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Rischi associati al non allattamento

rischi non allattamentoLA VERITÀ È UN TABÙ

A rischio di essere marchiato come “terrorista dell’allattamento”, in questo articolo metterò in evidenza la correlazione tra il non allattamento, e la conseguente assunzione di latte artificiale, e alcune patologie che possono affliggere i bambini.

“Allattamento” e “Terrorismo” è un binomio che forse sorprenderà alcuni… Se non ci avete mai pensato, fate una ricerca su Google e troverete che ci sono 362.000 pagine che contengono al loro interno sia “allattamento” che “terrorismo”; tanto per contestualizzarne la frequenza, il binomio “allattamento” e “svezzamento” compare ‘solo’ 700.000 volte (chiaramente dipende dal browser che usate e dalle pagine che visitate. Ognuno visualizzerà numeri diversi). Dico questo per sottolineare quanto quello dell’allattamento sia un argomento davvero scottante, a prescindere dalla propria posizione. Qualunque sia la vostra opinione sull’argomento, non vi preoccupate, prima o poi troverete qualcuno che vi darà del “terrorista”:).

Nel mio caso però spero di riuscire a evitare l’etichetta di “terrorista dell’allattamento” in quanto più che riportare la mia opinione personale, citerò dei risultati disponibili a tutti e pubblicati in studi scientifici.

In precedenza è stato sottolineato come l’allattamento al seno, essendo dettato dalla nostra natura di mammiferi, debba necessariamente essere percepito come la norma contro cui tutto il resto si misura. Al di là di qualunque considerazione scientifica, l’istinto ci dice che il latte formulato è intrinsecamente inferiore al materno, ma il quesito che nasce spontaneo è: in che misura? Questo domanda, a mio avviso fondamentale, sembra essere totalmente tabù dato che, nonostante ci siano MOLTI articoli in letteratura, c’è poco e niente di adatto ai profani che sia reperibile in rete nonostante abbia fatto una ricerca abbastanza approfondita. In nessuno dei forum che leggo per tenermi informato si legge alcunché in materia. Al massimo si parla dei danni legati all’uso del latte artificiale nel terzo mondo, danni senz’altro maggiormente noti e in alcuni casi molto gravi; qui invece ci vogliamo concentrare sul mondo industrializzato quale potrebbe essere l’Europa o gli Stati Uniti.

L’AUMENTO DEL RISCHIO

Qui di seguito farò riferimento a due documenti che analizzano e riassumono tutta una serie di studi effettuati in precedenza sull’argomento. Per chi è interessato li potete scaricare qui e qui.

Per semplificare la lettura dei dati ho compilato uno schema che riporta le informazioni a mio avviso più importanti (ho inserito solo le patologie considerate più rischiose)
Rischi associati al non allattamento

Ma come leggere questa tabella?

  • Nella prima colonna ho riportato la patologia.
  • Nella seconda la durata dell’allattamento presa in considerazione nello studio (se specificata).
  • Nella terza l’aumento del rischio, legato al non allattamento al seno (e alla conseguente assunzione di latte artificiale) di contrarre una determinata malattia. In altre parole, un “aumento del rischio” pari al 100% equivale a una probabilità doppia che un certo evento accada; un aumento del 200% a una tripla e così via* (vedi nota in fondo all’articolo).

Oltre a quelle riportate nella tabella, c’è tutta un’altra serie di patologie (asma, diabete di tipo 1 e 2, leucemia, obesità) con aumento del rischio inferiore, tipicamente tra il 20% e il 70%, ma in questi casi la causalità tra l’evento (il non allattamento al seno) e l’effetto (la patologia) comincia a diventare più sfumata perché se il non allattamento è una causa, non è certo l’unica, e per alcune malattie potrebbe non essere la più importante.

Chiaramente i dati più interessanti sono contenuti nella terza colonna; ma cosa vogliono dire quei numeri? Per cercare di contestualizzarli mi concentro, per semplicità, solo su alcune patologie: la SIDS (o morte in culla), e le infezioni del tratto respiratorio inferiore e otite media.

