di vita del bambino non vuol dire che la cosa abbia particolare fondamento, ma riesco ad immaginare come lo stesso articolo possa venire strumentalizzato da chi desidera portare avanti l’idea che lo svezzamento vada iniziato a 4 mesi o giù di lì. Invece non bisogna dimenticare che ci sono non so quanti migliaia di studi che sono stati messi insieme per generare la linea guida (al momento in voga) che l’allattamento dovrebbe, appunto, proseguire per 6 mesi in modo esclusivo.

Ciò non toglie che gli autori dell’articolo possano avere ragione e le linee guida siano sbagliate, ma sarebbe quanto meno azzardato cambiare le direttive prima di aver effettuato un numero di studi sufficiente che rafforzi questa ipotesi.

Torniamo all’alimentazione… se prendessimo in considerazione l’alimento X (con X un alimento a piacere), scommetto che troveremmo articoli scientifici dove viene esaltato come la panacea di tutti i mali e altri dove lo si demonizza come la causa di tutte le miserie di questo mondo. E allora, chiedo di nuovo… cosa fare? Secondo me, poco o niente, in quanto ci sono dati insufficienti per prendere una decisione oggettiva.

La carne fa male? Il latte fa peggio? E il pesce? E le verdure?
Cosa rimane?

Se si ha un po’ di pazienza e si cerca in giro, probabilmente nulla rimarrebbe escluso dalla lista dei cibi “maledetti”, al che l’unica alternativa sarebbe la morte per inedia, ma almeno sarebbe una morte sana…

Di solito chi dice che questo fa male e quello fa peggio, lo fa al suono di “INFORMATEVI!”. Il consiglio è più che legittimo e perfettamente ragionevole, ma la questione che rimane aperta è informarsi da chi e dove? Tanto si sa che è possibile trovare chi supporta una determinata tesi e chi gli dà addosso; e io che faccio? Come faccio a decidere chi ha ragione? Insomma, cosa devo dare a un bambino così piccolo?

Chiaramente non ho il tempo, la voglia o le capacità per leggere tutti le miriadi di studi che vengono pubblicati sull’argomento, però quello che posso fare è leggere articoli compilativi che raccolgono i risultati di moltissimi articoli singoli o le raccomandazioni emanate da organismi internazionali che fanno da summa di quello che viene pubblicato in materia. A quanto ne so io, da nessuna parte nelle varie linee guida si dice che un certo alimento faccia male o un altro peggio (con pochissime eccezioni). Indubbiamente questi documenti saranno indietro con la ricerca, semplicemente perché ci vuole tempo per scriverli, ma ciononostante sono la cosa più facile e comprensibile a nostra disposizione.

Ad esempio prendiamo quello che dice l’ESPGHAN sull’argomento “cibo sano”. Nell’articolo sull’alimentazione complementare (purtroppo un inglese) si analizzano molte cose, ma su cosa sia meglio o peggio dare a un bambino in età di svezzamento non dice nulla. Al massimo si sbilancia a dire che non si dovrebbe esagerare con cose dolci, che troppe proteine fanno male (ma noi già lo sappiamo che dobbiamo limitare il consumo di proteine) e poco altro. In compenso si dilungano a parlare delle allergie e di come non sia provato che ritardare l’introduzione di certi alimenti porti giovamento e in questo senso è chiaro cosa vogliono enfatizzare sull’argomento.

Per quanto riguarda le direttive UE sull’alimentazione dei bambini da 0 a 3 anni (questa volta il documento è in italiano) il capitolo 8 (nettamente il più lungo di tutto il documento con le sua 6,5 pagine su un totale di 36) viene dedicato all’alimentazione dopo i 6 mesi. Cito quelli che mi sembrano i passaggi più interessanti (scusate l’elenco infinito, ma credo ne valga la pena):

Se (ai bambini) viene offerta un’ampia gamma di alimenti nutrienti, la maggioranza dei bambini tende a scegliere una composizione variata e ad avere istintivamente una dieta completa di tutti i nutrienti necessari.

É […] importante non offrire zucchero in forma concentrata (dolci, gelati, ecc.) fino a che il bambino non abbia avuto la possibilità di sperimentare altri sapori, in particolare frutta e verdura, e di sviluppare una preferenza per gli stessi.

Pare che i bambini mangino di più quando ricevono una dieta varia, rispetto a quando hanno una dieta limitata e monotona.

L’aggiunta di sale non è raccomandabile nella preparazione di alimenti complementari, di transizione o familiari; questa raccomandazione è in realtà un beneficio per tutta la famiglia.