1) SIDS (Morte in culla)

Va specificato che in uno degli articoli a cui faccio riferimento gli autori sottolineano che il minor numero di casi di morte in culla per gli allattati al seno deriva da una serie di fattori legati all’allattamento, più che dal latte materno in sé. L’altro articolo è più vago su questo punto, ma asserisce che la rigorosità dei dati presi in considerazioni permette di concludere senza dubbio che vi sia un legame tra il non allattamento al seno e la SIDS (anche se fornisce un valore dell’aumento del rischio più basso).

I casi di morte in culla sono, per fortuna, abbastanza rari: nel 2004 negli USA sono stati riportati 55 casi su 100.000 bambini tra 1 e 12 mesi. In Europa la mortalità per SIDS è in generale più bassa che negli USA, tra 30 e 40 per 100.000, con valori più bassi in Giappone (19) e Olanda (10), sempre attorno al 2004.

Ciononostante l’imprevedibilità di questi decessi fa sì che in ogni genitore ci sia sempre il timore che possa capitare anche a loro. Per questo motivo vengono messe in atto con i bambini tutta una serie di semplici accorgimenti volti a diminuire la possibilità che ciò accada, tra cui farli dormire supini, non coprirli troppo, condividere la camera da letto con i genitori, ecc.

Rischi associati al non allattamento – AllattamentoUn altro rimedio che viene molto pubblicizzato è l’utilizzo del ciuccio. Quando sono andato a cercarne uno al supermercato ho notato che su alcune confezioni c’è scritto a grandi lettere come il suo utilizzo serva a far diminuire le probabilità che un bambino venga colpito dalla SIDS. La prima domanda che viene spontanea è perché si promuova qualcosa che, in teoria, dovrebbe ridurre le probabilità di morte in culla e non si facciano gli stessi sforzi per sottolineare come l’allattamento al seno da solo basti per diminuirne la probabilità di un buon 40%. Se sul ciuccio si può scrivere che serve a proteggersi contro la SIDS, perché non viene richiesto che i produttori di latte artificiale mettano un’avvertenza che il non allattamento al seno fa aumentare le probabilità della morte in culla?

La cosa è ancora più grave se poi si scopre (come è appena successo a me mentre effettuavo delle ricerche per quest’articolo) che il fatto che il ciuccio aiuti a prevenire la SIDS è molto controverso e sembra essere ben lungi dall’essere provato. Per maggiori informazioni sull’argomento segnalo questi due articoli, uno pubblicato dalla LLL e un altro dell’Associazione Culturale Pediatri (ACP).

In ogni caso, al di là dell’efficacia del ciuccio come mezzo preventivo, i genitori hanno il diritto di essere consapevoli che il non allattamento al seno ha come effetto collaterale quello di aumentare le probabilità della morte in culla. Dopo tutto, anche se si parla di numeri piccoli, un aumento in media di circa l’80% è certamente degno di nota.

2) Infezioni del tratto respiratorio inferiore (polmoniti, bronchiti, ecc.) e otite media

Qui il discorso si fa ancora più interessante e, per molti versi, sorprendente.

Come paragone usiamo il fumo passivo; grazie alla ricerche fatta sulla sua nocività, è stato di recente bandito in molti Paesi europei, compresa l’Italia, il fumo nei posti di lavoro e nei locali aperti al pubblico (e meno male aggiungo io…).

In questo documento pubblicato dal Ministero della Salute vengono descritti i pericoli associati al fumo passivo. Tra le altre cose viene affermato (mia enfasi):
[quote]L’OMS ha analizzato i risultati di oltre 40 studi sull’impatto del fumo dei genitori sulle malattie delle basse vie respiratorie dei bambini. È stato stimato che i figli di madri fumatrici hanno un eccesso di rischio del 70% … di avere malattie delle basse vie respiratorie rispetto ai bambini figli di madri non fumatrici.[/quote]
Se confrontiamo questo dato con quanto riportato precedentemente sul non allattamento al seno (vedi tabella) ci accorgiamo che il rischio di contrarre infezioni del tratto respiratorio inferiore in caso di allattamento artificiale aumenta del 260% (!!), ovvero quasi QUATTRO volte tanto quello associato al fumo passivo.

Un simile discorso si può fare sull’otite media, dove l’aumento del rischio associato al fumo passivo è di circa il 30%, mentre con il latte artificiale raggiunge il 100% (ovvero è più di 3 volte tanto).

Al di là dei numeri (che sono indubbiamente preoccupanti), come genitore, non posso non chiedermi perché queste informazioni non siano più facilmente accessibili. Dopo tutto, se ti trovi in compagnia di un bambino piccolo e ti metti a fumare dovrai farlo quasi di nascosto per evitare le critiche di amici, parenti e perfetti sconosciuti.

Tuttavia, nonostante sia stato dimostrato che l’alimentazione artificiale, almeno per quanto riguarda le infezioni delle vie respiratorie e l’otite media, abbia un effetto notevolmente più dannoso di quello causato da una madre fumatrice, nell’immaginario collettivo il biberon è onnipresente nella vita dei bambini e GUAI a dire che potrebbe essere dannoso; qualcuno potrebbe accusarti di fare terrorismo!!

IN PAROLE POVERE…

Insomma, quali conclusioni possiamo trarre da quanto detto sopra? In parole povere (tralasciando la SIDS) il non allattamento al seno, tra le altre cose, aumenta sensibilmente il RISCHIO di contrarre malattie respiratorie (da un semplice raffreddori a una più seria polmonite) e gastrointestinali (causando ad esempio diarrea).

È indubbio che ci sono situazioni in cui non c’è scelta, nel qual caso chiaramente il latte artificiale rappresenta l’unica via percorribile; tuttavia vorrei chiedere agli operatori sanitari che alle prime difficoltà suggeriscono senza pensarci due volte aggiunte quando non ce n’è davvero bisogno, se loro consiglierebbero alle stesse madri di fumare in presenza di bambini di pochi mesi… Inoltre sarebbe interessante sapere cosa penserebbero di tali consigli i genitori a cui viene “suggerito” di cominciare con il biberon se venissero messi a conoscenza degli effetti collaterali legati al non allattamento al seno. Peccato che queste informazioni non sembrino circolare; io per primo non ne sapevo niente fino a poco tempo fa.

Chiaramente molte domande sono rimaste senza risposta: quanto dura la protezione offerta dall’allattamento? Quale percentuale di latte formulato bisogna introdurre perché questo effetto cominci a indebolirsi? Come inquadrare il latte materno tirato? In breve abbiamo appena scalfito la superficie, ma almeno abbiamo cominciato.

____________________________________________________________________________________

NOTA:
*Tanto per chiarire ulteriormente il concetto di “aumento di rischio” :
se tra i bambini allattati al seno ho 20 casi di otite ogni 100 bambini (tiro a caso…), un aumento del rischio del 100% vorrà dire che tra quelli che non lo sono ci saranno 40 casi di otite ogni 100 bambini.
Vuol dire che tra chi è allattato al seno nessuno si ammala di otite? NO, se ne ammalano comunque 20.
Vuol dire che tra chi prende latte artificiale tutti quanti si ammalano di otite? NO, 60 saranno comunque sani.

Un ringraziamento va ad Adriano Cattaneo dell’ospedale Burlo di Trieste che è stato così cordiale da farmi da “stele di Rosetta” umana così da consentirmi di interpretare i vari articoli che ho citato in questo post.

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90 risposte

  1. Esagerazioni. Cosi condannate le madri che non possono allattare o che x tornare al lavoro decidono di smetter di allattare per non sentirsi vacche da mungere.
    Anche l’aspetto psicologico è importante. cosi fate veramente del terrorismo psicologico alle donne.
    Non ho letto i commenti a questo post., mi è bastato il primo di fabiana stumpo
     
    Siete crudeli e non raccontate a 360 gradi le cose, ma vedete un aspetto solo da un lato (che evidentemente interessa solo a voi)

    1. @Moonlitgirl , secondo te che cosa avremmo dovuto scrivere, che il latte materno e quello artificiale sono uguali e perfettamente interscambiabili?
       