Mangiare frutta e verdura con vitamina C assieme ad alimenti ricchi di ferro, come fagioli, lenticchie e cereali integrali, migliora l’assorbimento di questo minerale.

È … consigliabile includere un’ampia varietà di frutta e verdura nella dieta del bambino, per soddisfare le sue richieste giornaliere di nutrienti.

L’eccessivo consumo di succhi di frutta, veri o cosiddetti, diminuisce anche l’appetito del bambino per altri cibi e può rendere molli le feci. Per queste ragioni non si raccomandano più di 120-180 ml di succo di frutta al giorno. Un eccessivo consumo di succo di frutta è stato anche associato ad un rallentamento della crescita e a bassa statura ed obesità.

l’uso del biberon per dare al bambino succhi di frutta ed altre bevande zuccherate, specialmente al metterlo a letto, è stato associato ad un aumento dell’incidenza di carie.

Molti nutrienti sono più concentrati nella carne magra che in quella grassa. Il fegato è povero di grassi ed ha il vantaggio di poter essere agevolmente cotto e trasformato in purea senza diventare fibroso, il che lo rende un alimento facile da mangiare per un bambino. La carne magra contiene molte proteine ed è una fonte importante di minerali altamente biodisponibili, come ferro e zinco.

Anche il pesce è un’importante fonte di proteine di alta qualità

Le uova sono un alimento versatile. … Il loro contenuto di ferro è relativamente alto, ma è legato a fosfoproteine e albumina e perciò meno biodisponibile. … Nei bambini con storia familiare di allergia alle uova, se ne deve evitare l’uso nei primi 12 mesi; dopo quest’età si può introdurre il tuorlo, seguito dall’albume.

Il latte deve continuare ad essere parte integrante della dieta durante l’alimentazione complementare e si raccomanda di continuare con l’allattamento al seno fino a due anni ed oltre.

Nei bambini non allattati al seno un eccessivo consumo di latte artificiale nel primo anno o di latte vaccino in seguito può limitare il consumo e la diversificazione di alimenti complementari

…yogurt e il formaggio… possono essere introdotti in piccole quantità dall’età di circa 6–9 mesi.

Il latte vaccino scremato (di solito con meno dello 0.5% di grassi) o parzialmente scremato (1.5- 2% di grassi) ha un contenuto di energia e vitamine liposolubili significativamente minore rispetto al latte intero e non è pertanto raccomandato per bambini sotto i due anni.

Il tè non è raccomandato per i bambini. Contiene tannino ed altre sostanze che legano il ferro ed altri minerali riducendone la biodisponibilità.

Il miele può contenere spore di Clostridium botulinum, l’agente causale del botulismo. Dato che lo stomaco e l’intestino dei bambini non contiene acidi in misura sufficiente a distruggere queste spore, si deve evitare di dare miele ai bambini minori di un anno.

Queste raccomandazioni sono state raccolte tra il 2005 e il 2006, per cui non sono proprio fresche di stampa, ma neanche vecchie come il cucco, e al momento non sono state sostituite da altre.

Come avrete certamente notato, i “divieti” si contano sulle punta delle dita di una mano (e vi avanzano le dita…). Se gli autori fossero stati a conoscenza di qualcosa che potesse risultare estremamente pericoloso per la salute dei bambini credo che lo avrebbero inserito (e se loro non lo hanno fatto perché corrotti, qualche altro organismo lo avrebbe fatto presente). In altre parole, se la maggioranza della comunità scientifica, il cui parere viene espresso in documenti come questo, non ha ritenuto necessario avvertirmi contro i potenziali effetti deleteri dell’alimento X, come faccio io, da profano, a scagliare anatemi contro questo e quello? Insomma, se ci fosse una definizione più chiara del “Cibo sano”, sicuramente me l’avrebbero data.

Per chi fosse interessato ad approfondire ulteriormente, è possibile scaricare i Principi guida per l’alimentazione complementare scritto da una divisione dell’OMS (purtroppo è in inglese). Il documento è molto chiaro e discorsivo e pieno di spunti interessanti, ma vi risparmio le citazioni, tanto credo che abbiamo detto tutto.

C’è chi non mangia carne di venerdì; chi mangia halal o kosher; chi è vegetariano o vegano per motivi etici e chi per motivi salutistici; chi mangia solo cose crude e chi cotte; chi considera solo alimenti a Km 0 e bio e chi non ne ha la possibilità di procurarseli…
Che fare?