      A mio avviso l’informazione non è né buona, né cattiva, ma neutra. Quello che ho riportato in questo articolo è disponibile a tutti in letteratura, ma non troppo conosciuto; l’unica cosa che ho fatto è stato di tradurre i dati in modo facilmente digeribile. Se chiedi a qualunque medico che si occupa di questi argomenti non potrà che confermarti quanto ho detto. (Poi magari tra un po’, quando saranno disponibili nuovi dati e i latti formulati saranno cambiati ancora una volta, aggiorneremo il post)
       
      Secondo me si fa terrorismo psicologico (in generale) se dici qualcosa senza supportare le tue affermazioni con delle prove e qui non mi sembra che sia stato fatto.
      Se ti interessa l’argomento, leggi anche questo post:
      http://www.autosvezzamento.it/allattamento-e-comunicazione-i/

    2. @Moonlitgirl Quale aspetto psicologico? Se una si sente una vacca da mungere evidentemente non ha chiaro il concetto che le donne sono ANIMALI e MAMMIFERI, e quindi programmate per allattare. Un conto è che una non può, un’ altro è che una non voglia … Probabilmente ti rifai ad una VECCHIA concezione femminista che riteneva l’allattamento un’ostacolo alla propria libertà e il non allattamento un simbolo di emancipazione. Grazie al femminismo ci sono state molte conquiste per le donne e le mamme che lavorano, ma ciò non toglie che le tutele che abbiano ottenuto siano state comunque un’amaro compromesso con il maschilismo dominante: per avere successo nel lavoro bisognava rinunciare ad essere donne e talvolta anche madri … Ne sono un esempio il congedo di maternità obbligatorio che dura appena 5 mesi e i permessi per allattamento decisamente poco fruibili … 
      Il congedo è considerato praticamente un’assenza per malattia, come se ci si operasse di ernia, appendicite … e non si avesse poi qualcun altro di cui occuparsi.
      Queste leggi derivano proprio dalla diffusione del latte artificiale e dalla mentalità del tempo (infatti sono datate 1971) e vanno cambiate alla luce delle linee guida attuali: non siamo noi (mamme e bambini) a doverci adattare, ma le leggi!

    3. Moonlitgirl chi si sente in colpa ha la coda di paglia. Perché le mamme che allattano al seno e vengono bombardate di “il tuo latte è acqua – ha fame, dagli un biberon! – così lo vizi – così non diventa autonomo” non si sentono in colpa (ma al massimo infastidite)?

  2. Andrea, cosa rispondo? Le/gli rispondo che non è lo stesso! Cosa vuoi che le/gli risponda: che è lo stesso solo per farle/gli piacere? 😉

  3. io se devo dire qualcosa a un genitore con cui entro in contatto gli parlo della mia esperienza. Non di qualcosa letto da qualche parte e scritto da qualcun altro

  4. Sicuramente per chi non ha esperienza è utile il confronto, ma chi sta su questa pagina dubito sia senza esperienza di figli. Tranne (credo eh, poi magari mi sbaglio) rarissimi casi

  5. sono proprio due mondi differenti, sia per composizione che per modalità di assunzione, che per altri mille motivi. Per questo trovo inutile fare tutti questi discorsi sul paragone LM/LA. Nessuno vuole sminuire il LA (parlo per noi allattatrici) e sicuramente lo stesso è per chi non ha potuto allattare nei confronti del LM. Veramente non ha senso il confronto.

  6. Quando ho frequentato il corso preparto le ostetriche mi hanno detto che il latte artificiale era satana, e hanno precisato che sarebbe potuto accadere che per un eccesso di latte artificiale il bambino sarebbe andato in coma.
    Per tante ragioni prime tra tutti, un parto cesareo con postumi dolorosissimi e un partner che non mi era al fianco come avrei desiderato, il latte non è sceso, o forse io ero talmente stanca, talmente stressata, talmente dolorante, che il tiralatte che mi ha rottoi capezzoli ha segnato la fine del mio allattamento al seno (mai cominciato, invero). Dopo una giornata in clinica tra pianti e sensi di colpa, il meraviglioso primario mi ha detto: una madre esaurita non serve a nutrire meglio il suo bambino. Pillolina di inibizione alla discesa del latte, scorta di biberon, pediatra mandato dal cielo che approvava in pieno il latte artificiale ed io e il mio bimbo abbiamo iniziato un meraviglioso allattamento artificiale. Sono una madre presente, non stressata, mio figlio è sano, cresce, è un ercolino, è bello, non si è mai preso un raffreddore. Si, allattamento al seno e terrorismo sono parole che vanno spesso in coppia, fatela finita. E, per inciso, benchè consigliata dalla mia pediatra di fare l’autosvezzamento, sono contraria a queste filosofie che definisco “da figli dei fiori”. I bambini vanno stimolati ma anche protetti, se la natura gli fornisce i dentini solo dopo parecchi mesi un motivo ci sarà, francamente vedere mio figlio che mastica la carne con le gengive non mi entusiasma. Voglio vedere se avete il coraggio di pubblicare il post. Lo firmo con nome e cognome: Fabiana Stumpo.

    1. @fabianastumpo Ciao Fabiana e grazie della tua testimonianza.
      Come avrai letto nei commenti più sotto ho detto che il LA non è certo il prodotto del demonio, né il LM è l’ambrosia degli dèi. Tuttavia allo stesso tempo non si possono negare quelle che sono le evidenze scientifiche, ovvero che con il LA ci sono dei rischi.
      Ci vuole dell’informazione SERIA sull’argomento e non demagogia (da entrambe le parti). Poi sta in ogni caso bisogna valutare caso per caso così è meglio per la madre e il bambino, ma questo si può fare SOLO se si è in possesso delle informazioni che ci permettono di fare una scelta consapevole, altrimenti che scelta è?
      Non so se hai letto questo articolo pubblicato di recente:http://www.autosvezzamento.it/tutte-le-mamme-hanno-il-latte-ma-anche-no/
       
      Per quanto riguarda l’autosvezzamento come cosa da figlia dei fiori, ti sei mai chiesta come hanno fatto fino all’altro ieri quando il baby food non era stato ancora inventato e i frullatori non c’erano? Anche qui ci vuole informazione SERIA e non pubblicità e comunicati stampa delle varie ditte blu, arancioni, verdi e compagnia.
      Se dai un’occhiata alla sezione “letture consigliate” troverai alcuni articoli delle più importanti organizzazioni mondiali che si occupano di infanzia (compreso anche il ministero della salute) e da NESSUNA parte c’è scritto che uno deve cominciare a pappe, omogeneizzati e chi più ne ha più ne metta. Insomma, anche qui, uno può scegliere quello che più gli è congeniale, ma se non ha le informazioni, che scelta è?

      1. @andrea_ @fabianastumpo Ciao Andrea,
        ti ringrazio per la risposta pacata, il mio è uno sfogo da neomamma bombardata dal tutto e dal contrario di tutto. Allattamento a richiesta o a routine, autosvezzamento o pappine? E’ convincente quanto hai detto riguardo l’autosvezzamento, ossia, una volta come si faceva senza frullatore e vasetti pronti? Questa e’ la prima argomentazione convincente che sento. Non mi piacciono le mode sui modi di crescere i bambini, allo stesso tempo non mi piace che si demonizzi il progresso. oggi pare si voglia tornare al sano e al naturale, sono d’accordo, ma quanto è pratico un biberon e un vasetto pronto quando sei fuori casa e il bimbo ha fame? e chi ha il tempo di cucinare la mattina? Ecco la soluzione, il bimbo mangia quello che mangiano i genitori a tavola, così non si perde tempo con preparazioni specifiche per lui. Ma mi chiedo: fino a ieri aveva delle coliche lancinanti per un alimento liquido, oggi mangerà il pollo spezzettato con le gengive? mah…
        riguardo al latte non contesto le qualità INDISCUTIBILMENTE migliori del latte materno, dico solo a tutte coloro che – quando mi chiedono:beve il latte tuo? no artificiale – poi mi compatiscono come fossi una disgraziata, che il latte artificiale non uccide i bambini. La SIDS è una morte le cui cause non sono state ancora definite, pare siano in parte genetiche, in parte cardiache, ma sembra che la causa di morte in culla sia il fatto che il bambino coperto respiri l’anidride carbonica che produce, questo lo fa assopire al punto da non permettergli di attivarsi per scostare la coperta dal viso e così il dramma. Se queste teorie sono vere, cosa c’entra il latte? Come può influenzare un fattore fisico (respirazione dell’anidride carbonica), metabolico (difetto cardiaco dalla nascita, non scoperto tramite elettrocardiogramma), genetico?