Le scelte sono innumerevoli e ognuno effettuerà quella che ritiene più giusta, ma non bisogna dimenticare che si parla solo di scelte soggettive fintantoché un determinato approccio non venga provato come universalmente valido e accettato non solo localmente da un numero di individui più o meno sparuto, ma anche a livello nazionale e successivamente internazionale (come nel caso, ad esempio, dei danno provocati dal fumo).

L’alimentazione familiare verrà selezionata, al solito e seguendo quello che dice l’OMS, a seconda dei propri usi e costumi e convincimenti personali. Tutte le varie scelte, se fatte con un minimo di cognizione di causa, sono totalmente degne di rispetto, ma non sono Verità assolute. Inoltre non dimentichiamo che abbiamo la piramide alimentare che ci dà una mano a valutare cosa mettiamo in tavola nella vita di tutti i giorni, e questo è uno strumento più che sufficiente sia per i grandi che per i bambini di sei mesi o poco più all’inizio dello svezzamento.

E se qualcuno ha paura di sbagliare dopo averne lette di cotte e di crude?
Gli darei il consiglio della nonna…
mangia poco, spesso e di tutto
.

A chi dice, allora prendiamo il baby food, almeno è “più controllato” e “ideato apposta per i bambini”, rispondo… “eeehhhmmm” 😀 È vero che è ideato per i bambini, ma siamo sicuri che serve qualcosa di apposito per loro? E questi “maggiori” controlli cosa vogliono dire?

Il cibo per legge deve essere adatto per TUTTA la popolazione, comprese le fasce più vulnerabili – bambini, anziano, malati, donne incinte, ecc.

Per tutti i dettagli vi rimando a La questione cibo.

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102 risposte

  1. Parte di commento di un post di ieri che mi sembra interessante:
    “Scusa Andrea dici che i medici non sanno nulla di alimentazione, e per la maggior parte è verissimo, ma tu invece in base a cosa consigli di dare da mangiare tutto-tutto fin da subito e dai indicazioni alimentari??? Io è da tempo che leggo qui ma sono sempre più stupita quando leggo che consigliate di dare a bimbi di pochi mesi alimenti che facciamo fatica a digerire noi o che non ci fanno bene…che è ok svezzare a pollo e patate e se il bambino di sei mesi vomita è solo perché avrà preso un virus…che problema c’è a far assaggiare impasto crudo di polpette… mamme orgogliose di svezzare con costine salsicce e patatine fritte, finalmente libere da questa faticaccia di pappine…mi vengono i brividi… ho 4 figli e non mi sono mai stancata di preparare pappine, senza peraltro mai usare omogeneizzati o parmigiano, e sono d’accordo con chi ha detto che dovremmo mangiarne più noi piuttosto che dare certe cose a organismi in fase di sviluppo. Che problema c’è a mangiare del passato di verdura?? Non fa tendenza?? La mia ultima figlia ora di un anno mangia lo stesso tutto, nonostante l’inizio a pappine, ma sempre con buonsenso, cereali, verdura, frutta, legumi e tante altre cose…è vegetariana e cresce benissimo”
    La mia risposta al commento:
    “sta a ognuno di noi decidere quello che è adatto o meno. Dare delle regole assolute non ha alcun senso in quanto non sono scritte da nessuna parte e la nutrizione, sia degli adulti che del bambino, dipende in gran parte da fenomeni di carattere culturale e niente altro. Basta vedere come cambia il baby food a seconda della nazione in cui ti trovi. Ad esempio quelli con uovo, pomodoro per bambini di 6-7 mesi sono nella norma, per non parlare di quello con una specie di salsiccia che si trova in sudamerica
    Vuoi dare a tuo figlio le patate fritte? A me sta benissimo e perché dovrei dire di no e in base a cosa? Considerando poi che chi posta qui le patate fritte le mangerà una volta ogni morte di papa, nel qual caso non creeranno certo problemi né in grandi né in piccini. I problemi magari vengono da quelli che le patate fritte (per fare un esempio) le mangiano a pranzo, cena e colazione, ma dubito che queste persone siano tra i lettori di questo sito.
    Quello che si trova in giro, ovvero liste di alimenti proibiti, ecc. sono fondamentalmente frutto di fantasia. In fondo dove mi fermo? Patate fritte no. E al forno? E lesse? E condite come?
    Dare prescrizioni è la cosa più disempowering che ci può essere. Io al massimo ti posso dire quelle quattro cose che le linee guida dicono (tipo, no miele fino a 12 mesi), ma poi per il resto la responsabilità ricade sul singolo che può scegliere come meglio crede. L’importante è ricordarsi che se qualcosa fa male a un bambino con tutta probabilità fa male anche a un adulto.
    non c’è niente di male a mangiare un passato di verdura, ma magari non lo mangerei tutti i santi giorni a pranzo e cena:”