        1. @fabianastumpo , sull SIDS non ti so rispondere. So solo quello che ho riportato nel post che ho ripreso dai due articoli compilativi che cito. In sostanza sembra che il meccanismo dell’allattamento, più che il latte, faccia diminuire le probabilità della morte in culla.
          Per quanto riguarda le coliche (assumendo che siano tali), ti consiglio la fascia (ma io sono di parte… per me la fascia è la panacea di tutti i mali:). Dai un’occhiata a questi post:
          http://www.autosvezzamento.it/tag/fascia/
           
          Per quanto riguarda l’autosvezzamento (non so quanto abbia tuo figlio) dai un’occhiata in giro… comincia dai post che trovi sulla barra in alto e poi se hai domande lascia pure un commento e vedrai che qualcuno ti risponderà (in fondo non mordiamo quasi mai :D:D:D)
           
          Una cosa però la devo dire… secondo me se stai in giro non c’è niente di più pratico della tetta. I biberon sono una delle cose più scoccianti di questo mondo, tra il lavare, sterilizzare, bolli l’acqua ecc. e ti assicuro che lo so e parlo per esperienza vissuta :D:D

        2. @andrea_ @fabianastumpo Sul biberon ti appoggio in parte, perchè mio figlio si è fatto più pianti aspettando che lo scaldabiberon facesse il suo dovere che non ti dico…sono tre minuti di inferno. La tetta però… ti invito a fare un’osservazione di carattere sociologico quando sei in giro. Se ti capita guarda l’espressione della gente quando vede un bimbo con il biberon in bocca e quando lo vede attaccato al seno della mamma che, magari, chiacchiera amabilmente con un’amica seduta su una panchina. Noterai espressioni completamente differenti. La mamma che allatta con il biberon è un quadro delizioso al quale sorridere, l’altra è una disgraziata che come una zingara da da mangiare al bambino per strada, ma si poteva almeno appartare che siamo in africa? La gente fa di questo, l’incoerenza.
          Bytheway, so che non mordete ;D (giustamente da figli dei fiori – peace and love-) è che, come sono amabilmente definita dal mio compagno, io sono una mamma fascista. Ma solo perchè do le regole e non vizio mio figlio. E la fascia lo vizia ( e non giova alle mie due ernie). Vedi, questa filosofia new age dell’andare in giro come africani con i bimbi addosso (magari pure attaccati alla tetta), farli dormire nel lettone e farli mangiare fusilli al sugo con le mani, non fa per me…

        3. @fabianastumpo  Secondo me dovresti provare… i risultati ti sorprenderebbero.
           
          La storia dei vizi è davvero sopravvalutata… un bambino di quell’età non ne ha. Ha solo bisogni (e, ti parlo di nuovo per esperienza diretta, dovresti aver meno paura di tuo figlio:) ).

        4. @fabianastumpo ripensando al mio intervento non voglio suonare troppo paternalistico:) Dico sono che ci sono passato anch’io e che a suo tempo la pensavo proprio come te (di fatti la Hogg era il mio oracolo). Diciamo che proprio l’autosvezzamento mi ha fatto vedere le cose in modo diverso:)