  2. Il consiglio della nonna però andava bene… ai tempi della nonna, forse. 🙂
    Adesso, propongo quello di Berrino: “andiamo sempre a fare la spesa accompagnati dalla nostra bisnonna e tutto quello che lei non riconosce come roba da mangiare non compriamolo” e “leggiamo anche le etichette, e se ci sono parole che la bisnonna non conosce non compriamo”.

    1. @Maddi in teoria sono d’accordo. Il problema è che quando la mia bisnonna era in vita si trovava 1/100 delle cose che si trovano oggi e le etichette non esistevano, quindi parte notevolmente svantaggiata:)

      1. andrea_ il punto è proprio quello. cioè che non si mette in discussione se una mela, la lattuga o il pane (senza aggiunte strane) siano sani. il problema si presenta quando inizi ad avere un barattolo con il cacao da aggiungere al latte che ha una lista di ingredienti lunga quando il codice civile… e mi levo un sassolino dalla scarpa e ci metto in mezzo anche le merendine, i biscotti, le gallette ecc. dei negozi BIO che si arrogano il diritto di chiamarsi “sani” o per lo meno “più sani” in virtù della scritta BIO a caratteri cubitali sul davanti del pacco e sul retro hanno la stessa lista di ingredienti. chissene se sono “bio”. in realtà esistono un “sicuramente sano” (=la mela) e un “sicuramente poco sano” (la nutella), stante che è la quantità che fa il veleno (?)

  3. Direi proprio di sì, Lucia Ravelli 🙂 Comunque è interessante sapere che puoi esagerare anche con le cose “salutari” 🙂 /Andrea

  4. Lucia Ravelli, ecco il passaggio completo riguardante i succhi di frutta /Andrea
    8.10.2 Il termine “succo di frutta” si riferisce al succo prodotto mediante spremitura. I succhi prodotti in questo modo contengono tutti i nutrienti della frutta, con l’eccezione delle fibre. I succhi di frutta sono una buona fonte di vitamina C e, se dati come parte di un pasto, migliorano la biodisponibilità del ferro presente nei cibi derivati dalle piante. Nonostante ciò, è importante limitare la quantità di succhi di frutta offerti al bambino per evitare di ridurre il consumo di latte materno e l’accettazione di altri alimenti gustosi. Inoltre, i succhi di frutta contengono glucosio, fruttosio, saccarosio o altri zuccheri naturali che, per la loro acidità, possono causare carie ed erosione dei denti. Il termine “bevanda di frutta” è a volte usato per descrivere un liquido derivato da polpa di frutta mescolata con acqua e zucchero. Queste bevande contengono poca vitamina C e non hanno pertanto i vantaggi della frutta o dei succhi di frutta.
    8.10.3 Sono sorte preoccupazioni circa l’eccessivo consumo di cosiddetti succhi di frutta contenenti dolcificanti artificiali e carboidrati semplici al posto del glucosio, fruttosio e saccarosio naturali. Quelli che contengono zuccheri alcolici, come mannitolo e sorbitolo, sono stati associati ad un aumento del rischio di diarrea in alcuni bambini. L’eccessivo consumo di succhi di frutta, veri o cosiddetti, diminuisce anche l’appetito del bambino per altri cibi e può rendere molli le feci. Per queste ragioni non si raccomandano più di 120-180 ml di succo di frutta al giorno. Un eccessivo consumo di succo di frutta è stato anche associato ad un rallentamento della crescita e a bassa statura ed obesità.

  5. “L’eccessivo consumo di succhi di frutta, veri o cosiddetti, diminuisce anche l’appetito del bambino per altri cibi e può rendere molli le feci. Per queste ragioni non si raccomandano più di 120-180 ml di succo di frutta al giorno. Un eccessivo consumo di succo di frutta è stato anche associato ad un rallentamento della crescita e a bassa statura ed obesità.” anche quelli veri?? (io glieli faccio con la centrifuga) alla fine 120 ml sono un bicchiere, non è tanto! 🙂

  6. Lucia Ravelli forse mni sono persa un passaggio… quale questione succhi di frutta? Grazie 🙂 /Gloria

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