        5. @andrea_ @fabianastumpo Tracy Hogg (pace all’anima sua) mi ha salvato la vita. Oggi ero in libreria e mi è capitato davanti agli occhi il linguaggio segreto dei neonati e mi sono commossa al ricordo di quelle prime settimane in cui mi sentivo persa ( e molto dolorante) e nessuno a darmi un consiglio. Comunque, per la cronaca, ero in libreria per cercare qualcosa sull’autosvezzamento. Hai dei suggerimenti? Nell’armadio ho due marsupi nuovi, chicco e babasling (fascia da indiana terzomondista 😉 e domani proverò a infilarci dentro il mio soldatino…

        6. @fabianastumpo  , scusa il ritardo… il tuo commento è finito sommerso da molti altri, così l’ho visto solo ora:)
          per quanto riguarda libri sullo svezzamento/autosvezzamento leggi qui:http://www.autosvezzamento.it/letture-consigliate/
          dove mettiamo tutti i libri e opuscoli che mano mano troviamo.
          Per non parlare poi di questo documento introduttivo scritto a 4 mani con una pediatra:http://www.autosvezzamento.it/download/ 
           
          Per quanto riguarda le fasce… non sono qualificato per risponderti, mas ti posso dire che la babasling l’uso tuttora con figlia 2 (13+ mesi 1 11-12Kg), anche se per fortuna comincia a camminare…
          Il problema è però che ti ci vuole davvero qualcuno che ti fa vedere come usarla. NOn che sia difficile, anzi, ma bisogna prenderci un po’ la mano. Ci sono molti video su YouTube, ti consiglio di dargli un’occhiata.
          Su quello della Chicco non saprei dire dato che non so quale modello sia… attenta ai marsupi però (infatti non so neanche perché li vendano) in quanto non sempre sono adatti ai bambini piccoli. Nei marsupi, anche in quelli griffati e cari, i bambini tendono a essere appesi (letteralmente) per i genitali, mentre la posizione ideale è che stanno seduti con le ginocchia rialzate e posizionate sopra il sederino. Non so quanto abbia tuo figlio, ma se è molto piccolo ti consiglio la baba senz’altro, in quanto ce lo puoi mettere sdraiato. Se invece ha già qualche mese lo puoi mettere eretto (SEMPRE rivolto verso di te).
          Per noi la fascia con figlia due è stata ancora più utlile in quanto aveva il vizio di rigurgitare il latte dopo le poppate (a mo’ di Esorcista, per internderci…), ma stando dritta nella fascia il problema pressoché scompariva (ma io sono di parte… per me la fascia… Santa SuBBito :D:D).
           
          Siamo fuorissimi tema 😀

        7. @andrea_ @fabianastumpo babsling provata. mi sono sentita molto terzomondina e mio figlio (4 mesi 7,5 kg) pare sia un vero bimbo africano. dall’alto vede tutto (è un curiosone) e si dimentica di frignottare…;D grazie. Ora do un’occhiata ai testi consigliati.

        8. @fabianastumpo  @andrea_ dai, terzomondista non si può sentire … parli proprio da “fascista” adesso…;-P
          Comunque io giro così da 6 mesi a questa parte, con mia figlia in fascia (autoprodotta, quindi very very craft) e mi sono fatta anche delle milk shirt per non dovermi scoprire tutta (ora che fa freddo soprattutto). Di ciò che pensano gli altri me ne frego (ora parlo io da fascista!;-P) è la mia vita e solo io conosco le mie reali esigenze…persino mia madre, che fa molto la snob, mi chiama “la lupa romana” molto sarcasticamente e ogni volta le ricordo che lei è stata allattata tra una pecora e un maiale (figlia di contadini allevatori)

        9. fabianastumpo sui vizi leggiti “e se poi prende il vizio” un libro molto interessante e comprendi che i bambini non nascono terribili demoni che vogliono solo prendere vizi e si comportano in un cento modo per far disperare i genitori. Se un bambino vuole il contatto con la madre lo fa perchè lo sente, ne ha bisogno, e la fasca in tal senso è veramente la panacea…

    2. fabianastumpo la penso esattamente come te. allattamento al seno va a braccetto anche con la parola “sclero”, ma le dolci mammine questo non lo dicono

  7. Valentina Cosimi, allora se qualcuno ti dice che dà il LA, “tanto è lo stesso” cosa rispondi? /A.

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